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Autore: FallingInLove    17/08/2011    13 recensioni
Roba da pazzi! Poggiai una mano su un fianco cominciando a gesticolare animatamente con l'altra.
-Punto primo: mi stai rinfacciando tutte le volte che sono venuta a piangere da te? -domandai sentendo il veleno fra i denti -Perché io pensavo di trovare supporto fra le braccia di un amico e non di uno stronzo pronto a portarmi il conto!
-Non sto facendo niente di tutto questo -tentò di difendersi, ma io ormai ero partita come un treno e non mi sarei fermata tanto presto
-Punto secondo: io non sono una guerra che vi giocate tu e Riccardo, non sono una battaglia da vincere!
-Per me invece lo sei -mi interruppe, guardandomi dritta negli occhi; rimasi in silenzio, colta alla sprovvista e lui ne approfittò per continuare -Sei una di quelle poche cose per cui vale la pena lottare.. ed è per questo che non rinuncerò facilmente, soprattutto se ti so con quell'idiota
Avevo detto che non mi sarei fermata? Be' non avevo tenuto conto di questo. Proprio no.
-E punto terzo -aggiunse lui alla mia lista -non hai risposto alla mia domanda
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13. La verità


-Sei sicuro? -gli chiese ancora una volta Jason

-Certo -rispose Mirko senza indugi -Non sono certo che lei ci sarà, ma gli scorsi anni ci è sempre andata, quindi..

-Sì, ma che scopo ha a questo punto? -chiese senza molto tatto

Mirko per tutta risposta gli porse il basso -Suoniamo e basta


°°°


Nadia mi aveva detto di stargli lontana e l'avevo fatto. Per un giorno e mezzo.

Sì, ma non era del tutto colpa mia: era lei che aveva insistito per farmi andare al concerto dell'università, dove avrebbe suonato anche la sua band

-Ci saresti venuta comunque, no? -mi chiese mentre guidava verso il Manhattan

-Sì, ma mi sembrava che tu mi avessi detto..

-Per stasera fa' come se non ti avessi detto nulla -mi interruppe

-Ma perché? -non ci capivo niente

Lei mi guardò attentamente -Perché hai le idee confuse e te le devi schiarire e, dato che non hai tutto il tempo del mondo, ti sto dando una mano a darti da fare.

Ah be', così era molto più chiaro!

Mi accasciai sul sedile, e smisi di cercare una spiegazione razionale; eravamo in ritardo, ma Nadia aveva detto che saremmo arrivate più o meno all'orario in cui era prevista la loro performance.

Nel frattempo, avevo tutti i nervi tesi e sentivo ogni singola pulsazione del cuore rimbombarmi nel cervello: sarebbe stata una lunga notte..


°°°


Un'altra band aveva finito di suonare e stava abbandonando il palco fra gli applausi generali; Mirko poteva vedere chiaramente i suoi compagni di gruppo che prendevano da bere al bar, Nick compreso, ma non aveva voglia di unirsi a loro, voleva starsene un po' da solo.

Le ultime parole famose..

-Hey -una voce femminile alle sue spalle

Mirko si voltò, e si sforzò di fingere un sorriso.

Bella come sempre.. ma non era la persona che avrebbe voluto vedere in quel momento -Giada, che ci fai qui?

Era una vita che non la vedeva e che non la sentiva, sembravano passati secoli.. si sentiva quasi invecchiato rivedendola, come se ormai lei appartenesse a un periodo lontano, evaporato via come neve al sole, a una vita che non era più sua.

Una vita fatta di sesso e di piaceri temporanei.. una vita in cui era sempre stato latente il sentimento che ora aveva preso forma e contorni definiti nella sua mente.

Lei scrollò le spalle -Sapevo che avresti suonato qui stasera.. pare che fosse l'unico modo per rintracciarti -c'erano delusione e tristezza nella sua voce, ma anche un pizzico di rimprovero

-Giada, ascolta..

-No, lascia stare, non importa -lo bloccò lei -Non importa se non hai più risposto alle mie chiamate e ai miei messaggi.. importa solo che adesso possiamo ricominciare -e sorrise, avvicinandosi mirando alle sue labbra

Mirko rifletté, e per un istante fu tentato: tornare com'era prima, andare a letto con Giada senza provare nulla a parte il piacere, insensibile a quel sentimento che adesso lo stava distruggendo. Libero da tutti i sentimenti, ma schiavo del piacere. Scordarsi di Nina, di quell'idiota di Mr.Figo e affogare tutto il dolore fra le lunghe gambe di quella ragazza.

