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Autore: SonLinaChan    07/04/2006    4 recensioni
Phibrizo è stato appena distrutto, ma non tutti i demoni hanno cessato di provare interesse per Lina... Una fic che espone la mia idea del rapporto fra Lina e Xellos...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Xelloss Metallium
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So che da un pezzo non aggiorno l’Assedio e mi scuso, ma questo mese non ho davvero avuto un attimo di tempo per scrivere caus

So che da un pezzo non aggiorno l’Assedio e mi scuso, ma questo mese non ho davvero avuto un attimo di tempo per scrivere causa impegni scolastici (nello specifico, ora sono dottoressa…=P) Ora finalmente ho qualche giorno di pausa (prima di rimettermi a studiare per la specialistica…^^’) e mi sono dedicata a scribacchiare un po’… Mentre finisco di sistemare i capitoli (ben due!) che posterò a breve, ne approfitto per mettere on line questa breve fic,  che mi è venuta in mente rileggendo un bel dialogo fra Xellos e Lina al termine del sesto romanzo… è ambientata nel periodo che intercorre fra Next e Try, poche settimane dopo la morte di Phibrizo… Commenti e critiche sono ovviamente sempre graditi! ^^

 

 

“So che sei lì…”

Un sibilo improvviso, nel nero della notte di Sailarg.

Lina separò le mani, giunte sul petto, e rilasciò la sfera di luce che vi si era appena formata. L’energia magica salì fino al soffitto, illuminando la stanza di luce fioca…

La figura sembrava parte integrante delle ombre che si addensavano agli angoli della camera. Per diversi istanti rimase immobile, finché, in un movimento di viola e verde scuro, avanzò lentamente, danzando insieme alle fiamme prive di calore dell’incantesimo lanciato dalla maga.

“Male, male, Lina… a quest’ora una ragazza dovrebbe dormire invece di andare alla ricerca di demoni nascosti fra le ombre…”

Lina si sollevò a sedere nel letto, ora completamente sveglia… era dalla sera prima che era nervosa, e quella notte non era riuscita a prendere completamente sonno, nonostante la stanchezza accumulata nel lungo giorno di marcia… Gourry e lei si erano da poco separati dagli altri, e avevano preso la ferma decisione, per un po’ di tempo, di non fermarsi mai per la notte al di fuori dei muri sicuri di una qualche locanda, a costo di dover marciare a passo di soldato. Non era un semplice capriccio. Erano ancora entrambi stanchi, sia mentalmente che fisicamente, a causa dei recenti avvenimenti che li avevano coinvolti. Non volevano rischiare di addormentarsi entrambi durante il turno di guardia come due novellini, per venire uccisi sul posto da una comune banda di briganti…

Tuttavia, da quando si era coricata, Lina aveva avuto la netta impressione che quella non sarebbe stata la nottata tranquilla a cui lei ed il suo compagno di viaggio avevano aspirato…

“Credevo che avessi detto di avere affari da sbrigare altrove…” La voce le uscì roca. Era abituata alla presenza di Xellos, ma un demone al suo fianco nel cuore della notte, soprattutto dopo quanto era successo solo poche settimane prima, non le faceva presagire nulla di buono…

“Ho detto anche che  ci saremmo rivisti presto…” Il consueto sorriso storto si disegnò sulle labbra del demone… aveva tutta l’aria di considerare quella situazione estremamente esilarante…

‘La mia paura… si nutre della mia paura…’

Ogni tanto, Lina doveva sforzarsi di ricordare a se stessa che quello che aveva davanti, e sembrava mangiare, dormire, divertirsi, sentire al suo stesso modo aveva in realtà natura di demone…

“Avevo idea che sarebbe stato davanti ad un tè e a dei biscotti, in un pomeriggio soleggiato, Xellos… ma evidentemente hai un gusto strano per i luoghi di appuntamento…” Forzò l‘ironia nel suo tono di voce, cercando di apparire più sicura di quanto non fosse. La metteva a disagio pensare che chi aveva di fronte, per quanto lei dissimulasse, avesse la piena consapevolezza di ciò che provava…

