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Autore: MartaJonas    17/08/2011    2 recensioni
Studi di registrazione,concerti, storie d'amore e party: è così che procede la vita di Joe Jonas che deve realizzare il suo primo album da solista.
Alex, una diciannovenne Texana, amante della musica ma con la paura del palcoscenico, è stata assunta dalla universal music come paroliere e musicista. Il primo artista con cui la ragazza avrà a che fare è proprio la pop-star Joe Jonas.
I due ragazzi si ritroveranno a collaborare.Cosa succederà tra quelle due giovani promesse della musica?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 9
 
The Life in Recording Studio.
 
Né Joseph, né Alex avevano più parlato di quel bacio: avevano entrambi troppa paura. Alex aveva sempre avuto terrore dell’amore, aveva avuto dei ragazzi ed era sempre stata mollata senza una spiegazione plausibile. Aveva avuto tre o quattro ragazzi, ma solo con uno le aveva fatto battere il cuore davvero; purtroppo appena questo venne a sapere della sua situazione familiare disagiata e del poco reddito familiare non si fece più vedere lasciandola con un sms, il modo peggiore per terminare una relazione, secondo lei.
Alex aveva sempre visto Joe come un amico, anche se aveva provato una strana sensazione nel momento in cui lo aveva visto per la prima volta, quei brividi non erano normali. Joe era un bel ragazzo, non si poteva negare; Alex a volte si fissava a guardarlo per minuti interi fino a quando lui non la beccava o richiamava la sua attenzione chiamandola. La cosa più bella quando era con Joe è che poteva essere naturale, al cento per cento:rideva, scherzava, rifletteva.
Alex non riusciva a spiegarsi da cosa fosse uscito quel bacio. Ormai erano settimane che ci pensava costantemente, e temeva sempre di più che le fosse piaciuto. Sì le era piaciuto anche se non voleva ammetterlo, Joseph era un ottimo baciatore.
Lui che non aveva avuto un’ottima reazione dalla ragazza, aveva fatto finta di niente, dicendo a se stesso che fosse meglio non parlarne più. Era innamorato? Non lo sapeva, ma di quella sera ricordava soltanto che aveva avuto un’insensata voglia di posare le sue labbra su quelle della ragazza. Forse sarebbe stato più facile chiederle di essere la sua ragazza. Forse più facile, ma sicuramente più doloroso e imbarazzante se gli avesse risposto di no.
I due ragazzi erano in completa confusione mentale e psicologica, in quel momento forse sarebbe servita davvero una bella seduta da uno psicologo, come i film che vedeva Joe in cui il protagonista andava dallo psicologo il quale disegnava giardini con fiorellini. Beh, forse è meglio non sprecare soldi per questo.
I due ragazzi continuavano a far finta di nulla comportandosi come sempre avevano fatto.
Avevano scritto e composto molti brani, trascorrendo anche notti completamente in bianco.
Alex aveva scoperto che Joe era un maniaco della perfezione quando si trattava di canzoni. Se non gli piaceva una sua minima vibrazione della voce ricantava la canzone dall’ inizio. Era estremamente pignolo con se stesso. Voleva che tutto fosse perfetto prima che chiunque altro lo ascoltasse, esclusa Alex ovviamente, lei sapeva tutto.
In quelle canzoni ne mancava una, sì quella che sarebbe stata il suo primo singolo da solista. Joe non riusciva a scegliere tra quelle che aveva un singolo perfetto, ci voleva qualcosa di … diverso.
Quel giorno di metà aprile gli si presentò l’occasione perfetta.
Come sempre Joe si stava dirigendo verso lo studio di registrazione (trascorreva molto più tempo lì che a casa sua) ma fece una strada alternativa e passò internamente alla struttura.
Vide che la sala d’incisione numero 10 aveva la porta aperta, all’interno c’era un suo amico impegnato a parlare con qualcuno girato di spalle, decise di non disturbare ma non riuscì a fare a meno di sentire una frase:
-Ho tantissime basi per canzoni, negli ultimi tempi passo tantissimo tempo qui dentro, ma alcuni brani non sono esattamente nel mio stile; conoscete qualcuno con cui potrei collaborare? – disse quella voce misteriosa che Joe rallentò per ascoltare.
-Joe! – gridò l’amico del ragazzo che lo vide passare davanti alla porta.
Joe che era andato circa tre metri più avanti tornò indietro e si affacciò alla soglia.
-Ehy John! Che ci fai qui? – chiese il ragazzo all’amico che l’aveva chiamato. Il giovane di spalle che stava parlando sì girò, era Chris Brown.
-Sono solo venuto a salutare un vecchio amico – disse lui mettendo una mano sulla spalla del cantante. –Chris lui è Joe, Joe lui è Chris.
I due si strinsero la mano e si presentarono con un sorriso.
-Sai Chri? Joe sta registrando un progetto da solista proprio in questi giorni, potreste lavorare insieme su quelle canzoni. – propose John.
-Quali canzoni? – domandò Joe.
-Ho delle basi per delle canzoni, e anche qualche strofa; ma non è esattamente il mio sound, quindi sto pensando di collaborare con altri artisti in modo da concludere i brani e aggiungere un’altra canzone nel loro album – spiegò il giovane
-Oddio sì, mi piacerebbe. – rispose il ragazzo entusiasta.
-Possiamo cominciare anche adesso, se vuoi! – propose Chirs.
-Certo che voglio! – rispose Joe.
Il ragazzo aveva appena colto l’occasione al volo, ed era un’opportunità che faceva proprio al caso suo.
 
