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Autore: u n b r o k e n    16/08/2011    2 recensioni
Delilah è una ragazza bellissima ma con un oscuro passato alle spalle che tutti tentano di scoprire non appena arriva a Los angeles. Kimberly è sua cugina,dolce simpatica e sempre gentile innamorata del suo migliore amico Nicholas che sfortuntamente per lei è gia fidanzato. Nick e britney formano una bella coppia,se non fosse che lui è decisamente troppo umano per una tipa come lei. Intanto Kevin è stanco di lavorare in una concessionaria di auto con suo padre e cerca qualcosa di più dalla vita,e trova la felicità nella sua fidanzata danielle.Joe frequenta l'università solo per poter andare via di casa ed avere indipendenza ma è completamente rapito dall'alone di mistero che avvolge delilah. che cosa succederà quando la vita di questi sei ragazzi si intreccia?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti :3 sono manuela e carla che vi parlanoo u_u volevamo ringraziare tutti i recensori ovvero stylesapproves oh siamo contenti di essere la tua prima recensione then *-* haha e per quanto riguarda il macello di cui parli,dovrai avere pazienza ma non ti deluderemo u.u Fooshly grazie grazie grazie :3 vedrai non ti deluderemo e ci metterai nelle preferite! haha Onlysunshine siamo contente che ti piaccia e speriamo apprezzi anche questo :D questo capitolo è stato scritto dal punto di vista di Kimberly che è una delle protagoniste della fanfic,piano piano le conocerete tutte (: grazie a chi ha messo la ff nelle preferite/seguite/ricordate ci fate taaanto felici *-* e sopratutto non risparmiatevi dal recensire se leggete please çç ci date lo stimolo per andare avanti grazia e tutti speriamo vi piaccia,questo capitolo lo abbiamo sempre scritto in collaborazione <3 ps dal prossimo capitolo entrano i fratelli,don't worry! haha


Kimberly;
 
