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Autore: angel of thunder    10/04/2006    1 recensioni
Fissai il suo volto
il suo sguardo,fiero e deciso,ma allo stesso tempo semplice.
I suoi occhi scuri illuminati dal sole puntati verso un punto imprecisato fuori dal finestrino.
ecco la mia prima one-shot di questa sezione,figlia di un ispirazione improvvisa e dolce.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qua una fic nuova,la mia prima fic in questa sezione,e non so se l’ho sbagliata…non so neanche esattamente di cosa parli…so solo che avevo l’ispirazione e l’ho scritta,è scritta maluccio e si capisce male,ma mi piace perché ho seguito l’ispirazione…

Ecco qua una fic nuova,la mia prima fic in questa sezione,e non so se lho sbagliatanon so neanche esattamente di cosa parliso solo che avevo lispirazione e lho scritta,è scritta maluccio e si capisce male,ma mi piace perché ho seguito lispirazione…è cortina ma spero che vi piaccia e la recensiretekiss kiss*angel*

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Fissai il suo volto,il suo sguardo,fiero e deciso,ma allo stesso tempo semplice.

I suoi occhi scuri illuminati dal sole,puntati verso un punto imprecisato fuori dal finestrino.

Il naso dritto che mi ricordava quella sera d’inverno.

“il naso”disse sorridendo “mi diventa rosso quando fa freddo,sembro rudolph la renna di babbo natale”

Ora non era rosso,perché la primavera era arrivata da un po’,e il freddo cominciava ad andarsene.

Le sue labbra erano socchiuse,e contribuivano alla sua aria strafottente.

Si incurvarono in un sorriso,mentre la sua mente continuava a vagare verso chissa quali ricordi,riportati in vita da posti illuminati dalla luce del sole.ricordi d’estate,quelli che ti prendono in primavera,quando senti che un estate simile non ci sarebbe stata più.

Scosse i capelli scuri,illuminati a tratti dal sole,che rivelavano la loro natura rossiccia,tenui riflessi di quel colore si creavano quando il sole incrociava i ciuffi scuri.

Lei si tirò su una manica e anche l’altra,accaldata dal sole e dai suoi vestiti neri.

Un ciuffo le ricadde davanti al viso,scomposto.

Lei soffiò piano,cercando di spostarlo.

Niente.

Sorrise lievemente,portandoselo dietro l’orecchio con la mano.

Sorrisi.

La sua figura era incompleta però,la sua anima era incompleta.

Gli mancava l’amore,quello che rende ognuno più bello.

Sorrisi un'altra volta.

Chissa perché non aveva un ragazzo.

La vedeva spesso,e ormai riconosceva i suoi stati d’animo.

Era simpatica,dolce,gentile,non brutta ma intelligente.

Perfetta nella sua imperfezione.

Forse era stata ferita.

Si,e me lo ricordavo quel giorno.

Lei era salita sul pullman,si era voltata,aveva alzato la mano verso la sua amica e si era seduta.

Aveva abbassato la testa,aspettando che il pullman partisse,poi una lacrima era scivolata lungo la sua guancia,ed un'altra l’aveva seguita.

Stava piangendo,ormai non più nascosta dalla pioggia che cadeva fuori.

Si vedevano i fulmini,e lei gli guardava,rapita.

Le lacrime continuavano a cadere,imperterrite.

Le era squillato il telefono,si era asciugata gli occhi,aveva preso il respiro e aveva risposto,tenendo la voce più ferma possibile.

“si?”

La voce dall’altro capo stava parlando ad alta voce,si sentiva il brusio.

Lei aveva sospirato,cercando di trattenere le lacrime.

“senti”

Si sentiva che non ce la faceva più a trattenere le lacrime.

“ne parliamo poi vero…mi chiama mia madre”

Aveva riattaccato,senza neanche salutare,cercando di far cessare le lacrime.

Chissà come mai quando sei triste tutti ti dicono le cose che non vorresti mai sentire.

Ora quell’epoca sembrava passata,ora era li,illuminata dal sole.

Anche quella era passata.

Ora era più forte di allora,più decisa,più cresciuta.

Ciò che non ti uccide ti rende più forte.

Frase verissima.

Sorrise mentre rispondeva al telefono.

La stessa voce.

Il suo sorriso si spense,sospirò

“non lo so vero,oggi esco con cami,forse ci si vede poi”

Un amicizia che non esisteva più e forse non era mai veramente esistita.

Lei chiuse il telefono,il sorriso nuovamente sulle sue labbra.

Guardò fuori e si riscosse,suonando il campanello rosso.

Si alzò,passandosi una mano sui jeans scuri,si posizionò davanti alla porta.

Stava per andarsene,un'altra volta,e io,come sempre,stavo a guardarla scendere e sparire dalla mia vita.

Ma stavolta no,non avrei guardato il mio angelo scomparire dalla mia vità.

Mi alzai di corsa,scendendo dietro a lei.
pronto a rischiare,pronto a buttarmi,pronto ad afferrare il mio angelo

“ehi!”

  
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