- Miseriaccia, odiavo l’acqua.
- Era tanto bella la terra ferma,
diamine, perché ci dovevano costringere ad andare su queste ridicole barchette
per raggiungere il castello?
Era chiaro che eravamo del primo anno, le classiche matricole, ma addirittura essere gli ultimi della scala sociale non lo accettavo. - Non era così egocentrica di dire che
ero la figlia di due dei Salvatori del mondo magico nonché nipote del salvatore magico per eccellenza ma.. era vero.
- Meritavo un po’ di rispetto,
miseriaccia, specialmente se questo orrido trattamento includeva anche la
presenza di un biondino tutto brufoli e cosce corte.
- Lo sapevo chi era, quel biondino
intendo, era Scorpius Hyperion Malfoy o
come mi aveva detto papà con un sorriso l’essere inutile dal quale per il
volere di nonno dovevo starne alla larga, ma a quanto pare Al sembrava non
farci proprio caso.
- Stupido cugino!
- Anche Jam me lo aveva detto di
mantenerci le distanze prima di dividerci- lui diretto sulle carrozze( il
privilegiato) e io su ‘sta barchetta( la vittima innocente)-.
- Mi sarei andata a lamentare da papà se
solo questo non mi avrebbe resa molto simile ad un certo Draco Malfoy (papà me
lo aveva descritto sempre come scassa
palle, anche se il significato di
questa parolaccia ancora non lo sapevo), per questo sopportai tutto in silenzio
fin quando, però, con un ancata (lui disse
involontariamente ma io non gli credo)
‘Malfoy Jr’ mi diede una
spinta facendomi cadere nel Lago Nero.
- E sapete una cosa?
- Fa
freddo.
- Quella fottutissima acqua è gelida.
- Nemmeno il tempo di sfiorarla con
l’unghia dell’alluce che già il mio cervello si era congelato.
- E io odiavo il freddo.. forse quasi
quanto odiavo la scuola, quella barchetta e quel demente che avevo accanto.
- Ah, sì, e odiavo anche Albus che se la
rideva con il suo nuovo amichetto.
- Lo smistamento è una grandissima
cagata.
- Forse più grande di quella barchetta.
- Tutti i primini come me erano
spaventati, tesi, ma io no.
- E mi ripeto non perché fossi
egocentrica ma perché mi fidavo di mio cugino quella bello e bravo.
- Quello
Grifondoro.
- James mi aveva rassicurato dicendo che
io sarei stata smistata sicuramente nella sua casata perché ero una Grifondoro nel sangue.
- Dice perché ero la sua cugina preferita
e quindi sarebbe stato in grado anche di sabotare lo smistamento pur di avermi
in Casa con lui.
- E io amavo mio cugino; forse di un
amore leggermente possessivo, maniacale, post traumatico e fastidioso ma lo
amavo.
- Una volta a tre anni credetti anche che
me lo sarei sposato.. magari!
- Dunque mentre Al mi faceva una testa
tanta dicendomi che aveva paura, io battevo il piede a terra ancora nervosa con
lui.
- Insomma, mi aveva lasciato annegare
nelle acque del Lago senza il minimo ritegno! Dovevo vendicarmi quindi.. lo
ignorai.
- “Rose, e se finissi a Serpeverde?” la centoduesima volta che me lo diceva. La
mia pazienza era stata messa a dura prova altre volte, ma ora era già
particolarmente suscettibile.
- “Si vede che dividerai il dormitorio
con quello snob del tuo amichetto,” risposi acidamente.
- Infatti sì: Scorpius Hyperion Malfoy era andato a finire nella selva de
serpenti viscidi e stomachevoli quale lui era.
- Non era mai stata così insipida ad una
notizia come quando la piega di quel lurido cappello lo aveva smistato,
veramente.
- James mi aveva anche lanciato uno
sguardo annoiato come per dire “e dire che io lo avrei smistato direttamente
nel cesso per poi tirare la catena,”.
- “Rose, ma perché lo pregiudichi?” la
domanda di Al mi fece per un attimo smettere di battere il piede a terra,
confusa.
- Cosa?
- Aveva osato.. Oh, mio cugino era
diventato assolutamente stupido.
- Sicuramente gli si era ibernato il
cervello, anche se quella caduta nelle acque del Lago Nero, Bhè, ero stata io!
- “Io non lo pregiudico!”, ribattei.
