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Autore: Lady Warrior    17/08/2011    1 recensioni
Katherine era una bambina normale. Viveva con la sua famiglia, sino a che lui, Will-occhi-di-ghiaccio, il capo dei vampiri, non la morse. Da quel giorno la sua vita cambiò. Costretta bad ubbidirgli, deve ora abitare coi vampiri e arrendersi all'idea di essere una di loro. Ma perchè hanno morso proprio lei quel giorno? Per fare un dispetto ai suoi genitori, dei cacciatori di vampiri? E sarà vero ciò che dice Will, che lei è la loro massima risorsa?
Il tempo scorre, e lei riuscirà a vedere Will, ma succederà una cosa che stravolgerà la sua già burrascosa relazione con Josh, un altro vampiro. Ma un'altra sorpresa sconvolgerà la sua vita. E questa volta dovrà fare una scelta che le cambierà decisamente la vita.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A new life





 Il vero amore rende sempre migliori,
qualunque sia la donna che lo ispira.
(Alexandre Dumas figlio)


L'amore impedisce la morte.
 L'amore è vita.
Tutto, tutto ciò che io capisco,
lo capisco solamente perché amo.
 È solo questo che tiene insieme tutto quanto.
L'amore è Dio,
 e il morire significa che io,
 una particella dell'amore,
ritorno alla sorgente eterna e universale.
(Guerra e pace)










Prologo


Mia madre aveva sempre detto che erano malvagi. Aveva sempre detto che avevano le pupille di ghiaccio e uno sguardo malvagio. Mia madre aveva spesso parlato di loro, ma io non li avevo mai visti. Sino a quel giorno.
Quel giorno che cambiò la mia vita.
Nacqui in un piccolo paesello, nei pressi di una montagna, ove, da piccola, ero solita passeggiare per cercar castagne.
La mia casa era adiacente a un orticello, che mio padre coltivava con cura, insegnandomi pure qualcosa. Vicino all’orto, un sentiero, conducente a un immenso campo di grano.
A un chilometro esatto, la città.
Mi recavo lì con mia madre, per comprarmi qualcosa. Ma non importa. Non importa dove abitavo.
Mia madre e mio padre facevano parte di un organo speciale dell’esercito di qui. Erano cacciatori. Cacciatori di vampiri. Ne avevano uccisi a centinaia, nella loro vita. Ma non erano mai riusciti a far fuori il capo dei vampiri della zona. Come si chiamava? Will, Will-occhi-di-ghiaccio. Occhi di ghiaccio è solo un soprannome. Egli, dicevano, aveva gli occhi bianchi come il ghiaccio. Interamente bianchi, non solo la pupilla. Occhi che poteva far divenire anche celesti.
Mio padre, narrandomi le sue avventure, mi spiegava di come fosse impossibile trovare quell’uomo. E di come esso fosse capace di sparire e riapparire all’improvviso. Mi nascose sempre, però, che voleva distruggere la mia famiglia.
Ero appunto nell’orticello coi miei genitori quando accadde. Stavo innaffiando le piante di rose, mio padre i pomodori e mia madre stava tagliando della gramigna.
Sentii dei passi, ma non me ne curai. Avevo sei anni. Credevo fossero delle persone a passeggiare. Non ci feci caso, anche se vidi mia madre smettere di levare la gramigna.
I passi erano lenti ed eleganti.
Un uomo, o meglio, un ragazzo, con dei capelli marroni chiaro, lisci e pettinati perfettamente, con due ciuffi sul volto, si era fermato dinnanzi a noi, con due uomini, vestiti, come lui, in giacca e cravatta. Quel ragazzo aveva degli occhi pallidi.
Indietreggiai, non appena lo vidi, tremando. Notai che mi fissava, con un sorrisetto sulle labbra.
Subito mia madre mi prese e velocemente mi portò via, mentre mio padre si parava davanti a quei tizi, estraendo una pistola.
Mia madre mi accompagnò dietro un grande albero. Ricordo cosa mi disse.
-    Stai ferma qui sinché non ritorniamo. Se …. Tardiamo e vedi quegli uomini, scappa. Io e papà ritorneremo presto. Ti vogliamo tanto bene, Katherine-
Mi porse la sua collanina, munita di un ciondolo portafoto. Dentro v’era la foto di noi tre.
Corse via. Mi scostai un po’, per vedere cosa accadeva.
Sentii mio padre dire al ragazzo che non mi avrebbe consegnato a lui per niente al mondo. Non capii cosa rispose, ma sentii la parola “speciale”.
Mio padre l’attaccò, e io ritornai al mio posto. Non volevo vedere.
Non so per quanto tempo rimasi lì dietro l’albero, con la collana stretta nel mio pugno.
So solo che quando riaprii gli occhi lui era lì.
Davanti a me, con i suoi compari dietro. Tentai di scappare, inutilmente.
Urlai aiuto, ma nessuno mi soccorse.
Will si chinò verso di me, socchiudendo gli occhi.
-    Sta’ ferma- mi ammonì.
Si avvicinò lentamente al mio collo. Non vidi i suoi denti allungarsi. Ma mentre tremavo li sentii penetrare nella mia carne. Dopo un secondo iniziai a vederci viola. Il respiro mi si bloccò e i miei sensi si assopirono.
Vidi viola per un bel po’ di tempo. Quando riuscii ad aprire gli occhi mi trovavo in un lettino di os’pedale, con una fascia macchiata di sangue sul collo.
Ero sola, con un’infermiera che stava preparando qualcosa.
Non sapevo dove mi trovavo. Era una stanza piccola e buia. Udii delle voci là fuori.
-    Sono riuscita a morderla. Adesso nessuno ci fermerà- disse il capo dei vampiri. Ripersi i sensi.
Mi svegliai qualche ora dopo. Stavolta, assieme all’infermiera c’era anche lui. Sentivo che parlavano, che dicevano che sarei stata bene. Che ero forte, ero proprio come lui, il capo, aveva immaginato. Una risorsa importantissima.

   
 
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