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Autore: Electra_Gaunt    15/08/2011    1 recensioni
[...]La camminata iniziale diventò una marcia, per poi passare ad una corsa frenetica.
Non impiegò molto tempo.
Non era mai servito molto tempo.[...]
7° CLASSIFICATA AL CONTEST "La Sorgente e...Lui" indetto da Eylis
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick dell’autore: Electra_Gaunt
Titolo: Waiting
Tipologia: one-shot
Lunghezza: 1.206 (secondo il contatore di Word^^)
Genere: Drammatico, Introspettivo
Avvertimenti: Nessuno
Rating: verde
Credits: Frase latina dell'autore Lucrezio
Note dell'autore: Il protagonista principale è un po' strano ma ho amato scrivere di Lui. Il titolo, un po' particolare, rappresenza l'attesa di Eliah cioè quel periodo temporale che trascorre lontano dal suo luogo incantato. E tutti sanno quanto attendere può essere deleterio.


 
Waiting
 

Cum summa loci sit infinita foris haec extra moenia mundi.

L'insieme dello spazio è infinito fuori dalle mura di questo mondo.

--Lucrezio

 


Il giorno era terminato prima che anch’egli se ne rendesse conto. Il Sole aveva lasciato il posto alla sorella Luna che, alta e fiera, dominava il cielo con orgoglio innato, rendendo l’atmosfera romantica e struggente. Si abbatteva con decisione sugli specchi e sui vetri delle finestre degli alti edifici che pullulavano la città, accompagnata da fasci di luce inaccessibili, lame taglienti che Lui non avrebbe potuto evitare per sempre. Facevano male, dentro, mentre dilaniavano l’unica parte ancora sana della tormentata anima che gli era rimasta.
Con passi calibrati s’allontanò dalla civiltà, addentrandosi nel fitto bosco. Le Stelle non erano presenti quella notte e di questo fu immensamente grato a Dio, poiché sapeva quanto la loro bellezza avrebbe danneggiato maggiormente il suo spirito. Ma non vi era scampo, non sarebbe riuscito a rifuggire al dolore per sempre.
Le gioie e i dispiaceri erano morti, sepolti nella terra di quell’anfratto di mondo precluso a tutti meno che a se stesso. Le domande vorticavano furiose nella mente, cercando di riassestarsi in senso logico, senza riuscirci adeguatamente.
Perché doveva farsi carico di tutta quella sofferenza?
Non avrebbe resistito ancora per molto.
Quale motivo aveva per lottare, nuovamente?
C’era stato un tempo, ormai sfuocato e sgranato come il tratto di una matita, in cui aveva creduto realmente ed aveva sperato, con tutto il cuore, nel compimento della felicità. Ma, allora, era tutto diverso. Prima c’era lei.
Serrò improvvisamente gli occhi davanti all’immagine del suo viso, ormai indelebile nella memoria. Troppo era il tempo passato senza la sua voce, il suo sorriso, la sua esclusiva presenza.
L’acqua scorreva limpida e tranquilla per il fiumiciattolo che gli fluiva accanto, incurante della sofferenza che destabilizzava la mente di Eliah. Il ragazzo ripercorse con lo sguardo le sponde del piccolo torrente di montagna, arrivando sino alla sorgente.
Sorrise tristemente, rammentando gli attimi d’infinita perfezione trascorsi con Selene, proprio lì.
Doveva andarsene ma allontanarsi da quel luogo sacro era paragonabile a una bestemmia detta in chiesa. Il vuoto, costantemente presente nel petto, si faceva un po’ più oscuro ad ogni passo che lo allontanavo dalla sorgente. In una qualche maniera, contorta forse ma veritiera per il suo cuore, andarsene da quel paradiso rappresentava quasi un distaccamento dalla ragazza. Perché lei era lì, viveva nell’aria ricca di ossigeno e nel movimento costante dell’acqua che scendeva dall’alto.
Esisteva, la sentiva, come miracolo caduto dal cielo.
Scosse furiosamente la testa, cosciente del fatto d’essersi nuovamente perso nella contemplazione del nulla. Pensava di aver superato tutto quello.
Eppure…
Intanto la notte splendeva della sua solita aura profonda, portando con sé una lieve e vibrante frescura. Il sole sarebbe risorto troppo presto, scacciando la sua nemesi e, contemporaneamente, augurandole il buongiorno.
E per Eliah sarebbe giunto il momento di tornare alla brutale e terribile realtà.
Per un secondo si chiese come sarebbe stato vivere fino all’ultimo istante accanto alei, circondato dalla straordinaria bellezza della natura e dalla sconvolgente pace che quel luogo, sperduto nella foresta, donava. Lasciò la domanda in sospeso, diviso tra la consapevolezza di sapere la risposta e la certezza di non poter esaudire quell’inarrivabile sogno.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Il giorno sembrava un susseguirsi infinito di parole e fatti, indistinguibili tra loro.
Ad Eliah non importava. Viveva le situazioni che gli si presentavano innanzi con aria assente, lo sguardo vacuo e perso a contemplare il nulla. Esisteva solo quel luogo incantato, nella sua mente, così perfetto e puro. Così irreale, distante ed inafferrabile.
Non v’era modo alcuno per far cessare il tormento; non v’era un rimedio che gli potesse lenire le ferite infette, temporaneamente. Eliah lo sapeva sin troppo bene. Perciò resisteva al supplizio poiché era certo che, nonostante tutto, senza di esso sarebbe caduto con maggior enfasi nell’oblio di oscurità che attorniava la sua anima e il suo cuore.