Ecco perché fu solo un istante: Mirko sapeva benissimo che niente di tutto questo sarebbe stato possibile, non dopo che si era spinto così oltre, scottandosi così tanto.

-Giada -fece un passo indietro -Se non ti ho più chiamata è perché davvero non volevo più sentirti

Si sentì immediatamente male per la brutalità delle proprie parole; ma in fondo come poteva dirlo in un modo che non l'avrebbe fatta soffrire?

-Cosa stai dicendo? -domandò lei, incrinando il suo sorriso denso di lucidalabbra -Perché?

Lui sospirò, e cercò di mettercela tutta per essere un po' più garbato.. ma non era facile con il cuore rotto a metà -Perché mi sono accorto di quello che hai iniziato a provare per me -disse -per te non era più solo sesso, Giada, e io non voglio approfittarmi di te e di quello che provi

Lei rimase un attimo in silenzio, mentre le sue gote si tingevano di rosso -E' una decisione che spetta a me -gli disse quando si fu ripresa -Io voglio continuare, e se davvero vuoi smettere solo per questo..

-Mi sono innamorato -la interruppe, allora.

Elementare come un raggio di sole, forte come un fuoco ardente, doloroso come un'ustione.

Ma era la verità.

Vide Giada spalancare la bocca, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime

-Tu.. chi?

-Non ha importanza -rispose con amarezza -lei non ricambia

Questo sembrò rinvigorire le vane speranze della ragazza -E non pensi che questa sia una ragione in più per continuare la nostra storia? Potrei aiutarti a non pensare a lei..

-Ma non capisci? -le domandò allora, irritato, mandando a farsi benedire tutto il tatto -Non avrebbe alcun senso né per te che sprecheresti il tuo tempo invece di trovare qualcuno che davvero ti voglia bene e né per me perché .. perché io la amo, Giada, e non posso cambiare le cose. Noi non abbiamo mai avuto una storia, fattene una ragione e vai avanti -le intimò infine

Era stato crudele, ma forse farsi odiare era l'unica cosa utile che potesse fare per Giada in quel momento; lei infatti lo guardò malissimo, trattenendo le lacrime.

-Io non mi arrendo, Mirko -gli disse deglutendo -Perché anch'io sono innamorata -e, detto questo, gli voltò le spalle e se ne andò.

Il ragazzo sospirò scuotendo la testa: ma aveva un senso tutto quello che stava provando?

Gli sembravano sentimenti senza traiettoria, vani per quanto forti.. più forti di lui.

In quel momento arrivò Nick vicino a lui

-Tocca a noi -gli disse

-Ok.. arrivo.

Poi sorrise -Lei c'è. Ci ho parlato un secondo fa


°°°


Avevo appena ascoltato Nick raccontarmi di come il padre aveva chiamato per annunciare alla loro famiglia che rinunciava all'affidamento: era stato un colpo di fortuna che lui e Mirko lo avessero trovato ubriaco in quel bar.

Gli avevo espresso la mia sincera contentezza, ma allo stesso tempo avevo sentito una voragine immensa proprio al centro del mio stomaco: Mirko, il mio Mirko non me ne aveva parlato per niente.

Ok, passi quella sera, che dato ciò che era successo con Riccardo, magari non se l'era sentita..

Ma in fondo quella era stata anche l'ultima sera dove eravamo stati veramente noi.

Forse aveva già cominciato ad allontanarsi, per difendersi da me che non gli avevo fatto altro che del male.

Il cuore batté dolorosamente contro il petto dopo questo ragionamento, e me lo meritavo tutto.

Adesso lo guardavo, là che parlava con quella tizia coi capelli viola, Giada. Non avevo mai ucciso nessuno, ma un istinto omicida mi colse proprio in quel momento.

Non ne hai alcun diritto, stronza! Questa vocina dentro di me si stava riferendo a me stessa, non a Giada.

Forse non avevo poi approfondito così bene la storia dei confini.

Distolsi lo sguardo, nello stesso istante in cui vidi Giada allontanarsi da lui, e trovai Nadia che già mi fissava

-Adesso capisci perché ti ho portata qui? -mi chiese; feci docilmente segno di sì con la testa.

