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Autore: pervertedsquirrel     17/08/2011    0 recensioni
Hermione è la perla più importante tra i mangiamorte di Voldemort, allevata per attuare il suo più grande piano. Ma quando il Signore Oscuro le assegna la sua più grande missione, essere amica col nemico giurato, Harry Potter, la ragazza non prevederà di innamorarsi perdutamente di lui. Tradotta dalla stupenda fanfic di perverted-squirrel. Traduttrice Giu1212hilary
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Non senza te

La stanza sarebbe rimasta in silenzio se non ci fosse stato il lontano sbattere che Hermione sentiva appena. Aveva una vaga idea di cos'era, ma il pensiero era troppo spaventoso per pensarci. Come poteva il Signore Oscuro essere già qui? Sembrava che fossero passati solo pochi minuti da quando si era trovata nella foresta a contorcersi per il  dolore. Ma ripensandoci, lui non era abitutato a perdere tempo quando Harry era coinvolto. Era sempre stato, e sarebbe sempre stato, pronto ad ucciderlo finchè non ci sarebbe riuscito. Fu allora che capì quanto potesse essere pietosa la sua vita - ruotava attorno ad un diciassettenne. Non importava che fosse Harry. Beh, lui aveva un pò di parte, ma anche se fosse stato qualcuno come Neville Paciock, sarebbe comunque stata altrettanto inutile. Chi sarebbe stato così patetico da lasciare che la sua vita venisse controllata da un' altra persona?

Remus si strinse leggermente nelle spalle"Allo stesso modo di prima. In qualche modo ha passato l'anti-apparizione e ora sta cercando di entrare nel castello. Per fortuna non ha trovato un modo per entrare qui se non con la forza fisica, così che abbiamo un po' di tempo per elaborare un piano."

"Non ce n'è bisogno." Disse Harry, virando gli occhi verso la finestra che aveva una buona vista dell'ingresso del castello. "So quello che vuole."

"Harry ..." provò Remus stancamente.

Harry continuava a guardare fuori dalla finestra, come se si trovasse in un mondo completamente diverso. Hermione voleva raggiungerlo e toccarlo, ma sapeva che non doveva. Era troppo pericoloso. Harry allungò il collo per guardare il licantropo e parlò con voce monotona. "Non se ne andrà finchè non sarò morto o sia lui a morire. E' sempre stato così e resterà così a meno che non mi consegni io stesso."

"Harry non puoi semplicemente consegnarti a lui! Ci deve essere un altro modo ...." Si spense.

"No, Lunastorta, non c'è." disse Harry bruscamente. "Puoi provare a elaborare un piano per distrarre gli altri Mangiamorte, ma alla fine saremo solo io e lui. Non c'è bisogno di evitare la verità."

Ci fu una piccola pausa prima che Lupin scegliesse di parlare di nuovo. "Almeno permettimi di avvertire l'Ordine. Possono aiutare a proteggere gli studenti e a combattere contro i Mangiamorte."

Harry annuì brevemente. "Vai. Ma quando arriveranno qui, me ne andrò per andare a combatterlo."

Remus si avvicinò a lui e gli posò una mano sulla spalla. Sembravano un'immagine drammatica scattata prima dell'inizio di una battaglia. "Capisco che tu sia venuto a patti con il tuo destino, Harry. Ma questo non significa che devi comportarti come se stessi per morire. Tu sei un mago molto potente e nessuno deve permettersi di pensarla diversamente."

Harry rimase in silenzio e Remus lo prese come una iniziativa per andarsene. Tolse la mano dalla spalla di Harry e scomparve all'interno dell ufficio di Madama Chips, dove Hermione pensò ci fosse una connessione alla rete Volante. Quando se ne andò, Hermione seppe che Draco avrebbe fatto un commento prima ancora di parlare. Una parte egoista di lei voleva sapere cosa avrebbe detto, così non lo fermò. Ma quella parte venne facilmente schiacciata quando quello aprì quella sua grossa bocca.

"Penso che dovresti lasciare che ti uccida."

Sia lei che Harry scattarono a guardare Draco che era appoggiato contro il muro in pietra, con un sorrisetto intonacato sulla faccia. Harry sembrò troppo passivo al commento ed Hermione vide che non era intenzionato a difendersi. Decise di agire; se qualcuno era in grado di vincere Draco, quella era lei.

