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Autore: Kary91    18/08/2011    11 recensioni
[child!Jackson]
È un bel bambino, il piccolo Jackson.
Ciuffetti chiari di capelli incorniciano un visetto dai lineamenti delicati, quasi angelici. L’incredibile ingenuità emanata dai suoi occhi è messa in secondo piano dall’espressione seria e malinconica incisa nel suo sguardo.
Sembra quasi un piccolo adulto, un bimbo che gioca a fare il grande, con quella camicia bianca perfettamente stirata e i pantaloni alla zuava.
Ma Jackson non sta giocando e di questo i coniugi se ne accorgono all’istante. Ciò che invece non possono conoscere è il motivo per cui il piccolo Jackson si ostini ad apparire così serio e controllato.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jackson Whittemore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Premessa. Questa one-shot è stata scritta prima che uscisse la seconda stagione di Teen Wolf. All’epoca non si sapeva ancora che Jackson fosse stato adottato quando era appena un neonato, quindi avevo scelto di immaginare che i Whittermore l’avessero preso con un po’ più in là, all’età di sei anni. Buona lettura!

 

 

“Jackson è uno studente molto motivato.”

“Infatti lo definirei come eccezionalmente motivato”.

“Speravamo iniziasse a essere un po’ meno severo nei propri confronti. Ha sempre preteso molto da se stesso. Pensavamo dipendesse dal fatto che è stato adottato.”

 

Episodio 1x05. The Tell

 

 

A perfect boy.

 

L’orfanotrofio di Beacon Hills è un concentrato di corridoi e schiamazzi infantili. I signori Whittermore si aggirano per il cortile della tenuta tenendosi a braccetto e lo sguardo di entrambi si sposta da questo a quel bambino con aria curiosa. Sono nervosi, ma anche entusiasti al pensiero dello straordinario cambiamento che sta per avere luogo nella loro vita.

Richard e Gloria Whittermore stanno per avere un figlio.

Di lui ancora sanno poco; hanno visto una foto e ne sono rimasti letteralmente conquistati. Si chiama Jackson, ha quasi sei anni e due occhi profondi velati di innocenza. Occhi chiari, proprio come quelli Gloria.

Questo dettaglio è stato sufficiente per convincerli a incontrarlo e i coniugi Witthermore già sentono che quel bambino finirà presto per portare il loro cognome.

Seguitem,i prego.”

A guidare i due futuri genitori è la titolare dell’orfanotrofio che con un sorriso incoraggiante li scorta fino alla sala dei giochi.

“Eccolo lì” comunica loro la donna indicando uno dei ragazzini: è seduto su una panca e ha le mani aggrappate alla punta delle sue scarpe da ginnastica.

È un bel bambino il piccolo Jackson.

Ciuffetti chiari di capelli incorniciano un visetto dai lineamenti delicati e l’incredibile ingenuità emanata dai suoi occhi è messa in secondo piano dall’espressione seria e malinconica del suo sguardo.

Sembra quasi un piccolo adulto, un bimbo che gioca a fare il grande, con quella camicia bianca perfettamente stirata e i pantaloni alla zuava.

Ma Jackson non sta giocando e di questo i coniugi se ne accorgono all’istante. Ciò che invece non possono comprendere è il motivo per cui il ragazzino si ostini ad apparire così serio e controllato.

Non sanno che all’interno degli orfanotrofi vige una divisione secca fra due tipi di bambini: quelli che probabilmente verranno adottati e quelli che resteranno nell’edificio fino alla maggiore età.

Al primo gruppo appartengono i neonati, i ragazzini particolarmente carismatici o di bell’aspetto, e i piccoli dotati di qualche straordinario talento. Nel secondo gruppo ci sono la maggior parte degli adolescenti assieme ai bambini più scontrosi e indisciplinati.

Sin dal suo arrivo all’orfanotrofio, era stato chiaro a chiunque che Jackson appartenesse a quel primo gruppo di orfanelli fortunati per via dell’aspetto grazioso e del carattere mite e riflessivo.

Gli orfanelli più grandi, quelli che erano lì da diverso tempo e che ormai miravano con una speranza sempre più flebile all’adozione, provavano invidia nei suoi confronti. Lo deridevano, alla stessa maniera con cui si prendevano gioco dei ragazzini più fortunati di loro, già in lista per un incontro con dei potenziali genitori.

“Anche se sei bello, nessuno ti vorrà mai” alcuni ragazzini si divertivano a tormentarlo con frasi simili, piene di risentimento.

“Nessuno vuole un bambino frignone e cacasotto come te.”

Jackson ha finito per crederci davvero a quelle parole pronunciate non per cattiveria, ma per paura. Ci sta pensando proprio adesso, mentre i signori Whittermore fanno ingresso nella stanza, pronti ad incontrarlo.

Perciò non apre bocca, mentre il suo sguardo diffidente incrocia quello incoraggiante di Gloria Whittermore.