Nick non disse niente, e mi chiesi quanto mi considerasse stronza da uno a mille: lui adorava il fratello, come Mirko adorava lui.. e io ero un'egoista.

-Tocca a noi -annunciò allegramente a un certo punto -Scusate, vado a chiamare mio fratello -si congedò

Ovviamente avrei dovuto aspettarmi almeno la metà di quello che successe dopo, dato che conoscevo Mirko: lui non era il tipo che ti lasciava intendere le cose, se voleva, te le diceva in faccia, chiare e tonde. E naturalmente lo faceva a modo suo.

Salutò al microfono, dicendo qualcosa come avevano fatti i cantanti delle altre band; nel frattempo lasciò vagare lo sguardo tra gli studenti, sembrava stesse cercando qualcuno; qualcuno tipo me. Appena mi trovò sembrò sollevato.

-Ovviamente non c'è bisogno che te lo dica -mi disse Nadia -ma la canzone che canterà è per te; l'ha scritta di recente

-Come??

-Me l'ha detto Jason; è un altro dei motivi per cui ho insistito così tanto per farti venire

Non capivo se il mio cuore stesse martellando per l'ansia di non sapere cosa aspettarmi e come comportarmi, dato che nessuno mi aveva mai dedicato una canzone o perché fosse proprio Mirko a farlo.. Non capivo più niente, a parte le parole che Mirko cominciò a intonare, guardandomi negli occhi.


Tu avresti bisogno di un vero uomo che si svegli al mattino

e prenda in mano il destino, fino


Tipico di lui, la canzone non poteva che iniziare con un'allusione neanche troppo velata alle, secondo lui, ridotte dimensioni di Riccardo; mi stupii di sentire un sorriso sul viso, il primo da quando Nadia mi aveva aperto gli occhi. Anche lui sorrise, di rimando.

Non era imbarazzato o, se lo era, lo nascondeva bene.


A partire alla conquista del trono
e portartelo in dono sfondando anche il muro del suono
ma io quello non sono


Io quello non sono.. lo aveva detto con.. tristezza, quasi.

Questo cancellò ogni espressione dal mio viso, lasciandomi.. vuota, per poi passare allo sbigottimento. Sbigottimento non per il fatto che pensasse che io avessi bisogno del tipo di uomo che stava descrivendo, gli avevo parlato così tanto dei miei stupidi film mentali sin da quando ancora non avevo le tette, che era normale che ne fosse rimasto traumatizzato;ciò che mi aveva lasciato sconcertata era l'impressione che.. che lui si stesse in qualche modo dispiacendo di non essere come quello stupido ideale che, anche se esagerato, somigliava davvero a quella descrizione.

No, lui non ne aveva bisogno, non doveva farlo.

E infatti capii di essermi sbagliata: si stava distinguendo piuttosto fieramente da Riccardo, il dispiacere era.. sapere di non essere il tipo di ragazzo che sognavo.

La voce di Nadia che tradusse in parole i miei pensieri mi spaventò: mi ero completamente scordata che fosse accanto a me

-Lui è molto meglio di Riccardo, e lo sa -disse, per poi voltarsi verso di me -Resta da vedere se lo sai anche tu oppure no


È che senza dubbio tu sei una
che si merita il meglio che ho
Io invece purtroppo certezze nessuna


Mi venne spontaneo scuotere la testa: non era vero neanche un po'. Forse poteva sembrare così all'apparenza, forse lo era per gli altri. Ma lui per me era sempre stato una certezza, avevo sempre potuto contare su di lui.

Sempre. Fino a due giorni fa.

Sentii un groppo in gola, ma la musica che ripartì in quarta con i colpi di batteria al ritmo del testo, mi aiutò a cacciarlo giù


Però una cosa la so:
il taglio sul ginocchio, la bici nel fosso,

il pugno nell'occhio, ogni semaforo rosso


La ferita che si era fatto, la buca dove eravamo finiti quello stesso giorno in bicicletta; risi, ripensando a quello scherzo telefonico che lì per lì mi aveva fatta infuriare. Era accaduto nello stesso giorno.. i semafori rossi che aveva preso invece non si contavano, ce n'erano in abbondanza!

Ricordai anche con un certo rancore il pugno che gli aveva dato Riccardo.

Lui al contrario di me aveva un'espressione seria, determinata e capii perché nel verso successivo:


Fu per arrivare a te


Rimasi a fissarlo come un'ebete

Da così tanto, Mirko?