«Buongiorno!» Irruppi nella cucina e vidi mia madre alle prese con i fornelli e sorrisi vedendo quanto si dava da fare. Mia madre era senz'altro una donna meravigliosa ma c'era una cosa che non le veniva affatto bene: cucinare. E tutte le volte che la vedevo maneggiare pentole sorridevo intenerita sapendo che io ero il motivo principale per cui lei lavorava con tanto impegno. Mi aveva tirata su tutta da sola. Senza l'aiuto di nessuno, senza la minima presenza di un uomo. Eppure ero venuta su bene, di certo non mi serviva altro per essere felice. O forse questo era quello di cui tentavo di convincermi da anni.
Mentirei se dicessi che la totale assenza di un padre nella mia vita mi ha sempre lasciato indifferente, ma alla fine se oggi mi guardo allo specchio mi piace la persona che sono diventata e sono fiera di me e di mia madre. Non mi ricordo neanche di lui, mio padre è come una presenza astratta nella mia vita di cui non mi piace parlare o sentire parlare.
«Buongiorno amore, sto tentando di cucinare qualcosa di commestibile» disse mia madre con una smorfia divertita.
«Mamma senza offesa ma, non pensi che faremmo più bella figura con Delilah se fossi passata in rosticceria stamattina?» Alzai un sopracciglio con aria interrogativa per poi ridere leggermente notando la sua espressione che disapprovava ciò che dicevo. «Okay non importa, non vedo l'ora di vederla!» salterellai allegramente dietro il tavolo e mi sedetti su uno sgabello prendendo una mela dal cesto al centro del tavolo.
«Lo so, ne parli da settimane» disse mia madre sorridendo appena senza guardarmi.
Già, ero eccitata all'idea di rivedere mia cugina Delilah che non vedevo da circa una decina di anni. L'ultima volta che l'avevo vista avevamo entrambe sette o otto anni e non avevo idea di come era diventata. Non avevo idea di cosa avesse fatto in tutto questo tempo,ma le volevo bene. In fondo era una di famiglia.
«Però è un grande gesto di maturità quello di decidere di venire a Los Angeles anticipatamente per ambientarsi» dissi annuendo. In fondo la ammiravo, io non avrei mai lasciato la mia vita e il mio mondo così da un momento all'altro. E lei lo faceva perché tra un anno avrebbe dovuto iscriversi alla UCLA e voleva ambientarsi a Los Angeles prima dell'Università. Questa era quello che mia mamma mi disse. Non sarei mai riuscita a lasciare i miei migliori amici e la mia vita un anno prima per ambientarmi meglio nella nuova città, anzi a dire il vero non ero neanche sicura di essere capace di abbandonare Los Angeles per l’Università. Non ci avevo pensato molto, ma adesso che l’ultimo anno stava per cominciare dovevo seriamente prendere delle decisioni, e mi aveva lasciata spiazzata e anche un po’ sconsolata venire a sapere che mia cugina aveva già scelto l’Università e non solo, stava trasferendosi un anno prima in città.
«E’ una ragazza dalle idee chiare» disse mia madre con un cenno della testa, senza distogliere lo sguardo dai fornelli.
«Io non ce l’avrei mai fatta» commentai, e vidi mia madre scrollare le spalle con un sospiro sconsolato, come se fosse totalmente persa in altri pensieri. Poi scosse la testa e sembrò tornare alla realtà.
«Siete due persone diverse» si limitò a dire seria facendo di nuovo spallucce. Mia madre sapeva che non mi andava molto di parlare di Università, perché era un argomento che un po’ mi spaventava. Non ero sicura di voler andare alla UCLA, ma allo stesso tempo non riuscivo a sopportare di lasciare Los Angeles. Di lasciare mia madre, e tutti i miei amici. Come avrei fatto senza? «Comunque, cos’hai intenzione di fare oggi?» mia madre mi distrasse dai miei pensieri, e mi resi conto che stavo fissando il vuoto. Scossi la testa e diedi un morso alla mia mela, guardando mia madre e cercando di fare mente locale.
Delilah aveva detto che sarebbe arrivata intorno alle dieci del mattino. «Sono le nove e mezza» annunciai facendo scorrere il mio sguardo sull’orologio appeso alla parete della cucina. «Vorrei passare da Nick, non lo vedo da un po’. E’ un problema se porto Delilah con me?» annunciai pensierosa prendendo un altro morso della mia mela.
«Certo che no. Anzi è meglio, così comincia da subito a farsi nuovi amici. Ed è brava gente» la guardai per un attimo un po’ perplessa: certo che era brava gente, probabilmente in città non esisteva famiglia migliore della famiglia Jonas. E in ogni caso non riuscivo ad immaginare perché mai Delilah avrebbe dovuto frequentare cattiva gente. Finii di mangiare la mia mela in silenzio e mi diressi verso il bagno per fare una doccia veloce, e nello stesso momento in cui finii di vestirmi udii suonare alla porta: in quell’istante avvertii un clangore di padelle provenire dalla cucina, e mia madre imprecare apertamente.
«Apro io!» Risi divertita immaginandomi la scena e mi diressi alla porta per poi aprirla più in fretta che potevo.
Per un momento rimasi immobile a fissarla, sull’uscio della porta. La ragazza che mi trovavo davanti non sembrava per niente la Delilah che ricordavo dalle mie memorie d’infanzia: eppure i tratti somatici erano uguali, gli stessi capelli scuri e morbidi, la stessa pelle liscia e perfetta, gli stessi occhi. Distolsi immediatamente lo sguardo da quei due specchi ghiacciati che un po’ mi davano i brividi e mi fissavano di rimando, impassibili. Di diverso c’era sicuramente qualcos’altro, e non mi ci volle molto per accorgermi che si trattava del sorriso: nella mia mente avevo una Delilah piccola e spensierata, con una risata melodiosa ed un sorriso perennemente dipinto sul volto. Questa Delilah non sorrideva, e sulle sue labbra non c’era neanche un minimo accenno ad una qualsiasi smorfia: gli angoli di esse erano semplicemente rivolti verso il basso mentre i suoi occhi da brivido mi squadravano dall’alto verso il basso, senza una particolare espressione. Dopo qualche secondo mi resi conto che quella situazione era a dir poco imbarazzante e strana, perciò mi avvicinai a lei e l’abbracciai calorosamente.
«Sono così contenta di vederti!» dissi sorridendo, ma la sua reazione non fu quella che mi aspettavo, per niente. Non ricambiò l’abbraccio, ma non mi spinse via nemmeno: rimase impassibile alla mia stretta, senza dire o fare nulla, e a quel punto mi tirai indietro guardandola. La sua espressione non era mutata di una virgola. Evidentemente le cose non sarebbero andate come mi aspettavo.
«Ti faccio vedere la tua camera» dissi un po' confusa facendole spazio per entrare. Era come se non conoscessi affatto la ragazza che avevo davanti. 
E da un lato ci poteva anche stare perchè l'ultima volta che l'avevo vista l'unica passione che ci accomunava era quella per le barbie,però era cambiato qualcosa in lei. 
Nei suoi occhi ghiacciati quasi trasparenti si celava qualcosa che mi metteva i brividi,e ogni traccia di innocenza era completamente svanita.
Lei non disse nulla ed entrò nella casa con un sospiro scrutando l'ingresso. Quando fummo nella sua stanza aprii la porta confidando nel fatto che apprezzasse il luogo in cui avrebbe trascorso tanto tempo per il resto dell'anno. L'avevo arredata io stessa non appena avevo saputo che sarebbe venuta a vivere da noi e mi ero divertita da pazzi a farlo. «Ecco qui!» Annunciai aprendo la porta,lei guardò dentro alla stanza qualche secondo e poi si decise ad entrare. 
«Lì c'è l'armadio,quello è il tuo portatile e...» Mi bloccai confusa dalle mie stesse parole. Sapeva i nomi degli oggetti,perchè glie li stavo dicendo? evidentemente volevo parlare e trovare qualche appiglio per iniziare una conversazione ma lei non sembrava euforica. Sembrava un corpo senz'anima in realtà,il modo in cui si muoveva,e tra l'altro non avevo neanche sentito la sua voce ancora.
«Vado da un'amico più tardi,vuoi venire con me?» Chiesi sorridente nella speranza di sentirle pronunciare qualche parola.
La osservai posare la valigia sul letto facendo spallucce «Va bene.» disse aprendo quest'ultima. Qualcosa nella sua voce,come nei suoi occhi era completamente cambiata. «Allora ti...lascio riposare. a dopo» Le sorrisi ed uscii dalla sua stanza per poi entrare nella mia camera e buttarmi sul letto,pensando.
Magari le mancava gia San Francisco. Magari si era trasferita lasciando situazione in sospeso con i suoi amici...sicuramente questo comportamento non dipendeva da me. o almeno lo speravo vivamente.

 
ed ecco la nostra bellissima kimberly (: 
   
 
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