***

-Alla buon ora Joe, come sempre – disse Alex che aveva sentito aprire la porta, e aveva parlato lasciando il suo sguardo al computer. Solo un attimo dopo si era girata e aveva notato che insieme al suo amico c’era anche qualcun altro, e quel qualcun altro era Chris Brown.
-Ciao – salutò imbarazzata rendendosi conto di aver appena fatto una figura di m*rda.
-Alex, lui è Chris Brown; Chris lei è Alex James, paroliere, musicista e tecnica dello studio, mi aiuta con le canzoni. – li presentò Joe sorridendo.
-Piacere- affermò il ragazzo stringendo la mano di Alex
-Il piacere è tutto mio – rispose con un sorriso.
-Io e Chris abbiamo deciso praticamente due minuti fa – rise a quell’affermazione – di collaborare per una canzone. Ha tante canzoni su cui lavorare e volevamo farlo insieme
-è davvero un’idea fantastica – esclamò entusiasta la ragazza – cominciate ora? Sai perché qui nello studio, visto che ci abbiamo passato le ultime 36 ore, c’è una confusione tremenda.
-Sì cominciamo ora, anche se in effetti qui non è molto ordinato – disse il cantante. Con una mano sul suo collo si guardò intorno e notò un certo disordine. C’erano libri, computer, cartoncini vuoti del cibo cinese di due giorni prima, o peggio confezioni vuote del McDonald’s , bottigliette d’acqua semivuote, telefonini in ogni angolo disponibile, per non parlare dei fogli su cui appuntavano le canzoni: era un vero disastro quello studio.
-Non preoccupatevi, il disordine a volte è fonte di ispirazione! – rispose sorridendo il cantante di colore.
-Allora andremo tutti d’accordo qui dentro – disse la ragazza facendo ridere i due cantanti.
-Mettiamoci subito a lavoro allora. – incitò Joe sedendosi e facendo accomodare Chirs su una sedia girevole.
-Joe, prima che cominciate, posso prendermi 3 ore libere? Devo fare alcune cose, e sono troppe ore che non vedo un letto vero, devo dormire almeno un’ora in santa pace. Posso? – domandò Alex che si era alzata in piedi al ragazzo.
-Certo che puoi Alex, dovrei pagarti gli straordinari per le notti insonni! 3, 4, 5 ore libere, anche tutto il giorno puoi assentarti. –rispose il corvino sorridendole e avvicinandosi a lei che aveva appena preso la sua borsa.
-Ok, perfetto, grazie. Ah Joe … - lo chiamò con voce più bassa per non farsi sentire al terzo – Non so se possono servirti, ma, questi sono appunti che avevo preso più o meno quando ci siamo conosciuti, abbiamo usato gli altri, ma questi no. C’è scritto sopra a chi  si riferiscono. Se magari non sapete da cosa cominciare potete prende spunto da qui. – gli suggerì la ragazza porgendogli un foglio piegato e un po’ sgualcito che aveva appena estratto dalla sua borsa.
Joe osservò cosa era stato scritto in quel foglio, e sorrise per poi annuire soddisfatto.
-Tu sei un angelo Alex! – sorrise, le baciò la guancia tornado dal suo collaboratore.
-Ciao ragazzi –esclamò la ragazza prima di uscire.
-Ciao! – dissero all’unisono i due, ma in quel saluto la voce di Joe si sarebbe sentita anche a un miglio di distanza. Era felice, sì molto felice.
Alex odiava e nello stesso tempo amava quei baci che Joe le lasciava sulla guancia di tanto in tanto. Per Alex la mente di quel cantante era incomprensibile, peggio di quella di una ragazza.
 