"Come ti permetti?" Sibilò. "Non c'è bisogno di essere così insensibile!"

Draco sembrò un po' sorpreso per quello sfogo e alzò un sopracciglio. "Stai veramente difendendo testa a cicatrice?"

Hermione si morse le labbra prima di rispondere: "Allora, che succede se lo faccio?"

Draco strinse gli occhi e fece un passo verso di lei. Sapeva cosa sarebbe successo prima che la cosa la colpisse, e ingoiò dolcemente. Non c'era modo di sfuggire a quel confronto. "Ed esattamente, cosa ha lui che io non ho? Ci conosciamo da tutta una vita! Non c'è una cosa di te che io non so."

"Ovviamente non è questo il caso, visto che non puoi accettare il fatto che preferisco difendere Harry che gettarlo nelle grinfie del Signore Oscuro." Disse, più calma del previsto. In realtà, stava fumando all'interno, ma non voleva darlo a vedere.

"Staremmo meglio senza di lui." Disse con amarezza.

"Oh, e perché?" Mise lei in discussione, incrociando le braccia.

"Mi stai chiedendo perché staremmo meglio senza Potter?" Chiese con attenzione. Hermione annuì, in realtà senza cogliere il piacere che lui aveva preso fino a quando un sorriso compiaciuto si formò sul suo volto. "Beh in primo luogo, il mondo sarebbe completamente un posto migliore senza di lui che predica su come possiamo combattere il Signore Oscuro se solo credessimo in noi stessi. Il suo stratagemma costante de "il mondo gira sempre intorno a me" sarebbe finalmente eliminato. Ci risparmierebbe il suo impugnare mediocremente una scopa ogni volta che c'è una partita di Quidditch, che probabilmente è truccata. La-"

"Chiudi la bocca, Malfoy!" lo interruppe Harry bruscamente.

Draco sembrò esserselo aspettato, da come si voltò verso Harry. "Premo un tasto dolente, vero?"

"Certo che no, furetto, è solo che mi piace gridarti in faccia." Hermione non sapeva se quello era sarcasmo o se stava effettivamente dicendo la verità. Era snervante, davvero.

Le guance di Draco si colorarono leggermente. Hermione sapeva che era perché stava pensando a qualcosa da dire. Purtroppo, Draco non era mai stato dotato di una lingua tagliente. L'unica volta che l'aveva visto ripiegare con un commento davvero spiritoso era quando si trovava insieme a lei. Non l'aveva mai visto litigare con Harry prima d'ora, quindi i suoi sospetti erano stati confermati. Lei tirava fuori il meglio di lui. O, il peggio.

"Sei sicuro di volerlo fare, Potter?"

"Fare cosa? Azzuffarmi con te fino a farti cadere morto?"

"Nei tuoi sogni, Potter"

"Non pensare nemmeno per un momento di avere qualche influenza sui miei sogni, Malfoy." Disse pericolosamente.

"Non me lo sognerei mai." lo shernì Draco.

"La tua mancanza di risposta pronta è stupefacente." disse Harry, divertito, ovviamente guadagnando un certo peso.

"Come la tua mancanza di cellule cerebrali."

"Preferirei averne un pò che niente, al contrario di te."

"Ahi, quella fa male." Draco si strinse al petto, "Specialmente da parte di qualcuno il cui nome potrebbe facilmente essere confuso con quello di un bambino di tre anni che non faceva altro che spargere merda."

"Almeno non la versavo dalla bocca."

Prima che Draco potesse ribattere, sentirono del trambusto nell'ufficio dietro di loro. Sembrava che un attaccapanni o qualcosa del genere si fosse schiantato al suolo. Poi, come a un segnale, una donna dai capelli rosa entrò dalla porta, così strana da sembrare essere appena uscita da un manico di scopa senza controllo; terribilmente sbilanciato. Sembrava piuttosto giovane e questo le venne confermato dalla t-shirt sotto la veste con la scritta "Le Sorelle Stravagarie" in un carattere rosa brillante. Quando posò gli occhi sui tre, un largo sorriso si diffuse sul suo viso.

"Guarda chi c'è, Harry!"

Harry annuì alla donna, "Hey Tonks."