“Oh, ma è perché in realtà sono solamente di passaggio, Lina…”Avanzò verso di lei pigramente, in un sommesso fruscio di vesti. “… vedi, nella gerarchia dei demoni si sono creati alcuni… problemi di equilibrio… per cui è principalmente mio compito cercare una soluzione… non posso fermarmi a lungo, e per questo avevo bisogno di parlarti in privato, senza essere disturbati da spiacevoli interruzioni…”

Mm. Detto in poche parole, niente Gourry fra i piedi. Fino a qualche giorno fa Lina non era mai rimasta sola troppo a lungo, condividendo le stanze con Amelia, ma ora…

“E a cosa devo tutta quest’ansia di incontrarmi, Xellos? Non credo che tu sia qui perché desideri accertarti che io mi sia ripresa dallo scontro con il tuo EX capo…”

Xellos sorrise. “Come sei crudele, Lina, mi ritieni così insensibile da non preoccuparmi per te?”

A dispetto della situazione, una goccia di sudore scese lungo la tempia della maga, mentre i suoi occhi si assottigliavano. “Davvero credi che io continui a bermela, Xellos?”

Il demone emise una risatina. “Certo che no, Lina… ho un’opinione molto più alta di te…”

Qualcuno avrebbe potuto ritenere lusinghiero ricevere i complimenti di un Priest, ma per qualche motivo in quel momento la cosa non la confortava…

“Non hai risposto alla mia domanda…” Replicò semplicemente, in tono piatto, la precedente ostilità che lasciava spazio ad un tono seccato…

“Mmm…” Il sorriso tornò ad incurvare le labbra del demone… “Hai ragione, è il caso di venire subito agli affari…” Si avvicinò al letto, e si sedette su un lato, con una noncuranza che Lina non gradì… la maga tirò verso di sé il lenzuolo, e lo fissò torva… “Dunque…” Proseguì il demone, senza prestare attenzione alla cosa… “Come ti ho detto la morte del nostro compianto Signore degli Inferi ha causato un po’ di scompiglio fra i demoni superiori… non entrerò nei dettagli, dato che queste vicende sono ben lontane da interessare voi umani, ma… diciamo… che i miei signori in questo momento sono particolarmente interessati a consolidare le proprie alleanze, e a rinfoltire le proprie schiere…”

Lina si accigliò. “E io che cosa dovrei c’entrare, con questo?”

“Oh, suvvia, Lina, non è difficile intuirlo…” Le dita di Xellos presero a giocherellare con il lenzuolo… “Dopo aver saputo quanto è accaduto con il Signore degli Inferi ed il Re Dorato, e dei ripetuti tentativi dei seguaci di Garv di portarti dalla loro parte, la mia signora mi ha inviato qui per chiederti di entrare a fare parte delle sue schiere.”

Lina strabuzzò gli occhi, ed indietreggiò involontariamente nel letto.

Questo era un rivolgimento che non si era aspettata… credeva che con la morte di Phibrizo anche l’interesse dei demoni nei suoi confronti si fosse placato, e invece… Dunque, non era ancora finita? Dunque, ci sarebbero state ancora lotte, ancora attacchi continui…

‘Ancora ricatti?’ Il suo pensiero andò immediatamente a Gourry, che dormiva ignaro in un’altra stanza. Non poteva attraversare un’ordalia simile, non di nuovo.

Fissò su Xellos uno sguardo cupo, cercando di riguadagnare la freddezza necessaria per replicare. “Dovreste già conoscere la risposta. Non vedo perché vi prendiate ancora la briga di domandarmelo…”

Xellos, al di là di ogni aspettativa, si strinse nelle spalle, e agitò la testa. “E’ ciò che ho detto alla mia Signora. Ma lei ha insistito perché facessi comunque un tentativo, ed io non disobbedisco ad un ordine ricevuto, Lina…”

Lina lo squadrò, cercando di capire quale sarebbe stata la sua mossa successiva… “E… quindi…?”

“E quindi riferirò del tuo rifiuto. Non posso obbligarti, non vedo di che utilità ci sarebbe un servitore infedele…” I suoi occhi si fecero sottili, quella espressione inquietante che di tanto in tanto vestiva. “Abbiamo già imparato bene la lezione con Garv… non che fosse un problema insolubile, ma ci ha fatto guadagnare un sacco di seccature…”

Un brivido corse lungo la schiena della maga, al tono freddo che la voce del demone aveva assunto. Xellos vestiva il solito sorriso storto, ma c’era qualcosa nella sua espressione, nel suo modo di parlare, che le diceva chiaramente che, per quanto atteso, quel rifiuto aveva generato in lui un certo disappunto. Lina ricordò quanto le aveva detto Milgazia, solo qualche tempo prima.

