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Autore: Seele    17/08/2011    15 recensioni
-“M...morto?”, ripeté Ran, mentre la sua stessa voce le sembrava lontana.
“Sì. Stavolta non continuerai ad aspettarlo, vero?”, chiese Ai, col tono di voce di chi sa di star facendo la cosa giusta.
Conan guardò Ran con uno sguardo tristissimo. Illuderla, come aveva fatto sin dall'inizio di quella lotta contro l'Organizzazione, le avrebbe fatto solo del male.
“Ci sono ancora io”, mormorò, con le lacrime agli occhi.-
Questa shot mi èvenuta in mente stanotte, dopo aver fatto un brutto sogno.
Grazie in anticipo a chi leggerà.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                    E quel giorno sarebbe arrivato


Ran si sistemò i capelli dietro le orecchie e indossò un paio di orecchini.

Conan, sei pronto?”, chiamò.

Il bambino dai capelli scuri e gli occhi azzurri annuì, felice, e prese la mano della giovane donna.

Bene”, sorrise tristemente lei, “allora possiamo andare.”

Aprirono la porta della loro stanza e salutarono Kogoro, poi uscirono di casa.

Andiamo anche oggi...?”, azzardò Conan. Ran annuì lentamente.


Conan!”, esclamò Ran, abbracciando il suo piccolo, che aveva un grosso taglio sulla guancia. “Cos'è successo?”

Ai era arrivata sul posto e si era avvicinata a Conan e a Ran.

Mi spiace”, disse fredda, “ma Shinichi è morto.”


Ran sentì gli occhi inumidirsi al ricordo di quelle parole.

Tutto bene?”, domandò il piccolo, osservandola con ingenuità.

Certo, tesoro”, abbozzò un sorriso lei, è tutto a posto, sta' tranquillo.”

Dai”, insistette il bambino, “dimmelo!”

Niente, niente. Davvero, non ha importanza.”, continuò a sostenere la giovane.

Conan si arrese e guardò il cielo.


M...morto?”, ripeté Ran, mentre la sua stessa voce le sembrava lontana.

Sì. Stavolta non continuerai ad aspettarlo, vero?”, chiese Ai, col tono di voce di chi sa di star facendo la cosa giusta.

Conan guardò Ran con uno sguardo tristissimo. Illuderla, come aveva fatto sin dall'inizio di quella lotta contro l'Organizzazione, le avrebbe fatto solo del male.

Ci sono ancora io”, mormorò, con le lacrime agli occhi.

Scusami, Conan”, singhiozzò la giovane, “non avrei mai dovuto lasciarti andare con lui...non è giusto che tu abbia assistito alla sua morte...perdonami!”

Torniamo a casa”, fece Ai, voltando loro le spalle e guardando l'edificio davanti a lei bruciare.

Ran avrebbe sempre creduto che il corpo di Shinichi fosse lì, ed era giusto così.


Conan oltrepassò il cancello del cimitero.

Vieni”, disse a Ran, “andiamo.”

Entrare in quel cimitero era sempre difficile, per lei. E così, era sempre Conan a entrare per primo in quel luogo triste, e poi a convincerla a fare lo stesso.

Sì”, annuì la ragazza, lasciandosi alle spalle il cancello.

Camminarono per qualche minuto, in silenzio.

Ran pensò che Shinichi, forse, avrebbe voluto sentir loro parlare.


Ai ha ragione”, disse Conan, facendosi forza. “Dobbiamo tornare a casa. Stare qui è inutile, ormai.”

Ran tirò su col naso. Il suo piccolo Conan era proprio la copia esatta di Shinichi, sia nel corpo che nella mente.

Dove sono gli occhiali?”, domandò. Era l'unica cosa che riuscisse a dire.

Credo di averli persi là dentro”, rispose il bambino, indicando l'edificio in fiamme.

Ricordava ancora i volti di quegli uomini vestiti di nero, mentre cercavano di ucciderlo.

Ci vedi lo stesso?”, chiese ancora Ran, asciugandosi gli occhi.

Sì”, annuì il piccolo, “anche se sono un po' astigmatico, non faccio molta difficoltà.”

Come faceva ad essere così tranquillo?

Forse stava semplicemente seguendo un consiglio di Ai...


Siamo arrivati”, annunciò Ran, davanti alla lapide del suo amato.

Conan annuì. Quella scena si ripeteva da quasi un anno, ormai.