La donna che ora conosceva come Tonks spazzò via un po' di Polvere Volante dai vestiti mentre si allontanava dalla porta. Mentre lei era impegnata, altre figure uscirono dall'ala. Uno sembrava appena uscito da un thriller. Aveva i capelli brizzolati, grigio scuro e indossava abiti di un marrone fangoso. Ma ciò che lo rendeva intimidatorio era il grande occhio blu che spiccava contro l'altro, piccolo e marrone. Sibilava rapidamente e subito capì chi fosse quell'uomo. Lei era nella stessa stanza con Alastor "Malocchio" Moody, l'uomo che aveva messo gran parte di Mangiamorte, assieme ai quali aveva lavorato, dietro le sbarre di Azkaban.

I pochi altri che entrarono attraverso la porta non erano così facilmente distinguibili come i primi due, ma lei sapeva, a prima vista, che erano tutti Auror. L'ultimo a entrare fu Remus e andò a stare davanti alla folla di persone appena raccolte. Non c'era bisogno di dire a tutti di calmarsi, perché si trovavano già in silenzio al loro arrivo.

"Sappiamo tutti perché siamo qui quindi non c'è bisogno di frivolezze. Ho bisogno di metà di voi per gli studenti nella Stanza delle Necessità e l'altra metà per impedire ai Mangiamorte di entrare nel castello." Ordinò.

"E l'ES?" Chiese Harry.

Remus si rivolse a Harry: "Che cosa, Harry?"

"Dovrebbero essere in grado di combattere. Si sono allenati per questo."

"Harry, non possiamo mettere in pericolo la vita dei ragazzi per-"

"Anch'io sono un ragazzo." lo interruppe Harry "Sono un ragazzo, e devo affrontare Voldemort. Se a me è permesso combattere, anche loro dovrebbero farlo. Sono pronti per questo."

"E' vero." aggiunse Hermione. Harry la guardò in modo strano, ma lei continuò. "Ha contribuito ad istruirli lui stesso. Ho visto cosa possono fare ed è fenomenale."

"Non lo so ..."

"Dai, Remus." Tonks si fece avanti e gli tirò l'avambraccio. "Lascia che aiutino. Potrebbe esserci utile." Hermione poteva vedere la riluttanza nei suoi lineamenti e apparentemente anche in quelli di Tonks. Passò la mano su e giù per il braccio, in una carezza, e lui sospirò profondamente. Vedendo che il suo lavoro era stato compiuto, Tonks fece un passo indietro con un sorriso malizioso. "Possono aiutare. Ma solo all'interno del castello."

Harry annuì, "Va bene. Beh, ora che siamo intesi, me ne vado."

Cominciò a camminare verso la porta e lo stomaco di Hermione cominciò a stringersi. "Harry!" sbottò lei prima di riuscire a fermarsi. Lui si fermò e si voltò, cosa che la sorprese visto che lui la odiava ora. "Voglio venire con te."

"Scordatelo, Hermione. Sei già morta una volta e non voglio rischiare di nuovo." Il suo volto si illuminò per quelle parole. Forse ci teneva ancora a lei. "Tu starai qui, dove l'Ordine può tenerti d'occhio. Per quanto ne sappiamo, potresti ancora tradirci e tornare dal tuo padrone." L'amarezza nella sua voce la fece rabbrividire. Forse mi sbagliavo ... di me non gli importa proprio nulla.

Lui uscì dall'ala rapidamente ed Hermione sentì un peso discenderle sulle spalle. Vide il viso di Remus ammorbidirsi allo scambio di parole e avrebbe voluto dirgli che andava tutto bene, ma la interruppe Draco. "Ed così che andò verso la morte ..."

"Sta zitto, Draco!" gli gridò, raggiungendo il letto e sedendosi pesantemente.

"Va bene, ai posti!" istruì Remus dopo una pausa. Rapidamente, tutti uscirono dalla stessa porta da cui era uscito Harry.

Hermione sentì appena che qualcuno veniva a sedersi accanto a lei. Maltrattava le sue dita e guardava fuori dalla finestra, verso la foresta proibita, cercando di non piangere. Sapeva che nessuno l'avrebbe giudicata, ma si sarebbe giudicata da sola, per essere debole. Ora capiva perché non voleva lasciare che l'amore fosse una parte della sua vita. C'era il rischio che si spezzasse come un vaso di vetro in una stanza che rotolava. Peccato che era ormai troppo tardi per accettare quella visione. Era innamorata, e Dio, se faceva male.