- “Ah, no?” alzò un sopracciglio mentre
vedevo chiaramente il suo pomo d’adamo- o quel poco di pomo d’adamo che un bambino di undici anni può avere-
muoversi avanti e indietro spaventato.
- Era teso, ma onestamente non me ne
fregava niente.
- “Sì,” ribattei “i miei non sono
pregiudizi..”
- “Ah, no?” giurai che se lo avesse detto
ancora lo avrei schiantato anche se non sapevo come si faceva. Avrei affittato
qualcuno che lo facesse per me, doveva avere qualche galeone buttato nel baule
da riuscire a pagarli.
- “NO!”
- “E come li chiameresti, scusa?” notai
che tra solo tre persone sarebbe stato il mio turno. Un brivido mi scorse la
schiena; okay, forse anche io ero leggermente spaventata ma ero umana-
poppante, intelligente- ma umana.
- “Non hanno nome. E smettila di mettermi
ansia Al!” sbottai sotto il suo sguardo verde molto simile a quello di zio
Harry che non faceva altro che ricordarmi quando cacca di Drago io fossi e
quanto docile e povera vittima di un
Elfo Domestico fosse lui.
- “Ah, no?” alzò ancora il sopracciglio.
- Presa da un attacco d’ira presi la
bacchetta desiderosa di puntargliela alla gola, ma solo dopo mi ricordai che
non sapevo nemmeno tenerla in mano quindi decisi che alla prossima lo avrei
picchiato alla babbana “No, Merlino Al, è inutile che vivi di fantasia e
frottole coccolose. Lui è così, io ho ragione e tu hai torto.”
- Non fece nemmeno in tempo a ribattere
che il professor Paciock mi chiamò per farmi salire su uno sgabelletto ridicolo
e consumato per calarmi in testa un capello ancora più lurido dello sgabello.
- Pregai che nessun pidocchio o roba
magica ci ballasse dentro, poi chiusi gli occhi.
- Una canzoncina stupida, come quella di
attesa prima di andare dal medico mi fischio nelle orecchie, poi il capello
Parlante iniziò a parlare appunto.
- “Mmh, ennesimo Weasley. Ne ho smistati
sette sai e tutti sono stati dei valorosi Grifondoro. Alcuni hanno perso la
testa nella Guerra Magica, altri hanno perso la vita” anche un demente avrebbe
capito che si riferiva a Fred e sentì il sussulto di qualche professore che
forse era stato anche suo, ma io non piansi. Non lo conoscevo, non avevo
ricordi legati a lui quindi mi dondolai sui talloni.
- “Una Granger e un Weasley, eh? Sapevo
che quei due erano fatti per stare insieme. Già ai loro tempi non facevano altro che battibeccare come due sposini”
roteai gli occhi; non era la prima volta che mi inculcavano quella storiella su
quanto ridicoli al tempo stesso adorabili i miei genitori fossero stati quando-
faceva strano dirlo- erano giovani. Nonna Molly adorava spulciare vecchie fotografie e raccontare vecchi episodi.
- “Hai un cervello Granger,” continuò il
capello e nonostante questo dovesse essere un complimento, non lo apprezzai “
ma hai più carattere Weasley dentro di te. Stessa impulsività, pigrizia,
arroganza.”
- “Ehy, mio padre non era arrogante!”
bisbigliai.
- Il cappello rise- per quanto un
cappello potesse ridere in effetti- “mi correggo: identica risposta pronta alla Granger ma anche tanto, troppo,
sangue purosangue dentro di te.”
- Ecco un cappello con i pregiudizi
venali, pensai con sarcasmo.
- “Non che io abbia pregiudizi, sia
chiaro, sono solo un lurido cappello”, quel coso forse mi leggeva nel pensiero?
- Inforcai la testa sulle spalle
leggermente imbarazzata, poi finsi di stare attenta a quello che diceva ma probabilmente
quel ammasso di pezza mi leggeva veramente dentro.
- “Stessa inclinazione a distrarti di tuo
padre, identica voglia di primeggiare di tua madre.. dove ti colloco?”
- Oh, andiamo, entrambi i miei genitori erano a Grifondoro che bisogno c’era di
quella scenetta?
- “Hai ragione, meglio finire qui con
questa sceneggiata” sorridemmo entrambi- ancora dovevo capire come quel coso potesse sorridere “ quindi:
GRIFONDORO!”