Tornò a casa tardi, quella sera, stanco e stravolto dalla dura rigidità che gli imponeva il suo lavoro. Era un’economista, giovane e bello, perfettamente posato e garbato nei modi. A volte si vergognava nel dire quale mestiere svolgesse: era così diverso, dentro, da quello che mostrava agli altri, fuori.
Purtroppo doveva guadagnarsi da mangiare, nonostante spesso si dimenticasse che lui era ancora vivo e respirava davvero.
Si tolse la giacca e la cravatta, come fossero la muta d’un serpente, e si accomodò sulla sedia accanto alla finestra che dava sul boschetto poco distante.
Non avrebbe potuto abitare lontano da lei, nonostante lei, ormai, non abitasse più accanto a lui.
Il clima, all’esterno, si era fatto più rigido, segno che l’inverno era alle porte. Quella sera, però, la volta celeste era combattuta, tra nuvole e tempesta. Quando incominciò a scorgere i lampi si rese conto che la pioggia aveva trionfato sul vento. Rimase a scrutare la potenza della natura per lunghissimo tempo, incantato nell’apprendere la sua instancabile forza distruttiva.
Le ore si susseguirono, una dietro l’altra, con calcolata puntualità, sino a quando il temporale non cessò di farsi sentire.Solo allora Eliah si alzò e si accinse a varcare la soglia della porta, leggermente assente come suo solito.
La notte era tornata tranquilla.
Appena si ritrovò nella piccola veranda riuscì a percepire la leggera umidità sulla pelle, data dalla pioggia di poco prima e il freddo, pungente come un aghi nella carne. Mosse i alcuni passi, prima lentamente poi con impazienza. Conosceva a memoria la strada da percorrere, la meta da raggiungere era relativamente vicina.
Tutto il giorno.
Era stato lontano da quella sorgente, tutto il giorno.
Troppo distante da quella fonte che, spesso, era stata causa di agonia e dolore, dovuto ai ricordi di momenti perduti che s’affacciavano alla mente e che, soprattutto, si ambientavano lì.
La camminata iniziale diventò una marcia, per poi passare ad una corsa frenetica. Non impiegò molto tempo.
Non era mai servito molto tempo.
Gli alberi, accompagnati dai loro rami, s’intrecciavano con il sottobosco per poi innalzarsi verso il cielo, rudemente. La natura gli era sempre apparsa come una potenza divina ed intoccabile, splendida nella sua semplicità ed altrettanto ribelle in sporadici momenti. Non era dissimile dalla concezione che in quel preciso momento aveva di Selene: non v’era luce, ma lui la vedeva perfettamente.
La tomba era lì, poco distante da sé, bianca e pura.
La giovane riposava tranquillamente ed Eliah riusciva quasi a sentirne il respiro calmo e soave..

