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Autore: _Breath    14/08/2011    4 recensioni
“Sei una bambina capricciosa e stupida..” sibilò il nanetto con cattiveria.
“ E tu sei uno gnomo con la voce da ebete.”
“La mia voce non è da ebete!”
“Tu sei un ebete non solo la tua voce.”
“Attenta a come parli!”
“Altrimenti?”
“Lurida..” iniziò con faccia disgustata, nemmeno avesse davanti cacca di Drago.
“Il sentimento è reciproco.”
“Smettila di fare la colta!”
“Io sono intelligente di mio, carino, non sto facendo finta di essere nessuno.”
“Carino? Io ti piaccio? Carino?” fece un sorriso arrogante.
“Io..” balbettai diventando rossa, poi scossi la testa “ OH! Vai al diavolo!”
“Ti piaccio!? Oddio che schifo! Piaccio alla Weasley!”
“Zitto demente!” mi munii di scopa.
“Oddio che schifo! La Weasley! Oddio!”
“Ho detto ZITTO!”
“Che schifo! Bleah!”
Essendo una ragazza di parola, ben presto iniziai a prenderlo a scopate in testa colpendolo ripetutamente e facendogli anche venire le lacrime agli occhi dal dolore.
Sembravo mia mamma quando Hugo le slacciava la gonna: iniziai ad urlare e dimenarmi, rabbiosa, imprecando e insultandolo mentre lui mi fece uno sgambetto facendomi cadere a terra di faccia.
E il mio naso era andato.
Risolto il disagio al primo capitolo. Scusate tante: il capitolo si leggeva per metà.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Kick Ass'
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Miseriaccia, odiavo l’acqua.
Era tanto bella la terra ferma, diamine, perché ci dovevano costringere ad andare su queste ridicole barchette per raggiungere il castello?
Era chiaro che eravamo del primo anno, le classiche matricole, ma addirittura essere gli ultimi della scala sociale non lo accettavo.
Non era così egocentrica di dire che ero la figlia di due dei Salvatori del mondo magico nonché nipote del salvatore magico per eccellenza ma.. era vero.
Meritavo un po’ di rispetto, miseriaccia, specialmente se questo orrido trattamento includeva anche la presenza di un biondino tutto brufoli e cosce corte.
Lo sapevo chi era, quel biondino intendo, era Scorpius Hyperion Malfoy o come mi aveva detto papà con un sorriso l’essere inutile dal quale per il volere di nonno dovevo starne alla larga, ma a quanto pare Al sembrava non farci proprio caso.
Stupido cugino!
Anche Jam me lo aveva detto di mantenerci le distanze prima di dividerci- lui diretto sulle carrozze( il privilegiato) e io su ‘sta barchetta( la vittima innocente)-.
Mi sarei andata a lamentare da papà se solo questo non mi avrebbe resa molto simile ad un certo Draco Malfoy (papà me lo aveva descritto sempre come scassa palle, anche se il significato  di questa parolaccia ancora non lo sapevo), per questo sopportai tutto in silenzio fin quando, però, con un ancata (lui disse involontariamente ma io non  gli credo)  Malfoy Jr’ mi diede una spinta facendomi cadere nel Lago Nero.
E sapete una cosa?
Fa freddo.
Quella fottutissima acqua è gelida.
Nemmeno il tempo di sfiorarla con l’unghia dell’alluce che già il mio cervello si era congelato.
E io odiavo il freddo.. forse quasi quanto odiavo la scuola, quella barchetta e quel demente che avevo accanto.
Ah, sì, e odiavo anche Albus che se la rideva con il suo nuovo amichetto.
 
 
Lo smistamento è una grandissima cagata.
Forse più grande di quella barchetta.
Tutti i primini come me erano spaventati, tesi, ma io no.
E mi ripeto non  perché fossi egocentrica ma perché mi fidavo di mio cugino quella bello e bravo.
Quello Grifondoro.
James mi aveva rassicurato dicendo che io sarei stata smistata sicuramente nella sua casata perché ero una Grifondoro nel sangue.
Dice perché ero la sua cugina preferita e quindi sarebbe stato in grado anche di sabotare lo smistamento pur di avermi in Casa con lui.
E io amavo mio cugino; forse di un amore leggermente possessivo, maniacale, post traumatico e fastidioso ma lo amavo.
Una volta a tre anni credetti anche che me lo sarei sposato.. magari!