‘Ho paura di Xellos. Soprattutto quando sorride.’

“Ed io? Quali saranno per me le conseguenze di questo rifiuto?” La sua mente cominciò a vagliare velocemente le proprie possibilità. Combattere, gridare per cercare di ottenere aiuto, tentare di bloccare temporaneamente il demone per fuggire. Ma ogni volta che il suo cervello cercava di elaborarne una, si ricordava che era sola al cospetto di un Priest, la categoria più forte di Mazoku dopo i Signori dei Demoni, e che non aveva grandi possibilità, se non quella di riuscire a realizzare per prima un attacco sufficientemente potente da sperare di immobilizzarlo temporaneamente, e andare a cercare Gourry.

‘Ma in due avremmo davvero qualche speranza di vittoria in più?’

Non era certa di voler coinvolgere Gourry in un’altra battaglia disperata, in quel momento…

Xellos inclinò la testa, e la studiò. “Forse conseguenze più complesse di quanto tu non creda, Lina… anche se, sapendo che non sei affatto una stupida e che sai perfettamente con chi hai a che fare, ti confesso che continuo un po’ a faticare nel comprendere le ragioni del tuo ostinato rifiuto…” Le si avvicinò. “Voglio dire… alla richiesta di Garv ne avevi ben donde… non è saggio allearsi con un perdente… ma ora… la situazione è completamente diversa…”

Lina si accigliò. “Non è questione di scelta dell’alleato, Xellos… come ho già ripetuto fino alla nausea, non ho la minima voglia di diventare vostra schiava. Non sono una santa, e non lo sarò mai, quindi credo sarebbe ipocrita mettermi ora a criticare il vostro modo di essere, per quanto non lo approvi particolarmente… ma il punto è che non voglio mettermi al vostro servizio. Ci tengo, alla mia libertà. Se dev’essere il prezzo per il potere allora l’affare non mi sembra conveniente.”

Xellos l’osservò con un interesse che la mise a disagio. “Immagino che sia la risposta che più avrei dovuto aspettarmi da te, Lina…” Riprese in tono vellutato, dopo solo qualche istante di silenzio. “Ma prova a considerare la questione da un altro punto di vista…” Si piegò verso di lei, costringendola ad indietreggiare. “Pensa a quanta libertà ti porterebbe la scelta che ti offro, invece che a quanta te ne toglierebbe… anche ora sei schiava, Lina… sei schiava delle malattie, sei schiava della vecchiaia, sei schiava della morte… sei schiava dei tuoi limiti umani… se diventassi una di noi ti libereresti di tutto questo… allora solo il potere conterebbe, Lina… la nostra gerarchia è una limitazione minima… la nostra società è molto più ordinata di quella del vostro mondo caotico, in cui stupide lotte di potere si susseguono impedendovi di vedere al di là del vostro naso…” La sua mano si sollevò, e prese fra le dita una sua ciocca di capelli. “… e non dirmi che la prospettiva del potere non ti interessa, Lina, perché so che mentiresti. Conosco la tua ambizione, e la tua sete di apprendere. E’ ciò che ti rende un essere umano tanto interessante…”

Lina strinse le labbra, rabbrividendo alla sua vicinanza. “Ogni scelta comporta dei guadagni e delle perdite, Xellos.” Replicò, con voce roca. “Sono consapevole di quello che sto rifiutando. E sono consapevole del fatto che sia probabilmente l’unico mezzo per un essere umano per conseguire l’immortalità… ma quello non è il tipo di libertà che cerco. Te l’ho detto, il prezzo da pagare sarebbe troppo alto.”

