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Autore: SayuriLee00813    19/08/2011    1 recensioni
Dopo la creazione del mondo, Cosmo e Vita affidano il potere degli elementi ai loro quattro figli. Questo potere passa di generazione in generazione, fino a cadere tra le mani degli umani, che prima si dividono in Gilde, racchiudendo il potere degli elementi in quattro Talismani, e poi finiscono per dichiararsi guerra, per appropriarsi gli uni del potere degli altri. La Gilda della Terra si divide in due fazioni: Gilda della Terra e Gilda di Cristallo. Dopo una sanguinosa battaglia, la Gilda di Cristallo si rintana in segreto, e i custodi dei Talismani del Potere perdono i contatti gli uni con gli altri. Alcuni secoli dopo, Kala, stalliera e amante dei draghi scopre di essere l'erede di Obsidian, antica strega reggente della Gilda di Cristallo, il cui Talismano è andato perduto... Non appena accortasi della sua vera identità, Kala si ritrova con la Gilda della Terra alle calcagna, nemici ovunque, e un tradimento inaspettato. Al suo fianco, fortunatamente, c'è Zane, della Terra dei Lupi, un arciere infallibile che trae il suo potere dalla Pietra di Luna. E insieme a lui, alleati da terre sconosciute che i protagonisti esploreranno, colpi di scena, e un manufatto magico che può ribaltare le sorti della battaglia finale: la Spada di Diamante, ritenuta leggenda. Fino a quando Kala non decide di trovarla.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: QUESTA STORIA NON E' PIU' IN CORSO. IL MANOSCRITTO E' IN FASE DI LAVORAZIONE IN PRIVATO, PERCHE' E' STATO RICHIESTO FINITO DA UNA CASA EDITRICE PER UNA POSSIBILE PUBBLICAZIONE. PERCIO' NON POSSO PIU' AGGIORNARE QUI SUL SITO, POSSO SOLO LASCIARVI QUESTI DUE CAPITOLI E MEZZO (PIU' IL PROLOGO) COME ASSAGGIO, NELLA SPERANZA CHE, AVVENUTA LA PUBBLICAZIONE, POSSIATE AVERE IL PIACERE DI COMPRARE IL LIBRO INTERO. GRAZIE A TUTTI COLORO CHE PASSANO DI QUI A DARE UNA LETTURA (: BUON PROSEGUIMENTO, E GRAZIE DELL'ATTENZIONE! BRENDA (AKA SAYURILEE00813)





Caldo. Un caldo torrido, soffocante, di quelli che ti rinchiudono in casa e prosciugano i fiumi.
L'estate di quell'anno stava mettendo in ginocchio tutta la Terra Verde.
Persino la capitale, Tarkseth, era deserta.
Le poche persone che si vedevano in giro erano i contadini, gli stallieri, qualche bambino coraggioso che giocava sotto il sole cocente, e qualche soldato che sonnecchiava al riparo dal sole, nonostante il turno di guardia.
Quando un'ombra bardata di cuoio corse sul selciato diretta alle stalle, nessuno la notò.
L'ombra spalancò la porta della stalla più grande, se la chiuse alle spalle con un calcio e si tolse i pesanti guanti rinforzati. Poi afferrò un secchio enorme, e lo scoprì del panno che ne nascondeva il contenuto.
-Zaùss! Mikshen-ah!
La voce di quell'essere umano svegliò tutti i draghi nella stalla.
-E' arrivata l'ora della pappa.
I grossi rettili puntarono i loro occhi luminosi sul pesante secchio che l'umano reggeva, caracollando con fatica verso di loro.
-Kajmine, come va la zampa?- disse l'umano porgendo ad uno dei draghi un grosso pezzo di carne cruda. La bestia lo afferrò delicatamente dalle sue mani e socchiuse gli occhi dorati, abbassando il capo mentre mangiava.
L'umano annuì soddisfatto, carezzando la pelle nera e coriacea del muso del drago.
Passò da ognuno dei dodici draghi che riposavano nella stalla, e parlò con ognuno di loro.
Quando ebbero finito di mangiare, l'umano si sedette in un angolo e cominciò a lucidare le briglie e spolverare le selle. Risistemò tutta l'attrezzatura nel mucchio dove era stata abbandonata, e sciolse i lunghi capelli neri.
Poi si alzò a riappendere il secchio della carne, ormai vuoto, al proprio gancio. Lo ricoprì con il panno ingrigito per proteggerlo dalle mosche, dopodiché riaprì la porta della stalla e guardò fuori.
La terra battuta illuminata dal sole quasi l'accecava.
Il suono delle cicale era interrotto solo dal vociare di un gruppetto di bambini e dal rumoroso russare dell'uomo che dormiva a bocca aperta seduto poco più in là.
-Kala!- chiamò qualcuno. Una ragazzina si parò davanti alla stalla, sorridendo.
-Ciao Tamina!- la salutò la ragazza nella stalla.
-Kala! Oh Kala, stavi dando da mangiare al tuo drago?- disse Tamina, spalancando gli occhi con aria rapita mentre si dondolava sui piedi per guardare all'interno della stalla.
Kala rise.
-A tutti i draghi, Tamina. Tutti quanti.
-Posso vederli? Mi fai entrare?
Prima ancora di ricevere una risposta, Tamina si fiondò nella stalla e si fermò davanti allo scompartimento di Kajmine, che sbuffò, accucciandosi.
Kala le si avvicinò.