Dunque mentre Al mi faceva una testa tanta dicendomi che aveva paura, io battevo il piede a terra ancora nervosa con lui.
Insomma, mi aveva lasciato annegare nelle acque del Lago senza il minimo ritegno! Dovevo vendicarmi quindi.. lo ignorai.
“Rose, e se finissi a Serpeverde?” la centoduesima volta che me lo diceva. La mia pazienza era stata messa a dura prova altre volte, ma ora era già particolarmente suscettibile.
“Si vede che dividerai il dormitorio con quello snob del tuo amichetto,” risposi acidamente.
Infatti sì: Scorpius Hyperion Malfoy era andato a finire nella selva de serpenti viscidi e stomachevoli quale lui era.
Non era mai stata così insipida ad una notizia come quando la piega di quel lurido cappello lo aveva smistato, veramente.
James mi aveva anche lanciato uno sguardo annoiato come per dire “e dire che io lo avrei smistato direttamente nel cesso per poi tirare la catena,”.
“Rose, ma perché lo pregiudichi?” la domanda di Al mi fece per un attimo smettere di battere il piede a terra, confusa.
Cosa?
Aveva osato.. Oh, mio cugino era diventato assolutamente stupido.
Sicuramente gli si era ibernato il cervello, anche se quella caduta  nelle acque del Lago Nero, Bhè, ero stata io!
“Io non lo pregiudico!”, ribattei.
“Ah, no?” alzò un sopracciglio mentre vedevo chiaramente il suo pomo d’adamo- o quel poco di pomo d’adamo  che un bambino di undici anni può avere- muoversi avanti e indietro spaventato.
Era teso, ma onestamente non me ne fregava niente.
“Sì,” ribattei “i miei non sono pregiudizi..”
“Ah, no?” giurai che se lo avesse detto ancora lo avrei schiantato anche se non sapevo come si faceva. Avrei affittato qualcuno che lo facesse per me, doveva avere qualche galeone buttato nel baule da riuscire a pagarli.
“NO!”
“E come li chiameresti, scusa?” notai che tra solo tre persone sarebbe stato il mio turno. Un brivido mi scorse la schiena; okay, forse anche io ero leggermente spaventata ma ero umana- poppante, intelligente- ma umana.
“Non hanno nome. E smettila di mettermi ansia Al!” sbottai sotto il suo sguardo verde molto simile a quello di zio Harry che non faceva altro che ricordarmi quando cacca di Drago io fossi e quanto docile e  povera vittima di un Elfo Domestico fosse lui.
“Ah, no?” alzò ancora il sopracciglio.
Presa da un attacco d’ira presi la bacchetta desiderosa di puntargliela alla gola, ma solo dopo mi ricordai che non sapevo nemmeno tenerla in mano quindi decisi che alla prossima lo avrei picchiato alla babbana “No, Merlino Al, è inutile che vivi di fantasia e frottole coccolose. Lui è così, io ho ragione e tu hai torto.”
Non fece nemmeno in tempo a ribattere che il professor Paciock mi chiamò per farmi salire su uno sgabelletto ridicolo e consumato per calarmi in testa un capello ancora più lurido dello sgabello.
Pregai che nessun pidocchio o roba magica ci ballasse dentro, poi chiusi gli occhi.
Una canzoncina stupida, come quella di attesa prima di andare dal medico mi fischio nelle orecchie, poi il capello Parlante iniziò a parlare appunto.
“Mmh, ennesimo Weasley. Ne ho smistati sette sai e tutti sono stati dei valorosi Grifondoro. Alcuni hanno perso la testa nella Guerra Magica, altri hanno perso la vita” anche un demente avrebbe capito che si riferiva a Fred e sentì il sussulto di qualche professore che forse era stato anche suo, ma io non piansi. Non lo conoscevo, non avevo ricordi legati a lui quindi mi dondolai sui talloni.
“Una Granger e un Weasley, eh? Sapevo che quei due erano fatti per stare insieme. Già ai loro tempi non facevano altro che battibeccare come due sposini” roteai gli occhi; non era la prima volta che mi inculcavano quella storiella su quanto ridicoli al tempo stesso adorabili i miei genitori fossero stati quando- faceva strano dirlo- erano giovani. Nonna Molly adorava spulciare vecchie fotografie e raccontare vecchi episodi.