Xellos si accigliò. Ora, le parve un po’ irritato. “Ma davvero? E quale sarebbe il problema con l’adottare questa vita, sentiamo? Non mi dire che rifiuti semplicemente per l’amore che provi nei confronti di quel biondino, perché lo troverei molto deludente da parte tua, Lina…”

Lina scosse la testa, fissandolo, scura in volto. “Gourry è solo parte del problema, Xellos.” La infastidiva che lo spadaccino dovesse essere di nuovo tirato in ballo, ancora per causa sua. Che lo lasciassero in pace. Che LI lasciassero in pace. “Il punto è che quelli che tu chiami limiti umani hanno dei risvolti piacevoli, per quel che mi riguarda. Io necessito di mangiare, bere, dormire. Ma MI PIACE farlo. Mi piace vivere. Un giorno morirò. Pazienza, è un fatto naturale. Ma nel frattempo godo degli aspetti piacevoli che la vita mi offre. Preferisco un periodo di vita limitato, ma in cui mi sia permesso provare, sentire, che una vita infinita in cui questi sentimenti umani mi siano negati.” Scivolò lungo il letto per allontanarsi dal demone, pronta a scattare per cercare di scappare. “Ammetto che forse posso ragionare così solo perché la vita è stata generosa con me… o forse è solo questione di attitudine, perché anche io so perfettamente che la felicità è qualcosa di molto fragile, e che nella vita i periodi positivi si alternano a quelli negativi… ma non mi importa stare a speculare sulla cosa. Sono contenta dello stile di vita che ho ora, e del mio essere umana, questo è il punto. E’ vero che sono ambiziosa, ma la mia ambizione è asservita alla mia felicità, e non viceversa. Il potere posso anche cercarmelo con le mie forze.” Forzò forse più del dovuto il suo tono di voce. Era strano come la gente si aspettasse da lei che fosse particolarmente prona a perdersi per la ricerca del potere.

A volte persino a lei era difficile non convincersene.

Xellos sorrise. “Quindi se io decidessi di uccidere il tuo guerriero, tanto per provare a convincerti della ingenerosità della vita, la cosa non ti farebbe cambiare idea, giusto?”

Un brivido, misto di paura e di rabbia, percorse la schiena della maga, a quelle parole. “Gourry è parte dei motivi della mia attuale felicità, Xellos…” Rispose, i denti stretti. “Se tu lo uccidessi, sempre ammesso che tu ci riesca, non otterresti di farmi unire a te… otterresti solo il mio perenne odio nei tuoi confronti, e la mia volontà di ucciderti per vendicarmi, a costo di rimetterci la vita…” ‘Cosa che peraltro probabilmente accadrebbe…’ Ma questo, pur essendo la cosa chiara ad entrambi, Lina non lo aggiunse…

Xellos la studiò, con una espressione che alla maga appariva indecifrabile… Quindi si sollevò dal letto, lentamente. “Non credo che tu possa essere certa che il modo di vivere di un Mazoku non ti piacerebbe, Lina… non prima di averlo provato…”

Lina strinse i denti… quella discussione cominciava seriamente ad inquietarla… “Forse hai ragione… forse mi piacerebbe, Xellos. Perché se tu mi trasformassi in demone io diventerei qualcosa di diverso da ciò che sono ora… ma  è ORA che l’idea mi spaventa… mi spaventa infinitamente il pensiero di perdere tutto ciò che sono, e continuare nonostante questo a vivere… mi spaventa ciò che farei, e ciò che diventerei, ciò a cui darei vita, e ciò a cui sarebbe sottoposta la mia attuale coscienza… a te che sei nato e vissuto come demone  e che non ti sei mai trovato di fronte ad un problema simile questo potrà apparire incomprensibile, forse… ma… io ci tengo a me stessa, Xellos. E questa prospettiva mi appare più inquietante della morte stessa…” Le sembrava strano parlare di cose simili, tanto personali, ad un demone… quelli erano discorsi che avrebbe potuto fare ad un suo compagno di viaggio, piuttosto che a quello che si presentava come un nemico… del resto, Xellos era stato parte del loro gruppo per lungo tempo… d’altra parte, Lina non era tanto ingenua da non capire perfettamente il tipo di rapporto che c’era fra il Mazoku e lei ed i suoi compagni… c’erano la reciproca utilità, l’interesse, il divertimento, forse… ma non certo l’amicizia. Non puoi definire amico chi non ci penserebbe due volte ad ucciderti, se la cosa potesse venire a suo vantaggio…

Gli occhi di Xellos si strinsero, mentre la guardava al di là dell’ametista cangiante che erano le sue iridi. Il demone rimase in silenzio per qualche istante, prima di risponderle. “E invece credo di capire cosa intendi dire, anche se non lo condivido…” Replicò infine, in una sorta di sibilo… “E credo di capire anche che qui si stanno scontrando due muri… non cambierai idea, Lina, non è così? Del resto, questo è parte del tuo fascino…”

Ancora una volta, Lina evitò di lasciarsi lusingare. “E dunque cosa farai, Xellos? Hai intenzione di uccidermi?”

