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Autore: Noth    18/08/2011    4 recensioni
QUINTA CLASSIFICATA AL CONTEST "QUEL TI AMO MALEDETTO" DI BELL25_
« Minerva, come potrei amare qualcun altro, quando non appena chiudo gli occhi vedo il suo volto? Spiegami. » esordì, lasciandosi andare ad un sospiro, poi rimase in silenzio, ad occhi chiusi, mentre il suo sorriso si allargava di più ogni secondo che passava. Un sorriso che Minerva non aveva mai visto distendersi su quel volto strampalato ma così altrettanto dolce. Pareva quasi che si fosse perso tra la immagini che si nascondevano dietro quelle palpebre pensierose. Il volto gli si distendeva ad ogni respiro.
Aveva preso sonno. Nel giro di dieci secondi, pacificato dalla vista del suo Gellert, era sprofondato nel mondo di Morfeo.
Minerva rimase incantata ad osserva l’unico uomo che avrebbe mai amato, l’uomo che la aveva stregata, che la aveva presa e fatta sua per sempre senza saperlo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Quinta classificata al contest "Quel ti amo maledetto" di bell25_ 


 


MORFINA.





Una stanza.

Una stanza illuminata solo dalla luce di un lampione fuori dalla finestra, piccola, ammobiliata a casaccio con qualche comodino e una scrivania con un grande specchio ed, al centro della stanza, un grande letto matrimoniale, con la testata di legno intarsiato e le lenzuola ruvide e profumate.

Nel letto due persone.

« Ah, Minerva, Minerva. » mormorò una delle due figure. Aveva spalle larghe, ma non era un tipo muscoloso, bensì mingherlino. I capelli erano arruffati e portava degli occhiali a mezzaluna sul dorso adunco del naso. « Ancora non capisco come fai a perdere tempo con uno come me. » sospirò, prendendo una ciocca di capelli che ricadeva sul volto della donna e portandogliela dietro l’orecchio. 

Lei aveva capelli corvini, nei quali si iniziava ad intravedere qualche ciocca brizzolata, a meno che non fosse il riflesso della luce proveniente da fuori la finestra. Due occhi grandi, non portava occhiali, anche se, da come scrutava nella penombra, si direbbe che ne avrebbe avuto bisogno.

« Perdere tempo, Albus? Siamo due persone adulte che si conoscono da un sacco di tempo... » spiegò con tono da insegnante Minerva. seduta sopra il copriletto a gambe incrociate si lisciò il pigiama blu sulle gambe.

« Ah, Minerva. Il tempo non centra. Lui non mi lascerà mai in pace. » Albus sorrise, storcendo il viso come un animale curioso. Poggiò una mano sulla guancia della donna. « Gellert, non se ne andrà. Lo sai. »

La donna si irrigidì.

« Non riuscirò mai a sostituirlo. È questo che stai cercando di dirmi? » borbottò, con tono ferito, ma non arrabbiato. Albus sorrise di nuovo.

« Quando ti innamori sul serio di una persona quella non se ne va mai davvero dal tuo cuore, sai? Nemmeno quando cerca di ucciderti. Credo che... che l’amore in qualche modo sia la più grande morfina dei sensi. » si lasciò andare ad una risata silenziosa, mentre lasciava scivolare la mano lontano dal viso di Minerva poggiandola sul copriletto ruvido.

Minerva lo guardava, rendendosi conto che non avrebbe mai provato quello che riusciva a scatenarsi nel suo petto quando era accanto ad Albus Silente con nessun’altro. Le sue piccole costole rischiavano di sbriciolarsi contro il pulsare frenetico del suo cuore.

Di corporatura esile, ma di cuore forte, la aveva definita Albus una volta.

Forte. Al momento non avrebbe potuto sentirsi più fragile. Fragile e trasparente.

Non era il tipo di donna che si disperava per un amore non ricambiato, era cresciuta ed era autosufficiente a se stessa, ma certe emozioni non si producevano da sole.