***
 
-Buonasera ragazzi, come procede? – domanda Alex che dopo tre ore precise era tornata in studio.
-L’abbiamo finita Alex! L’abbiamo finita in due ore ti rendi conto?! – disse emozionato il ragazzo.
-Ringraziala! senza quelle frasi saremmo stati qui fino alle 4 di mattina, e non sarebbe venuta così bene. – gli suggerì l’altro cantante con cui praticamente aveva stretto amicizia e sembrava che si conoscessero da una vita per come si comportavano tra loro. Era facile e veloce far nascere un’amicizia tra due maschi, Alex lo aveva sempre creduto, e ogni volta vedeva riconfermata la sua ipotesi: suo fratello aveva amici dappertutto.
-Hai ragione, Alex sei stata la nostra salvezza, senza quegli appunti non saremmo andati da nessuna parte, non sapevamo dove mettere mano! – la ringraziò il giovane cantante.
-Figurati, ho solo scritto quello che dicevi. – risponde dando poco peso a quel che aveva fatto.
-L’ ho detto e lo confermo: sei un angelo – affermò Joseph baciando la guancia della ragazza, proprio come aveva fatto prima.
-Dai Joe, ringraziala meglio! – esclamò Chris per spronare il ragazzo a fare qualche altro tipo di gesto di “gratitudine”. Chris Brown sembrava intento a sistemare la musica al computer ma in verità stava vedendo ogni cosa gli succedesse dietro le spalle, aveva gli occhi dietro la testa?
I due rimasero per un attimo interdetti non sapendo cosa dire. Alex era in preda all’ansia e alla pura, così risolse tutto con una fragorosa risata alla quale si unirono anche gli altri due ragazzi. 
Quella situazione stava facendo trovare a disagio entrambi sempre di più, e ormai non sapevano come uscirne fuori.
 