"Hey."

Non si voltò a guardarlo. "Vattene Draco."

Rimase in silenzio per un attimo prima di parlare a bassa voce. "Tu non mi ami, vero?"

Questo la fece girare verso di lui. Il compiacimento della sua compostezza era sparito ed era stato sostituito da un cipiglio malinconico. "Draco sai che è così. Solo che ... non nel modo in cui dovrei. Tu sei il mio migliore amico e questo è quanto posso sforzarmi di provare."

Lui chinò il capo: "Non c'è nulla che possa fare per farti volere me al suo posto?"

"No. Mi dispiace." Lei tirò su col naso e se lo asciugò. Lui strinse le labbra e la guardò negli occhi. Stranamente, non c'era nessuna traccia di amarezza. Tutto ciò che rimaneva era il calore. Beh, tanto calore quanto gli occhi grigio-argento del ragazzo erano in grado di fornire. "Continuerai a combattere contro lui, non è vero?"

"Sì." Disse semplicemente. "Quel bastardo ti ha allontanato da me."

Si lasciò sfuggire un piccolo sorriso. "Nessuno potrà mai allontanarmi da te, Draco. Sei il mio migliore amico."

"E solo e sempre questo sarò..." Disse con tristezza. Hermione voleva consolarlo in qualche modo, ma non sapeva come fare. Per fortuna, lui parlò, salvandola. "Ma siamo stati bene insieme, però."

Lei sbuffò. "Sì, se possiamo definirlo così," Lui rise e lei seppe, in quel momento, che fra loro due si era sistemato tutto. Ma voleva chiarire una cosa prima che le cose potessero considerarsi risolte. "Troverai uno giorno qualcuno che ti ama, Draco. Qualcuno che ti ama nel modo in cui meriti di essere amato. E' là fuori e ti aspetta."

Lui annuì lentamente e lei lo avvolse subito in un breve abbraccio. Quando lo lasciò andare, gli baciò la guancia castamente. Quel tenero momento venne interrotto, però, da una forte esplosione all'esterno. Hermione s'alzò in fretta e guardò fuori dalla finestra da cui aveva visto Harry andare. Vide un folto gruppo di Mangiamorte pronunciare incantesimi di diversi colori e dimensioni, all'ingresso. Alcuni stavano facendo volare gli alberi per gettarglieli addosso. La porta venne scossa pesantemente da ogni colpo ed Hermione ne temette il crollo. Ma improvvisamente, gli incantesimi si fermarono e la porta cominciò ad aprirsi lentamente. Hermione vide la scura figura di Harry uscire sul terreno. Era solo. Perché era solo?

"Perchè è solo?" Gridò.

Sentì qualcuno alle spalle, seguito dalla dolce voce di Remus. "Non preoccuparti, Hermione. L'Ordine sarà lì in un momento."

Hermione trattenne il respiro e sperò che avesse ragione. Vide Harry rimanere fermo. Forse stava parlando. Anche se fosse, il Signore Oscuro stava parlando con lui - degradandolo. Stava guadagnando tempo. Sembrò funzionare, perché, subito dopo, vide i membri dell'Ordine arrivare dietro di lui e cominciare a sparare maledizioni. Presto, cominciò una rissa in piena ed Hermione non potè fare altro che gridare. Vide troppi raggi verdi colpirsi a vicenda. Non aveva mai temuto l'Avada Kedavra prima d'allora. Ma Harry era là fuori. Per non parlare del fatto che aveva perso le sue tracce in pochi istanti. La sua paura s'intensificò quando vide una marea di studenti arrivare al campo di battaglia. Vide subito i capelli rossi di Ron e Ginny, in piedi nella folla. Vide persino Luna, quasi danzando tra i Mangiamorte e lanciando esagoni, come se quella fosse stata la sua professione. Non voleva altro che unirsi a loro.

Guardò Remus e scoprì che lui la stava già guardando. "Lo so. Vai."

"Davvero?"

Lui annuì e lei sorrise.

"Andare? Andare dove?" disse Draco, preoccupato.

"A combattere, ovviamente." Disse, afferrando la sua bacchetta dal tavolo accanto al lettino.

"Combattere? Io non credo proprio!"

Hermione si irrigidì. "Scusami?"

Lui fece un sorrisetto. "Tu non vai là fuori senza di me."