“Hai un cervello Granger,” continuò il capello e nonostante questo dovesse essere un complimento, non lo apprezzai “ ma hai più carattere Weasley dentro di te. Stessa impulsività, pigrizia, arroganza.”
“Ehy, mio padre non era arrogante!” bisbigliai.
Il cappello rise- per quanto un cappello potesse ridere in effetti- “mi correggo: identica risposta pronta alla Granger ma anche tanto, troppo, sangue purosangue dentro di te.”
Ecco un cappello con i pregiudizi venali, pensai con sarcasmo.
“Non che io abbia pregiudizi, sia chiaro, sono solo un lurido cappello”, quel coso forse mi leggeva nel pensiero?
Inforcai la testa sulle spalle leggermente imbarazzata, poi finsi di stare attenta a quello che diceva ma probabilmente quel ammasso di pezza mi leggeva veramente dentro.
“Stessa inclinazione a distrarti di tuo padre, identica voglia di primeggiare di tua madre.. dove ti colloco?”
Oh, andiamo, entrambi i miei genitori erano a Grifondoro che bisogno c’era di quella scenetta?
“Hai ragione, meglio finire qui con questa sceneggiata” sorridemmo entrambi- ancora dovevo capire come quel coso potesse sorridere “ quindi: GRIFONDORO!”
Non avevo chiuso gli occhi come una certa Audin, ne tantomeno mi ero messa a tremare come ancora faceva Al che sembrava quasi se la stesse facendo sotto(anche se forse era vero, andiamo, si era bevuto cinque bottigliette d’acqua sul treno!), ma ero rimasta neutrale e composta senza nemmeno battere ciglio.
Okay, sorrisi, forse  ero leggermente rilassata, ma non ero tesa.
Non ero assolutamente tesa.
Ero l’immagine stessa del relax, della pace e della tranquillità.
Era un hippy!
Quando raggiunsi mio cugino James che mi fece sedere accanto a lui scansando malamente una ragazza del secondo anno ( da come lui la chiamò capì che si chiamasse Jessica), per poi prendermi per mano e alzarla al cielo urlando “un urrà per Rose.”
Ridemmo tutti; James era realmente scemo o forse eravamo tutti abbastanza scemi da dargli corda.
 
 
 Al fu smistato a Serpeverde.
Appena scese dallo sgabello incrociò il mio sguardo forse disgustato perché abbasso la testa velocemente per poi tornare a sorridere rivolto al suo amico fritz.
Scorpius Malfoy gli tese una mano sorridendo; quei due insieme potevano fare la pubblicità dei dentifrici babbani o come disse James “ sarebbero stati i nuovi Romeo e Giulietta della storia.”
Sinceramente mi fece leggermente schifo immaginarli.. bhè in quel senso-sono sincera che a undici anni non sapevo bene cosa facessero due ragazzi insieme in quel senso ma James mi mise velocemente in carreggiata;ero sempre stata una ragazzina precoce grazie a lui!-, ma quasi subito il pensiero di loro insieme mi abbandonò.
Forse non mi aveva mai interessata, chiariamoci, allora ero troppa impegnata a fantasticare- come buona Granger- su quel paradiso che ero diventata la mia scuola.
James mi passò un po’ di pasticcio di verdure dicendomi che quasi tutte le ragazze, aveva visto l’anno passato, mangiavano di quel coso per mantenere la linea ma io, sorridendogli, essendo una Weasley principalmente, non avevo bisogno di stare attenta alla linea quindi deviai e afferrai una coscia di pollo.
Con l’ingenuità di una bambina di undici anni la mordicchiai.
Nessuno mi chiese cosa il cappello mi avesse sussurrato all’orecchio o forse a nessuno interessava realmente, ma dopo due secondi dimenticai anche quello- forse aveva ragione il cappello a dirmi che ero distratta come papà- e mi misi a scherzare con mio cugino James e Teddy.
Teddy era più grande di Jam, ma era anche il suo migliore amico e lo guidava per la retta via anche se tanto retto nemmeno lui c’era.
Li vidi seminare il panico per la Sala Grande e mi piacque; mi piacque fin quando non mi coinvolsero nella punizione che fu loro affidata già al primo giorno  e bhè, capii che non era poi tanto bello stare ad Hogwarts con loro.
 
 
Il primo giorno di lezioni- o il primo giorno di punizione, dipende dalla prospettiva- non fu tanto entusiasmante.