***
 
-Allora ci vediamo domani alla stessa ora qui per l’incisione, ok Chris? – domandò Joe al musicista, prima di salutarsi.
-Perfetto Joe, a domani! Ciao Alex!- salutò dopo aver acconsentito
-Ciao – salutarono all’ unisono i due ragazzi.
Joe si lasciò cadere sulla sedia a peso morto e chiuse gli occhi stanco morto, ma con l’intenzione di continuare e finire quel progetto.
-Sei pronta per trascorrere un’altra notte insonne qui con me? – la interrogò il ragazzo.
-Ma non hai detto a Chris che continuavate domani? – disse perplessa Alex.
-Secondo te io davvero riesco ad aspettare fino a domani? O meglio riesco a cantare perfettamente come faccio davanti a te, davanti a lui? Io sono un cantante, proprio come te, e non sei l’unica ad avere timore di esibirsi davanti a qualcuno che ha più esperienza di te. Poi io voglio che ogni dettaglio sia perfetto, sai che sono pignolo; non potrei stare a cantare milioni di volte lo stesso verso con lui. Domani mattina modificherò solo le ultime cose. – le spiegò lui; anche il “mitico” Joe Jonas aveva paura delle volte.
Alex trattenne un sorriso, estrasse il suo telefonino dalla tasca e cominciò a toccare i tasti di questo. Joe non riusciva a capire quel comportamento, così le chiese:
-Ma che stai facendo?
-Chiamo il ristorante cinese. Vuoi i soliti involtini primavera Joe? – gli chiese facendolo sorridere e annuire allo stesso tempo. Con quell’affermazione Alex aveva appena accettato di rimanere per l’ennesima notte ad aiutare l’amico.
-Grazie. – le disse sottovoce sorridendo.
Appena la ragazza ebbe finito di ordinare la loro cena Joe le disse:
-Ti ho mai detto che ti adoro quando fai così?
-“Così” come? – domandò
-Che dici che non vuoi, ma poi ti fai convincere, e hai già pensato a tutto e invece di rispondere con un “sì” mi chiedi se voglio gli involtini primavera. Sei sempre un passo avanti. – Disse  Joseph
Alex rise, attaccando così la sua stessa risata al cantante.
-Davvero, mi fa piacere che tu l’abbia notato. Comunque non avrei mai lasciato un malato della mia stessa malattia, anche se meno gravemente, da solo ad esibirsi davanti a Chris Brown – lo informò Alex.
-Grazie davvero – disse di nuovo.
-Su mettiamoci al lavoro! Fammi vedere per bene questa canzone. – disse la ragazza impossessandosi del foglio banco con su scritta la canzone che aveva in mano il ragazzo. – A prima occhiata ti posso confermare che hai una scrittura pessima come sempre. A te viene bene solo l’autografo. – la ragazza scosse la testa in gesto di dissenso - comunque ora la leggo seriamente.
Passò qualche minuto, e gli occhi di Alex continuavano a scorrere su quel foglio pieno di parole, non riuscivano a staccarsi e neanche per un attimo; Joe aspettava una sentenza che tardava ad arrivare.
Alla fine della terza strofa Alex stava sul punto di scoppiare in lacrime.
“No, no, non è proprio il momento di piangere Alex. Sii forte, respira, punta gli occhi su una parte bianca del foglio e cerca di dire qualcosa. E soprattutto non guardarlo negli occhi, non resisteresti.” Si ripeteva quella parole, immaginandosi come sarebbe venuta fuori quella canzone, sarebbe stata una meraviglia; Alex si ripromise che se Joe non ci avesse messo anima e corpo per cantare al meglio quella “See No More” sarebbe andata lì e gliene avrebbe date di santa ragione. Quella notte sarebbe stata pignola anche lei, quindi di sicuro non sarebbero usciti da lì per almeno le 8 del mattino per un caffè.
-Che ne pensi? – chiese Joe timoroso.
-è bellissima – rispose con voce flebile e tremante consegnando quel foglio nelle mani del ragazzo e facendo due passi più in là.
-Davvero? Abbiamo usato praticamente tutti gli appunti che avevi preso. Non mi sembra affatto male come testo per ora. – disse riflettendoci.
-Joe, potrebbe essere il primo singolo. – affermò convinta la ragazza all’improvviso.
-Ma non so, l’album non è neanche completo, non è stata neanche incisa … - comincia a dire Joe impaurito, la verità è che c’era troppo di suo in quella canzone.
-Joe, questa canzone ha tutti gli elementi per essere il singolo dell’album. Ho sentito la musica, ho letto il testo immaginandomelo su quel ritmo; ora manca solo l’incisione ... e sbrigati a , che vorrei andare a dormire verso le 5 di mattina, se possibile; anche se lo credo impossibile, prima delle 8 da qui non usciamo. – dice la ragazza.
-Hai suoi ordini, capitano – la portò in giro facendo un saluto militare.
-Vedi di comportarti bene soldato! – disse Alex facendolo ridere.
-Allora per prima cosa vai in sala incisione con la canzone scritta e canta, quello che ti viene, andando a tempo il più possibile. Se perdi il filo o non ti ci ritrovi per dieci secondi non preoccuparti, riparti da dove sai come cantare, ok? Soprattutto, stai tranquillo. – le spiegò la ragazza cercando di rassicurarlo.
