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Autore: Marauders    08/04/2006    15 recensioni
Dalla finestra lasciata aperta, un piccolo gufo tutto spelacchiato fece irruzione nella stanza e si catapultò tra le braccia di Lily. “E questo da dove salta fuori?” chiese la signora Evans. “È la gufetta di James” spiegò Lily srotolando dalla zampa dell’uccellino la lettera che portava. Lesse la lettera del ragazzo tutto d’un fiato, “Mi invita a casa sua” disse infine alla madre, “Per tutto il weekend, ha detto che mi viene a pendere domani mattina.” “Vorrà farti conoscere i suoi genitori” fece la donna, “Visto che vi state per sposare.” Oh cielo, ecco una cosa alla quale non aveva pensato…l’incontro con i suoceri! Ecco a voi il seguito di "Ti presento i miei!" che avete chiesto! Prongs
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lily Evans era distesa sul letto di camera sua, passava di tanto in tanto la mano destra sulla pancia ancora non molto evidente, come per assicurasi che il bambino fosse sempre li dentro.

Sorrise al pensiero. La giornata era stata piuttosto frenetica, il suo ragazzo presentato ai suoi, discussioni con la sorella, lui che le chiede di sposarlo.

Sorrise di nuovo, James se n’era andato pochi minuti prima e sembrava decisamente felice, non solo di diventare pesto marito, ma anche padre.

La porta della stanza si aprì e spuntò la signora Evans con in mano una tazza di cioccolata per la figlia, “Lily, posso?” chiese prima di entrare.

La ragazza si mise a sedere, togliendo meccanicamente la mano per non destare sospetti, “Certo” le rispose e le fece segno di accomodarsi accanto a lei.

“Tieni” le disse porgendo la tazza, “Ho pensato che ti facesse piacere.”

“Grazie” fece Lily e cominciò lentamente a sorbire la bevanda.

“Mi dispiace per quello che è successo oggi” disse ad un tratto la madre, Lily alzò gli occhi su di lei.

“Non è stata colpa tua” le disse, “Anzi, proprio tu non c’entri niente, ci trovavamo bene fino a che…bhe, lo sai fino a cosa.”

“Non avercela con tua sorella” disse la signora Evans, “Lo sai com’è fatta.”

“Lo so” rispose la figlia posando la tazza sul comodino ancora piena per metà, “Ma, infondo, non è riuscita a rovinare tutto” gli occhi le brillarono, sorrise.

“Allora James te lo ha chiesto veramente!” esclamò la madre, sorrise a sua volta e abbracciò la ragazza, “Gli hai detto di si, vero?”

“Ci mancherebbe” rispose lei.

“Sono felice per te, bambina” le disse poi, “E credo che la notizia farà piacere anche a papà.”

Dalla finestra lasciata aperta, un piccolo gufo tutto spelacchiato fece irruzione nella stanza e si catapultò tra le braccia di Lily.

“E questo da dove salta fuori?” chiese la signora Evans.

“È la gufetta di James” spiegò Lily srotolando dalla zampa dell’uccellino la lettera che portava, “Liev….che nome stupito.”

“Tesoro” disse la madre ridendo, “Guarda che sono le iniziali del tuo nome. Li-ev…Lily Evans!”

La ragazza arrossì, “Non ci avevo mai fatto caso.”

Lesse la lettera del ragazzo tutto d’un fiato, “Mi invita a casa sua” disse infine alla madre, “Per tutto il weekend, ha detto che mi viene a pendere domani mattina.”

“Vorrà farti conoscere i suoi genitori” fece la donna, “Visto che vi state per sposare.”

Oh cielo, ecco una cosa alla quale non aveva pensato…l’incontro con i suoceri!

“Vuoi che ti dia una mano con la borsa?” chiese la signora Evans alzandosi per prendere il necessario.

“Si, grazie” rispose Lily, scrisse poche righe per James su di un pezzetto di pergamena e lo affidò alle ali del gufo.

Improvvisamente ebbe un conato di vomito, portò una mano alla bocca e, prima che la madre potesse fare alcunché, scappò in bagno.