Le lezioni si svolsero ad un intervallo di: Trasfigurazione/riposino- Storia della Magia/sonno profondo-pranzo-Pozioni/esaurimento isterico con ogni tanto qualche intervallo di seduta spiritica in bagno.
Non mi potei lamentare, ma nemmeno considerare fortunata.
James mi tenne compagnia quando poteva o per lo meno mi fece capire cosa sarei andata a guadagnare stando con lui ma ancora cosa sarei andata a prendere alias  presi una seconda punizione.
Al mi venne più volte vicino nel vano tentativo di presentarmi il suo amico e di scoprire se ce l’avessi con lui, ma non mi mostrai scorbutica. Non con lui per lo meno.
Scorpius Malfoy veramente non lo reggevo e per quanto lui sorridesse e mi pregasse di chiamarlo per nome, io lo chiamavo sempre ‘Malfoy Jr’ o nella mia testa ‘ il nemico deve morire’.
Mi tese anche la mano una volta e non capii se ero più schifata io, lui o James che mi stava accanto.
Non odiavo Malfoy per il suo cognome, non solo almeno, ma lo odiavo perché era un insipido biondo che si spacciava per Ken e io Ken  non lo avevo mai patito.
Quando nell’ora di pozioni fui costretta a stare in classe con loro- sotto caldo invito di Al- mi sedetti al loro fianco e ascoltai annoiata la lezione della professoressa Bagdam.
Quel lurida pezzente mi fece quasi tagliare un dito vicino il suo stupido libro- anche se sentii un commento poco carino di Scorpius circa il fatto che la colpa era mia  e della mia stupida demenza-.
Rischiai anche una crisi isterica quando la professoressa mi chiese di leggere il paragrafo otto mentre io ero ferma a pagina 1: sommario.
Arrossii- Weasley mode ON- feci un sorriso che significava “brutta befana vai avanti e quando diventerò potente ti risparmierò” e abbassai la testa meditando la sua morte.
Suonò la campanella e cenai; a cena Teddy mi diede una pacca sulla spalla che mi fece quasi spezzare le vertebre.
Conobbi una ragazzina, Jane, biondina e dagli occhi castani quasi quanto quelli di mamma con un sorriso contagioso che era intenta a parlare con un ragazzino Carter.
La nostra amicizia iniziò quando la urtai per salire sulla panca all’incontrario e le feci cadere il succo di zucca sul vestito; una ragazza normale avrebbe pianto, una come me- e lei- si mise a ridere schizzandomene in faccia un po’.
Dopo insulti, polpette volanti e una terza punizione le strinsi la mano.
Non sapevo ancora quando avrei iniziato a scontare le punizioni ma nutrivo la falsa speranza che il preside me le perdonasse essendo al primo anno e ai primi giorni.
Se ci fosse stato Silente non avrei avuto dubiti- papà me ne parlava sempre così bene!- ma non essendoci Silente i miei dubbi li avevo eccome.
Jane era una mia coetanea e mi sorpresi nel constatare che ci avevo diviso il dormitorio la sera prima senza accorgermene ( ero stata tutta la notte con James in Sala Comune da non aver visto e sentito nessuno delle mie compagne).
Strinsi amicizia anche con un certo Austin una Bridget e una Sophie che però mi fece letteralmente annoiare solamente per tutto il tempo che ci mise a pronunciare il nome; diamine, era corto, figurarsi se si fosse chiamata Maria Antonietta di Savoia Addolorata!
Passai la serata seduta di fronte al camino, le gambe incrociate e il respiro pacato, ridendo e divertendomi.
Una volta il mio pensiero andò anche a Al e al suo amichetto, ma lo scacciai con allegria tornando a bere un po’ di succo si Zucca che aveva sgraffignato James a cena.
 
 
 
 
Scoprii ben presto che Scorpius Hyperion Malfoy era una piattola.
Una di quelle piattole petulanti che solamente mio cugino Albus- piattola petulante per eccellenza- sarebbe stato in grado di sopportare.
Nonostante io camminassi per i corridoio sempre spalleggiata da Jane, Bridget e
Austin solitamente accompagnati anche dalla partecipazione speciale che era James Sirius Potter ( sempre quando questi non era impegnato a rovinare la scuola) non facevo altro che ritrovarmeli davanti.
Albus e la piattola bionda, intendo.
Volevo bene a mio cugino ma a lui, l’amico, ne volevo esattamente molto meno.
