Titolo: Like an horse
Disclaimer: I personaggi
non ci appartengono e non scriviamo a scopo di lucro.
Prompt: Mi sono ubriacato con SpiderDom perché Kate è un
cavallo
Genere: Demenziale
N°
Parole: 1.202
Si erano dati appuntamento alle 8 ma fare affidamento
sulla puntualità di Matthew, era una cosa che Dominic aveva smesso di fare da
tempo. Per questo aveva deciso di prendersela comoda con la doccia, lasciandosi
coccolare dall’acqua calda più del dovuto.. forse troppo.
Dopo neanche due minuti che era uscito dalla doccia, suonò
il campanello, con uno scampanellio insistente, che portò il biondo ad andare
ad aprire la porta in accappatoio, convinto che l’amico aveva abusato fin
troppo di quell’affare.
Una volta aperta la porta, gli comparve davanti il volto
sorridente del moro, il quale gli faceva vedere trionfante un sacchetto della
spesa.
- Ho portato da bere – esordì, entrando in casa.
- Mi hai fatto aspettare 20 minuti solo per prendere
qualcosa al supermercato? – gli chiese, chiudendo la porta e raggiungendo
l’altro in cucina.
- Beh, non mi sembra ti sia dispiaciuto – sorrise Matthew,
indicandogli i capelli bagnati e l’accappatoio – e comunque, ho dovuto
risolvere un problema a casa –
Dominic si limitò ad annuire, capendo subito a cosa si
stesse riferendo l’amico. Evidentemente Kate aveva avuto da ridire sull’uscita
serale di Matthew, ma quest’ultimo doveva averle dato poca importanza,
trovandosi lì con lui. Bisognava dirlo, Kate non era una persona cattiva, anzi
era molto dolce, ma sapeva rompere i coglioni come pochi, quando voleva.
- Io vado a mettermi qualcosa addosso. Torno subito –
disse il biondo, andando verso la sua stanza ma fermato subito dall’amico che
gli correva dietro.
- Che c’è? – gli chiese sulla soglia della stanza.
- Posso chiederti una cosa? – per un attimo Dominic rimase
interdetto. Quando mai Matthew gli chiedeva se poteva chiedergli qualcosa?
L’aveva sempre fatto, anche quando si trattava di argomenti delicati o di cui
non voleva parlare, e vederlo adesso con l’attesa nello sguardo lo confondeva.
Si limitò ad annuire e Matthew sorridente gli chiese: - Ti
metti il costume da Spiderman? –
- Come scusa? –
- Andiamo! Il tuo costume da Spiderman. Indossalo! –
Matthew aveva iniziato a fare dei saltelli sul posto, come un bambino che
chiedeva implorante alla mamma di comprargli lo zucchero filato, e Dominic lo
guardava esattamente come se avesse davvero davanti quel bambino.
- Ma Matt.. – cercò di protestare, ma l’altro fu più
rapido.
- Daiiii. Sta sera voglio divertirmi. Tu metti il costume
da Spiderman e io ho messo questi – continuò, indicando i suoi calzini
vagamente somiglianti a una tavolozza piena di colori mal assortiti –e poi ho
anche altro –
- Matt, ma io non ce l’ho qui. E’ nel mucchio dei costumi
di scena – provò a salvarsi in extremis il batterista.
Il cantante, con un sorrisetto furbo, fece spostare
l’amico e, a passo deciso, si diresse verso il suo armadio. Lo aprì e,
rovistando con cura, fece comparire il costume, riposto con cura su un
appendiabiti, così da non farlo rovinare.
- La prossima volta ti vesti da Pinocchio – gli disse,
dandogli in mano il vestito – guarda, ti sta crescendo anche il naso –
continuò, giocando con il suo naso.
- Ok Sherlock, fuori di qui che mi metto sto coso –
Dominic lo buttò fuori senza tanti complimenti e, continuando a sorridere come
un cretino, Matthew tornò in salotto preparando il tutto per il divertimento.
Quando Dominic tornò in salotto, trovò l’amico felicemente
disteso sul divano che faceva zapping alla tv, in attesa del suo ritorno.
- C’è qualcosa di bello in televisione? – esordì il
biondo, facendo voltare l’altro.
- Tu chi sei? – fu la risposta che ottenne.
