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Autore: Lyra Lancaster    19/08/2011    1 recensioni
Questa è la prima fanfiction che scrivo su EFP.
Parla di un personaggio inventato da me, Artemis Alberti, ipotetica figlia del Gonfaloniere, che viene a conoscenza della guerra tra Templari ed Assassini in parallelo ad Ezio.
Questo è il primo capitolo rivisto. Avevo commesso un imperdonabile errore storico e mi scuso con tutti voi. Buon proseguimento di lettura.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Leonardo da Vinci , Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Del doman non c'è certezza

DI DOMAN NON C'E' CERTEZZA

- Capitolo 1 -

Quant' E' Bella Giovinezza


Artemis giunse in piazza S. Giovanni e si fermò, come tutte le mattine, con il naso all'insù ad ammirare S. Maria del Fiore.
Semplicemente adorava il modo in cui si ancorava al suolo della propria città natia e si slanciava verso l'alto in un tripudio di colonne a torciglioni, lesene e nicchie da cui i santi parevano vegliare Firenze.
La giovane fece qualche passo indietro, sotto lo sguardo vigile della propria nutrice, per cercare di cogliere- quasi mangiare, come se l'edificio potesse svanire da un momento all'altro- ogni singolo, minuscolo, accurato particolare; dai due portoni sormontati ciascuno da un lunotto e da un rosone, al portone centrale, alto e imponente, che sembrava trafiggere la facciata a salienti, fino al rosone centrale.
Poi si riavvicinò lentamente alla cattedrale, salì i gradini e poggiò la mano sul freddo marmo e guardò ancora una volta verso il timpano; la sua manina di porcellana spiccava sul marmo verde e sembrava davvero minuscola a confronto con la chiesa.
"Se stai cercando di entrare, la porta non è lì ma qualche braccio più in là."
Artemis voltò il capo verso la voce inconfondibilmente strafottente alla sua destra.
Ezio Auditore era appoggiato all'edificio e la guardava dall'alto con il suo solito sorriso irritante.
"Messer Ezio, non stavo cercando di entrare, bensì contemplavo questa splendida creazione, che non par nemmeno progettata da mente umana, quanto da divino intelletto". Quindi la giovane scostò la mano.
"Artemis, chi vi ha annebbiato la mente stamane? L'Alighieri o Cicerone?"
"Veramente Virgilio, il mio poeta preferito." La ragazza risposa con un sorriso finto e pieno di veleno. Quattro anni fa, come la gran parte delle sue coetanee, si era presa una cotta per Ezio ma era storia vecchia e, come soleva pensare lei ogni volta che vedeva il giovane a braccetto con due o tre sue amiche, per fortuna era cresciuta.
"Ah." Lui incrociò le braccia "E' anche il mio, che ne dite di leggerlo insieme, qualche volta?" E assunse un'espressione maliziosa.
"Solo quando nevicherà con il sole, messere." Ora Artemis iniziava ad irritarsi.
"Bambina, lo so che mi muori dietro, quindi non fare tanto la santarellina."
"Temo che mi stiate confondendo con qualcun'altra."
Poi lui si chinò verso la giovane: "Tanto lo so che lo vuoi"
"Che venisse un diavolo a portarvi con sé." Rispose con tutta calma.
"Signorina, non è questo un lessico che vi si addice, moderate il linguaggio". La nutrice di Artemis era sbucata alla sua sinistra, afferrandole un braccio e, mentre parlava, aveva ficcato i suoi occhi  arcigni in quelli del giovane Auditore.
"Esatto Artemis, i turpiloqui non sono degni della tua splendida boccuccia, inoltre quando ti arrabbi la tua faccia diventa più rossa dei tuoi capelli e potresti quasi sembrare brutta."
"La nostra conversazione oggi termina qui" Sibilò la fanciulla prima di girare i tacchi e continuare la sua passeggiata mattutina con la nutrice, visibilmente turbata.
A volte davvero non sopportava l'atteggiamento di Ezio, specie quando faceva il cascamorto. Lei sapeva benissimo che non era capace di avere una relazione stabile e passava da un letto all'altro con l'agilità di un capriolo. Ormai erano tre anni che si comportava in quel modo e, se all'inizio poteva sembrare molto (troppo) richiesto, a lungo andare si era rivelato solo uno sciupafemmine, anche se la sua preferita era Cristina Vespucci.
Artemis all'inizio era stata quasi gelosa di lei, ora la compativa.
Sicuramente era a conoscenza del vizio del suo amato e sicuramente ne soffriva.
Poveraccia.
I pensieri della giovane furono interrotti dall'avvistamento di una persona conosciuta: Andrea de' Pucci, l' anziano filologo che aveva trasmesso ad Artemis il suo amore per i manoscritti antichi. Tuttavia il padre di questa non voleva che lavorasse con documenti muffiti. Il punto non era il contenuto, perchè lui stesso adorava i classici e aveva insegnato questa passione anche alla figlia, ma semplicemente riteneva che gli strumenti del mestiere fossero pericolosi per una fanciulla di diciassette anni.
L'uomo sollevò il cappello con la destra in segno di saluto. Significava che aveva del lavoro per gli occhi giovani e la mente brillante della fanciulla. Infatti De' Pucci aveva accettato che Artemis lavorasse per lui perchè ci vedeva poco e il suo cervello non era più agile come una volta e ogni tanto capitava che si scordasse quello che stava facendo, mentre quella ragazzina, oltre che essere interessata all'argomento, era molto intelligente e per lui era come una figlia.
La giovane chinò il capo in risposta e svoltò a sinistra per giungere a casa sua, dove avrebbe atteso sul verone che un garzone di messer De' Pucci gli portasse i manoscritti che aveva rinvenuto nel suo ultimo viaggio perchè lei li esaminasse. Tuttavia, mentre oltrepassava l'uscio con la nutrice, si ricordò che aveva finito il diluente, nel caso che i fogli fossero incollati tra di loro e che Maria Pepi, sua cara amica pittrice e "socia in affari" , si era trasferita a Roma.
Quindi doveva cercare l'ubicazione di un altro pittore, e per questo chiese al padre, nonappena lo vide.
"Artemis! Figliola mia! Ben tornata. Com'è andata la vostra passeggiata?"
"Bene, grazie padre. Ditemi, sapete dove abita un buon pittore'"
"Qui a Firenze? La città ne è colma, Artemis."
"Lo so ma, ecco, i genitori di Elena Fornarini di venezia vorrebbero farle un ritratto e in una lettera mi ha chiesto di consigliarle un buon artista."
"Mmm... il mio preferito è mastro Leonardo da Vinci, che abita nel corso dei tintori... ma scrivile che non sempre accetta di ritrarre su commissione e che potrebbe ultimare il dipinto in una settimana come in un anno."
"Grazie mille, glielo scriverò."
Il bello era che Elena le aveva realmente inviato una missiva in cui le chiedeva consigli su un pittore.
  
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