Parlando nel linguaggio comune mi stava sulle scatole.
Onestamente non ci avevo mai litigato veramente.. non fino a quel diciotto Ottobre per lo meno.
Stavamo appena svolgendo la seconda lezione di volo, io osservavo la mia scopa esattamente come un assettato guarda l’acqua salata in quanto sì ne ero allettata ma anche spaventata e mio cugino Al, al mio fianco, rideva divertito mentre saltava in groppa al suo manico manco fosse un cavallo del West.
Alla mia sinistra Jane lanciava maledizioni prive di senso che si riducevano ad un “senti scopa, io non sto simpatica a te e tu a me quindi vola o ti faccio volare a suon di calci” (se non si era capito Jane era una babbana, una babbana molto violenta) mentre alla destra di Albus, Scorpius Malfoy con un cipiglio divertito si rigirava la scopa tra le mani.
Eravamo gli unici a non aver ancora tentato un approccio diretto con quel coso.
Austin era irremovibilmente caduto a terra spaccandosi il naso( non aveva un perfetto equilibrio, poverino), Jane invece l’aveva scagliata ripetutamente a terra come una mamma isterica farebbe o desidererebbe fare con suo figlio quando si rifiuta di mangiare piangendo disperato.
Il professore di volo ci fissò con un cipiglio debolmente stanco e ci indicò la scopa sussurrando un “vi volete muovere?,” prima di darci le spalle.
Mandandolo silenziosamente in quello che tre anni dopo avrei scoperto il fanculo, mi decisi a tentare la fortuna.
Pregai Morgana, Merlino, Silente- grande uomo diceva la mamma-, Zio Fred e anche il padre e la mamma di Teddy affinché mi facessero fare un volto pressoché decente. Non volevo fare la fine di zio Harry e diventare un componente della squadra di Quidditch(lasciavo l’onore ad Al, per questo), ma mi bastava anche solamente tornare in dormitorio con un naso funzionante e le articolazioni al punto giusto.
Quando alzai lo sguardo notai che Malfoy mi aveva battuto perché era riuscito ad acquistare il coraggio prima di me e, anche se abbastanza riluttante e sbadatamente, volava sopra la mia testa.
Ringhiai e come James iniziai ad essere corrosa dalla rabbia.
In meno di due secondi portai una gamba dall’altra parte del manico e spiccai il volo. Traballai, rischiai di cadere, ma riuscì a rimanere in bilico attaccata con decisione al manico. Strinsi i denti e guardai con decisione Malfoy Jr che con un ghigno tutt’altro che amichevole mi fissava quasi a dirmi “ che vuoi?”.
Rivolgendogli uno sguardo carico di disprezzo mi alzai in volo ancora di più per avere la sicurezza di essere migliore di lui anche in quello, poi schioccai uno sguardo al professore quasi mi aspettavo di essere avvolta da un manto di complimenti e elogi per il mio volo ampio, alto e perfetto.
Ma io aspettavo anche che Babbo Natale mi assolvesse da tutti i legami di sangue con James per sposarmelo, ma questo ancora non era mai successo e non sarebbe successo mai.
Il professor Holigan mi fissò sconcertato in quello che era uno sguardo di pura rabbia, poi tuonò con voce possente affinché io scendessi immediatamente.
La professoressa McGrnitt con zio fu comprensiva, gentile e meravigliata, il professor Holigan con me fu mostruoso.
Sicuramente era un parente di Malfoy.
“Weasley! Dieci punti in meno a Grifondoro!”
Cosa?
Strabuzzai gli occhi sfiorando terra.
“E non guardarmi con quella faccia! Non sei un giocatore dei Tornado … ”
Certo, perché i Tornado facevano schifo.. lo diceva sempre papà.
“... Non hai il minino diritto di fare di queste pazzie. Potevi fratturarti qualcosa! Irresponsabile! Irresponsabile come tuo padre!” e poi qui tuonò con la frase che ogni ragazzo di undici anni, ogni adolescente non vorrebbe mai sentire “ sei una bambina! Bambina irresponsabile!”
E non ebbi solo la certezza che Malfoy era uno stronzo, che il professore era stato un serpeverde e che aveva sicuramente odiato i miei genitori, ma anche che non ero per niente paziente come credevo di essere.
Mi gonfiai come un pavone e divenni rossa di rabbia.
“Non è colpa mia!”
