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Autore: Ariana_Silente    15/08/2011    1 recensioni
-L'innocenza non è sempre motivo di gioia. Succede che a volte si leghi inscindibilmente alla colpevolezza. -
Storia scritta di getto dopo la lettura dei primi capitoli del 'Prigioniero'.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Incubo Reale

 

Non credeva ai suoi occhi.
La realtà che ogni singolo nervo che gli scorreva in corpo gli trasmetteva doveva essere falsa.
Sbagliata.
Contorta.
O il suo cervello la interpretava in modo errato, uno dei due.
Non si era ripreso dalla vista della casa di James e Lily.
Non si era ancora ripreso dal fatto che Harry si fosse salvato, lui solo, solo Dio sapeva come. E stesse andando a vivere dagli unici Babbani che lo avrebbero detestato perché così aveva ordinato Silente... Che c'entrava poi Silente con Harry, non era mica lui il suo padrino, giusto?

 Il ragazzo dai lineamenti stravolti scosse la testa, i capelli corvini gli velarono gli occhi e lui godette per un attimo di quel buio clemente.
Della strada dove poc'anzi numerosi Babbani sfrecciavano affaccendati non era rimasto niente, a pochi metri da lui con un boato si era formato un cratere enorme e profondo da cui si elevava un olezzo nauseante, costellato orrendamente da numerosi corpi riversi in pose assurde o solo porzioni di essi.

Almeno una dozzina, come minimo.

 Lui* non c'era più.

 Solo quando prese coscienza di quel particolare, l'orrido puzzle che fino ad allora non aveva voluto mettere assieme si incastrò con perfida perfezione davanti ai suoi occhi stralunati.

 ...Questo weekend è venuto a trovarci. L'ho trovato un po' giù...
...La sua* casa era deserta e intatta...
...La casa dei Potter era distrutta e Harry orfano...

 

“Sirius Black!”

 Il ragazzo, sorpreso di sentire un suono diverso da urla e strepiti, sollevò lo sguardo attonito, la bacchetta inutilizzata lungo il fianco destro, penzolava come la mano libera e tremante.

 

“Sei in arresto per la strage che hai causato.” esclamò l'uomo che avanzava minaccioso verso di lui.

 Allora la realtà che aveva rifiutato gli piombò addosso, lo avvolse, gli penetrò nelle carni, nelle ossa, fino a perforare l'anima con la sua più brutale tragicità.
Comprese appieno tutte le relative conseguenze.
Alcune mani lo afferrarono, percepirono il tremore che percorreva ogni fibra del suo corpo, che era nulla in confronto all'uragano malefico che gli percuoteva l'anima.

Scoppiò a ridere, una risata lunga, tragica gli percorse tutta la spina dorsale, incrinando ogni singola vertebra, piegandola in avanti, era un latrato intenso e bestiale.
Non sentì che qualcuno lo trascinava via, lanciandosi occhiate preoccupate e inorridite.

 Ma nessuno sapeva.
Solo lui capiva l'effettiva tragicità di quella situazione, solo lui l'afferrava: colpevolezza e innocenza presero possesso della sua coscienza, ne diventarono i pilastri fondamentali, torturandolo.

Non smise di ridere – di latrare.









§ AS's space §

 

* vogliasi leggere: Codaliscia, ma non posso sopportare di scriverlo accanto a Sirius (<3)

Ps. le parti in corsivo sono i pensieri contorti di Sirius.

 

  
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