Hermione si rilassò e sorrise un po'. Cominciò a uscire dalla porta con Draco alle spalle, prima di fermarsi improvvisamente. "Remus, vieni?"

Alzò una mano, "Rimarrò qui per un po'. Devo ancora controllare con l'Ordine la Sala delle Necessità."

"Ah, va bene allora. Mi auguri buona fortuna?"

Lui sorrise con calore, "Buona fortuna Hermione."

Lei sorrise e si voltò verso l'uscita. Giù per le scale, il suo battito cardiaco cominciò ad aumentare. Draco le afferrò la mano e la strinse di nuovo in segno di apprezzamento. Con il suo sostegno a guidarla, accellerò il passo. Cominciarono entrambi a correre, non appena entrarono nella sala d'ingresso. Sentì la brezza fresca raffreddarle la pelle quando si avvicinò alla porta doppia. Fece una pausa per capacitarsi della scena posta davanti a lei. C'erano persone che duellavano all'interno, cercando di tenere a bada i Mangiamorte, e alcuni ci stavano riuscendo ma altri erano feriti o inconsci. Cercava di pensare a loro come in stato di inconscio e non altro. Dei vasi venivano fracassati sul pavimento di marmo, i ritratti piangevano, e c'erano pozze di sangue raccolte sul pavimento. Dovette reprimere la voglia di vomitare, per il profumo di rame che entrò nel suo naso. Non aveva mai osservato una scena di battaglia prima. Aveva sempre combattuto da una parte, con lunghi abiti lunghi e le maschere scheletriche. Ora che vedeva le torture che stavano infliggendo all'Ordine e ai membri dell'ES, divenne surreale il pensare che lei era appartenuta a quel clan. Era selvaggio.

Riuscì ad osservare per un breve lasso di tempo prima che le maledizioni fossero rivolte a lei e a Draco. Le bloccò con facilità, ma capì che questo era il segno che le intimava di andare. Doveva trovare Harry e aiutarlo. Non sapeva perché voleva ancora raggiungerlo dopo il modo in cui l'aveva trattata. Immaginò che il vecchio stereotipo era giusto: l'amore induceva le persone a fare cose folli. Folli come andare ad aiutare qualcuno che ti odia.

Non c'era alcun segno di lui da nessuna parte, solo gruppi di persone che duellavano e corpi che cadevano. Vide molti altri membri dell'ES duellare Mangiamorte esperti e si meravigliò delle loro abilità. Non aveva mai visto il loro pieno potenziale, fino a quel momento. Quando aveva difeso Harry per consentire loro di combattere, l'aveva fatto solo per istinto. Non sapeva esattamente che tipo di istinto, ma l'aveva comunque spinta a parlare. Ora sapeva cos'era: la fede. Quelli erano i suoi amici, i suoi conoscenti, i suoi compagni di scuola. Non li aveva mai conosciuti come altro. Erano guerrieri. L'età non sembrava essere una barriera per nessuno, ma i Mangiamorte che ridevano per le loro piccole figure dava loro il coraggio di sfidarli. Sapeva che se fosse stata ancora dalla loro parte, avrebbe fatto lo stesso. Se un ragazzino del terzo anno fosse venuto da lei e l'avesse sfidata a duello, gli avrebbe riso in faccia. Ma ora pensava completamente l'opposto. Ora era spaventata a morte di quelle persone che una volta pensava fossero suoi amici.

Ginny e Lavanda stavano combattendo un Mangiamorte che si chiamava Simon Jugson. Aveva la fama della Maledizione Cruciatus e non mancava mai di far sanguinare il suo avversario. Era una sorta di marchio di fabbrica. Ognuna delle sue vittime sarebbe morto per ferite al sangue sia che si trattasse di maledizioni o di punizioni fisiche. A differenza di altri Mangiamorte, lui si allenava. Dopo che un mago mezzosangue gli aveva rotto il braccio, lui aveva giurato di essere il migliore combattente esistente. Hermione aveva anche sospettatto che avesse fatto incantesimi col sangue. L'aveva sorpreso a imbottigliare un po' del sangue della sua vittima una volta. Non sapeva per cosa, ma lo aveva visto un paio di volte in quella procedure. L'aveva sempre spaventata. Amava lo spargimento di sangue così come quel Mangiamorte, ma tenere il sangue per sè era una cosa inquietante.