Il professore alzò un sopracciglio, arrabbiato “ Ah, no?”
“NO! E’ di Malfoy!” , lo sguardo dell’insegnante si posò sul biondino che se la rideva nemmeno Natale fosse arrivato di due mesi in anticipo.
“M-Malfoy?”
“Sì!” ero furiosa, furiosa non tanto per quell’affronto da parte dell’insegnante ma per quel bambolotto basso e gonfiabile che mi fissava con un sorriso strafottente.
“Che ho fatto?” sbottò lui, con il suo tono dolce che solo Barbie avrebbe trovato attraente “ professore mi guardi, sono stato vigile e attento. Ho rispettato tutti i suoi comandi. Non ho fatto mica come la Weasley che ha agito di testa sua!”
“Brutto Ken da strapazzo…”
“ZITTA WEASLEY!”
Zitto tu!”
“Altrimenti?” sopracciglio inarcato.
“Ti faccio ingoiare questa scopa più alta di te!”
“Parla il gigante!”
“Parla lo gnomo.”
“Strega!”
“Grazie del complimento.”
“Complimento?” di nuovo sopracciglio inarcato.
“Sì. Non ti dico che sei uno stregone anche tu perché ti farei un complimento.”
“Io sarei un mago…”
“Sicuro? A me sembri un buffone!”
Rose!”
“Zitto Al!”
Scorpius!”
“Zitto Potter!”
“Potter?” feci una risatina acuta “il tuo unico amico lo chiami per cognome?”
Malfoy assottigliò lo sguardo quasi mi avesse voluto incenerire,ma ero troppo debole e impedito anche per quello.
Sentii una mano posarsi sulla mia spalla ma non mi voltai a capire chi fosse; borbottai un lasciami stare e scossi la testa.
In quel momento capii perché Scorpius Malfoy mi stava veramente antipatico: non lo sopportavo non perché fosse figlio di un Ex Mangiamorte, ne perché papà me ne aveva parlato male e nemmeno perché fosse una brutta copia di Ken, ma perché era un ridicolo biondino arrogante con la puzza sotto il naso e che voleva primeggiare.
E io non volevo lasciarlo fare.
“Sei una bambina capricciosa e stupida..” sibilò il nanetto con cattiveria.
“ E tu sei uno gnomo con la voce da ebete.”
“La mia voce non è da ebete!”
Tu sei un ebete non solo la tua voce.”
“Attenta a come parli!”
“Altrimenti?”
“Lurida..” iniziò con faccia disgustata, nemmeno avesse davanti cacca di Drago.
“Il sentimento è reciproco.”
“Smettila di fare la colta!”
“Io sono intelligente di mio, carino, non sto facendo finta di essere nessuno.”
“Carino? Io ti piaccio? Carino?” fece un sorriso arrogante.
“Io..” balbettai diventando rossa, poi scossi la testa “ OH! Vai al diavolo!”
Ti piaccio!? Oddio che schifo! Piaccio alla Weasley!”
“Zitto demente!” mi munii di scopa.
Oddio che schifo! La Weasley! Oddio!”
“Ho detto ZITTO!”
Che schifo! Bleah!”
Essendo una ragazza di parola, ben presto iniziai a prenderlo a scopate in testa colpendolo ripetutamente e facendogli anche venire le lacrime agli occhi dal dolore.
Sembravo mia mamma quando Hugo le slacciava la gonna: iniziai ad urlare e dimenarmi, rabbiosa, imprecando e insultandolo mentre lui mi fece uno sgambetto facendomi cadere a terra di faccia.
E il mio naso era andato.
“Maledetto!”
“Megera!”
“Come ti permetti?”
“Orrida creatura!”
“Ma io ti uccido!”
“Fatti sotto lurida..” Malfoy non finì mai di urlare il suo insulto perché il professor Holigan ci fermò iniziando a urlare non so se lui più forte o facendo a noi un incantesimo di silenzio.
Non solo mi ruppi il naso, non solo la mia scopa ora era irremovibilmente macchiata con quel suo lurido profumo e non solo odiai profondamente una persona.
NO!
Ricevetti anche una quarta punizione e capii, con questa, che sperare di scamparne una per una non aveva minimamente senso.
 
 
 
 
 
Scontai la prima punizione qualche settimana prima, con James e Teddy, pulendo i trofei della scuola.