« Anche se sei consapevole che Gellert è morto per mano tua, vero? » chiese Minerva, con voce salda. Quasi avrebbe voluto ferirlo, per punirlo della nonchalance con cui lui sembrava ferire lei. 

Quasi volontariamente.

Albus per tutta risposta si distese, poggiando la testa sul cuscino, le mano intrecciate dietro la nuca.

« Albus, come puoi farmi questo? » sussurrò Minerva, distendendosi sul fianco, in modo da poter guardare il profilo scoordinato dell’uomo.

Lui chiuse gli occhi, e quasi non scoppiò a ridere di nuovo.

« Minerva, come potrei amare qualcun altro, quando non appena chiudo gli occhi vedo il suo volto? Spiegami. » esordì, lasciandosi andare ad un sospiro, poi rimase in silenzio, ad occhi chiusi, mentre il suo sorriso si allargava di più ogni secondo che passava. Un sorriso che Minerva non aveva mai visto distendersi su quel volto strampalato ma così altrettanto dolce. Pareva quasi che si fosse perso tra la immagini che si nascondevano dietro quelle palpebre pensierose. Il volto gli si distendeva ad ogni respiro.

Aveva preso sonno. Nel giro di dieci secondi, pacificato dalla vista del suo Gellert, era sprofondato nel mondo di Morfeo.

Minerva rimase incantata ad osserva l’unico uomo che avrebbe mai amato, l’uomo che la aveva stregata, che la aveva presa e fatta sua per sempre senza saperlo.

Passarono i minuti.

« Ti amo. » mormorò lui nel sonno. Al suo Gellert. Il ricordo era così vivido da essere la sua unica debolezza. Un uomo così forte come Albus Silente, perseguitato da un ricordo così fragile.

Minerva si raggomitolò, sprofondando la testa sul cuscino. E respirando a fondo.

Aspettò ancora qualche minuto, nel silenzio di quella notte così fredda e debole.

« Ti amo anche io. » sussurrò al suo orecchio, certa che non la avrebbe mai sentita, che magari avrebbe sognato che era Gellert a dirglielo, che non avrebbe mai ricambiato. 

Ma lei, lei lo sapeva, non vi sarebbe stato altro uomo per lei.

L’amore è la peggiore morfina dei sensi?

Già, Albus.

Già.







GIUDIZIO DELLA GIUDICIA:

Grammatica: 9.29/10 
Stile: 10/10 
Originalità della trama: 10/10 
Caratterizzazione: 10/10 
Gradimento personale: 5/5 

Totale: 44.29/45 

Grammatica: 
E’ l’unica cosa che ti ha fatto perdere punti, purtroppo. Sono sicura, però, che sono soltanto errori di distrazione ;) Allora, uno 0.5 è stato tolto per un verbo sbagliato (“direbbe che ne avrebbe avuto bisogno”, al posto di “avrebbe” ci voleva “avesse”), uno 0.01 per una maiuscola scritta in minuscolo dopo i tre puntini sospensivi (“Credo che… che l’amore”) e, infine, uno 0.1 per una virgola mancata (“strampalato ma”, ci vuole la virgola prima si “ma”) e un altro 0.1 per una virgola che non ci voleva (“Gellert, non se ne andra”, non ci vuole perché così è come se parlassi con Gellert stesso) 

Stile: 
Lo stile mi è piaciuto davvero tanto :) Le descrizioni dettagliate e tutte le azioni descritte molto bene hanno reso la lettura molto piacevole. 

Originalità della trama: 
Ho trovato la tua storia molto originale, non solo perché non mi aspettavo una Albus/Minerva, ma soprattutto per quel “ti amo” sussurrato sinceramente, anche se non ricambiato. Triste, ma stupendo. 

Caratterizzazione: 
Perfetta! E non esagero… Minerva è fantastica, ma quello che mi ha stupita è stato Silente. Cosi enigmatico, così saggio… E’ veramente favoloso :) 

Gradimento personale: 
La tua storia l’ho letteralmente adorata *_* 

 

   
 
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