“Tesoro, tutto a posto?” le chiese una volta tornata.

“C’è una cosa che devo dirti, mamma” rispose Lily mettendosi a sedere sul letto.

La madre sorrise, “Non c’è bisogno che tu dica niente” fece, “L’avevo già capito, certo…aspettavo che tu fossi pronta a dirmelo però…sono contenta di diventare nonna.”l’abbracciò di nuovo, “Quante emozioni per una sola giornata!”

 

L’indomani mattina, Lily era pronta per la partenza, era seduta in salotto, la borsa accanto a lei, mancava solo che James venisse a prenderla.

Pochi minuti dopo, il campanello suonò e la signora Evans andò ad aprire.

“Pronta?” chiese James raggiungendo la sua ragazza, lei annuì, “Allora possiamo andare, dammi la mano e ci smaterializziamo insieme.”

“Mi raccomando” fece la donna quando fu il momento dei saluti, “A tutti e due!”

“Non si preoccupi, signora Evans” rispose James con la sua solita faccia tosta, “Lily è al sicuro con me.”

“Ci vediamo fra due giorni” disse Lily, “Ciao mamma.”

E con un pop, i due ragazzi sparirono da davanti i suoi occhi.

 

“Benvenuta a casa Potter” fece James una volta che furono arrivati.

Gli occhioni verdi di Lily si spalancarono per lo stupore, casa Potter era una enorme villa circondata da un giardino altrettanto grande.

“È meravigliosa” disse.

“Sono contento che ti piaccia” rispose James dandole un bacio sulla guancia.

Si avviarono verso l’ingresso principale, “Mia madre ha pensato di approfittare della bella giornata per mangiare in veranda, non è come in giardino, ma per gennaio non si può avere di meglio, per te va bene?”

“Benissimo” rispose Lily, in quella giornata tutto sarebbe andato bene.

“E tu che mi dici, piccolo Potter?” fece James fermandosi davanti Lily per poter parlare col pancione che ancora non c’era, “Anche per te va bene?”

“Anche per lui o lei va bene” disse la ragazza ridendo.

James bussò alla porta di casa sua e per poco non gli venne un colpo quando ad aprire fu…

“Sirius!” esclamò, “Che ci fai qui?!”

“Come che ci faccio qui?” rispose Sirius Black, “Oggi è sabato, no? Di solito il sabato sono a pranzo da voi, non ricordi?”

“Che sabato è oggi?” chiese James incrociando le braccia al petto.

“Ehm…” fece Sirius, “Sabato 22…oh porca miseria!” esclamò, “Me lo sono dimenticato! Oggi doveva venire…ciao Lily.”

“Ciao Sirius” rispose lei sorridendo.

“Volete rispedirmi a casa mia?” chiese Felpato con voce lamentevole, “Solo, soletto? Come un cane bastonato? Con la coda fra le gambe?”

“E va bene, resta” fece James, “Ma solo perché sei il mio migliore amico.”

“Sono arrivati?” disse una voce dalla cucina, pochi secondi dopo apparve la signora Potter, una donna non molto alta, tanto che suo figlio la superava di una buona spanna, dai lunghi capelli neri e lo stesso taglio di occhi di James, però azzurri. Sorrise agli ospiti asciugandosi le mani sul grembiule da cucina che portava.

“Jamie, tesoro” disse scoccandogli un bacio in guancia, “E questa deve essere Lily.” strinse cordialmente la mano alla ragazza, “Finalmente ci conosciamo, sono anni che sentiamo parlare di te.  Questo malandrino poteva anche pensarci un po’ prima!”

“Mamma…”mormorò James e si portò una mano ai capelli, ma Lily, abbastanza allenata, con un colpo fulmineo gliela fece abbassare.

“Dei del cielo” esclamò la signora, “Meno male che qualcuno glielo sta facendo passare questo maledetto vizio!”

Sirius scoppiò a ridere.

“Dunque” fece poi la signora Potter, “James, accompagna Lily nella camera che le abbiamo assegnato. Tu, Sirius, in cucina con me.”