La seconda la passai sempre in loro compagnia, pulendo i vasi da notte senza magia.
La terza, invece, la passai aiutando Gazza con quelli che lui chiamava fascicoli punitivi.
La quarta, la più brutta, la dovetti trascorrere con Malfoy pulendo la Guferia per tutto il pomeriggio.
Impossibile come quei gufi cagassero tanto.
La faccia di Malfoy Jr era stupenda: storpiata da una smorfia di disgusto mentre ripeteva instancabilmente un “ che schifo! Che schifo! Maledetta Weasley! Che schifo!”
Io invece sopportai tutto con coraggio  e in silenzio convinta che tornata in dormitorio avrei vomitato sangue e pensieri.
Ricordi.
Non parlammo molto per tutta la punizione limitandoci a urlarci dietro di essere più luridi di quella schifezza che loro definivano escrementi o che il mondo sarebbe stato più pulito con meno persone come lui/me e più gufi con la diarrea come loro.
Alle otto ci fiondammo nella Sala Comune- io Grifondoro e lui Serpeverde- ognuno con le mani protese in avanti disgustati da quello che avevamo dovuto toccare.
Non ci salutammo o almeno, non ci salutammo con garbo.
Ci limitammo a altri auguri di morte ricambiati e forse, la nostra rispettiva morte, era l’unico argomento che avevamo in comune.
 
 
Al era fermamente convinto che io e il suo amichetto ci saremmo sposati.
Si mise a fare il filosofo dicendo che tra odio e amore c’è una sottilissima distanza, e trovai un altro argomento in comune con Malfoy visto che entrambi eravamo disgustati più da questa visione che dalla cacca dei Gufi.
Natale passò e tornai alla Tana con la mia famiglia.
Passai due buone settimane, cordiali e spensierate e mi divertii tantissimo a raccontare a papà di quanto stupido fosse il nuovo amico di Albus anche se il secondogenito dei Potter era leggermente offeso.
Tornata a scuola riniziò la routine: scuola, punizioni, scherzi con James e punizioni con James e Teddy che ci finiva sempre in mezzo, poverino.
Vidi tutte le partite di Quidditch seduta accanto a Jane e James  che  altro non faceva che insultare gli avversari: rischiò un ennesima punizione.
Pasqua passò monotona e si avvicinarono gli esami di fine anno; ero abbastanza in grado di usare alcuni incantesimi, di fare qualche pozione, di trasfigurare qualcosa in qualcos’altro e di ripetere qualche demenza sulla storia della Magia.
Mi sentivo pronta,  Jane anche e Austin, invece, un po’ meno si disperava tutte le sere sopra i libri.
Passammo molte serate a ricordare la notte di Halloween di quello stupendo banchetto: il migliore in assoluto.
James ci promise che quando avrebbe scoperto dove si trovavano le cucine ci avrebbe portato lì dentro per chiedere agli Elfi di farcene uno uguale e a noi  si illuminavano sempre gli occhi.
Nick Quasi Senza Testa ogni tanto si avvicinava a noi e ci salutava con quella sua testa a ciondoloni facendo strillare Jane impaurita ma facendo ridere Austin; quei due erano ridicoli!
E infine giunsero i tanto agognati esami; ero felice perché sarei tornata a casa per salutare il mio ‘papy’, ma ero anche triste di salutare Jane.
Dopo aver scontatamente superato tutti gli esami non con la lode ma con un risultato abbastanza passabile ci mettemmo d’accordo per sentirci anche durante quei tre mesi di vacanza.
Il viaggio in treno fu completamente diverso da quello di andata.
Non ero più spaventata sullo smistamento- perché lo ammetto, anche io lo ero stata- e nemmeno sola insieme ad Al.
Diversamente dividevo uno scompartimento con mio cugino, Jane, Austin e Al che si era trascinato dietro anche Scorpius.
Teddy, ci disse James, era andato a pomiciare con nostra cugina Vicky.
Nonostante la presenza di Malfoy non mi fosse gradita, riuscii a divertirmi lanciando cioccorane- quasi sempre addosso a lui, volutamente- o mangiando stranezze di ogni tipo.
Albus fece cadere la sua figurina di Albus Silente giù dal finestrino e si mise quasi a piangere al che suo fratello gli fece il verso per tutto il tragitto.
Mentre Austin faceva l’imitazione dell’insegnante di Trasfigurazione, il mio cugino preferito se ne andò a zonzo con i suoi compagni di dormitorio lasciandomi sola con i miei due amici e l’amico di Al.