- Non avevo chiuso gli occhi come una
certa Audin, ne tantomeno mi ero messa a tremare come ancora faceva Al che
sembrava quasi se la stesse facendo sotto(anche se forse era vero, andiamo, si
era bevuto cinque bottigliette
d’acqua sul treno!), ma ero rimasta neutrale e composta senza nemmeno battere
ciglio.
- Okay, sorrisi, forse ero leggermente rilassata, ma non ero tesa.
- Non ero assolutamente tesa.
- Ero l’immagine stessa del relax, della
pace e della tranquillità.
- Era un hippy!
- Quando raggiunsi mio cugino James che
mi fece sedere accanto a lui scansando malamente una ragazza del secondo anno (
da come lui la chiamò capì che si chiamasse Jessica), per poi prendermi per
mano e alzarla al cielo urlando “un urrà per Rose.”
- Ridemmo tutti; James era realmente
scemo o forse eravamo tutti abbastanza scemi da dargli corda.
- Al fu smistato a Serpeverde.
- Appena scese dallo sgabello incrociò il
mio sguardo forse disgustato perché abbasso la testa velocemente per poi
tornare a sorridere rivolto al suo amico fritz.
- Scorpius Malfoy gli tese una mano
sorridendo; quei due insieme potevano fare la pubblicità dei dentifrici babbani
o come disse James “ sarebbero stati i nuovi Romeo e Giulietta della storia.”
- Sinceramente mi fece leggermente schifo
immaginarli.. bhè in quel senso-sono
sincera che a undici anni non sapevo bene cosa facessero due ragazzi insieme in
quel senso ma James mi mise
velocemente in carreggiata;ero sempre stata una ragazzina precoce grazie a
lui!-, ma quasi subito il pensiero di loro insieme mi abbandonò.
- Forse non mi aveva mai interessata,
chiariamoci, allora ero troppa impegnata a fantasticare- come buona Granger- su
quel paradiso che ero diventata la mia scuola.
- James mi passò un po’ di pasticcio di
verdure dicendomi che quasi tutte le ragazze, aveva visto l’anno passato,
mangiavano di quel coso per mantenere la linea ma io, sorridendogli, essendo
una Weasley principalmente, non avevo bisogno di stare attenta alla linea
quindi deviai e afferrai una coscia di pollo.
- Con l’ingenuità di una bambina di
undici anni la mordicchiai.
- Nessuno mi chiese cosa il cappello mi
avesse sussurrato all’orecchio o forse a nessuno interessava realmente, ma dopo
due secondi dimenticai anche quello- forse aveva ragione il cappello a dirmi
che ero distratta come papà- e mi misi a scherzare con mio cugino James e
Teddy.
- Teddy era più grande di Jam, ma era
anche il suo migliore amico e lo guidava per la retta via anche se tanto retto nemmeno lui c’era.
- Li vidi seminare il panico per la Sala
Grande e mi piacque; mi piacque fin quando non mi coinvolsero nella punizione
che fu loro affidata già al primo giorno
e bhè, capii che non era poi tanto bello stare ad Hogwarts con loro.
- Il primo giorno di lezioni- o il primo
giorno di punizione, dipende dalla prospettiva- non fu tanto entusiasmante.
- Le lezioni si svolsero ad un intervallo
di: Trasfigurazione/riposino- Storia della Magia/sonno profondo-pranzo-Pozioni/esaurimento
isterico con ogni tanto qualche intervallo di seduta spiritica in bagno.
- Non mi potei lamentare, ma nemmeno
considerare fortunata.
- James mi tenne compagnia quando poteva
o per lo meno mi fece capire cosa sarei andata a guadagnare stando con lui ma
ancora cosa sarei andata a prendere alias
presi una seconda punizione.
- Al mi venne più volte vicino nel vano
tentativo di presentarmi il suo amico e di scoprire se ce l’avessi con lui, ma
non mi mostrai scorbutica. Non con lui per lo meno.
- Scorpius Malfoy veramente non lo
reggevo e per quanto lui sorridesse e mi pregasse di chiamarlo per nome, io lo
chiamavo sempre ‘Malfoy Jr’ o nella
mia testa ‘ il nemico deve morire’.
- Mi tese anche la mano una volta e non
capii se ero più schifata io, lui o James che mi stava accanto.
