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Autore: Kokato    16/08/2011    4 recensioni
PRIMA CLASSIFICATA AL "DETECTIVE CONAN FLASHFICTION CONTEST" DI ROE RORY HATTORI!
Partecipante al "The One Hundred Prompt Project".
“Tocca le cose, saggiale con le dita, trova tracce che gli occhi non trovano… la tua colazione è la verità, la verità su di me. Se la trovi, sarò sincero con te”.
Heiji x Shinichi
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Heiji Hattori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The One Hundred Prompt Project

Prompt 13. Tatto

 

Prima classificata (su 3) al “Detective Conan flash fiction contest” di Roe_Rory Hattori.

Buona lettura ^^

 

 

“Dai, ce la puoi fare”.

Heiji sbuffò, dimenandosi inutilmente come se fosse stato legato.

All’inizio gli era sembrato divertente, ma ora cominciava a sentirsi preso in giro. Aveva sentito una benda stringersi sugli occhi, Shinichi era già seduto sulla poltrona sorridendo. Non rideva, sedeva solo guardandoti dall’alto, sembrando un conte o un duca con la puzza sotto il naso. “Il punto è che non ce la voglio fare, dannazione. Toglimi la benda, voglio solo un caffè”.

Si dimenò nel letto, con la sua passione di uomo del sud che tanto rendeva tronfio il suo convivente. “Toglitela da solo, ma se lo farai avrò vinto io”. Come volevasi dimostrare.

Sospirò alzandosi, ancora senza maglietta. La sfida era chiara: chi trova il cibo mangia, chi non lo trova se ne può anche tornare a dormire… se riesce a trovare il letto. Come sempre doveva affidarsi ai sensi che gli veniva concesso di usare, e a giudicare dalla molletta sul naso e dal silenzio doveva brillantemente concludere che avrebbe dovuto contare sul tatto. Shinichi trovava così divertente vederlo barcollare come un ubriaco? Quella domanda meritava un’indagine a parte, ed il suo orgoglio aveva vinto.

Per prima cosa saggiò il suo equilibrio, dirigendosi poi verso la porta, sentendo l’alito di Shinichi sul suo collo, vibrante di una risata lieve ed irritante. “Perché mi devi sempre mettere alla prova?”.

Shinichi aveva le sue teorie, i suoi momenti in cui girava in tondo nella stanza decantando presunte leggi inoppugnabili dell’investigazione. Oppure lo svegliava nel cuore della notte perché fulminato dalla soluzione di un caso, ma ad Heiji piaceva così. Vedeva una certa passione, così simile alla sua, che lo coinvolgeva.

“Tocca le cose, saggiale con le dita, trova tracce che gli occhi non trovano… la tua colazione è la verità, la verità su di me. Se la trovi, sarò sincero con te”.

“Perché, di solito non lo sei?”. Il suo fiato sul collo era insistente. Tre passi, e seppe di essere in cucina, il luogo più scontato. Toccò il cesto della frutta vuoto, la superficie metallica del piano cottura, il pavimento umido del latte caduto la sera prima. Toccò il tavolo di legno spesso, avvertendo solchi che non aveva mai notato con la vista, quelli che sembravano fori di pistola, ma che in realtà erano solo causati dalla stupida abitudine di Shinichi di torturarlo usando la penna come una specie di trivella. Toccò il pavimento, di nuovo, sentendo il latte raggrumarsi. Bisognava pulirlo, disse con urgenza.

Il fiato di Shinichi sul suo collo non c’era più. “Cosa c’è, ora ti ritiri? Scommetto che non c’è nessuna colazione”. Non rispose nessuno, non disse niente per rinnovare la sua stupida sfida mattutina. “Ehi, dove sei finito?”. Il latte scorse sulle sue dita, gocciolando, sentì Shinichi respirare lentamente, ridere di una risata ansimata.

Il lenzuolo scorse giù dai suoi occhi.

“Mi hanno trovato”.

Il latte era rosso, i fori nel tavolo erano troppo profondi.

Spalancò gli occhi sul soffitto nero, allungando la mano sulla parte vuota del letto.

(500 parole)

   
 
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