“Cosa?” esclamò quest’ultimo smettendo di ridere, “Non vorrà farmi cucinare?!”

“Solo un pochino!”      

“Ma…ma…”protestò il ragazzo, “Io sono un ospite!”

“Tu hai smesso di essere ospite da almeno cinque anni. Fila!”

Sirius abbassò il capo e si diresse in cucina seguito da una ridente signora Potter.

 

“È tosta mia madre, non ti pare?” chiese James accompagnando Lily in giro per la casa.

“Diciamo pure che hai preso da lei”  rispose la ragazza, si fermò di fronte ad una vetrinetta con diversi cimeli di famiglia e fotografie, “È tuo padre?” chiese indicando la foto di un uomo con in braccio un bimbetto di pochi anni.

“Proprio lui” disse James, “E quello piccolo e tenero sono io.”

La ragazza sorrise, James e suo padre sembravano due gocce d’acqua, stessa espressione, stesso fascino, stesso…”Giocava a Quidditch?” stava osservando una targa che riportava il signor Potter come cercatore della squadra dei Grifondoro.

“Ai tempi della scuola” spiegò il ragazzo, “Come me, d’altronde.”

“Sarà un vizio di famiglia”disse Lily scrollando le spalle.

“Sentito Potterino?” disse James parlando di nuovo col bambino, “Anche tu devi diventare cercatore di Grifondoro, mi raccomando!”

 

Una decina di minuti più tardi si trovavano tutti e quattro in cucina. Benché si potessero permettere ben più di un elfo domestico, la signora Potter era totalmente contraria a quel genere di cose, preferiva fare tutto con le sue mani o, nel caso del cucinare, con la sua bacchetta.

Anche Sirius e James, sfoderate le bacchette e messi i grembiuli, facevano del loro meglio, o del loro peggio, per dare una mano.

“Perché Lily può stare seduta a non fare niente?” protestò Sirius scrollandosi di dosso la farina che l’amico gli aveva tirato.

“Perché lei è l’ospite” rispose semplicemente la signora Potter, “E voi siete due scansafatiche.”

“Sicura che non ha bisogno di aiuto?” chiese Lily non sopportando l’idea doversene stare con le mani in mano, “Se vuole posso apparecchiare.”

“No, cara” disse la signora, “Te ne stai lì seduta buona, buona” sorrise.

Dopo la farina, fu il turno dei pomodori di essere lanciati.

“Ma insomma!” esclamò la madre di James cercando di fare la persona seria, “Mi state imbrattando tutta la cucina!”

“Questo è il nostro modo di cucinare!” spiegò Sirius scrollando le spalle, un bel ovetto lo raggiunse in pieno viso.

“James!” esclamò stavolta la donna.

“Scusa” disse il ragazzo ridendo, “Mi è scappato!”

Bastò un colpo di bacchetta per cancellare tutto il macello combinato.

“Sai cucinare, Lily?” chiese la signora alla futura nuora mentre controllava le varie pietanze che si cocevano nelle tante padelle.

“Non con la magia” rispose la ragazza, “Ma nel modo dei babbani me la cavo.”

“Tua madre non ti ha insegnato le magie domestiche?”

“Mia madre non è una strega” disse Lily, sperando che la signora non avesse pregiudizi nei confronti dei mezzosangue, ma conoscendo James si sentiva abbastanza sicura, difatti l’altra sorrise, “Allora ci penserò io! Ho sempre desiderato una figlia alla quale insegnare qualche trucchetto…e invece guarda cosa mi è capitato” con un mestolo indicò il figlio che stava combattendo una battaglia a colpi di forchette con il suo migliore amico.

 

Poco dopo si sedettero a tavola, nella veranda che dava sul giardino nel retro della casa.

“Speriamo che il nipotino non mi faccia penare quanto il padre” disse la signora Potter dopo aver augurato buon appetito e servito da mangiare.

James che malauguratamente stava bevendo un sorso d’acqua, nel tentativo di non strozzarsi sputò tutto, “Che hai detto?!” chiese esterrefatto.