- Non odiavo Malfoy per il suo cognome,
non solo almeno, ma lo odiavo perché era un insipido biondo che si spacciava
per Ken e io Ken non lo avevo mai patito.
- Quando nell’ora di pozioni fui costretta
a stare in classe con loro- sotto caldo invito di Al- mi sedetti al loro fianco
e ascoltai annoiata la lezione della professoressa Bagdam.
- Quel lurida pezzente mi fece quasi
tagliare un dito vicino il suo stupido libro- anche se sentii un commento poco
carino di Scorpius circa il fatto che la colpa era mia e della mia stupida demenza-.
- Rischiai anche una crisi isterica
quando la professoressa mi chiese di leggere il paragrafo otto mentre io ero
ferma a pagina 1: sommario.
- Arrossii- Weasley mode ON- feci un
sorriso che significava “brutta befana vai avanti e quando diventerò potente ti
risparmierò” e abbassai la testa meditando la sua morte.
- Suonò la campanella e cenai; a cena
Teddy mi diede una pacca sulla spalla che mi fece quasi spezzare le vertebre.
- Conobbi una ragazzina, Jane, biondina e
dagli occhi castani quasi quanto quelli di mamma con un sorriso contagioso che
era intenta a parlare con un ragazzino Carter.
- La nostra amicizia iniziò quando la
urtai per salire sulla panca all’incontrario e le feci cadere il succo di zucca
sul vestito; una ragazza normale avrebbe pianto, una come me- e lei- si mise a
ridere schizzandomene in faccia un po’.
- Dopo insulti, polpette volanti e una
terza punizione le strinsi la mano.
- Non sapevo ancora quando avrei iniziato
a scontare le punizioni ma nutrivo la falsa speranza che il preside me le
perdonasse essendo al primo anno e ai primi giorni.
- Se ci fosse stato Silente non avrei
avuto dubiti- papà me ne parlava sempre così bene!- ma non essendoci Silente i
miei dubbi li avevo eccome.
- Jane era una mia coetanea e mi sorpresi
nel constatare che ci avevo diviso il dormitorio la sera prima senza
accorgermene ( ero stata tutta la notte con James in Sala Comune da non aver
visto e sentito nessuno delle mie compagne).
- Strinsi amicizia anche con un certo Austin
una Bridget e una Sophie che però mi fece letteralmente annoiare solamente per
tutto il tempo che ci mise a pronunciare il nome; diamine, era corto, figurarsi
se si fosse chiamata Maria Antonietta di
Savoia Addolorata!
- Passai la serata seduta di fronte al
camino, le gambe incrociate e il respiro pacato, ridendo e divertendomi.
- Una volta il mio pensiero andò anche a
Al e al suo amichetto, ma lo scacciai con allegria tornando a bere un po’ di succo
si Zucca che aveva sgraffignato James a cena.
- Scoprii ben presto che Scorpius
Hyperion Malfoy era una piattola.
- Una di quelle piattole petulanti che
solamente mio cugino Albus- piattola petulante per eccellenza- sarebbe stato in
grado di sopportare.
- Nonostante io camminassi per i
corridoio sempre spalleggiata da Jane, Bridget e
- Austin solitamente accompagnati anche
dalla partecipazione speciale che era James Sirius Potter ( sempre quando
questi non era impegnato a rovinare la scuola) non facevo altro che
ritrovarmeli davanti.
- Albus e la piattola bionda, intendo.
- Volevo bene a mio cugino ma a lui, l’amico, ne volevo esattamente
molto meno.
- Parlando nel linguaggio comune mi stava
sulle scatole.
- Onestamente non ci avevo mai litigato
veramente.. non fino a quel diciotto Ottobre per lo meno.
- Stavamo appena svolgendo la seconda
lezione di volo, io osservavo la mia scopa esattamente come un assettato guarda
l’acqua salata in quanto sì ne ero
allettata ma anche spaventata e mio cugino Al, al mio fianco, rideva divertito
mentre saltava in groppa al suo manico manco fosse un cavallo del West.
- Alla mia sinistra Jane lanciava
maledizioni prive di senso che si riducevano ad un “senti scopa, io non sto simpatica a te e tu a me quindi vola o ti faccio volare a suon di calci” (se
non si era capito Jane era una babbana, una babbana
molto violenta) mentre alla destra di Albus, Scorpius Malfoy con un
cipiglio divertito si rigirava la scopa tra le mani.