Ron stava combattendo Fenrir Greyback, un noto Lycantropo del lato oscuro. Uccidere per lui era come leggere - un passatempo semplice che faceva ogni volta che ne aveva bisogno, in altre parole, per il tempo libero. Non poteva mai uscire in pubblico così spesso come gli altri a causa della sua immagine di lupo. Era un mago potente, ma il suo tocco trasformava i bambini in licantropi. Sperò che Ron avrebbe evitato quella punizione. Non avrebbe mai augurato quel destino a nessuno. Ma Ron sembrava coprire il terreno abbastanza bene.

Aveva attirato l'attenzione di un Mangiamorte che ricordava come Nathan McClellan. Probabilmente l'unico Mangiamorte che non avrebbe mai potuto fronteggiare. Era presuntuoso, arrogante, per non parlare della sua terribbile non-attrazione. Uno stupido completo, che non mancava mai di farla infuriare. Godette nel lanciargli delle maledizioni, quando la sua bocca si spalancò per rivelare che era viva. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era essere bombardata dopo essere tornata dalla morte. Era una semplice maledizione legata al corpo, ma mentre marciava verso di lui, fece molto di più. Calpestò il suo naso e sentì uno scricchiolio quando si ruppe. Sorrise quando vide il sangue cadergli sul volto. Lo lasciò lì, sapendo che qualcuno sarebbe arrivato a prendere il corpo da cui avrebbe potuto disporre. Azkaban era il paradiso in confronto a dove avrebbe veramente voluto mandarlo, così seppe che non avrebbe dovuto decidere il suo destino.

Fece del suo meglio per non farsi individuare, così da evitare che chiunque la vedesse. Corse verso la foresta proibita e si nascose dietro gli alberi, tracciando il perimetro della battaglia. Una parte di lei voleva aiutare i suoi alleati compagni, ma sapeva di dover trovare Harry prima che fosse troppo tardi. Le divenne difficile da sopportare quando vide corpi che cominciavano a cadere giù come mosche, a volte non distinguibili. C'erano così tante voci che gridavano incantesimi che era difficile dire chi stava vincendo. Sperava che fossero loro.

Improvvisamente, guardò verso il lago nero, sentendo un urlo disumano. Sentendo l'adrenalina cominciare a pomparle le vene, corse. Draco si era già immerso nella battaglia contro un Mangiamorte ancora mascherato, così non ebbe bisogno di preoccuparsi per dirgli dove stava andando. Ma dopo quel giorno, ebbe la sensazione che già conosceva la risposta. Lo sapeva e non avrebbe cercato di fermarla. Non l'avrebbe fermata perché l'amava. Non nel modo in cui lo amava lei, ma era amore comunque. Avrebbe sempre avuto un posto speciale nel suo cuore per lui. Anche se la maggior parte di esso era già occupata da un certo ragazzo con gli occhiali.

Arrivò al lago per vedere Harry immerso in una lunga battaglia contro il suo ex padrone. Sembravano non essere consapevoli dei loro dintorni, così si sentì al sicuro per il momento. Scelse tuttavia di nascondersi dietro un albero per ogni evenienza. Dopo qualche istante, scoprì che ogni volta che dirigevano un incantesimo, le loro bacchette sembravano connettersi. A volte gli incantesimi rimbalzavano semplicemente tra di loro in posti a caso, ma altri formavano una linea di collegamento tra le due bacchette. Ricordò che il Signore Oscuro aveva accennato qualcosa, dopo essere tornata dalla sua prolungata assenza. La stessa cosa era successa quando aveva combattuto contro Harry, dopo che era risorto. Prior Incantatem. Le bacchette erano gemelle e non potevano lanciare un incantesimo allo stesso tempo, altrimenti nessuno sarebbe uscito vittorioso. Era un bello spettacolo da vedere fino a quando non finiva e si rese conto che questo non era il momento per ammirare il collegamento.

Il Signore Oscuro gettò una maledizione viola verso Harry che lo fece atterrare sul pavimento. Hermione si ritrasse e si tenne al tronco degli alberi, scavando le unghie. Capì che non era il momento. Se l'avesse fatto, molto probabilmente sarebbe stata uccisa. Non è che avesse voglia di morire di nuovo, e allora tese le orecchie, sentendo che lui stava parlando.

"Quindi, ci siamo. Tu, al tappeto, come dovrebbe essere. E io, che mi preparo per ucciderti."

