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Autore: Ruby__Eyes    13/08/2011    8 recensioni
Erano in una stanza maleodorante e fatiscente, ma quando chiusero gli occhi, contemporaneamente, nulla ebbe più importanza.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Sesta stagione
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I personaggi di questa storia non mi appartengono. Non scrivo a scopo di lucro ma solo perché ho bisogno di svuotare la mia testa (che è piena di stupidaggini) e quello che scrivo non è reale ma è frutto della mia fantasia.

La storia inizia con un fatto presente nell’episodio 6x10 (quindi occhio allo SPOILER se non l’avete visto!) ma prosegue in modo completamente diverso, quindi è del tutto slacciata dallo svolgimento dei fatti nella puntata!

 

 

 

 

Dean rimase sbalordito davanti a quella scena disgustosa, ma cercò di ricomporsi subito e di mostrare disinteresse, lanciando però un’occhiata truce a Meg e Castiel.

«Potrete prendervi una stanza più tardi, voi due. Ora non c’è tempo per queste smancerie» disse con malcelata rabbia al suo angelo e a quella puttanella demoniaca che, chissà perché, tornava ogni volta ad incasinargli ancora di più la vita. Come se ce ne fosse bisogno.

Castiel lo fissò intensamente, come a volergli leggere dentro per capire quello a cui stava pensando, e Dean, come sempre, distolse lo sguardo.

«Bene, dividiamoci. Cas, vieni con me da questa parte. Meg, occupati dei segugi e cerca di bloccarli almeno per un po’. Tu, Sam, vai avanti e fai attenzione.»

Tutti lo assecondarono, visto l’andazzo: quando Dean era di quell’umore nero nessuno si azzardava a contraddirlo o a tentare di discutere, nemmeno suo fratello.

Castiel lo seguì in silenzio.

Dopo pochi passi si trovarono in una stanza fatiscente, buia e maleodorante, ingombra di oggetti mezzi marci; Dean iniziò all’istante a prendere a calci tutto ciò che gli capitò a tiro. Castiel lo guardava senza osare aprir bocca, la testa lievemente inclinata e gli occhi spalancati: all’inizio pensò di intervenire e porre fine a quello scempio, poi considerò però che fosse meglio lasciar sfogare il cacciatore, in modo che sbollisse un po’ di quella sua rabbia.

Intanto Dean continuò a colpire ogni singolo oggetto che si trovava sul pavimento e quando ebbe finito, non ancora soddisfatto del tutto, mollò un pugno colossale alla vecchia porta scassata, ancora attaccata ai cardini arrugginiti solo per puro miracolo: com’era prevedibile, questa cadde rovinosamente provocando un fracasso infernale.

Solo allora Dean si voltò di scatto verso l’angelo, che nel frattempo non aveva mosso un solo muscolo, e gli gridò in faccia: «Seriamente, Cas? Con Meg?»

Vedere l’espressione innocente degli occhi di Castiel lo fece andare di nuovo su tutte le furie, peggio di un toro che si imbestialisce vedendo sventolare il manto rosso durante una corrida.

Voleva prendere a calci anche il culo secco di quel maledetto pennuto, quello sfigato di un angelo malriuscito… più ci pensava e più aveva voglia di fargliela pagare; per cosa, poi, di preciso non lo sapeva, o almeno non aveva voglia di stare a ragionarci.

Si avvicinò con veemenza a Castiel, ben deciso a fargliela pagare, anche se era cosciente del fatto che l’angelo in questione avrebbe potuto farlo volare dall’altra parte della stanza con un solo cenno della mano.

«Perché sei così arrabbiato, Dean?»

La voce dell’angelo lo fece tornare, almeno momentaneamente, in sé.

«Me lo chiedi pure? Perché… perché quello è un demone, Cas, un fottuto demone, hai presente? Noi dobbiamo combattere quelle cose immonde, non baciarle, ti è chiaro il concetto? Sei un angelo, Cas, un angelo… non credi sia sbagliato per te fare un simile…»

«Non ti sei mai preoccupato prima d’ora di quel che sia giusto o sbagliato per gli angeli, Dean» lo interruppe Castiel, con estrema calma. «Comunque il mio era un esperimento» aggiunse dopo un attimo di silenzio.

«Un esperimento? Cosa intendi dire?» rispose il ragazzo, deglutendo rumorosamente.

«Dean, sono qui da molto tempo ormai… qui sulla Terra, in mezzo a voi umani. All’inizio non comprendevo le vostre emozioni, ma sono un buon osservatore, sai? Pian piano ho iniziato a capire…»

«Molto piano!» lo interruppe Dean, iniziando a temere segretamente la piega che il discorso del suo angelo stava prendendo. «Sei un tale ingenuo, Cas, non cogli mai…»

«Sì, mi ci sarà anche voluto parecchio, ma ora sono conscio del fatto che esistono emozioni molto forti, quasi incontrollabili… e stasera ne ho testata una davvero potente: la gelosia»

«La gelosia? Ma che dici, stupido piumato che non sei altro? Non sai di che parli!» rise nervosamente Dean, fissandosi le scarpe senza il coraggio di alzare ancora lo sguardo sull’angelo e sui suoi profondi occhi blu.

«Oh. Devo farlo di nuovo, quindi? Magari poi…»

«No! Non farlo di nuovo, Cas! Mai più!»

Castiel sorrise appena. Dean lo aveva visto sorridere ben poche volte da quando lo aveva conosciuto e rimase folgorato da quel particolare sorriso; percepì che era speciale, che era solo per lui.

Le sue difese caddero all’istante: mura altissime, mura costruite in lunghi e sofferti anni si frantumarono ai suoi piedi in pochissimi secondi.

Abbracciò il suo angelo, che subito ricambiò con trasporto l’abbraccio.

Erano in una stanza maleodorante e fatiscente, ma quando chiusero gli occhi, contemporaneamente, nulla ebbe più importanza.

 

 

 

 

 

Piccolo angolo dell’autrice

Salve a tutti! ^_^

Questa non è la prima ff su Supernatural che scrivo, ma è la prima che pubblico.

 Ecco… insomma… che ne pensate??!   *imbarazzatissima*

Aspetto i vostri commenti/critiche, sono sempre bene accetti!!

Piccoli dovuti ringraziamenti: prima di tutto a Eli, che qualche sera fa stava guardando questo episodio e lo commentava con me in diretta… è grazie a lei se mi è venuta l’idea!

Grazie poi a Cimo e Mmandi che come sempre leggono in anteprima, mi danno il loro parere e si beccano i miei scleri!!

Alla prossima!

Vale

  
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