- Eravamo gli unici a non aver ancora
tentato un approccio diretto con quel coso.
- Austin era irremovibilmente caduto a
terra spaccandosi il naso( non aveva un perfetto equilibrio, poverino), Jane
invece l’aveva scagliata ripetutamente a terra come una mamma isterica farebbe
o desidererebbe fare con suo figlio quando si rifiuta di mangiare piangendo
disperato.
- Il professore di volo ci fissò con un
cipiglio debolmente stanco e ci indicò la scopa sussurrando un “vi volete
muovere?,” prima di darci le spalle.
- Mandandolo silenziosamente in quello
che tre anni dopo avrei scoperto il fanculo,
mi decisi a tentare la fortuna.
- Pregai Morgana, Merlino, Silente-
grande uomo diceva la mamma-, Zio Fred e anche il padre e la mamma di Teddy
affinché mi facessero fare un volto pressoché decente. Non volevo fare la fine
di zio Harry e diventare un componente della squadra di Quidditch(lasciavo
l’onore ad Al, per questo), ma mi bastava anche solamente tornare in dormitorio
con un naso funzionante e le articolazioni al punto giusto.
- Quando alzai lo sguardo notai che
Malfoy mi aveva battuto perché era riuscito ad acquistare il coraggio prima di
me e, anche se abbastanza riluttante e sbadatamente, volava sopra la mia testa.
- Ringhiai e come James iniziai ad essere
corrosa dalla rabbia.
- In meno di due secondi portai una gamba
dall’altra parte del manico e spiccai il volo. Traballai, rischiai di cadere,
ma riuscì a rimanere in bilico attaccata con decisione al manico. Strinsi i
denti e guardai con decisione Malfoy Jr che con un ghigno tutt’altro che
amichevole mi fissava quasi a dirmi “ che vuoi?”.
- Rivolgendogli uno sguardo carico di
disprezzo mi alzai in volo ancora di più per avere la sicurezza di essere
migliore di lui anche in quello, poi schioccai uno sguardo al professore quasi
mi aspettavo di essere avvolta da un manto di complimenti e elogi per il mio
volo ampio, alto e perfetto.
- Ma io aspettavo anche che Babbo Natale
mi assolvesse da tutti i legami di sangue con James per sposarmelo, ma questo ancora
non era mai successo e non sarebbe successo mai.
- Il professor Holigan mi fissò
sconcertato in quello che era uno sguardo di pura rabbia, poi tuonò con voce
possente affinché io scendessi immediatamente.
- La professoressa McGrnitt con zio fu
comprensiva, gentile e meravigliata, il professor Holigan con me fu mostruoso.
- Sicuramente era un parente di Malfoy.
- “Weasley! Dieci punti in meno a
Grifondoro!”
- Cosa?
- Strabuzzai gli occhi sfiorando terra.
- “E non guardarmi con quella faccia! Non
sei un giocatore dei Tornado … ”
- Certo,
perché i Tornado facevano schifo.. lo diceva sempre papà.
- “... Non hai il minino diritto di fare
di queste pazzie. Potevi fratturarti qualcosa! Irresponsabile! Irresponsabile
come tuo padre!” e poi qui tuonò con la frase che ogni ragazzo di undici anni,
ogni adolescente non vorrebbe mai sentire “ sei
una bambina! Bambina irresponsabile!”
- E non ebbi solo la certezza che Malfoy
era uno stronzo, che il professore era stato un serpeverde e che aveva
sicuramente odiato i miei genitori, ma anche che non ero per niente paziente
come credevo di essere.
- Mi gonfiai come un pavone e divenni
rossa di rabbia.
- “Non è colpa mia!”
- Il professore alzò un sopracciglio,
arrabbiato “ Ah, no?”
- “NO! E’ di Malfoy!” , lo sguardo
dell’insegnante si posò sul biondino che se la rideva nemmeno Natale fosse
arrivato di due mesi in anticipo.
- “M-Malfoy?”
- “Sì!” ero furiosa, furiosa non tanto
per quell’affronto da parte dell’insegnante ma per quel bambolotto basso e gonfiabile
che mi fissava con un sorriso strafottente.
- “Che ho fatto?” sbottò lui, con il suo
tono dolce che solo Barbie avrebbe trovato attraente “ professore mi guardi,
sono stato vigile e attento. Ho rispettato tutti i suoi comandi. Non ho fatto
mica come la Weasley che ha agito di testa sua!”