Certo, Conan non avrebbe mai potuto voler bene a Shinichi come gliene voleva lei. Magari era per questo, che sembrava riuscire a trattenere le lacrime senza troppa fatica.

A differenza di lei.

Ran”, chiamò Ai, distogliendola dai suoi pensieri, “fra poco le fiamme arriveranno fin quaggiù. Non è saggio restare qui.”

Ran annuì, ma non si mosse. Restò a terra , seduta sulle ginocchia, ancora troppo scioccata per riuscire a muoversi o a parlare con altri che non fosse Conan.

Ti mancherà?”, domandò, rivolta a lui. Il bambino annuì, i suoi occhi divennero lucidi e, finalmente, una piccola lacrima scivolò anche sul suo volto.

Ai sembrava fatta di pietra. Non una sola emozione dipingeva il suo viso, non una sola parola di conforto quelle labbra riuscivano a pronunciare.

Ran pensò che fosse un'insensibile. Non era giusto...Ai era stata così tanto tempo accanto al suo Shinichi prima che ritornasse, eppure ancora non lo apprezzava per quello che era...o meglio, che era stato.

Perché, ormai, non era nient'altro.

Solo un mucchio d'ossa bruciate in quell'edificio che cadeva a pezzi.


Vado a prendere l'acqua per innaffiare i fiori”, annunciò Conan. “Torno subito.”

Va bene”, acconsentì la giovane, “non allontanarti troppo, però.”

Il bambino annuì e la lasciò sola.

Ciao, Shinichi”, sussurrò piano lei, carezzando la foto del ragazzo che amava, la quale si trovava sulla lapide. “Mi manchi tanto, amore mio.”

Aspettò inutilmente che lui rispondesse.

Conan cresce forte, sai? È un bambino molto dolce, e non si lascia rattristare dagli eventi che accadono intorno a lui. Per questo ha reagito così bene alla tua morte.”

Fece una pausa.

Beh, in realtà...ogni tanto scopro che piange. Sembra molto triste, credo che pensi a te in quei momenti. Ma...tutte le volte che sono io a piangere, si mostra sempre dolce, premuroso e forte. Somiglia tanto a te, Shin.”

Per un attimo le tornò in mente il viso del bambino rigato di lacrime, e anche lei sentì gli occhi lucidi.

Mi dispiace che voi due siate potuti stare insieme così poco...è ingiusto! Io sono stata con te molto più tempo di lui. Io sono con te da quando sono nata, Shin. E invece, lui...”


Ai sentiva anche lei un profondo vuoto dentro. Nonostante sembrava indossare una maschera inespressiva, nel suo cuore ardevano mille e più emozioni.

Voleva anche lei bene a Shinichi, e nello stesso tempo provava pena per Ran.

Non era giusto che, anche stavolta, non venisse a conoscenza della verità.

Shinichi non era morto a causa dell'incendio.


Conan arrivò accanto a Ran, teneva in mano una bottiglia piena d'acqua.

Tieni”, disse, porgendo la bottiglia alla ragazza.

Grazie, tesoro”, sorrise lei, nascondendo il viso per non far notare le lacrime che le rigavano le guance. “Sei stato veloce.”

Il piccolo annuì, mentre la giovane innaffiava i fiori e le piante.

Poi le posò una mano sulla spalla.

Lei si voltò a guardarlo.

Mi ha detto di dirti che ti ama tantissimo.”

Ran era seduta sulle ginocchia, il piccolo era in piedi.

Si potevano guardare negli occhi, e illudersi di essere entrambi alti allo stesso modo.

E che, ogni volta che avrai bisogno di lui...che ti sentirai giù...che ti sembrerà che il mondo ti stia crollando addosso...”

Una lacrima scivolò silenziosa dagli occhi del piccolo.

...dovrai parlare con me, perché ti sentirà anche lui.”

Ran non riuscì più a trattenere le lacrime. Iniziò a piangere a dirotto e strinse Conan in un abbraccio quasi disperato, anche lui lasciò scivolare le lacrime giù dai suoi occhi e bagnargli le guance.

Avevano trattenuto entrambi quel dolore per troppo tempo.


Cos'è successo, Ai?”, domandò Ran, con un filo di voce. “Dimmi la verità.”

Shinichi è morto a causa dell'incendio”, ripeté la giovane, stupita da quella domanda a cui aveva già risposto poco tempo fa.

No”, fece l'altra, a occhi bassi, “lo so che non è andata così.”

