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Autore: Leireel    19/08/2011    15 recensioni
Dopo la morte della mamma, ci sono strani fiori sul davanzale. E la cucina non ha più odori.
Prima classificata nel '1h contest second edizion: perché la pazzia è recidiva' indetto da mazza94 sul forum di Efp.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Titolo: Profumo di cannella

Personaggi: Luna Lovegood, Xenophilius Lovegood

Prompt: L’odore della morte

Genere: Introspettivo, Slice of life

Rating: Verde

Avvertimenti: //

Conteggio Parole: 356 (w)

Note: La storia è ambientata subito dopo la morte della madre di Luna. Ho interpretato il prompt più come un’assenza di odori che come un odore vero e proprio. Spero vi piaccia :)

La storia ha partecipato a 1h contest second edizion: perché la pazzia è recidiva, indetto da mazza94 sul forum di Efp, classificandosi sorprendentemente (almeno per me) prima :) Qui il giudizio, davvero dettagliato e preciso. Devo dire che cercare una idea decente e stenderla in un’ora è stata una bella sfida! Non sono molto convinta del risultato, ma va be’ :D

 

 

Profumo di cannella

C’erano strani fiori pallidi, sul davanzale. Luna era sicura di non averne mai visti prima.

La cucina era silenziosa e calma, immersa nel buio; in ordine, ogni mestolo appeso ordinatamente sopra il lavello, il calderone pulito e sistemato sopra il focolare spento, le spezie disposte meticolosamente sulla mensola bassa, proprio accanto alla finestra. C’era ordine e calma e silenzio, e nessuna traccia del profumo di spezie e arancia e cannella che solitamente si respirava a ogni ora. Era un pensiero che la rendeva confusa, e triste: come se ogni odore fosse stato rubato via dal mondo.

Si avvicinò in punta di piedi alla finestra, infagottata nel vecchio pigiama di sua madre, attenta a non inciampare sulle maniche troppo lunghe; il cielo, oltre quei fiori strani, era punteggiato di minuscole stelle che brillavano come lacrime. E i petali non avevano nessun profumo, solo tanta tristezza e colori slavati che sembravano quasi voler scivolare via sullo stelo e sul vaso, in cerca di un po’ di allegria.

«Luna, tesoro… che ci fai alzata? Dovresti essere a letto, lo sai» sentì mormorare alle sue spalle. Si voltò a incrociare il viso di suo padre, stanco e preoccupato. Aveva occhiaie che si intonavano al colore di quegli orribili fiori.

«Papà… mamma si è portata via tutti i profumi del mondo, non è vero?» disse Luna, mentre le lacrime le pizzicavano gli occhi. Quell’aria senza odori sapeva di morte e tristezza.

«Tesoro, no, no!» esclamò suo padre, prendendola in braccio. «Non si è portata via niente, tesoro… guarda» continuò, sollevando una manica del pigiama che Luna aveva indosso e avvicinandogliela al viso. «Lo senti? Ha ancora il profumo di mamma… non se li è portata via, hai visto? Sono sempre qui».

«E non se ne andranno più?»

«Certo che no. Fino a quando ti ricorderai di mamma, il suo profumo sarà sempre con te» le promise baciandole la fronte.

 

Il mattino dopo, Luna si svegliò col profumo di biscotti alla cannella – e con un vago sentore di bruciato. In cucina non c’era più traccia di quei fiori tristi. Annusò di nuovo la manica del pigiama, e rise. I profumi erano tornati.

   
 
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