Sulle labbra di Xellos si disegnò uno strano sorriso. “Non ritenerti più importante di quello che non sei, Lina… non siamo così disperati da dover ricorrere a minacce di morte e a inutili battaglie per convincere una maga umana a passare dalla nostra parte…”

Lina batté le palpebre, colta alla sprovvista. “Ma… ma allora…?”

“Come ti ho detto, riferirò del tuo rifiuto. E poi me ne tornerò ai miei affari.” Continuò il demone, con noncuranza. “Anzi, ho già perso fin troppo tempo, qui. Tu sei solo una della lista, Lina, e nemmeno la più importante. Anche se non è detto che tu non possa tornarci utile in altri modi, in futuro…” Lina non era certa di volere sapere in quali…

Lina scivolò lentamente fuori dal letto, ancora non pienamente certa di essere al sicuro… “Bé… ti facevo meno arrendevole e più vendicativo, Xellos…”

Il sorriso del demone si allargò mentre si esibiva in un lieve inchino. “Ti ringrazio del complimento… anche se devo confessare che molto del mio atteggiamento dipende da quello della mia Signora… se mi avesse dato ordini in senso diverso non mi sarei certo tirato indietro di fronte alla prospettiva di eliminarti con le mie stesse mani…” Aprì uno dei suoi scintillanti occhi e la fissò con aria sorniona. 

“Lo… terrò presente, Xellos…” Replicò quieta la maga…

Il Mazoku si abbandonò ad una lieve risatina. “Oh, come se non ne fossi stata già pienamente consapevole, mia cara Lina… Non giocare all’ingenua con me… come ti ho già detto, ti considero un essere umano troppo interessante per reputarti tanto semplice da fidarti di me…”

A dispetto di tutto, anche Lina si concesse un sorriso storto. “Terrò presente anche questo…”

Xellos sorrise, ancora una volta. “Interessante, davvero. In fondo, sono contento di non averti uccisa.” Furono le sue ultime parole, prima che le ombre della stanza lo catturassero.

 

Lina fissò il vuoto in cui era scomparso per qualche istante, prima di riuscire a riscuotersi. Il sollievo per il pericolo appena scampato non era sufficiente a scacciare l’inquietudine risvegliata in lei da quella visita notturna…

‘Ho bisogno di bere qualcosa.’ Si rese conto improvvisamente che la sua gola era riarsa. Colpa dell’agitazione, probabilmente. Forse, nelle cucine avrebbe trovato qualcuno che potesse procurarle una qualche bottiglia di vino. Sentiva di avere bisogno di qualcosa di più forte dell’acqua, quella sera…

Improvvisamente risoluta a fare qualcosa di diverso dal rimuginare al buio della sua camera, Lina aprì di scatto la porta che conduceva al largo corridoio della locanda. Fu allora che andò a sbattere con violenza il naso contro il petto dello spadaccino.

“Ouch!”

“Ehi!” Gourry la afferrò al volo per un braccio, prima che capitombolasse al suolo della camera. La osservò con fare colpevole, mentre la maga sollevava su di lui uno sguardo stupito.

“Scusa… non mi aspettavo che uscissi così all’improvviso…” Disse semplicemente, grattandosi la guancia con l’indice…

Lina si accigliò. “Da quanto tempo eri dietro la porta?”