Che stupida a non voler guardare! Per colpa mia eravamo arrivati a questo punto, a non parlarci se non per mezzo di una canzone: dovevo rimediare.

La prima cosa da fare era decidere come.


Dormire alla stazione, la manifestazione
Il quaderno con scritto il testo della canzone
Fu per arrivare a te


Ricordai la giornata a Milano: una giornata bellissima, solo nostra, resa indimenticabile da quella dormita all'aperto. E il quaderno, il suo quaderno che custodivo gelosamente..

Ci scambiammo uno sguardo intenso che durò tutto lo stacco musicale tra la fine del ritornello e l'inizio della strofa successiva.

Non guardarmi così, pensai, ma anch'io lo stavo guardando nello stesso identico modo.. e non riuscivo a smettere.


Tu avresti bisogno del nuovo Romeo
che parla soltanto di business e legge riviste di fitness


Ricominciava a sfottere.. ma non mi dispiaceva, anzi!

Mirko notò il mio sorrisetto e sembrò soddisfatto.


E ti mostra come fossi un trofeo
sfoga lo stress giocando a squash e fa “yes, yes”
se parla col boss, ma io no


E' vero Riccardo aveva questa mania di voler dare sempre spettacolo di me, di noi: una cosa che proprio non sopportavo! Storsi il naso, ma la strofa interessante era quella dopo.


Però senza dubbio tu sei quella
che si merita il meglio che c'è
Se lui è il dolcificante, io una caramella
..E lascio scegliere a te!


Mirko..

Questo paragone me lo sarei ricordata per molto, molto tempo, come il resto della strofa che era perfettamente nel suo stile: arrogante e presuntuoso nel ritenersi migliore di Riccardo, ma in un modo dolce, tutto suo, non pressante ma che, anzi, lasciava a me tutta la scelta.

A me, che secondo lui meritavo tutto il meglio.


La mia prima sbronza anche la seconda

il poster nella stanza, il viaggio in ambulanza
Fu per arrivare a te

Ogni donna sbagliata, il diploma per un pelo,
quella gomma bucata mentre tuona il cielo
Fu per arrivare a te


La sua pesante ultima sbronza che mi aveva fatta spaventare davvero, temendo un coma etilico, e poi la corsa in ospedale; Giada, la donna che di sicuro non faceva per lui; il diploma che aveva preso per il rotto della cuffia in un disperato extra-ripasso a fine anno insieme a me; e poi di nuovo il giorno del temporale..

Tutti questi ricordi e collegamenti mi fecero rendere conto d'un tratto di quante ne avessimo passate insieme: io non volevo rinunciare nemmeno a una di quelle avventure, né a quelle future.

Mi scrutò, voleva cercare di capire perché la mia espressione si fosse corrucciata; ma arrivarono i versi seguenti, che cantò quasi tutto d'un fiato, gli occhi fissi nei miei, senza staccarli un attimo, lasciandomi senza parole, imbambolata, di fronte a quel verde che non avevo mai visto ardere così.


Perché senza dubbio tu sei una
che si merita il meglio di me
Senza ombra di dubbio ne vali la pena


E quindi è tutto per te
i miei quindici anni tetri,
la prof che mi odiava, la fuga da casa
il tuffo da sei metri e quando scopri
che nessuno guardava,
il posto di blocco,


l'amore non corrisposto,


quando ho rubato e poi m'hanno preso
e neanche io ci credevo che avevo fatto il botto!


Il taglio sul ginocchio, la bici nel fosso..

Ma il ritornello finale non lo sentii: ero rimasta attonita.

Cominciai però a riprendere i contatti col mondo, persi durante tutto il resto della canzone, e mi sentii addosso lo sguardo di Nadia, pungente come un ago.

-Quando.. quand'è che avrebbe rubato e che sarebbe scappato di casa? -domandai senza però interrompere il contatto visivo con Mirko; non ne ero capace, non ancora.

Nadia scoppiò a ridere -Oh, no! Tu non vuoi chiedermi questo

-No, infatti -deglutii

-Comunque da bambino, credo -rispose con noncuranza -ogni tanto ne ha parlato

-Oh.. -la canzone finì e gli applausi improvvisi interruppero quella sorta di bolla fiabesca invisibile che si era creata; mi alzai di scatto, rischiando di rovesciare la sedia

-Ho bisogno di aria fresca -dissi, ma non era vero: volevo uscire da lì.