-Meglio lasciarla riposare, adesso. Fa molto caldo, e ha appena mangiato.
L'entusiasmo della ragazzina si spense un po', ma
Tamina rimase comunque a guardare il grosso drago nero che dormiva.
-Chissà come fate a capirvi così bene.- mormorò.
Kala rivolse uno sguardo intenerito a Kajmine che russava acciambellata sulla paglia.
-Non lo so- ammise -Ma credo che il segreto in fondo stia nel trattarli bene e parlargli molto.-
Tamina si girò verso di lei. -Vuoi dire, nella Lingua Antica?- chiese, con entusiasmo.
La ragazza annuì sorridendo.
Tamina si ringalluzzì. -La sto studiando con il maestro Mitrass. Tuwe ne amiya lakres!-
-Meon atwi galad!- esclamò Kala. -Sai cosa ti dico?- aggiunse poi -Magari c'è un drago con cui possiamo fare un giro.-
Scortò la ragazzina verso lo scompartimento più vicino alla porta della stalla.
Tamina spalancò gli occhi con stupore.
-Tamina! Prendi quella grossa sella.- ordinò Kala, mentre apriva il cancelletto e liberava il drago.
Tamina corse a prendere la sella, e quasi non cadde a terra per il peso.
Gli occhi blu elettrico del drago rossastro che Kala stava imbrigliando fiammeggiavano, vividi e intensi.
Insieme le due ragazze sellarono la bestia, dopodiché Kala fece salire Tamina sul dorso.
Aprì anche l'altro portellone della stalla e fece uscire il drago con su Tamina, tenendolo saldamente per le briglie. Poi chiuse le porte con il chiavistello.
-Andiamo- disse, con un sorriso.
Tamina se la rideva un sacco.
Passeggiarono affianco al bosco, costeggiando le mura della città, Tamina seduta sul dorso del drago rosso accarezzandone la pelle dura, e Kala che le camminava accanto tenedolo d'occhio.
-Sai- disse ad un certo punto, -Reas è un drago molto giovane e si spaventa facilmente. Non lo faccio uscire molto spesso per questo motivo.-
Tamina ridacchiò, toccandosi le trecce color caramello. -Reas, meon galad tuwe- disse, accarezzandogli le protuberanze ossee che aveva sulle spalle.
-Ti piace, eh?- disse Kala con un sorriso. -Beh, è un bellissimo esemplare. Peccato che non sia proprio eroico.-
A Tamina non importava. Le piacevano tantissimo le piccole corna ossee di Reas, e la sua pelle rosso ciliegia. Se poi ripensava ai suoi occhi blu, che sembravano profondi come l'oceano, si sentiva incantata.
-Kala- disse ad un certo punto, pensierosa -Di che genere di cose ha paura, Reas?-
Kala si fermò, riflettendo.
-Mhmm, vediamo. Beh, per prima cosa ha molta paura del buio, ma fortunatamente non è mai da solo, perciò non è un problema. Poi ha molta paura dei rumori forti, come quello del martello sull'incudine, o di due spade che si incrociano...- si interruppe all'improvviso. -Forse faremmo meglio a riportarlo alla stalla- disse. -Il fabbro comincerà il suo turno tra poco, e non vorrei che Reas si spaventi.-
-Oh, ti prego- piagnucolò Tamina -Vedrai che se lo accarezzi e lo tieni per le briglie non succederà nulla. Ti prego Kala, fammici restare ancora un po'!-
Kala guardò Reas, che sembrava tranquillo. -E va bene- concesse -Ma solo un pochino. Comunque vada, fa troppo caldo per stare fuori a quest'ora, sia per lui che per noi!-
Tamina assunse un'espressione saccente. -Il maestro Mitrass dice che i draghi hanno il sangue freddo e che il caldo non gli fa male.- disse. Kala accolse la notizia con un sorrisetto.
Camminarono ancora lungo le mura, tornando vicine alla stalla, quand'ecco che un forte rumore si fece sentire.
Il clangore del ferro battuto.
Kala impugnò più saldamente le briglie di Reas, scortandolo il più in fretta possibile verso la stalla.
Il drago puntò le zampe per terra e il tirare e lo strepitare di Kala furono inutili.
-Reas! Muoviti! Andiamo a casa, dai!- disse.
Ma il drago non ne volle sapere, e con il muso cominciò a tirare Kala verso di sé, cercando di allontanarsi il più possibile dalla stalla, pericolosamente vicina all'officina del fabbro.
Costui si asciugò il sudore dalla fronte, e quando vide Kala, uscì impugnando il martello.
Agitò il martello per salutarla. -Salve, stalliera!-
Reas fischiò terrorizzato, e spiegò le ali.
-Reas, no!- urlò disperata Kala.
-Ma che sta succedendo?- il fabbro, preoccupato, corse verso le ragazze.
-Non si avvicini!- gridò Kala.
Il drago si impennò e Tamina cacciò uno strillo acuto aggrappandosi alla sella con entrambe le mani. -Reas!- urlava -Reas, sta buono!-
Reas tirò uno strattone alle briglie facendo cadere Kala tra le sue zampe, e lei quasi si ruppe un polso per tenersi aggrappata. -Tamina, tieniti forte, non preoccuparti, è solo spaventato!- urlò alla ragazzina, per rassicurarla.
Tamina strillò di nuovo.
Fu allora che Reas spalancò le palpebre, si issò sulle zampe posteriori e spiccò il volo.
  
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