- “Brutto Ken da strapazzo…”
- “ZITTA WEASLEY!”
- “Zitto
tu!”
- “Altrimenti?” sopracciglio inarcato.
- “Ti faccio ingoiare questa scopa più
alta di te!”
- “Parla il gigante!”
- “Parla lo gnomo.”
- “Strega!”
- “Grazie del complimento.”
- “Complimento?” di nuovo sopracciglio inarcato.
- “Sì. Non ti dico che sei uno stregone
anche tu perché ti farei un complimento.”
- “Io sarei un mago…”
- “Sicuro? A me sembri un buffone!”
- “Rose!”
- “Zitto Al!”
- “Scorpius!”
- “Zitto Potter!”
- “Potter?” feci una risatina acuta “il
tuo unico amico lo chiami per cognome?”
- Malfoy assottigliò lo sguardo quasi mi
avesse voluto incenerire,ma ero troppo debole e impedito anche per quello.
- Sentii una mano posarsi sulla mia
spalla ma non mi voltai a capire chi fosse; borbottai un lasciami stare e
scossi la testa.
- In quel momento capii perché Scorpius Malfoy mi stava veramente
antipatico: non lo sopportavo non perché fosse figlio di un Ex Mangiamorte, ne
perché papà me ne aveva parlato male e nemmeno perché fosse una brutta copia di
Ken, ma perché era un ridicolo biondino arrogante con la puzza sotto il naso e
che voleva primeggiare.
- E io non volevo lasciarlo fare.
- “Sei una bambina capricciosa e
stupida..” sibilò il nanetto con cattiveria.
- “ E tu sei uno gnomo con la voce da
ebete.”
- “La mia voce non è da ebete!”
- “Tu
sei un ebete non solo la tua voce.”
- “Attenta a come parli!”
- “Altrimenti?”
- “Lurida..” iniziò con faccia
disgustata, nemmeno avesse davanti cacca di Drago.
- “Il sentimento è reciproco.”
- “Smettila di fare la colta!”
- “Io sono intelligente di mio, carino,
non sto facendo finta di essere nessuno.”
- “Carino? Io ti piaccio? Carino?” fece un sorriso arrogante.
- “Io..” balbettai diventando rossa, poi
scossi la testa “ OH! Vai al diavolo!”
- “Ti
piaccio!? Oddio che schifo! Piaccio alla Weasley!”
- “Zitto demente!” mi munii di scopa.
- “Oddio
che schifo! La Weasley! Oddio!”
- “Ho detto ZITTO!”
- “Che
schifo! Bleah!”
- Essendo una ragazza di parola, ben
presto iniziai a prenderlo a scopate in testa colpendolo ripetutamente e
facendogli anche venire le lacrime agli occhi dal dolore.
- Sembravo mia mamma quando Hugo le
slacciava la gonna: iniziai ad urlare e dimenarmi, rabbiosa, imprecando e
insultandolo mentre lui mi fece uno sgambetto facendomi cadere a terra di
faccia.
- E il mio naso era andato.
- “Maledetto!”
- “Megera!”
- “Come ti permetti?”
- “Orrida creatura!”
- “Ma io ti uccido!”
- “Fatti sotto lurida..” Malfoy non finì
mai di urlare il suo insulto perché il professor Holigan ci fermò iniziando a
urlare non so se lui più forte o facendo a noi un incantesimo di silenzio.
- Non solo mi ruppi il naso, non solo la
mia scopa ora era irremovibilmente macchiata con quel suo lurido profumo e non
solo odiai profondamente una persona.
- NO!
- Ricevetti anche una quarta punizione e
capii, con questa, che sperare di scamparne una per una non aveva minimamente
senso.
- Scontai la prima punizione qualche
settimana prima, con James e Teddy, pulendo i trofei della scuola.
- La seconda la passai sempre in loro
compagnia, pulendo i vasi da notte senza magia.
- La terza, invece, la passai aiutando
Gazza con quelli che lui chiamava fascicoli punitivi.
- La quarta, la più brutta, la dovetti trascorrere con Malfoy pulendo la Guferia
per tutto il pomeriggio.
- Impossibile come quei gufi cagassero
tanto.