Ai restò in silenzio. Conan la guardò, preoccupato.

Dimmi la verità!”, insistette Ran, piangendo.

Lui...è morto per salvare Conan...”, disse la ragazza, mentre anche la sua voce iniziava a tremare.

Smettila di nascondermi la realtà di questa faccenda, Ai! Ho il diritto di sapere la verità!”, esclamò l'altra, con tutto il fiato che aveva in gola.

L'hanno ucciso!”, gridò Ai, in risposta. “L'hanno ucciso, ecco! Questa è la verità!”

Ran terminò improvvisamente di singhiozzare, Conan fissò la ragazza ad occhi sbarrati.

Anche Ai stava piangendo.


Perché non me lo hai detto prima?”, chiese Ran, con un filo di voce.

Non lo so”, singhiozzò Conan, “forse non ne avevo la forza.”

L'abbraccio si sciolse.

Oppure, non era giusto che fossi io a dirtelo.”

Ran fissò il suo bambino negli occhi.

Perché dici così?”

Il piccolo iniziò a tremare. Di nuovo, stava cercando di trattenere le lacrime.

Mi ha detto di essere forte, di non piangere mai”, mormorò a bassa voce, “e io non ne sono stato in grado!”

La ragazza sbarrò gli occhi, stupita del senso del dovere del bambino. “Ma no, amore”, gli disse piano, accarezzandogli la schiena. “Sei stato bravissimo, invece!”

No, non è vero!”, esclamò lui, scoppiando in lacrime. “Sto piangendo anche in questo momento!”


Perché mi fissate in quel modo?!”, fece Ai, sentendosi come un fenomeno da circo. “Credete che io non sia capace di provare sentimenti come tutte le persone normali?!”

Ran si sentì in colpa per aver pensato di lei che fosse un'insensibile.

No, Ai”, scosse la testa Conan, “è solo che...”

Torniamo a casa.”

Stavolta furono gli occhi di Ai ad essere puntati su Ran.

Non vuoi sapere altro?”, chiese, asciugandosi le lacrime.

La ragazza scosse la testa. “Ci sarà tempo, per farlo. Adesso non è necessario, siamo ancora tutti molto scossi dall'accaduto.”

Conan e Ai annuirono, poi quest'ultima sorrise.

Ran stava cercando di essere forte per lei.


Tesoro”, disse dolcemente Ran, “lui ti guarda sempre, e sa che tu ce la metti tutta per mantenere la promessa che gli hai fatto. Sono sicura che apprezza moltissimo tutto ciò che fai...sono certa che sia anche molto fiero di te.”

Conan alzò il viso, e scrutò Ran con occhi lucidi e stupiti.

Lo pensi davvero?”, chiese, speranzoso.

Assolutamente sì!”, sorrise la ragazza. “Adesso torniamo a casa, però. Non sarà felice di vedere che stai morendo di fame!”

Il piccolo sorrise, colto nel fatto. “E così te ne sei accorta...”

Certo! Dopotutto, ti conosco da quando sei nato...”, disse la giovane, prendendolo per mano e iniziando a camminare.

Poi, però, si fermò e osservò la fotografia sulla lapide di Shinichi.

Sentiva che Conan aveva qualcosa da dire.

Ti manca?”


Ran prese per mano Conan e sorrise ad Ai.

Resti a pranzo da noi?”, domandò gentile.

No, grazie”, rispose lei, scuotendo la testa. “Come se avessi accettato, d'accordo?”

La giovane annuì e poi entrò nella sua auto, accanto a quella della ragazza.

Ciao, Ai!”, salutò Conan per entrambi. Lei agitò la mano in segno di saluto, mentre rispondeva al sorriso che Ran le aveva fatto.

Un giorno le avrebbe detto tutta la verità. Le avrebbe raccontato tutto, sin dall'inizio.

Fino ad allora, Conan avrebbe fatto come sempre la sua parte...

E poi, quel giorno sarebbe arrivato.


Il piccolo annuì. “Tanto”, aggiunse. “E a te?”

Sì. Tantissimo”, ammise la ragazza.

I due restarono in silenzio, poi lo stomaco di Conan brontolò e Ran rise.

Dai, andiamo. E stavolta senza fermarci!”, sorrise.

Aspetta!”, fece però il bambino, trattenendo la giovane per la mano.

Cosa c'è?”, chiese quella, curiosa.

Mamma, domani torniamo a salutare papà?”


  
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