“Sei al terzo o al quarto mese, cara?” chiese la donna alla ragazza.

“Io…al terzo, ma come fa a saperlo?” Lily era confusa, cercò in James una risposta ma, dal suo sguardo capì che non era stato lui a riferirle la notizia.

“Eh, eh” rise la signora, “Ho l’occhio magico” e le fece l’occhiolino.

“Su questo non c’è dubbio, mamma” disse James ricomponendosi,  “Ma mai quanto uno dei miei professori all’accademia Auror. Quello riesce a vedere dietro la testa…attraverso i vestiti…”

“Attraverso i vestiti?” chiese Sirius, “Uhm…può farmi comodo, puoi chiedergli di prestarmelo?”

Uno scalpellotto arrivò lesto dalla padrona di casa.

Lily rise, era strano il modo in cui si comportava la signora Potter nei confronti di Sirius, non faceva alcuna disparita con James, era come se fosse veramente figlio suo.

D’altronde Ramoso e Felpato non le erano mai apparsi come due amici stupidi, bensì come due fratelli stupidi.

“Avete già deciso che nome dargli?” chiese poi la signora.

“Veramente no” rispose James dando un’occhiata a Lily, “Io l’ho saputo solo ieri.”

“E poi non sappiamo se è maschio o femmina” continuò la ragazza.

“È maschio, è maschio” disse la donna, “Fidatevi.”

 “Chi è maschio?” chiese Sirius che, non avendo seguito il discorso, non aveva capito un accidente, “Il nome per cosa?”

“Sir” disse l’amico, “Lily è incinta”

Lo sguardo del ragazzo si posò su di lei e poi su James, “Incinta? E di chi?” poi realizzò, “Divento zio!” esclamò e per poco non cadde dalla sedia.    

 

Nel tardo pomeriggio, dopo che Sirius ebbe levato le tende per tornare finalmente a casa sua, James e Lily erano soli in salotto, accoccolati l’uno contro l’altra sul tappeto di fronte il caminetto acceso.

“Tua madre è grandiosa” disse Lily, “Spero di averle fatto una buona impressione.”

“Quella già ti adora” rispose James dandole un bacio tra i folti capelli rossi, “Te l’ha detto, sei la figlia che non ha avuto.”

La ragazza sorrise e si passò una mano sul ventre, “Come lo chiamiamo?” chiese poi, alzando lo sguardo per incontrare gli occhi nocciola di James.

“Come preferisci” rispose lui, “Per me sarà ‘il mio piccolo cercatore di Grifondoro ’.”

“Troppo lungo” disse Lily sorridendo e scuotendo la testa, “Ritenta, sarai più fortunato.”

“Apparte lo scherzo” fece James prendendo il volto della ragazza tra le mani, “Io vorrei solo una cosa…che avesse i tuoi occhi.”

Il campanello di casa Potter suonò, ma nessuno dei due ragazzi ci fece caso e toccò alla signora andare ad aprire.

“Harry, finalmente” disse abbracciando il marito, “Temevo che non ce l’avresti fatta a tornare per il weekend.”

“E dovevo perdermi la mia futura nuora?” il signor Potter si slacciò il mantello e lo appese su di un gancio. James era decisamente uguale a lui, stessi capelli, stessi occhi, stessi occhiali…solo il carattere cambiava, quello il ragazzo lo aveva ereditato dalla madre.

“Dov’è? Dov’è?” chiese ansioso di incontrare Lily.

“Sono di là in salotto.” disse la moglie precedendolo, “Vedrai, ti piacerà, è adorabile.”

 Arrivati a destinazione, i coniugi Potter si fermarono sulla soglia della stanza per non disturbare i due ragazzi.

“Guarda” disse lei poggiando la testa sulla spalla del marito, “Non sono adorabili?”

Lily e James non si erano accorti della loro presenza.

“Proprio” disse il signor Potter passandole un braccio attorno le spalle, “Spero che siano felici insieme.”

“Lo saranno” rispose la signora, “E non immagini neppure la bella sorpresa che hanno in serbo!”

 

Fine

 

 

  
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