-Ok - sospirò preoccupato. Joe era stranamente teso, come se fosse la sua prima volta nello studio di registrazione; la verità è che era stanco, impaurito e con mille problemi per la testa.
La musica partì, quando il cantante le mostrò un pollice alzato. Joe fece un respiro profondo.
-It was saturday when I got that call- cantò attaccando nel momento sbagliato non riuscendo a prendere la nota -Far away from feeling small – non prese respiro, era senza fiato- I know, I know, I know what the truth is - andava fuori tempo, stava combinando un disastro con quella strofa e visto che non gli riportava neanche mezza nota si fermò e allargò le braccia non sapendo cosa fare.
-Joseph continua – lo incitò Alex.
Joe riprovò ad attaccare al momento giusto e prendere la nota giusta, ma anche questa volta non ce la fece. Cosa gli stava succedendo?
Cercò di andare a tempo, ma le sembrava che quelle parole fossero di un’altra canzone, non di quella. Iniziava un verso e dopo tre lettere taceva rendendosi conto che qualcosa non andava. Una volta sbagliato anche l’ultimo ritornello, sbuffò deluso da se stesso abbandonò le cuffie sul microfono e uscì dalla sala di registrazione e si sedette sul divano a peso morto, lasciando la testa abbandonata all’indietro.
Alex bloccò la musica, e si avvicinò dandosi una spinta con la sua sedia girevole.
-Ehi, che ti succede? – disse dolcemente Alex al ragazzo che non riuscendo a cantare quella canzone si sentì come se la sua carriera da cantante fosse finita.
-Lo sai tu? Perché io non me lo so spiegare, probabilmente sono sempre stato un pessimo cantante … – disse deluso.
-Ehi, Joey, ascoltami. Guardami negli occhi. – gli suggerì, e la testa del ragazzo si alzò e il suo sguardo andò ad incontrare quello di Alex. – Joseph, sai dov’è il problema? È qui, qui e qui. – Così dicendo la ragazza tocco con il dito indice della mano destra prima la fonte del ragazzo, poi il cuore e infine appoggiò la sua mano su un suo ginocchio. – Hai troppi pensieri per la testa: oggi hai anche incontrato un cantante famoso e in due ore hai composto una canzone con lui, non dormi da tanto, e devi pensare all’album, alle prime del film, al tour, alle copertine, devi pensare a tutto. Poi sei uscito da relativamente poco da una relazione e dentro a questo studio non fai altro che pensare alle tue passate storie che in conclusione non sono state tutte delle tragedie greche; in più sei continuamente contrastato con te stesso, non sai prendere una decisione concreta di questi tempi. Le gambe ti tremavano quando sei entrato in sala, che credi che non me ne accorga? hai paura, sì perché è la prima volta senza i tuoi fratelli, quindi non c’è nessuno che ti rassicuri o che si offra di cantare una strofa al posto tuo; hai paura perché con questo album, ma soprattutto con questa canzone sei stato sincero, completamente onesto, e il pensiero che potrebbe non piacere qualcosa che viene così dal profondo ti terrorizza e mette giù di morale. – gli spiegò Alexandra a cui Joe non aveva più tolto gli occhi da dosso da quando gli aveva suggerito di guardarla negli occhi. – Sbaglio?
-No, non sbagli affatto; piuttosto direi che sei impressionante – sentenziò Joe.
-Ho la qualità di capire come sono fatte le persone in relativamente poco tempo, a volte mi basta uno sguardo – gli disse lei.  – Lo so: ho sbagliato lavoro, avrei dovuto fare la psicologa.
-Avresti fatto milioni. – disse.
-Eh lo so. Ma ora ci dobbiamo occupare di un già milionario, cioè tu. Quindi entra lì dentro e fa sentire chi sei Joseph Adam Jonas. – si premurò di pronunciare il suo nome per intero.
-Ho paura di fare schifo come prima – indugiò.
-Non succederà, comunque sia sono solo io, mi è successo di sbagliare la canzone o rendermi conto che per un giorno era meglio rinunciarci, ci sono dei giorni no.  Poi Joe “quella con la paura da palcoscenico” sono io, non tu: tu sei quello che ha cantato davanti a milioni di fan, che non ha paura di far vedere chi è.  – disse lei.
-Grazie – sorrise lui baciandole una guancia prima di entrare nella sala di registrazione e dare il meglio di sé.
L’esibizione di quella prima registrazione di “See No More” Alex l’avrebbe potuta eleggere come la migliore incisione di Joe Jonas degli ultimi tempi, sicuramente la migliore del suo album da solista.
Rimasero fino alle 4 di mattina insieme a parlare cantare, registrare, riprovare, mangiare, ridere e lanciarsi occhiate l’un l’altra come se fossero in compagnia di altri cento e non potessero davvero lasciarsi andare. Avevano paura, terrore delle conseguenze; e questa volta non era solo Joe ad averne. Alex era spaventata dall’Amore tanto quanto lo fosse di esibirsi davanti a qualcuno. 






Note d'autore. 
vi ringrazio ancora per i commenti! :) spero che questo capitolo vi piaccia, lasciante una recenzione se volete! ;-)
baci, Marta. 
  
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