Lui tornerà. Me l'ha promesso.

Hermione sfogliava il libro che teneva tra le mani, senza prestargli realmente attenzione.

Troppi pensieri, troppe preoccupazioni riempivano la mente della ragazza per potersi concedere uno svago come la semplice lettura di un libro che lei amava.

Ogni minuto, si ritrovava a fissare l'enorme orologio appeso alla parete, con un sospiro pesante.

Quel tempo assassino sembrava non voler passare mai.
Era lento. E faceva male. Faceva male come i tagli con la carta. Come tante ferite aperte, che non volevano saperne nulla di rimarginarsi.

Hermione ormai, passava il suo tempo seduta sul divano. Le gambe strette al petto e gli occhi fissi sull'orologio. Quell'oggetto ormai era un incubo per lei. Una tortura.

A niente sono servite le parole di Ron.

Ha provato a farle capire che doveva andare avanti. Che doveva superare tutto questo. Che lui l'amava e che avrebbero potuto avere una vita insieme.
Ci ha provato davvero a farla rinsavire. Ma erano tutti tentativi falliti in partenza.

Lui tornerà da me. Me l'ha promesso.

E Hermione era davvero convinta di questo. Hermione era assolutamente certa che sarebbe tornato da lei.
Perché si fidava ciecamente di ogni cosa che lui le diceva. E se lui le aveva detto che sarebbe tornato . Allora l'avrebbe fatto.

Doveva solo aspettarlo. Come lei gli aveva promesso.

Fa quello che devi fare. Io ti aspetto.

Il tempo passava, e lui non era ancora tornato. Ma Hermione non voleva arrendersi.

Era convinta che semplicemente, lui avesse bisogno di più tempo per portare a termine i suoi compiti. Ci stava solo mettendo più tempo.

Però gli mancava. Gli mancava talmente tanto da non riuscire a respirare.
Gli mancava così tanto che da non riuscire più a vivere.

E i suoi amici, i suoi familiari, si sono resi conto di questo. Ma non potevano fare nulla, perché Hermione non voleva essere aiutata. Non ne aveva bisogno, diceva lei.

Tanto lui tornerà presto.

Raramente Hermione sembrava avere sprazzi di lucidità che la catapultavano nella realtà. Nella cruda realtà. E piangeva.

Piangeva lacrime di dolore, di disperazione. I singhiozzi le impedivano di prendere fiato. E lei voleva solo morire.

Ron le si avvicinava e la stringeva tra le sue braccia.

In quei momenti sperava che finalmente, la sua amata avesse accettato la verità. Sperava di riuscire a crearsi un futuro con lei.
Andrà bene Hermione. Andrà tutto bene.

Le accarezzava i capelli e lei si lasciava cullare. Per pochi minuti. Per poi rialzare il viso dal suo petto e ricadere a peso morto nel baratro in cui viveva da mesi ormai.

Certo che andrà bene. Lui tornerà.

Il tempo era passato per tutti. Tutti avevano aspettato. Tutti avevano sperato.

Ma col tempo, tutti avevano dovuto accettare quell'agghiacciante verità.

Lui non sarebbe tornato.

Con il dolore nel cuore, erano andati avanti, avevano portato avanti le loro vite. Anche se forse era inutile, ma dovevano farlo. Perché era giusto così.

Hermione invece, non era andata avanti. Non voleva farlo e probabilmente non l'avrebbe fatto mai.

Perché per lei era più facile in quel modo.

Così, per mesi e mesi ha continuato ad ignorare le parole di Ron. Non ascoltandolo neanche più. Ha continuato ad ignorare le voci che le dicevano che si comportava da sciocca.

Ha continuato ad ignorare quella busta nera che giaceva su quel tavolino. Quella busta che conteneva tutta la verità.

L'avrebbe ignorata ancora per molto.

Lui tornerà. Me l'ha promesso.