Per un attimo il batterista lo guardò male, prendendo in
esame la possibilità che il cantante avesse già iniziato a bere, con gli
evidenti risultati, ma seguendo il suo sguardo, lo trovò fisso sul suo petto,
dove al centro faceva mostra di sé un ragno.
Sorrise, avendo capito il gioco a cui Matthew stava giocando e trovando anche
l’altro con un sorriso.
- Che ne hai fatto del mio amico Dominic? – continuò il
moro, sta volta con una leggera nota di spavento nella voce.
- Oh, il tuo amico aveva un impegno importante e.. –
Fu fermato da un Matthew scosso dalle risate, che tra le
grida disse: - Si certo! Un appuntamento con l’asciugacapelli –
Ignorando la voglia di spaccargli la faccia e i ciuffi
bagnati dei capelli che gli ricadevano sulla fronte, Dominic riprese il
discorso che l’amico aveva interrotto.
- Asciugacapelli o meno – riprese, marcando quelle parole
con del veleno – mi ha chiesto se potevo passare io la serata con te,
dispiacendosi di non poter essere qui –
- Oh beh, a me non dispiace – sospirò Matthew, notando
come quel costume mettesse in evidenza ogni parte del corpo del biondo.. forse
in modo eccessivo.
Cercando di non arrossire per il pensiero appena avuto,
prese dal tavolo delle bottiglie e, senza badare all’altro, iniziò a bere.
Dominic si sedette vicino a lui e seguì l’esempio dell’amico.
Neanche un’ora dopo, erano ancora sul divano a ridere come
dei matti a qualsiasi cosa uscisse dalle loro bocche, troppo ubriachi per
capire quello che stavano dicendo.
- E ti dirò un’altra cosa – disse Matthew, alzando la
voce, così da farsi sentire da Dominic, che non la smetteva di ridere – Kate
è.. un cavallo!! –
- Un cavallo? – chiese il biondo tra le risate.
- Si. Sai come fanno i cavalli? Quel nitrito assordante –
continuò il moro, imitando l’animale – Lei è identica. Quando ride, non ride.
Nitrisce!! –
La scena stava diventando surreale. Dominic rideva come un
matto, cercando di non cadere dal divano, e guardava Matthew che, in piedi sui
cuscini, imitava la donna e la prendeva in giro nello stesso momento.
- Che poi fosse almeno una risata intera. Sembra che ha
perennemente il singhiozzo quando ride. Nitrisce singhiozzando. E penso anche
che sia una cosa rara. Hai mai sentito un cavallo che nitrisce con il
singhiozzo? –
Dopo l’ultima affermazione, Dominic si lasciò cadere
all’indietro sul divano, sdraiato a pancia in su, continuando a ridere. Passati
un paio di minuti, i due riuscirono a calmarsi e decisero saggiamente che era
meglio smettere di bere.
Matthew, ancora in piedi sulla piccola poltrona, guardò
l’amico che a occhi chiusi faceva dei grandi respiri per non ridere ancora. Si
spostò sul divano e si sdraiò sul corpo dell’amico, il quale aprì gli occhi,
guardandolo un attimo confuso.
- La tua risata è più bella sai? – esordì il cantante,
sorridente.
- Oh grazie – fu la risposta che Dominic gli diede e,
cercando di non ridere, gli chiese: - E io che animale sono? –
- Nessuno – non aveva bisogno di pensarci, non c’era
risposta. Non sapeva neanche dire se fosse lui a parlare o l’alcool, come era
successo fino a qualche minuto prima – Tu sei il mio migliore amico e la tua
risata mi piace tanto –
Si sporse quei pochi centimetri che gli servivano per
arrivare alle labbra del batterista e vi lasciò sopra un piccolo bacio, un
semplice schiocco di labbra che trasmetteva tutto ciò che provava.
Dominic non si spostò né lo allontanò, lo lasciò fare. Gli
lasciò anche la libertà di accoccolarsi sul suo petto e di stringerlo a sé,
prima che il respiro dell’amico gli facesse capire che si era addormentato.
“Anche
lui sembra un cavallino quando sbuffa” pensò, sentendo un sonoro respiro da
parte dell’amico.
Rise del suo pensiero e, abbandonando il capo sui cuscini, si addormentò.