“Eh… da un po’… ho sentito dei rumori sospetti e sono venuto a controllare, ma ho pensato che non fosse il caso di intromettermi, a meno che non fossi stata in pericolo…”

Lina lo fissò, per un momento, in silenzio. Avrebbe dovuto immaginare che Gourry si sarebbe accorto della presenza di un demone nelle vicinanze… e di certo lei non aveva fatto nulla per impedire che i discorsi suoi e del demone potessero essere uditi al di fuori della stanza. Se Zel e Amelia fossero stati lì, forse si sarebbero stupiti del mancato intervento dello spadaccino… ma Lina si rese conto in quel momento che si sarebbe meravigliata del contrario. Le sarebbe sembrato strano vedere Gourry irrompere nella stanza, e intimarle di cacciare Xellos, cercando di allontanare il demone da lei. Perché Gourry la conosceva meglio di chiunque altro, e per questo (o forse NONOSTANTE questo?) aveva totale fiducia in lei. Era stato convinto che, qualunque cosa fosse successa, lei non si sarebbe lasciata convincere.

 

Il pensiero, per qualche motivo, la fece stare meglio.

 

“Ti va di venire a cercare qualcosa da bere con me?” Replicò, semplicemente, rivolgendogli un sorriso. “Potremmo approfittarne per fare uno spuntino di mezzanotte…”

Gourry per un momento rimase interdetto, ma solo per un momento. “Ci sto.” Rispose poi, sorridendole di rimando, e assecondandola semplicemente nel non menzionare Xellos e la sua proposta. “Stavolta offri tu, però…”

“Come sei poco galante…” Replicò Lina, con un mezzo ghigno, afferrandogli il braccio.

Gourry sorrise a quel gesto. Non gli sembrava così innaturale, ora, non come sarebbe stato qualche mese prima. Gli pareva che fosse trascorsa un’eternità, e che mille avvenimenti li avessero coinvolti, da quando i demoni superiori avevano cominciato a minacciare Lina…

Lina sollevò lo sguardo su di lui, e si scambiarono un breve sorriso. Fecero per avviarsi verso il piano inferiore e le cucine, ma fu allora che il lampo al di fuori della finestra colse l’attenzione della maga.

“Cosa diavolo…?”

 Gourry notò il suo sguardo sorpreso, e la stretta fattasi più serrata sul suo braccio, e si volse a sua volta. E lo spettacolo non poté che lasciarlo senza parole.

Una colonna di luce. Si stagliava all’orizzonte, al di là delle finestre del corridoio. Imponente, maestosa. Minacciosa.

“Cosa… cosa significa?” Non poté che domandare, smarrito.

Lina non rispose, per alcuni lunghi istanti. La sete era dimenticata, così come l’incontro di quella notte era relegato in un angolo della sua mente, per il momento accantonato. Anche se forse erano stati proprio i discorsi di Xellos sui problemi di equilibrio fra i demoni superiori a contribuire ad accendere la comprensione nella sua mente… quella direzione… in quella direzione c’era…

“La barriera…” Sussurrò, infine, la sua voce poco più di un sibilo…

“La barriera?” Ripeté Gourry, senza capire.

Lina annuì, vagamente. E istintivamente si aggrappò maggiormente al braccio del compagno. “Ho idea che… stiamo per essere testimoni di avvenimenti epocali, Gourry…”

Lo spadaccino continuò a non comprendere, ma decise che avrebbe rimandato le spiegazioni a tempo debito. Ora, la maga sembrava troppo presa dalle sue riflessioni per essere interrotta. Gourry leggeva fin troppo chiaramente le emozioni che trasparivano dal suo volto. Tensione, un sottile filo di paura. Ma anche curiosità, attesa… e quella luce tutta peculiare che pareva illuminarle lo sguardo ogni volta che stava per lanciarsi in qualche nuova scoperta, o avventura.

Aveva ragione, Lina. Quelle emozioni erano parte di lei, esattamente come il suo potere. Facevano parte dell’incredibile varietà di aspetti che facevano di lei quello che era… e che la rendevano umana. Terribilmente umana. Privarla di esse avrebbe significato stravolgere completamente la sua natura… e Gourry era felice che Lina non lo desiderasse. Perché, dal suo punto di vista, l’essere umano che aveva di fronte era perfetto esattamente com’era.

Lo spadaccino sorrise in silenzio, senza abbandonare il braccio della maga. Se la conosceva bene, se davvero di avvenimenti epocali si trattava, Lina vi si sarebbe gettata a capofitto.

E lui sarebbe stato al suo fianco.

  
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