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Autore: Violet Tyrell    17/08/2011    5 recensioni
Spin Off de " La valle delle Lacrime "
Non era giusto questo, se lo ripetè alcune volte, anche se erano legati dal matrimonio non era ciò che sarebbe dovuto accadere. Aveva il dovere di proteggerla, non avrebbe dovuto inquinarla ma mantenerla pura come era sempre stata.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Virgo Shaka
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Yin e Yang'
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Ok piccolo spin off de “ La valle delle lacrime” da collocare subito dopo il capitolo 7, ovvero: i pensieri di Shaka post prima volta con la sua Nefertari. Spero piaccia.. nel caso.. ci ho provato XDD ciau!
La dedico a tutti gli appassionati di quella storia^^





Il vento gelido sferzava la piccola casupola cercando di piegarla, al suo interno una ragazza dormiva profondamente, raggomitolata in una pelle di volpe che serviva a darle calore, e circondata dal candido braccio di un ragazzo con lunghi capelli biondi che teneva le palpebre abbassate. Non si muoveva, non una parola usciva dalle sue labbra ma non dormiva, anche se le palpebre abbassate potevano indurre altri a crederlo. Ma in quella piccola abitazione nessuno poteva osservarlo, neppure la fanciulla che sembrava dormire serenamente; Shaka spostò la mano a scostarle una ciocca di capelli e di nuovo quel profumo struggente lo catturò, costringendolo a conservare una perfetta calma. Lo aveva già percepito, quell'odore, era ciò che l'aveva lentamente indotto ad abbassare le difese e a giungere fin nel più profondo della sua anima; strinse le palpebre cercando di sfuggire a quella tentazione che gli aveva fatto accantonare tutto tranne lei.
Posò lo sguardo su di lei, inquieto. Non aveva bisogno della vista per accertarsi della sua identità, ormai ne conosceva ogni singola emozione e trovava sconvolgente che il palpito del suo cuore era perfettamente in sincronia con il proprio; una leggerissima sensazione di calore lo pervadeva, in quei punti in cui le gambe e le braccia si intrecciavano con quelle di lei. Non era spaventato dalla sensazione della pelle scura di lei contro la sua, non più anche se all'inizio era stato diverso e la tentazione di fuggire era stata tanta. Ora, riguardandola, si sentiva in colpa.
Aveva fatto bene a seguire quell'istinto? La logica gli diceva che aveva commesso un errore, e che aveva insudiciato il corpo e l'anima della fanciulla mentre il suo cuore raccontava tutta un'altra storia. A chi doveva dare ragione?
Si mise seduto cercando di non sbegliarla, osservando le fiamme del camino abbassarsi sempre di più. Pensò che somigliavano molto a ciò che aveva provato lui in quelle ore: all'inizio incerto, per poi lasciarsi consumare lentamente da quella passione inattesa che avevano condiviso, fino a spegnersi lentamente lasciando la cenere come sola traccia di quanto accaduto. Un solo istante in cui qualcosa lo aveva convinto che accostarsi alla moglie non doveva essere necessariamente un male. Era sembrato tutto così naturale e spontaneo che ora si chiedeva se non fosse impazzito; quelle pelli macchiate di sangue gli ricordavano il sacrificio che la ragazza aveva versato per essere sua. Così gli aveva detto, non aveva usato parole diverse.
Ma l'aveva davvero voluto?
Non era abituato, Shaka, a preoccuparsi di sensazioni tanto lontane dall'illuminazione; quel viaggio doveva servire a riportare la pace nell'animo turbato della ragazza che aveva sposato poche settimane prima, non aveva previsto quel brusco cambio di programma che l'aveva portato a conoscere da vicino i piaceri della carne. Li aveva sempre tenuti a distanza ma all'improvviso non ce l'aveva più fatta, e aveva fatto sua Nefertari. Non l'aveva minacciata al contrario, si era dimostrato forse molto disponibile a scostarsi da lei, ma sapeva bene che era stata solo una formalità: dopo quel bacio che le aveva rubato sul treno, quando non erano ancora giunti a destinazione, aveva deciso che voleva quella ragazza. Non gli bastava più sentire solo la sua presenza vicino, doveva assolutamente approfondire quel rapporto. E non era stato il suo corpo a deciderlo, non solo, bensì anche la mente aveva più volte accarezzato l'idea di convincerla a concedersi.