Resta in silenzio, perchè non vuole dire o fare qualcosa di sbagliato. Se sarà abbastanza bravo, abbastanza ubbidiente, forse nessuno si ricorderà di dire ai grandi che è un bambino pauroso e che piange sempre per tutto.

Forse lo adotteranno. Forse avrà una famiglia, una famiglia vera. Di quelle che si vedono nelle pubblicità delle merendine e nelle foto sui cataloghi estivi.

“Buongiorno, piccolo.”

È il signor Whittermore il primo ad avvicinarsi a lui; per qualche strana ragione, con quel sorriso buono gli ricorda l’eroe di un cartone animato.

Sarebbe bello avere un papà come lui.

“Buongiorno, signore.”

Jackson gli stringe la mano. La stringe anche alla donna e si lascia abbracciare. Ha un buon profumo: somiglia alla sua vera mamma, di questo ne è convinto.

Anche se in realtà dei suoi genitori biologici non porta alcun ricordo.

Whittermore sono gentili con lui. Jackson risponde educatamente alle loro domande e aggiunge un grazie o un per favore  al termine di ogni frase.

Inizia a credere che forse le cose potrebbero andare per il verso giusto, quando Gloria gli sorride affettuosa. Quel sorriso sembra essere davvero per lui. Non per il signor Whittermore, né per qualche altro bambino.

“Ascolta, Jackson.” 

Ancora una volta è il signor Whittermore, Richard, a rivolgergli la parola. L’uomo si inginocchia per essere alla sua stessa altezza e gli arruffa i capelli con tenerezza.

“Che ne diresti se un giorno di questi ti portassimo a casa con noi?”

Jackson non è sicuro di aver capito bene.

“Come una gita?” domanda titubante, chiedendosi se debba aggiungere alle sue parole un per favore o un grazie da qualche parte.

Decide che no, non ce n’è bisogno.

Gloria e Richard si scambiano un’occhiata complice. Anche Gloria si china, per essere all’altezza del bambino. Lo osserva con un sorriso pieno di affetto materno. Gli occhi del piccolo orfano sono effettivamente e chiari e profondi, cerchiati di una patina d’innocenza incredibile.

Proprio come aveva notato dalla fotografia.

“Io e Richard vorremmo adottarti, Jackson” spiega al bambino, stringendogli una mano.

Ora Jackson è sicuro di aver capito bene. 

Non sa se crederci o meno, questo no. Eppure non riesce a evitare che il suo cuore incominci a battere più forte, in preda all’agitazione.

 “Sul serio?”  domanda,  sgranando gli occhi. Richard ride del suo stupore.

“Sul serio” dichiara, soddisfatto.

Jackson sorride. Il suo è il primo vero sorriso della giornata. Finalmente il suo sguardo si tramuta in quello di un normale ragazzino di sei anni.

Ora che la sua espressione si è fatta più solare, più luminosa, quel ragazzino sembra ancora più bello agli occhi di Richard.

È perfetto, si dice. Perfetto per lui e per Gloria.

Jackson sarà il futuro piccolo Whittermore.

“Sei un ragazzo in gamba, Jackson. E sono sicuro che farai sempre del tuo meglio per non deludere le nostre aspettative.”

“Sarà bravissimo, signore. Lo giuro.”

Jackson non ha idea di che cosa significhi la parola aspettative.

Quello che però sa con certezza è che si impegnerà al massimo per ripagare le attenzioni della sua nuova generosa famiglia.

Sarà un bambino modello. Un ragazzino educato, diligente, obbediente.

Si sforzerà di essere il migliore. Sempre.

Jackson Whittermore sarà un bambino perfetto.

E nessuno abbandona un bambino, se è perfetto.

Nessuno.

 

“Ha questo bisogno di superare le aspettative e di accontentare… Questo desiderio di rendere orgoglioso qualcuno.”

 “È evidente che c’è qualcosa che sembra spingerlo a voler essere un gradino sopra gli altri.

Non vorrei essere troppo franco, ma sembra quasi ossessionato.”

 

Episodio 1x05. The Tell

Nota dell’autrice.

Jackson è uno dei miei personaggi preferiti della serie e ci tenevo a provare a scrivere qualcosa su di lui. Il Jackson bambino si sforza di essere un bambino perfetto, così come il Jackson che conosciamo noi si sforza di essere sempre il migliore, a punto tale da immischiarsi anche in faccende pericolose pur di primeggiare su tutti (la storia del morso). Avendo scelto di rappresentarlo in un orfanotrofio non sono riuscita ad immaginarlo viziato e arrogante come diventerà da adolescente. L’ho immaginato più che altro riservato ed insicuro, facilmente influenzabile come si può intuire da come ascolta le frecciatine dei compagni.

I nomi dei Whittermore sono completamente inventati. Ho scelto Richard per il padre, perché l’attore che lo interpreta è anche Richard Lockwood in The Vampire Diaries.

Grazie mille per aver letto!

Un abbraccio

Laura

 

   
 
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