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Autore: MrBadCath    13/08/2011    1 recensioni
Autori: MrB feat. C (vale a dire MrBadGuy and la Cath)
Desclaimers: Niente di tutto questo è mai successo nella realtà. I Queen e le canzoni citate non ci appartengono. David è un personaggio di MrBadGuy. No infringement of copyright intended.
Note: per le note vedere Nda e Varie :D grazie.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Time, Waits for nobody. Time, Waits For no one

David



L'aereo atterrò.
Casa dolce casa, finalmente.
Appena scesi inspirai profondamente: nonostante l'aria grigia di Londra non mi entusiasmasse, in genere, in quel momento mi sentii confortato.
Sicuro, insomma.
Era strano poter camminare tranquillamente per strada, senza dover sparare e ricaricare continuamente il proprio fucile. Senza dover accatastare i cadaveri in un angolo del marciapiede.
Era finita.
Avevo visto cose che andavano dimenticate.
Meglio la giungla cittadina, che la guerra.
La città era proprio come l'avevo lasciata, ma ero io a esser cambiato, mi sentivo stanco della solita esistenza: casa, lavoro. Lavoro, casa.
Speravo in una grande svolta nella mia vita.

Rientrare a casa dopo mesi di assenza fu una sensazione strana, ma piacevole, rincuorante.
Salii in bagno ed aprii la doccia, l'acqua aveva una temperatura glaciale.
Mi ci buttai sotto senza pensarci due volte.
Avevo bisogno di risvegliarmi dal torpore in cui ero entrato due settimane prima, quando mi avevano sparato al braccio.
Fu il mio lasciapassare per casa, mi sentivo in colpa per aver abbandonato tutti i miei soldati lì... ma cos'altro potevo fare?
Ero arrivato ad un livello di saturazione fisica e mentale umanamente insopportabile.
Lo sparo al braccio aveva fatto traboccare il vaso, così me ne tornai a casa di corsa, prima di rimetterci la pelle.

Più l'acqua si infrangeva sulle mie spalle, più mi sentivo vivo, più l'acqua impregnava i miei vestiti, meglio ragionavo.
Mi passai la mano fra i capelli bagnati, sul viso.
Ogni volta che tornavo dal servizio mi vedevo sempre più vecchio, proprio vero: pallottole e sangue invecchiano.
Non solo fisicamente.
Decisi che niente e nessuno mi avrebbe portato via la mia giovinezza, me ne sarei riappropriato quella stessa sera, al diavolo il resto.
Il tempo non aspetta per nessuno.

Avrei ricontattato un mio vecchio amico, non lo sentivo da tanto, troppo, tempo, da quando avevo guardato il suo esame orale all'accademia d'arte.
Eravamo grandi amici, lui era uno che si sapeva divertire, mi avrebbe integrato di nuovo nel mondo dello sballo.
Dopo esser uscito dalla doccia ed essermi ricomposto mi avviai verso il telefono.
Primo squillo.
Secondo squillo.
«Rispondi, rispondi... Rispondi!» pregai la cornetta, come se potesse fare qualcosa.
«Pronto?»
«Raro che una rockstar risponda al telefono» esordii io, consapevole che mi avrebbe riconosciuto.
Ci fu un momento di silenzio, poi, con voce euforica, il ragazzo dall'altra parte del telefono esclamò:
«Dio! David!» Ero convinto che avrebbe liberato la serata per me, anche molto volentieri, la proposta non si fece attendere «Oh dear, dobbiamo vederci»
«Perfetto, stasera all'Heaven» non ero neanche sicuro che quel locale fosse come ricordavo, c'ero passato davanti una o due volte, negli ultimi tre anni. Magari era anche chiuso.
Il lavoro aveva preso il sopravvento sulla mia vita.
«Stasera non si può tesor...»
«Niente scuse. Lì alle dieci. Qualunque cosa tu abbia da fare è meno importante di me».

   
 
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