I
personaggi di questa storia non mi appartengono. Non scrivo a scopo di
lucro ma
solo perché ho bisogno di svuotare la mia testa (che
è piena di stupidaggini) e
quello che scrivo non è reale ma è frutto della
mia fantasia.
La storia
inizia con un fatto presente nell’episodio 6x10 (quindi
occhio allo SPOILER se
non l’avete visto!) ma prosegue in modo completamente
diverso, quindi è del
tutto slacciata dallo svolgimento dei fatti nella puntata!
Dean
rimase sbalordito davanti a quella scena disgustosa, ma
cercò di ricomporsi
subito e di mostrare disinteresse, lanciando però
un’occhiata truce a Meg e Castiel.
«Potrete
prendervi una stanza più tardi, voi due. Ora non
c’è tempo per queste
smancerie» disse con malcelata rabbia al suo angelo e a
quella puttanella
demoniaca che, chissà perché, tornava ogni volta
ad incasinargli ancora di più
la vita. Come se ce ne fosse bisogno.
Castiel
lo fissò intensamente, come a volergli leggere dentro per
capire quello a cui
stava pensando, e Dean, come sempre, distolse lo sguardo.
«Bene,
dividiamoci. Cas, vieni con me da questa parte. Meg, occupati dei
segugi e
cerca di bloccarli almeno per un po’. Tu, Sam, vai avanti e
fai attenzione.»
Tutti lo
assecondarono, visto l’andazzo: quando Dean era di
quell’umore nero nessuno si
azzardava a contraddirlo o a tentare di discutere, nemmeno suo fratello.
Castiel
lo seguì in silenzio.
Dopo
pochi passi si trovarono in una stanza fatiscente, buia e maleodorante,
ingombra di oggetti mezzi marci; Dean iniziò
all’istante a prendere a calci tutto
ciò che gli capitò a tiro. Castiel lo guardava
senza osare aprir bocca, la
testa lievemente inclinata e gli occhi spalancati: all’inizio
pensò di
intervenire e porre fine a quello scempio, poi considerò
però che fosse meglio
lasciar sfogare il cacciatore, in modo che sbollisse un po’
di quella sua
rabbia.
Intanto Dean
continuò a colpire ogni singolo oggetto che si trovava sul
pavimento e quando
ebbe finito, non ancora soddisfatto del tutto, mollò un
pugno colossale alla
vecchia porta scassata, ancora attaccata ai cardini arrugginiti solo
per puro miracolo:
com’era prevedibile, questa cadde rovinosamente provocando un
fracasso
infernale.
Solo
allora Dean si voltò di scatto verso l’angelo, che
nel frattempo non aveva
mosso un solo muscolo, e gli gridò in faccia:
«Seriamente, Cas? Con Meg?»
Vedere
l’espressione innocente degli occhi di Castiel lo fece andare
di nuovo su tutte
le furie, peggio di un toro che si imbestialisce vedendo sventolare il
manto
rosso durante una corrida.
Voleva
prendere a calci anche il culo secco di quel maledetto pennuto, quello
sfigato di
un angelo malriuscito… più ci pensava e
più aveva voglia di fargliela pagare;
per cosa, poi, di preciso non lo sapeva, o almeno non aveva voglia di
stare a
ragionarci.
Si
avvicinò con veemenza a Castiel, ben deciso a fargliela
pagare, anche se era
cosciente del fatto che l’angelo in questione avrebbe potuto
farlo volare
dall’altra parte della stanza con un solo cenno della mano.
«Perché
sei così arrabbiato, Dean?»
La voce
dell’angelo lo fece tornare, almeno momentaneamente, in
sé.
«Me
lo
chiedi pure? Perché… perché quello
è un demone, Cas, un fottuto demone, hai
presente? Noi dobbiamo combattere quelle cose immonde, non baciarle, ti
è
chiaro il concetto? Sei un angelo, Cas, un angelo… non credi
sia sbagliato per
te fare un simile…»
«Non
ti
sei mai preoccupato prima d’ora di quel che sia giusto o
sbagliato per gli
angeli, Dean» lo interruppe Castiel, con estrema calma.
«Comunque il mio era un
esperimento» aggiunse dopo un attimo di silenzio.
«Un
esperimento?
Cosa intendi dire?» rispose il ragazzo, deglutendo
rumorosamente.
«Dean,
sono qui da molto tempo ormai… qui sulla Terra, in mezzo a
voi umani.
All’inizio non comprendevo le vostre emozioni, ma sono un
buon osservatore,
sai? Pian piano ho iniziato a capire…»
«Molto
piano!» lo interruppe Dean, iniziando a temere segretamente
la piega che il
discorso del suo angelo stava prendendo. «Sei un tale
ingenuo, Cas, non cogli
mai…»
«Sì,
mi
ci sarà anche voluto parecchio, ma ora sono conscio del
fatto che esistono
emozioni molto forti, quasi incontrollabili… e stasera ne ho
testata una
davvero potente: la gelosia»
«La
gelosia?
Ma che dici, stupido piumato che non sei altro? Non sai di che
parli!» rise
nervosamente Dean, fissandosi le scarpe senza il coraggio di alzare
ancora lo
sguardo sull’angelo e sui suoi profondi occhi blu.
«Oh.
Devo
farlo di nuovo, quindi? Magari poi…»
«No!
Non
farlo di nuovo, Cas! Mai più!»
Castiel
sorrise appena. Dean lo aveva visto sorridere ben poche volte da quando
lo
aveva conosciuto e rimase folgorato da quel particolare sorriso;
percepì che
era speciale, che era solo per lui.
Le sue
difese caddero all’istante: mura altissime, mura costruite in
lunghi e sofferti
anni si frantumarono ai suoi piedi in pochissimi secondi.
Abbracciò
il suo angelo, che subito ricambiò con trasporto
l’abbraccio.
Erano in
una stanza maleodorante e fatiscente, ma quando chiusero gli occhi,
contemporaneamente, nulla ebbe più importanza.
Piccolo
angolo dell’autrice
Salve a
tutti! ^_^
Questa
non è la prima ff su Supernatural che scrivo, ma
è la prima che pubblico.
Ecco…
insomma… che ne pensate??!
*imbarazzatissima*
Aspetto i
vostri commenti/critiche, sono sempre bene accetti!!
Piccoli
dovuti ringraziamenti: prima di tutto a Eli, che qualche sera fa stava
guardando questo episodio e lo commentava con me in diretta…
è grazie a lei se
mi è venuta l’idea!
Grazie
poi a Cimo e Mmandi che come sempre leggono in anteprima, mi danno il
loro
parere e si beccano i miei scleri!!
Alla
prossima!
Vale