Nadia non provò nemmeno a fermarmi, sapeva bene quanto me che Mirko mi avrebbe seguita; lui affrontava sempre le cose di petto.

-Vic -mi disse soltanto, e io mi voltai a guardarla -Lui ti manca, si vede, ma ti manca più di quanto potrebbe mancarti un semplice amico

E infatti Mirko era tutto fuorché un “semplice amico”

Uscii e rimasi lì sul marciapiede, le spalle al locale

Se vuoi una cosa, sai di volerla a prescindere da tutto, ma proprio da tutto: era sempre stata questa la mia filosofia di vita. Nessuna di tutte le stronzate di cui mi imbottivo la testa su fantomatici ideali di uomo inesistente che avevo attribuito a Riccardo per un breve periodo, avrebbero potuto annebbiare la mia volontà.

Nessun..

-Nina.

Tempo scaduto.

Mi voltai verso Mirko, trovando il suo sguardo serio e deciso nel mio; mi venne voglia di abbracciarlo, ma mi trattenni e devo dire che mi costò non poco sforzo.

E poi perché?

Mi accorsi che non sapevo cosa dirgli, e forse era la prima volta in tanti anni che eravamo amici; ma per fortuna, fu lui a interrompere quel silenzio imbarazzante

-Credo che dopo stasera sia diventato il numero uno della lista nera del tuo ragazzo -tentò di sdrammatizzare

-Perché, c'era anche Riccardo? -domandai agitata

L'ho già detto che sono un'idiota? Be', anche se non l'avessi fatto, ora lo sapreste da sole.

Mirko sospirò, e non mutò espressione ma fissò lo sguardo su qualcosa oltre le mie spalle mentre incassava il colpo; l'ennesimo che gli davo.

Mi morsi le labbra, consapevole che non avrei potuto dire cosa più sbagliata e tentai di rimediare senza nemmeno sapere come -Senti, Mirko..

-Volevo dirtelo -mi interruppe lui tornando a guardarmi -Volevo che lo sapessi

-E dovevi farlo davanti a tutti -precisai, rendendomi conto ancora una volta che stavo dimostrando il tatto di un elefante e l'insensibilità di Hitler. Di certo non era il mix adatto in quella situazione.

Questa volta infatti Mirko mi guardò male, e non aveva certo torto -Cos'è, hai paura che gli amici di Mr.Figo gli vadano a spifferare tutto?

-Non parlare come se noi avessimo una tresca -mi innervosiva sentirlo parlare così, come se volesse insinuare chissà cosa con quel “gli vadano a spifferare tutto”.

Ma forse mi sbagliavo perché lui scosse la testa, amareggiato -Non volevo dire niente di simile

Ma che gran casino!

-Tu.. tu stai rovinando tutto! -sbottai

-Oh, certo -replicò lui -Ora magari ti aspetti pure che ti chieda scusa per essermi innamorato di te -era nervoso anche lui adesso, ma le sue parole, seppure pronunciate in modo brusco, mi fecero perdere un battito. Lo aveva detto anche nella canzone, ma sentirselo dire faccia a faccia... be', era diverso. Molto diverso -o che ti dica che è soltanto una cosa passeggera, che presto potremmo tornare a dormire insieme come se niente fosse, o che toccarti le tette non mi faccia alcun effetto -sbraitò -be', mi dispiace deluderti ma non è così: io ti amo

-Smettila! -quasi urlai, pressandomi le mani sulle orecchie: non volevo che quelle immagini di noi due insieme, di tutto quello che eravamo si affacciassero nella mia mente in quel momento, dovevo rimanere lucida.. E sentirgli dire che.. che.. mi amava non mi aiutava affatto.

Ma con quello “smettila” probabilmente lo avevo ferito molto più di quanto non avessi già fatto. Egoista un'altra volta!

Comunque, anche se così fosse stato, non lo diede a vedere per niente: fece un passo verso di me, per niente scoraggiato

-No, Nina non la smetto -disse, ardendo di determinazione -perché sono convinto che anche tu provi qualcosa per me

-Cosa stai dicendo? -chiesi smarrita; mi sentivo minuscola sotto il suo sguardo penetrante; minuscola ma importantissima

-Non ho intenzione di arrendermi senza combattere -dichiarò -non finché ci sarà anche solo una minima possibilità. Perché quando ti ho baciata nell'ufficio del professore ti ho sentita tremare sotto le mie mani -lo disse con un trasporto tale che rischiò di farmi tremare di nuovo, soprattutto per il ricordo che accompagnarono quelle parole -E perché quel giorno al mare, anche tu mi volevi

Quell'abbraccio..

