Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Lily White Matricide    17/08/2011    8 recensioni
Un momento di relax per l'Auror Harry Potter e la consorte, Hermione Granger. Nella bucolica serenità di un cottage inglese, Harry sembra proprio essere colto da un problema cronico .... Quanti cucchiaini di zucchero vuole sua moglie nel tè?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Words For Harmony'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa piccola ed umile one-shot è dedicata a  Mimi18, che, inconsciamente, mi ha regalato una bellissima idea. Non ho molta dimestichezza con il pairing Harry / Hermione, ma è un tentativo senza pretese di grandezza.

 

Questo piccolo aneddoto è stato anche suggerito da una splendida canzone di Tori Amos, “Sugar”. Da qui, il titolo della one-shot.

Sugar

 

Era tutto così perfettamente ordinato, su quel balcone luminoso che si affacciava sulla campagna inglese. Il sole splendeva sui mattoni rossicci, invasi dall’edera rampicante.

 

Dei piedi piccoli, femminili, ed aggraziati si aggiravano per il pavimento, piastrellato in cotto. Ogni passo era lento, come se volesse misurare l’ampiezza del balcone di quell’edificio rustico, ma adorabile. Harry l’aveva voluto comprare, come rifugio dai periodi più stressanti di lavoro. Un Auror del calibro di Harry Potter aveva pur diritto di viziarsi con una seconda dimora di tutto rispetto. 


Ed aveva tutti i diritti a godersi una meravigliosa natura circostante. Verde, alberi a non finire e pure un placido torrente, che in inverno diventava una vera e propria attrazione, con tanto di prove di coraggio. Chi aveva il coraggio di attraversare quel torrente ghiacciato? Harry ci aveva provato con esiti disastrosi, finendo più di una volta contuso, con qualche livido qua e là. Camminare sul ghiaccio non era il suo forte, decisamente.

 

Tuttavia, la splendida e soprattutto intelligente moglie, Hermione Granger, aveva vinto più di una volta la scellarata sfida, sconfiggendo nettamente il goffo consorte.

 

Ma quel giorno, baciati da un sole non troppo ardente, non ci sarebbero state tenzoni assurde, non ci sarebbero stati pericoli. Hermione, vestita di un semplice paio di jeans ed una camicia bianca, si sedette al tavolo preparato in balcone. Allungò una mano per afferrare il vaso di rose gialle fresche ed annusò i fiori, con un sorriso sulle labbra. I capelli cadevano leggermente mossi sulle spalle, con i riflessi ancor più dorati dalla luce del sole. Rimase a contemplare il panorama circostante, in uno stato di serenità assoluta. Quei momenti, a causa del pesante lavoro di Harry, erano un lusso, una vera e propria rarità. Si sentiva intimorita ad emettere un suono qualsiasi, temeva di rompere l’equilibrio, se si fosse messa ad armeggiare con la sua colazione.

 

Anche la tovaglia, di un bianco accecante, sembrava troppo bella per essere toccata. 

 

“Ancora una volta sei rimasta incantata dalla natura, vero?” fece una voce familiare alle sue spalle.

 

Hermione si voltò, sobbalzando e si riscosse dall’incantamento.

 

“Buongiorno, Harry. Finalmente in piedi!” esclamò ridendo. L’uomo si mise gli occhiali e camminò verso la donna e si chinò per baciarla sulle labbra, con gentilezza. Le accarezzò gentilmente i capelli, e lei appoggiò la testa sul petto del marito, socchiudendo gli occhi.

 

Poi, Harry si sedette di fronte alla giovane moglie, osservando la tavola imbandita. Croissant, da farcire con burro e marmellata - Hermione preferiva le confetture con i frutti di bosco, Harry prediligeva quelle all’albicocca ed alla pesca; una brocca con del succo d’arancia, pane ai cereali e, in puro british style, nella versione più leggera, uova strapazzate e bacon. Non mancava il classico tè, da abbinare con il latte, volendo.

 

Hermione iniziò a servirsi, con gesti calmi e lenti, chiacchierando amabilmente con Harry. Gli argomenti pesanti e seri non avevano spazio in quell’angolo di paradiso, si passava dal parlare di Ron e della sua famiglia, degli amici, delle cose da sistemare a casa, e si fantasticava su come si potesse migliorare quel delizioso cottage.

Si vagava con le parole in totale libertà, senza limiti o problemi. Harry era particolarmente di buon umore quella mattina e si lasciò andare su un argomento a lui molto caro: ovvero, il voler dei figli. Hermione aveva qualche timore ad affrontare quell’argomento, ma la leggerezza di quel luogo, che li faceva sembrare un po’ racchiusi in una bolla di sapone, riuscì a scioglierle qualche riserva.

 

I piatti erano pieni di pietanze, ora non mancava che il tè, fumante nella sua teiera bianca e blu.

 

Cavallerescamente, Harry, voleva servire il tè ad Hermione, come faceva sempre in ogni occasione in cui avevano la possibilità di fare colazione assieme.

 

Prese le tazze, dello stesso colore della teiera. Le girò e posò i cucchiaini sul piattino. Prese la teiera calda e versò il contenuto nelle tazze con fare sicuro. Hermione si guardava in giro, osservando uno stormo di uccelli in volo verso l’orizzonte.

 

Una brezza leggera agitò le chiome verdi brillanti degli alberi. La tovaglia ondeggiò lievemente, solleticando con il proprio orlo i piedi scalzi della coppia. Ridacchiarono e la donna aspettava il proprio tè, rigorosamente con un goccio di latte, senza fretta.

 

Harry sudò freddo, il suo sguardo perse un po’ di luminosità di fronte alla tazza della moglie. Come faceva a non ricordarselo, tutte le volte?

 

Prese in mano la zuccheriera, mentalmente cercò di ricordarsi quante volte avesse fatto quel gesto. No, proprio non se lo ricordava. Ed aveva un certo timore di chiedere ad Hermione aiuto. Era una cosa così stupida e tutte le volte se la dimenticava. 

 

Uno? Due? Uno e mezzo?

 

Aprì, deglutendo un po’ nervosamente, il coperchio argenteo della zuccheriera. Provò a sollevare il cucchiaino pieno di zucchero. 

 

E se fosse stato niente zucchero? Pensò agitato Harry.

 

Hermione si girò e guardò un po’ interdetta l’uomo, che aveva abbandonato lì il contenitore, toccandosi un po’ convulsamente la fronte. A volte, senza accorgersene, andava a toccare con l’indice la sua cicatrice a forma di saetta, ora meno evidente che in passato.

 

“Harry?” gli chiese in tono gentile e premuroso.

 

Con un po’ d’imbarazzo, Harry guardò gli occhi scuri e dolci della propria amata, alzando le mani in segno di resa.

 

“Hermione, non mi ricordo mai quanto zucchero vuoi nel tè”.

 

La donna gettò la testa indietro e rise di cuore, facendo ondeggiare i boccoli setosi.

 

“Harry, dopo tutto questo tempo assieme, non ti ricordi mai che voglio un solo cucchiaino di zucchero nel mio té?”. Harry si batté il palmo della mano sulla fronte e prontamente accontentò la moglie. Le passò la tazza in totale silenzio, con uno sguardo lievemente imbarazzato. Si guardarono negli occhi luminosi. Il Verde contro il colore del caramello.

 

Risero di cuore, come due bambini, sorseggiando, finalmente soddisfatti, le proprie di tazze zuccherate.

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lily White Matricide