Provai un forte impulso di mangiare pasticche vomitose per poi rimettere addosso a lui, ma mi limitai ad ignorarlo.
Lo odiavo.
Lui odiava me.
Quando Al sparò nuovamente la cavolata circa che ci saremmo sposati prima o poi fummo i soli a ridere tanto da metterci a piangere prima di guardarci in cagnesco e darci rispettivamente del “Ken” e della “ Megera”.
Ricadde un imbarazzante silenzio fin che non arrivammo a destinazione.
Quando vidi mio padre fu il primo che salutai abbracciandolo forte, poi diedi un bacio a mamma e sorrisi a Hugo per la prima volta da quando era nato.
Forse mi era mancato.
Quando Jane mi venne a salutare con Austin la presentai alla mamma che la trovò adorabile anche se papà guardò il mio amichetto con una faccia che diceva “ tieni il pistolino nelle mutande e non sarai castrato.”
Ricordo che allora pensai che lo stesse solamente valutando, quando ero ingenua!
Abbracciai forte James anche se ci saremmo visti durante l’estate e diedi un bacio a Teddy e alla sua ragazza anche se lui non la definiva tale, poi incrociai lo sguardo di Malfoy e lui mi diede le spalle senza nemmeno un cenno di riconoscimento.
Ribollii di rabbia.
“Ma guarda quello..” sibilai ad Albus che fece spallucce.
“Cosa pretendi, Rose? Non fai che insultarlo.” mi rispose.
“Anche lui fa lo stesso! Il nostro è odio reciproco.”
“Sì, come no. Lo sai come la penso.” Borbottò prima di beccarsi uno sguardo intimidatorio.
“Sei così convinto che prima o poi saremmo una coppia?” alzai un sopracciglio scettica.
“Sì.. e so che avrete anche tanti bambini con capelli rossi e occhi verdi.. o biondi dagli occhi celesti.”
Rabbrividii disgustata non so se per il rosso occhi verdi o per la visione di me e Malfoy insieme; avevo undici anni e già solamente immaginarmici vicino mi faceva vomitare.
“Tu sei strano” gli rispose sorridendo e dandogli una pacca sulla spalla prima di vederlo salutare il suo amico con un abbraccio che fece disgustare il padre di Malfoy e zio Harry che si voltarono entrambi per non vedere.
Mio padre borbottò, mamma sorrise.
Io rischiai di vomitare.
Scorpius, dopo aver sorriso a mio cugino, mi rivolse un cenno aristocratico, poi salutò Austin e Jane con la mano.
Abbassò la testa come un ragazzo di classe e con cattiveria sibilò un “Ci si vede Megera.”
Assottigliai lo sguardo “Certamente Nano. Vedi di crescere in questi tre mesi.”
“E tu di mangiare qualche zucchero in più:sei troppo acida. Anzi, no, sei già grassa di tuo e meglio se ti metti a dieta,” poi mi diede le spalle e scomparve dalla vista.
Aprii la bocca sconvolta: grassa io? Ma se ero una Weasley? Era scientificamente provato che più mangiavo e più dimagrivo!
Feci scontrare i denti prima di sfiorarmi il ventre piatto dei miei trentasei chili che per i miei centotrentanove centimetri erano più che pochi, poi mi passai una mano tra i crespi capelli ricci.
Sbuffai.
“Chi è quello Rosie?” mi chiese mio fratello con un sibilo.
“Un nano, non vedi?”
“E’ un tuo amico? Il tuo fidanzatino?”
Sbarrai nuovamente gli occhi prima di ridere istericamente: ma cosa diamine avevano in mente tutti quanti? Prima Al, poi Hugo.. ci mancava solo papà!
Scossi la testa prima di guardare l’orizzonte e il cielo chiaro della mia provvisoria casa, un po’ malinconica di lasciare Hogwarts per tre mesi.
Prima di mettere piede nella casa dei miei nonni, la Tana, con mio fratello e i miei cugini alle calcagna un pensiero  andò a quel letto a baldacchino caldo e morbido che mi avrebbe aspettato tra tre mesi, a quelle punizioni che avrei scontato e a quei battibecchi che ero sicura non sarebbero mancati.
Sorrisi.
 Poi mangiai una fetta di torta di nonna Molly.
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

  
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