A
Gaia.
When
I’m with you I could stay there,
Close my eyes, feel you’re here forever,
You and me together, nothing is better!
The best place.
Le vacanze erano state lunghe e
assolate, la sua
pelle già scura durante il resto dell’anno
sembrava aver assorbito tutto il
sole delle spiagge californiane dove i suoi lo avevano trascinato per
tutto
agosto. Quando aveva rimesso piede alla Dalton sapeva che
c’era qualcosa di
diverso, si poteva sentire nell’aria che in giro
c’era odore di cambiamento, di
trasformazione.
Aveva in mano una giacca azzurra
che Jeff gli aveva
prestato qualche giorno prima di partire e che si era dimenticato di
restituirgli, che lo aveva accompagnato per tutta la vacanza -purtroppo
aveva
perso il suo odore dopo qualche settimana di notti dal freddo pungente
che lo
avevano costretto a coprirsi più del normale- e non vedeva
l’ora di vederlo
scendere dalla scalinata sul quale si erano incrociati la prima volta
qualche
anno prima.
Era una specie di rituale. Il
biondo arrivava sempre
qualche giorno prima e si sistemava nella loro stanza per far trovare
tutto già
in ordine all’arrivo del più grande e poi lo
veniva ad accogliere all’ingresso.
Strinse più forte il tessuto leggere della giacca quando
sentì la sua voce arrivare
dal fondo del corridoio. Stava ridendo e lui istintivamente sorrise da
dietro
gli occhiali scuri che ancora indossava per colpa del sole di
mezzogiorno che
non la smetteva di battere.
Con un movimento leggero li prese
dalla stanghetta e
li appese alla maglia chiara per non perdersi alcun gesti di Jeff che
arrivava
fino al primo scalino della rampa. Il suo viso era sempre stupefacente,
la
varietà di emozioni che si potevano leggere nei suoi occhi
era sempre qualcosa
che lo stupiva e lo travolgeva. Era come un bambino, con lo stesso
entusiasmo e
la stessa libertà emotiva, si permetteva di vivere tutto
senza alcuna remora e
nessun freno ed era felice. Era sempre così felice.
Lo vide correre giù per
le scale saltando qualche
scalino e facendo preoccupare, tanto che fece qualche passo ogni volta
che lo
vedeva incerto. Quando poi si buttò nelle sua braccia,
ridendo come un pazzo e
stringendolo forte, si arrese alla sua foga. Gli cinse la vita mentre
il suo
collo era stretto dalle sue braccia magre e ancora pallide come quando
lo aveva
lasciato un mese prima.
Respirò
l’odore inconfondibile dei suoi capelli e lo
allontanò leggermente per guardarlo negli occhi che ancora
ridenti e emozionati
li fissavano. Posò leggermente le labbra sulle sue, giusto
per accertarsi che
anche il suo sapore fosse rimasto lo stesso e poi appoggiò
la fronte alla sua
spalla chiudendo gli occhi.
«Mi sei
mancato.»
«Mi è mancata
la mia felpa azzurra. Lo sai che è la
mia preferita! »
«Sì, ti voglio
bene anche io Jeff. »
Lo strinse ancora un po’
ridendo, prima di allungare
un braccio e appoggiare la felpa sulle sue spalle così
troppo alte rispetto a
lui. La California era bella, e tutti gli altri luoghi che i suoi
genitori gli
avevano fatto girare in diciassette anni di vita, ma in assoluto il
posto in
cui stava meglio era tra le braccia di Jeff.
Fine.
BUON COMPLEANNO! E’
ufficialmente il 18, e dopo
averti fatto gli auguri su facebook per prima spero di essere la prima
a
consegnarti il mio misero regalo di compleanno. Ci ho messo, come sai
davvero
poco, più per disperazione che per altro, ma spero di aver
fatto comunque un
buon lavoro. Giuro che domani la ricontrollo per la miriade di errori
che ci
devono essere. Sappi solo che ti voglio tantissimo bene, che sei
speciale e che
non vedo l’ora che torni qua giù per avere
veramente l’occasione di
abbracciarti come fa il Nick con Jeff u.u
Ti adoro.
Il tuo dolcetto ♥
Diciamo che quei righi
sul
cambiamento sono messi di
proposito anche se sembra non c’entrino nulla per una futura
fic che ho
intenzione di scrivere. La frase all’inizio è
della canzone di Adele, Set fire
to the rain.