Harry sputò per terra mentre lo guardava negli occhi, "Non ne sarei tanto sicuro, Tom."

"SMETTILA DI CHIAMARMI-"

"Stupeficium!"

Harry scagliò l'incantesimo verso un ignaro Signore Oscuro e lo fece crollare su un grosso masso a ben dieci metri di distanza da lui. Harry s'alzò in fretta e si avvicinò a lui, ridendo. "Dovresti davvero parlare di meno. E' la tua debolezza, sai. Invece di parlarne, dovresti semplicemente uccidere."

Voldemort socchiuse gli occhi rossi e agitò la mano per creare uno scudo di luce, mentre si alzava. Harry cercò di romperlo con un paio di deboli maledizioni, e poi alcune più forti, ma nessuna riuscì a  penetrare. Harry era troppo impegnato a romperlo così che, quando venne finalmente tolto, il Signore Oscuro aveva già sparato una maledizione contro di lui con una forza così potente da farlo cadere sul terreno, respirando profondamente, ma mai urlando. Non urlava mai. Hermione si morse le labbra per non gridare.

"Dovresti seguire il tuo stesso consiglio, Potter. Ma ora non mi dai altra scelta che agire con ciò che ho pianificato fin dal principio. Stavo per ucciderti con le buone intenzioni, ma ora mi hai dato una motivazione in più per agire con il piano originale. Per tua sfortuna, significa che dovrai aspettare un po' più a lungo per rivedere la tua traditrice Mezzosangue di nuovo. Che peccato." Harry non rispose e il Signore Oscuro sogghignò. "Portus Fulsi!"

Hermione vide un fascio bianco cominciare a formarsi a mezz'aria e il panico si fece strada nel suo stomaco. Ora era il momento di agire. Iniziò a correre verso Harry che veniva innalzato nel portale. Era appeso come da un filo invisibile. Affrettò il passo e urlò a pieni polmoni, "HARRY!"

Intercettò lo sguardo di shock sul volto del Signore Oscuro, ma lo ignorò, cogliendo l'occasione e si gettò nel fascio di luce. Harry la vide subito e uno sguardo simile a quello di prima si diffuse sul suo viso. "Hermione no! Torna indietro, ora!"

"No! Non senza di te!" Urlò verso di lui.

La sua mano penzolava a pochi metri da lei e cercò di raggiungerla. Tentò di afferrarla, estendendo il braccio, per quanto le fosse stato possibile. C'erano solo pochi centimetri tra di loro e se lui avesse proteso il braccio lei avrebb potuto afferrarlo. Alzò lo sguardo verso i suoi occhi e li vide brillare. Non sapeva cosa aspettarsi, mentre continuava a stirare la mano, sperando che lui estendesse la sua mano. "Per favore", sussurrò.

Hermione non sapeva se era a causa della sua richiesta o per pietà, ma lui tese la mano e strinse la sua. La strinse più forte facendo unire i loro corpi mentre volavano verso le nuvole. Tenne quella mano nella sua avvolgendoglisi intorno alla vita, seppellendo la testa nel suo petto. Odiava le altezze e non voleva vedere ciò che si trovava sotto di loro. Ma se avesse guardato in basso, avrebbe notato lo sguardo di sufficienza che il Signore Oscuro aveva dipinto, quando li  vide sollevarsi in aria. Harry avvolse un braccio protettivo intorno a lei, notando lo sguardo, e lei cercò di godere di quel momento al meglio delle sue possibilità, perché quello sarebbe potuto benissimo essere l'ultima volta che gli stava vicino.

Quello fu l'ultimo istante che ricordò, perché in quel momento, non appena i loro corpi si fecero più vicini alle nuvole, il mondo si oscurò.

Breve update, per la settimana. Spero di aver accontentato tutti nel postare il capitolo in anticipo :) Andiamo ai commenti! ringrazio Vale Lovegood, sì piacerebbe anche a me vederli come il nuovo trio ma purtroppo, anche per come la vedo io, Ron è insostituibile. Jude16, spero di averti accontentata :) Grazie mille _GinnyBlack94_ , sono davvero contenta che tu abbia trovato il tempo di recensire. Le vostre recensioni mi riempono di felicità, grazie mille, davvero! Stay tuned, Alla prossima :) Enjoy!

  
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