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Autore: Exentia_dream    18/08/2011    2 recensioni
Quanto sei bella, Lily. Stai sognando? Cosa? Chi?
Questa storia ha partecipato al contest Lily E James Stories di GiulsGriffyndor
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nickname EFP:  Exentia_dream      Forum:  _Exentia_dream_
Titolo: Un motivo per crescere…
Genere: Romantico, introspettivo, fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: One shot,
N.d.A: OCCAVOLO, volevo scrivere una mini-long, ma poi le mie mani hanno cominciato a battere i tasti e non hanno voluto saperne di fermarsi… e ne è uscito fuori questo piccolo “trauma letterario”.

Forse non sarà il massimo dell’originalità, ma ho cercato di descrivere il perché e il momento in cui James decide di crescere, per amore di Lily.

Spero che ti piaccia!!!

 

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Si sentiva emozionato al pensiero che, appena l’avesse vista, le avrebbe chiesto ancora una volta di stare con lui.

Lily era davvero strana come ragazza, perché non gli stava dietro, non gli dava importanza e, a volte, passava più tempo con quel ragazzo dai capelli perennemente unti.

Lo difendeva sempre, neanche fosse il suo fidanzato.

Steso sul letto, James si piegò su se stesso: il dolore che aveva avvertito a quel pensiero era stato come un pugno nello stomaco.

Scosse la testa, perché no, non era possibile che Lily riuscisse a nascondere una cosa simile: era stata smistata a Grifondoro perché era coraggiosa e onesta, non avrebbe mai potuto mentire riguardo al suo rapporto con Piton.

Tornò a stendersi, portando le mani dietro la nuca.

Gli occhi di Lily sembravano trovare cavità in qualsiasi oggetto su cui lui posava lo sguardo: erano una maledizione e una benedizione allo stesso tempo.

Una maledizione perché, nonostante fossero chiari e meravigliosi, era davvero difficile leggere quello che in essi era scritto; una benedizione perché, ogni volta che la ragazza rideva, sembrano scaldare il cuore di James.

Un cuore che batteva a fasi alterne e, spesso e volentieri, quando i gesti gentili di Lily non erano rivolti a lui, si fermava. Così come l’aria nei suoi polmoni.

Ma lì era una discorso a parte, perché a James mancava l’aria nei polmoni ogni volta che lei gli rivolgeva la parola o quando si accorgeva di lui.

Aveva passato anni ad osservarla, a studiarla per capirla, ma Lily Evans continuava ad essere un mistero che, probabilmente, non avrebbe mai capito.

Perché, a dirla tutta, nonostante l’aria intelligente che gli conferivano gli occhiali e, nonostante il fatto che era tanto ammirato dalle ragazze, James Potter era solo uno la cui sorte era girata nel verso giusto e al momento giusto.

Non sapeva da dove cominciare per capire le donne e, probabilmente, non aveva neanche tanta voglia di impegnarsi in un’impresa così difficile e da cui sicuramente  non sarebbe uscito indenne.

Certo, c’era Sirius, che era più affascinante di lui e che di donne ne capiva davvero qualcosa, ma James si rifiutava di chiedere consigli ad uno dei suoi migliori amici ed apparire come un ragazzino alla sua prima cotta.

Maledetta Lily Evans e i suoi occhi verdi.

 

Quando decise che non avrebbe passato altro tempo a crogiolarsi nel suo letto con la scusa del mal di testa, lasciò i dormitori maschili per dirigersi in Sala Comune.

Stranamente, era solo in quella sala che, di solito, era piena di alunni intenti a svolgere le più svariate attività.

Era vuota, ma non del tutto.

Da una poltrona, accanto al camino, notò dei capelli che coprivano il bracciolo.

Si avvicinò e cominciò ad osservare con devozione la ragazza che dormiva, tranquilla, appagata.

Non l’aveva mai vista dormire, mai.

Per la prima volta, sul viso di Lily non c’era alcuna traccia del disprezzo che lei più volte aveva espresso nei suoi confronti; non appariva nessuna ruga di un muto rimprovero sulla sua fronte.

La pelle era perfettamente stesa.

Avrebbe pagato oro per accarezzarla e lasciare lì la sua carezza, come una specie di protezione e di desiderio avverato in un sogno: il sogno di stare con lei.

Lily piegò le labbra in sorriso.

Quanto sei bella, Lily. Stai sognando? Cosa? Chi?

Seppure evitava spesso di chiederselo, quella domanda si presentava nella sua mente e, scostumata, insolente, senza neanche presentare l’invito, si sedeva al tavolo dei suoi dubbi.

Quella domanda aveva un peso particolare nell’anima del ragazzo, perché lui aveva paura di ricevere una risposta, una qualsiasi risposta.

Se Lily avesse dato un nome a quel “Chi”, avrebbe voluto dire che il suo cuore era già colmo di qualcuno; se non avesse dato alcun nome, avrebbe voluto dire che il cuore di Lily era libero e che c’erano tanti, troppi possibili occupanti di quel posto che James voleva tutto per sé.

Lily si mosse, poggiando la fronte sullo schienale della poltrona e regalando al camino le sue spalle. Allora, James osservò il lento muoversi del respiro che lei aveva regalato ad una poltrona vecchia e polverosa, mentre lui l’avrebbe voluto sentire addosso.

Era ancora più bella quando dormiva, perché era finalmente serena. Appariva in tutta la sua particolare e semplice avvenenza, come una bambina dalla pelle diafana e liscia come la seta.