La magia della Notte profonda si posò sui suoi figli, con dolcezza e amore. Le foglie smisero di muoversi ed i gufi si zittirono. Era finalmente giunto il momento dedicato a Morfeo. Il Sacro Sonno scese lieve dai cieli, avvolgendo tutto il sottobosco. Eliah s’addormentò cautamente tra l’erba ed il terriccio, avvolto dal rumore dell’acqua della Sorgente.
Riposò affianco alla sua amata sino all’alba, sognando d’una vita inconsistente come l’aria e preda di unsentimento inatteso: era simile alla gioia ma paurosamente affine alla tristezza. Al dolore. Sarebbe stato difficile vivere senza di lei, annientato dal rammarico di non aver potuto fare niente per salvarle la vita.
Salvarla da se stessa.

Ed intanto un altro giorno era trascorso, inesorabilmente.

Fine


Note dell'autrice:
Questa storia si è posizionata settima al contest indetto da Eylis, sul forum di EFP, "La Sorgente e...Lui". Di seguito riporto i link degli Original Concorsi e del forum relativo, in caso vi interessasse partecipare a questi fantastici contest. Credo che, però, ormai, siano molto conosciuti^^
Fateci un salto, in caso non ne foste a conoscenza.


ORIGINAL CONCORSI: http://originalconcorso.altervista.org/
FORUM ORIGINAL CONCORSI: http://originalconcorsi.forumfree.it/

Riporto di seguito la valutazione finale che Eylis ha scritto. Grazie mille, davvero^^


Settima Classificata

Electra_Gaunt - Waiting

Grammatica, sintassi, ortografia e lessico: 8 / 10
Ci sono alcuni errori sparsi di diverso tipo, una rilettura potrebbe servire. La storia è comunque scritta piuttosto bene, anche se a volte è difficile non fare confusione fra i vari elementi disposti che a tratti tendono a sovrapporsi (es. ad un certo punto non capivo più se Selene fosse una ragazza, la Sorgente stessa o la Luna, e ho dovuto rileggere il racconto)

Sviluppo della trama: 9,5 / 10
Nonostante descriva un momento piuttosto breve la trama è comunque ben cadenzata, ritmata, come se fosse un respiro che va e viene. Hai dato una buona attenzione ad ogni passaggio permettendo al lettore di immergersi nel racconto

Caratterizzazione dei personaggi: 8 / 10
Come detto sopra, se Lui è molto ben caratterizzato Lei lo è un po’ meno, e a volte non si riesce esattamente a capire come (o cosa) sia. Alla fine inoltre viene dato un indizio che forse andrebbe approfondito (“salvarla da se stessa”: si è fatta del male? Perché?)

Espressività: 10 / 10
Ho trovato il racconto molto espressivo, ben ritmato e con una buona introspezione, comunque mai pesante o ripetitiva. Buon lavoro!

Originalità: 7,5 / 10
Non ho trovato la storia particolarmente originale, ma è comunque interessante e coinvolgente

Attinenza al tema e ai parametri posti: 10 / 10
Temi e parametri ben rispettati

Valutazione finale: 53 / 60
Trovo che l’unica “pecca” di questa storia sia che non è di facilissima comprensione nell’immediato, bisogna ritornarci e prestarvi una buona attenzione. Questo però potrebbe anche essere un effetto ricercato, perché costringe il lettore ad immergersi in quella introspettività tanto presente nel testo




Saluti

  
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