- La faccia di Malfoy Jr era stupenda:
storpiata da una smorfia di disgusto mentre ripeteva instancabilmente un “ che
schifo! Che schifo! Maledetta Weasley! Che schifo!”
- Io invece sopportai tutto con
coraggio e in silenzio convinta che
tornata in dormitorio avrei vomitato sangue e pensieri.
- Ricordi.
- Non parlammo molto per tutta la
punizione limitandoci a urlarci dietro di essere più luridi di quella schifezza
che loro definivano escrementi o che il mondo sarebbe stato più pulito con meno
persone come lui/me e più gufi con la
diarrea come loro.
- Alle otto ci fiondammo nella Sala
Comune- io Grifondoro e lui Serpeverde- ognuno con le mani protese in avanti
disgustati da quello che avevamo dovuto toccare.
- Non ci salutammo o almeno, non ci
salutammo con garbo.
- Ci limitammo a altri auguri di morte
ricambiati e forse, la nostra rispettiva morte, era l’unico argomento che
avevamo in comune.
- Al era fermamente convinto che io e il
suo amichetto ci saremmo sposati.
- Si mise a fare il filosofo dicendo che tra odio e amore c’è una sottilissima
distanza, e trovai un altro argomento in comune con Malfoy visto che
entrambi eravamo disgustati più da questa visione che dalla cacca dei Gufi.
- Natale passò e tornai alla Tana con la
mia famiglia.
- Passai due buone settimane, cordiali e
spensierate e mi divertii tantissimo a raccontare a papà di quanto stupido
fosse il nuovo amico di Albus anche se il secondogenito dei Potter era
leggermente offeso.
- Tornata a scuola riniziò la routine:
scuola, punizioni, scherzi con James e punizioni con James e Teddy che ci
finiva sempre in mezzo, poverino.
- Vidi tutte le partite di Quidditch
seduta accanto a Jane e James che altro non faceva che insultare gli avversari:
rischiò un ennesima punizione.
- Pasqua passò monotona e si avvicinarono
gli esami di fine anno; ero abbastanza in grado di usare alcuni incantesimi, di
fare qualche pozione, di trasfigurare qualcosa in qualcos’altro e di ripetere
qualche demenza sulla storia della Magia.
- Mi sentivo pronta, Jane anche e Austin, invece, un po’ meno si
disperava tutte le sere sopra i libri.
- Passammo molte serate a ricordare la
notte di Halloween di quello stupendo banchetto: il migliore in assoluto.
- James ci promise che quando avrebbe
scoperto dove si trovavano le cucine ci avrebbe portato lì dentro per chiedere
agli Elfi di farcene uno uguale e a noi si illuminavano sempre gli occhi.
- Nick Quasi Senza Testa ogni tanto si
avvicinava a noi e ci salutava con quella sua testa a ciondoloni facendo strillare
Jane impaurita ma facendo ridere Austin; quei due erano ridicoli!
- E infine giunsero i tanto agognati
esami; ero felice perché sarei tornata a casa per salutare il mio ‘papy’, ma ero anche triste di salutare
Jane.
- Dopo aver scontatamente superato tutti
gli esami non con la lode ma con un risultato abbastanza passabile ci mettemmo
d’accordo per sentirci anche durante quei tre mesi di vacanza.
- Il viaggio in treno fu completamente
diverso da quello di andata.
- Non ero più spaventata sullo
smistamento- perché lo ammetto, anche io lo ero stata- e nemmeno sola insieme
ad Al.
- Diversamente dividevo uno
scompartimento con mio cugino, Jane, Austin e Al che si era trascinato dietro
anche Scorpius.
- Teddy, ci disse James, era andato a
pomiciare con nostra cugina Vicky.
- Nonostante la presenza di Malfoy non mi
fosse gradita, riuscii a divertirmi lanciando cioccorane- quasi sempre addosso
a lui, volutamente- o mangiando
stranezze di ogni tipo.
- Albus fece cadere la sua figurina di
Albus Silente giù dal finestrino e si mise quasi a piangere al che suo fratello
gli fece il verso per tutto il tragitto.
- Mentre Austin faceva l’imitazione
dell’insegnante di Trasfigurazione, il mio cugino preferito se ne andò a zonzo
con i suoi compagni di dormitorio lasciandomi sola con i miei due amici e
l’amico di Al.
- Provai un forte impulso di mangiare
pasticche vomitose per poi rimettere addosso a lui, ma mi limitai ad ignorarlo.