-Io non.. -balbettai, ma non riuscii nemmeno a pensare a una frase sensata da dire in quel momento

-Nina -continuò posandomi le mani sulle spalle; feci un debole tentativo di indietreggiamento, nemmeno troppo convinto, ma lui non mi lasciò andare -anche tu provi qualcosa per me

Mi fissava così intensamente che mi sembrava potesse leggere passo passo le pagine della mia anima, che potesse vedere cosa si celasse dietro ogni espressione del mio volto: questo mi spaventò e l'adrenalina rimise in funzione il mio cervello. Chiusi gli occhi per un istante, prendendo una generosa boccata d'aria.

-Io non provo quello che tu provi per me -scandii bene le parole, ma la sua risposta fu solo un lieve scuotimento di testa -Tutto quello che dici non ha senso, e rimani solo il solito prepotente, se ne sei convinto davvero

La determinazione nei suoi occhi vacillò per un istante e ne approfittai per fare finalmente quel passo indietro; questa volta, non mi trattenne.

-Dimmi solo una cosa -mi esortò allora, adesso con più calma, ma questo non mi fece certo abbassare la guardai, anzi -Stai davvero bene con lui?

Corrugai le sopracciglia, ma non ebbi nemmeno il tempo di pensare a qualcosa da rispondere perché Mirko riprese a parlare -Perché se è così, allora, ok: ha vinto. Ma siccome a me non pare proprio che sia così, dimmelo tu: mi sto sbagliando?

Roba da pazzi! Poggiai una mano su un fianco cominciando a gesticolare animatamente con l'altra.

-Punto primo: mi stai rinfacciando tutte le volte che sono venuta a piangere da te? -domandai sentendo il veleno fra i denti -Perché io pensavo di trovare supporto fra le braccia di un amico e non di uno stronzo pronto a portarmi il conto!

-Non sto facendo niente di tutto questo -tentò di difendersi, ma io ormai ero partita come un treno e non mi sarei fermata tanto presto

-Punto secondo: io non sono una guerra che vi giocate tu e Riccardo, non sono una battaglia da vincere!

-Per me invece lo sei -mi interruppe, guardandomi dritta negli occhi; rimasi in silenzio, colta alla sprovvista e lui ne approfittò per continuare -Sei una di quelle poche cose per cui vale la pena lottare.. ed è per questo che non rinuncerò facilmente, soprattutto se ti so con quell'idiota

Avevo detto che non mi sarei fermata? Be' non avevo tenuto conto di questo. Proprio no.

-E punto terzo -aggiunse lui alla mia lista -non hai risposto alla mia domanda

Già, e il motivo era semplice: io non stavo per niente bene con Riccardo, ma tecnicamente non ci stavo neanche più insieme.

O almeno così credevo.. dopo quella sera, non credevo che potesse pensare davvero che sarei stata ancora con lui.

Comunque non avevo risposte a molte altre cose, prima fra tutte perché il mio cuore battesse così forte, perché improvvisamente avessi paura del fatto che Mirko mi conoscesse così a fondo da poter capire tutto di me da uno sguardo.. perché la sua canzone mi fosse piaciuta così tanto.

Dovevo chiarire questi punti a me stessa prima di fare qualsiasi altra cosa

-Io non sono un trofeo da vincere -sibilai fra i denti, guardandolo nel peggior modo possibile, sperando che mi lasciasse tornare dentro il locale in pace.

Mentre camminavo spedita mi accorsi di aver usato la stessa parola che era nel suo testo, “trofeo”: lui diceva che era Riccardo a trattarmi in quel modo.. e aveva ragione.

Tutto quello che chiedevo (e sì, a questo punto datemi dell'egoista quanto vi pare), era che Nadia mi riaccompagnasse a casa e quella giornata di.. melma, per non essere volgari, finisse.






°°°°°°°°°°


Mirko ha detto tutto quello che poteva: ora il gioco è nelle mani di Ludovica.

La canzone è Senza Dubbio, degli Articolo 31 e come avete visto, ha dato il titolo alla storia :)

Nel prossimo capitolo, ci sarà finalmente una svolta.. resta da scoprire in che senso!

Un bacione a tutte, ci sentiamo con il prossimo capitolo ;)

  
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