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Autore: Il_Genio_del_Male    14/08/2011    15 recensioni
Di maghi pasticcioni, filtri d'amore, oscuri intrighi e risultati inaspettati. Tutta colpa (?) di un drago slasher...
Genere: Comico, Parodia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Merlino, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Once upon a time...' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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PAIRING: Merthur, of course.

RATING: La storia è ancora in fase di stesura, ma credo che oltre il giallo non mi spingerò. Il verde la farà da padrone, insomma.

GENERE: Comico, Romantico, Parodia.

AVVERTIMENTI: “Fiat slash, et slash fuit” (cit.) e OOC grande come una casa per tutti i personaggi (tranne, forse, Merlin): Uther, Morgana, Arthur, Gaius… Non si salverà nessuno. *risata malefica*

DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono, né i diritti della serie (ahimè) che vanno tutti alla BBC; non guadagno niente dal mio fangirleggiare.

DEDICA: A Cloud, che crede fermamente nei Merthur, nello slash compulsivo e anche in questa storia (il perché mi sfugge, ma grazie mille per la fiducia!).

NOTE: Premetto che questo delirio merliniano in salsa shakespeariana non è del tutto farina del mio sacco. L’evolversi della trama s’ispira moltissimo a Were the world mine, geniale ed onirico film-musical che vi consiglio caldamente di vedere quanto prima, a sua volta scritto sulla falsa riga di Sogno di una notte di mezz’estate di messer Scuotilancia. Una precisazione sullo stile: l’alternarsi di espressioni moderne e termini desueti/aulici è voluta. Se vi dovesse turbare o infastidire, non esitate a farmelo presente!
Ah sì, questa fanfiction è autobetata. *sudori freddi*

Detto questo, non mi resta che augurarvi buona lettura (e buon delirio!).

 

 

 

 

 

Due poderose bussate fecero tremare il legno della porta.

“Merlin! Merlin!” chiamò una voce profonda e maschia.

L’interpellato non diede segni di vita.

“Merlin, luce dei miei occhi, fammi entrare! Perché rifuggi il mio amore per te?” proseguì la voce, adesso vagamente lamentosa ed accorata.

Il suddetto Merlin, valletto personale del principe Arthur Pendragon di Camelot, nonché futuro cofondatore di Albion, nonché mago in incognito, nonché protagonista delle nostra storia, si guardò bene dal rispondere allo spasimante che languiva fuori dalla sua stanzetta.  
Tirato il chiavistello e bloccata la porta con tutti i -pochi- mobili a disposizione, si rannicchiò sul suo umile giaciglio, le mani tra i capelli e l’irresistibile desiderio di sbattere la testa contro il muro, nella speranza di risvegliarsi da quell’incubo allucinante o di procurarsi una commozione cerebrale che lo mettesse k.o. per i decenni successivi. La sua disperazione crebbe d’intensità al solo pensiero che il fedele libro di magia non poteva essergli d’aiuto in alcun modo, non questa volta. Solo Kilgharrah, che gli aveva gentilmente fornito la formula, di sicuro ne conosceva l’antidoto…

Gli occhi blu mare di Merlin fiammeggiarono indignati: era tutta colpa di quel dannato drago e del suo perverso senso dell’umorismo! Certo, se ora si trovava lì, barricato nella sua camera da letto per sfuggire alle ridicole ed imbarazzanti avances di un regal babbeo, era anche a causa della sua congenita e conclamata goffaggine. Ciò non toglieva, però, che l’origine di tutte le sue disgrazie, almeno in questa circostanza, fosse da ricercarsi proprio nel centenario lucertolone. L’unica soluzione possibile, in conclusione, era quella di convocare al più presto Kilgharrah e imporre la propria autorità di ultimo Signore dei Draghi -ovvero, se necessario supplicarlo in ginocchio- perché lo tirasse fuori dal guaio in cui l’aveva cacciato.

Un poco sollevato dalla decisione presa, tuttavia Merlin ripiombò nello sconforto non appena l’instancabile pretendente (che da almeno due ore esasperava il giovane mago con le sue profferte amorose) prese a dare mostra delle sue alquanto discutibili doti canore e compositive, intonando “un’ode scritta in tuo onore, colombello mio”.

<<Merlin, oh Merlin, creatura soave

del tuo cuore, ti prego, donami la chiave;

anche quella della tua stanza mi farò bastare,

così finalmente ti potrò sco->>

Merin, creatura non soave ma decisamente pudica, pose fine a quello scempio prima che la situazione degenerasse e lui venisse giustiziato con l’accusa di omicidio volontario premeditato e di lesa maestà urlando stizzito:

“SMETTETELA DI VIOLENTARE I MIEI TIMPANI UN ALTRO SECONDO DI PIU’, RAZZA DI SOMARO REALE CHE NON SIETE ALTRO!”

Codesto angelico gorgheggio ebbe l’effetto di zittire, almeno temporaneamente, il molesto corteggiatore. Con le orecchie paonazze e fumanti di rabbia, Merlin stabilì di schiacciare un pisolino in attesa dell’incontro col drago. L’idiota là fuori, rifletté, avrebbe retto per un altro paio d’ore, ma poi sarebbe arrivato il vespro e con esso il momento di desinare; e per quanto gagliardo, prestante e forgiato da anni di durissimo addestramento militare, persino l’erede al trono non sapeva resistere alle leccornie del real desco.

A quel punto, con il corridoio libero, Merlin se la sarebbe svignata.

 

 

 

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La mia prima long fiction, e per di più su “Merlin”! Che emozione! *si  fa aria con una mano* (In realtà sono nel panico più totale).

A coloro che -si spera- mi faranno l’onore di lasciare un commento e/o di seguire questa storia: grazie di cuore. Per quanto riguarda i prossimi aggiornamenti, mi impegnerò per postarli ogni due settimane, ma non garantisco nulla.

 

   
 
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