- Lo
odiavo.
- Lui
odiava me.
- Quando Al sparò nuovamente la cavolata
circa che ci saremmo sposati prima o poi fummo i soli a ridere tanto da
metterci a piangere prima di guardarci in cagnesco e darci rispettivamente del
“Ken” e della “ Megera”.
- Ricadde un imbarazzante silenzio fin
che non arrivammo a destinazione.
- Quando vidi mio padre fu il primo che
salutai abbracciandolo forte, poi diedi un bacio a mamma e sorrisi a Hugo per
la prima volta da quando era nato.
- Forse mi era mancato.
- Quando Jane mi venne a salutare con
Austin la presentai alla mamma che la trovò adorabile anche se papà guardò il
mio amichetto con una faccia che diceva “ tieni il pistolino nelle mutande e
non sarai castrato.”
- Ricordo che allora pensai che lo stesse
solamente valutando, quando ero ingenua!
- Abbracciai forte James anche se ci
saremmo visti durante l’estate e diedi un bacio a Teddy e alla sua ragazza
anche se lui non la definiva tale, poi incrociai lo sguardo di Malfoy e lui mi
diede le spalle senza nemmeno un cenno di riconoscimento.
- Ribollii di rabbia.
- “Ma guarda quello..” sibilai ad Albus
che fece spallucce.
- “Cosa pretendi, Rose? Non fai che
insultarlo.” mi rispose.
- “Anche lui fa lo stesso! Il nostro è
odio reciproco.”
- “Sì, come no. Lo sai come la penso.”
Borbottò prima di beccarsi uno sguardo intimidatorio.
- “Sei così convinto che prima o poi
saremmo una coppia?” alzai un sopracciglio scettica.
- “Sì.. e so che avrete anche tanti
bambini con capelli rossi e occhi verdi.. o biondi dagli occhi celesti.”
- Rabbrividii disgustata non so se per il
rosso occhi verdi o per la visione di me e Malfoy insieme; avevo undici anni e
già solamente immaginarmici vicino mi faceva vomitare.
- “Tu sei strano” gli rispose sorridendo
e dandogli una pacca sulla spalla prima di vederlo salutare il suo amico con un
abbraccio che fece disgustare il padre di Malfoy e zio Harry che si voltarono
entrambi per non vedere.
- Mio padre borbottò, mamma sorrise.
- Io
rischiai di vomitare.
- Scorpius, dopo aver sorriso a mio
cugino, mi rivolse un cenno aristocratico, poi salutò Austin e Jane con la
mano.
- Abbassò la testa come un ragazzo di
classe e con cattiveria sibilò un “Ci si
vede Megera.”
- Assottigliai lo sguardo “Certamente
Nano. Vedi di crescere in questi tre mesi.”
- “E tu di mangiare qualche zucchero in
più:sei troppo acida. Anzi, no, sei già grassa di tuo e meglio se ti metti a
dieta,” poi mi diede le spalle e scomparve dalla vista.
- Aprii la bocca sconvolta: grassa io? Ma
se ero una Weasley? Era scientificamente provato che più mangiavo e più
dimagrivo!
- Feci scontrare i denti prima di
sfiorarmi il ventre piatto dei miei trentasei chili che per i miei
centotrentanove centimetri erano più che pochi, poi mi passai una mano tra i
crespi capelli ricci.
- Sbuffai.
- “Chi è quello Rosie?” mi chiese mio
fratello con un sibilo.
- “Un nano, non vedi?”
- “E’ un tuo amico? Il tuo fidanzatino?”
- Sbarrai nuovamente gli occhi prima di
ridere istericamente: ma cosa diamine avevano in mente tutti quanti? Prima Al,
poi Hugo.. ci mancava solo papà!
- Scossi la testa prima di guardare
l’orizzonte e il cielo chiaro della mia provvisoria casa, un po’ malinconica di
lasciare Hogwarts per tre mesi.
- Prima di mettere piede nella casa dei
miei nonni, la Tana, con mio fratello e i miei cugini alle calcagna un pensiero
andò a quel letto a baldacchino caldo e
morbido che mi avrebbe aspettato tra tre mesi, a quelle punizioni che avrei
scontato e a quei battibecchi che ero sicura non sarebbero mancati.
- Sorrisi.
- Poi mangiai una fetta di torta di nonna Molly.