In fin dei conti, Lily poteva ancora essere una bambina, perché aveva poco più di sedici anni. Inoltre, aveva la spensieratezza, la spontaneità, la gioia di una bambina in quegli occhi, sulle labbra, nei gesti e nella risata.

Ancora una volta, Lily si mosse e cambiò posizione: rivolta verso James, con il viso che si distendeva verso il calore del camino. Le labbra socchiuse, in una tacita richiesta di essere baciate.

O, almeno, era quello che James immaginava di poter fare.

Avere quelle labbra tanto vicine e non poterle sfiorare sembrava essere uno stupido scherzo del destino.

E, proprio convinto che il fato si stesse prendendo gioco di lui e gli stesse ritorcendo contro gli scherzi a cui James sottoponeva gli altri alunni, il ragazzo calò la testa, colpevole.

Gli stava bene che lei lo disprezzasse, perché non era giusto ciò che lui faceva agli altri.

Gli stava bene che lei gli negasse un semplice sguardo o un semplice sorriso, perché lui non meritava quelle meraviglie spontanee e vitali.

Con la mente e gli occhi spalancati sul viso di Lily, James cominciò a ricordare in un riassunto, che sembrava non risparmiare nulla dei suoi anni a Hogwarts.

Aveva realizzato tanti progetti e sogni, come quello di diventare Animagus, per stare vicino a Lupin nelle notti di luna piena; era diventato il miglior cercatore di Quidditch… eppure, sentiva che gli mancava qualcosa.

Quando tornò in sé, avvertì dentro lo sguardo bruciante e spettacolare di Lily.

“Mi stai spiando, Potter?”

In quegli occhi nessun segno di biasimo. C’era stanchezza, un po’ di imbarazzo e un pizzico di meraviglia, ma neanche un goccio di disprezzo.

E James pensò che avrebbe voluto trovarsi sempre quello sguardo addosso, ad accarezzargli la pelle e i capelli.

“No, Evans.” disse piano, come a non volerla staccare troppo dal sogno da cui si era svegliata. “Stavo solo pensando.”

“A cosa?”
”Un giorno diventerai mia moglie.”

“Ne dubito fortemente.”

“Io ne sono fermamente convinto.”
”Sempre così sicuro di te?”

“Ci provo…”

“Puoi anche smettere di farlo, perché non fai altro che irritarmi.” una riga di un qualche sentimento si disegnò sulla fronte delicata della ragazza.

In quel momento, sotto il peso di quegli occhi verdi, sotto la freddezza di quelle parole e lambito dalla voce di Lily, James decise che avrebbe smesso di essere il ragazzino scapestrato e insolente che finiva troppo spesso in punizione.

Era arrivato il momento di crescere, il momento di dare spazio e importanza alle responsabilità. Soprattutto, era arrivato il momento di far vedere a Lily che lui non era solo una zazzera nera disordinata e un paio di occhiali rotondi.

“Un giorno mi sposerai.” il sorriso sulle labbra.

Un sorriso che sapeva di decisioni prese troppo tardi, ma meglio tardi che mai; un sorriso che aveva il sapore delle incertezze su cui si affacciava, ma dietro cui appariva come un miraggio il viso rilassato di Lily; un sorriso che era nato dalla speranza che, nei sogni di Lily, ci fosse lui.

Finalmente, dopo anni trascorsi a cullarsi nella volontà di non crescere, James Potter aveva trovato un motivo per diventare adulto e mettere da parte qualsiasi forma di divertimento che feriva gli altri.

Quel motivo, meraviglioso, speciale, raro e desiderato, aveva gli occhi verdi, i capelli rossi e sapeva far crescere un fiore nel palmo di una mano.

Quel motivo si chiamava Lily Evans.

Un giorno, Lily, mi dirai di sì. Te lo prometto.

Giudizio della giudicia:

Totale: 47/50

 

Grammatica e Punteggiatura: 9/10

Innanzitutto hai scritto avesse invece che avrebbe e se stesso senza l'accento sul sé. E' inteso come lui, lui stesso, quindi ci va l'accento (-1 punto per tutti e due).

 

Stile: 9/10

Nonostante tu metta troppe virgole (e te lo ripeto eh u.ù) lo stile è coinvolgente e curioso, viene voglia di continuare a leggere la storia riga dopo riga. Come ti ho già detto cerca di mettere meno virgole e più punti fermi, per rendere lo stile anche fluido e scorrevole.

 

Originalità: 9/10

Come hai voluto sottolineare tu la storia non è il massimo dell'originalità, poiché girano molte storie su J/L in cui l'argomento principale è il motivo per cui James abbia deciso di crescere un po'; i pensieri sono gli stessi, ma la tua storia mi ha dato un qualcosina di più delle altre uguale alle tue; questa sembra più vera, più umana.

 

Caratterizzazione (IC): 10/10

Be'... la caratterizzazione è il tuo forte Ex! Sei riuscita a rendere perfettamente i personaggi.

 

Rispetto delle regole: 5/5

 

Gradimento personale: 5/5

La tua storia è così dannatamente vera Ex! I sentimenti di James sono quelli, c'è, sono davvero davvero umani. Sei stata molto brava e la tua storia mi è piaciuta da matti, complimenti. ^^

Angolo Autrice:

Sono contentissima di questa storia (riportata con le correzioni) e devo dire che non mi aspettavo di arrivare sul podio

E' un momento tra Lily e James di cui si parla molto, ma di cui io non  ho mai parlato.

Bene, la giudizia ha espresso il suo giudizio e la ringrazio ancora.

Ora, l'arduo compito ai posteri, cioè a voi.

La vostra Exentia_dream

   
 
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