Quella certezza era sconvolgente, e si era impadronita molto in fretta di lui, e in silenzio al punto che non si era neppure accorto di quel desiderio per lui immorale, che andava contro a tutto quanto l'aveva sorretto nei lunghi anni da buddista.
Era stato tutto troppo rapido? Nonostante le lunghe ore che avevano impiegato per congiungersi, ora gli sembrava che tutto fosse stato fatto troppo precipitoso, era capitato all'improvviso: l'aveva guastato con la sua fretta, avrebbe potuto attendere del tempo per capire se ne valeva la pena, se magari lei non preferisse conservarsi intatta. Forse Nefertari aveva avuto paura di porre un rifiuto.. la conosceva, aveva sempre avuto timore di lui e dei suoi modi di fare, e forse adesso era pentita.. Si rialzò, rabbrividendo. Più per il pensiero che per il gelo che poteva scacciare dal corpo col proprio cosmo.
La Siberia non era il posto adatto a lui, quel clima lo rendeva nervoso.. e difatti le conseguenze non si erano fatte attendere. La lontanaza l'aveva reso debole, vulnerabile, umano.. Non sarebbe dovuto accadere, si disse con quell'aria impassibile che lo rendeva tanto inavvicinabile. Non tanto per sè stesso quanto per quell'azione che aveva profanato la purezza di entrambi, la sua e sopratutto quella di lei; non avrebbe più potuto dire di disprezzare le gioie di un rapporto fisico, non quando le aveva sapientemente assaporate senza averne diritto. Avrebbe dovuto lasciarla intatta, trovare un altro modo per esserle vicino quella notte; invece aveva ceduto a quegli istinti terreni. L'aveva voluta e l'aveva ottenuta, perchè lui otteneva sempre ciò che desiderava. E la cosa che lo irritava era la certezza che una parte di sè non voleva cedere, e desiderava nuovamente godere del piacere che lei gli aveva fatto provare. Non era giusto questo, se lo ripetè alcune volte, anche se erano legati dal matrimonio non era ciò che sarebbe dovuto accadere. Aveva il dovere di proteggerla, non avrebbe dovuto inquinarla ma mantenerla pura come era sempre stata.
E se ora, al risveglio, lei se ne fosse vergognata? Se avesse desiderato cancellare dalla mente ciò che aveva fatto? Se avesse sbagliato lui, ad interpretare la condiscenzenza con la paura? Non aveva mai commesso un errore, proprio lui il potente Shaka della Vergine, ed ora il dubbio lo attanagliava. Che cosa sarebbe accaduto, in quel caso? L'avrebbe odiato, ne era certo, e non voleva che accadesse.. anche se non poteva più evitarlo ormai . Riportò lo sguardo sulla ragazza, cercando di non ricordare quanto vellutata fosse quella pelle scura sotto le sue carezze, e voltò le spalle mettendosi ad osservare la notte al di fuori della finestra. Sentiva la mancanza del tempio indiano in cui vivevano, della pacata calma della sesta casa dove era solito meditare; lì il mare era ghiacciato e l'aria gelida. Era un bel quadretto, osservarla dormire, non rispecchiava assolutamente il clima della regione: era come un fiore di loto cresciuto in cattività che era riuscito a rimanere puro e delizioso.
Sorrise decidendosi nuovamente a distendersi su quel giaciglio; chissà perchè non si sentiva in colpa tenendola abbracciata, forse dopotutto non aveva commesso un'azione immorale? Non sapeva che era semplicemente l'inizio di quell'amore rimasto sopito fino a quel momento, e che non era più riuscito ad ignorare.
Forse avrebbe trovato un modo per farsi perdonare: renderla felice.

   
 
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