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Autore: Exentia_dream    19/08/2011    5 recensioni
Lo aveva guardato di nuovo negli occhi, fiduciosa, con la voglia di sentirsi dire le stesse parole. Ma Draco aveva alzato un sopracciglio e l’aveva guardata con aria di sufficienza. Non che la disprezzasse ancora… Voleva cambiare, voleva essere migliore, ma non ci riusciva. Ogni suo tentativo finiva per far male a lui e a lei, che non lo accettava per quello che non era.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nick Forum: _Exentia_dream_         EFP: Exentia_dream

Titolo: Tentativi falliti


Pacchetto scelto: Verità

Pairing: Draco/Hermione

Prompt:Tentativo


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Ci aveva provato così tante volte, ma ogni tentativo era andato perso.

Era troppo codardo per esporsi e per ammettere tutto quello che c’era da ammettere.

Era sempre stata lei a muovere i primi passi, ad avanzare verso di lui.

Draco aveva tentato di nascondere il suo interesse per la Mezzosangue disprezzandola: uno dei tentativi che erano falliti perché l’aveva fatta soffrire: non era stato in grado tenere giù i toni dei loro battibecchi.

E, allora, quando l’aveva vista piangere, aveva provato a consolarla e lei lo aveva mandato via, per ovvie ragioni e Draco, ancora una volta, non si era smentito, dicendole che lei non era all’altezza di bagnare la spalla su cui lui le offriva di piangere.

Aveva sentito il magone nello stomaco mentre andava via, ma non era tornato indietro.

 

Tornare indietro e abbassarsi a guardare nei suoi occhi significa esserne succube ed io non lo sono. Maledizione, Granger!

 

Sapeva che la amava, ma non riusciva a strapparsi di dosso quel vestito e quella maschera di indifferenza perpetua nei suoi confronti, perché con quelli riusciva a sentirsi al sicuro.

Non sapeva che, spogliandosi per lei, si sarebbe sentito ancora meglio.

Allora, era stata lei a farsi avanti, chiedendogli cos’era cambiato tra di loro.

Draco non aveva risposto, si era limitato a calare lo sguardo su di lei per guardarla.

Per un attimo, la soddisfazione di sentirsi superiore in qualcosa – seppur solo nell’aspetto fisico – gli aveva riempito la mente: vederla lì, con la testa chinata all’indietro per vedere il suo viso, era come un toccasana per le ferite che si era causato quando fingeva di non vederla o quando lei non lo vedeva affatto.

Si era avvicinato ancora a quelle labbra, ma era rimasto lì.

In bilico tra i suoi desideri e le sue paure, senza battere ciglio: si stava tirando indietro quando Hermione si alzò sulle punte dei piedi, baciandolo all’angolo delle labbra per augurargli la buonanotte.

 

Draco Malfoy era rimasto immobile anche mentre lei gli aveva riversato addosso tutte le speranze a cui il suo coraggio di Grifondoro dava vita.

Ma lui era diverso: era un Serpeverde che strisciava, calcolava e non era fatto per le manifestazioni plateali di affetto o per le dichiarazioni d’amore, accompagnate da occhi languidi e un sorriso sognante.

Quando aveva visto Hermione allontanarsi, aveva provato ad afferrarla per un polso per farla stare ancora lì, ma lei gli era sfuggita: aveva tentato, allungando la mano, di trattenere la persona che voleva accanto, ma era stato troppo lento.

O, forse, era stata lei ad essere troppo veloce.

Non era questo l’importante, per lui: il fatto era che, ancora una volta, aveva tentato e aveva fallito, senza portare i segni di quella delusione sul viso.

Sempre perfetto, sempre austero, Draco Malfoy sembrava essere intoccabile ed estraneo alle emozioni di un qualsiasi altro essere umano.

 

Stupida Mezzosangue. Sei così trasparente, anche quando non parli: la verità ce l’hai negli occhi.

 

Draco Malfoy era rimasto immobile anche quando aveva capito che non riusciva più a fare a meno di lei.

Aveva voltato il viso da un’altra parte, pur di non guardarla; era rimasto in silenzio, pur di non offenderla ed aveva evitato di darle adito di parlare, pur di non sentire la sua voce e di non vedere quelle labbra muoversi veloci, che rincorrevano le parole.

Ci aveva provato, ma anche quello, come gli altri, era stato un tentativo che aveva visto il suo fallimento segnare un’altra stanghetta sul muro.

Allora, si immaginò rinchiuso in una delle celle nella prigione di Azkaban, a segnare con gli stessi geroglifici i giorni o gli anni che lo avrebbero diviso dalla libertà.

E, a volte, la sua stanza singola da prefetto, gli appariva come una prigione: spesso, sentiva l’aria mancare e le pareti stringersi su di lui, come a volerlo rintanare per sempre lì dentro.

 

Quella mattina aveva deciso che le avrebbe parlato, che le cose sarebbero cambiate: avrebbe tentato ancora una volta di essere un uomo vero, uno di quelli che non si nasconde dai sentimenti, pur restando una serpe che striscia e calcola.

L’aveva aspettata all’uscita dalla Sala Grande e aveva cercato di afferrarla per un polso, ma ancora lei gli sfuggì.

Fu costretto a chiamarla: “Granger.”

“Sì, Malfoy?”
”Dobbiamo parlare.”
”Ai suoi ordini, maestà.”

“Taci, Mezzosangue: è davvero importante.”

“Cosa vuoi?”

“Vieni… è una cosa privata.”

L’aveva trascinata in un corridoio più buio e le si era posizionato di fronte.

La guardava, mentre lei lambiva ogni centimetro del suo corpo con i suoi occhi castani e grandi.

La guardava e sentiva le parole che ricadevano nello stomaco. Boccheggiò un po’, consolato dal fatto che Hermione non gli stesse guardando la bocca, poi le accarezzò un braccio.

Lei spalancò gli occhi per la sorpresa e li sentì riempirsi di un’emozione che, mesi prima,  non credeva fosse possibile provare con lui, per lui.

Ma lui restava fermo lì, senza muoversi e senza parlare.

Come se fosse stato una statua, non chiudeva neanche gli occhi: era perfettamente immobile.

Sembrava finto, sembrava quello che era davvero.

“Cosa vuoi?” gli chiese, allora la ragazza, spazientita, spaventata, speranzosa.

“E’ stato tutto uno sbaglio.” Tentava di giustificarsi, di darsi del tempo per permettere a quelle due parole che lo stavano facendo soffocare di uscire dai suoi polmoni e giungere intatte, profonde e vere alle sue orecchie, al suo cuore. Ma qualcosa andò storto: il suo coraggio, quello che aveva accumulato lungo la strada che aveva percorso con il petto sul suolo, gli mancò.

“Cosa?”
”Hai sentito.”

Hermione tremò: le tornarono in mente tutti i momenti che avevano trascorso insieme.

Tutte le volte in cui lei si era alzata sulle punte dei piedi per baciarlo; le volte in cui aveva pianto per lui; le volte in cui lui aveva provato ad essere diverso.

“Va bene.” disse, facendo leva sul forza d'animo che avrebbe dovuto caratterizzarla, ma che in quel momento le mancava. “Ci- ci abbiamo provato.”
”Sì.”
”Quindi… non è andata bene.”

“No...” tentò di continuare, ma lei gli posò una mano sulle labbra, per farlo tacere.

Draco voleva spiegare, voleva farle capire che lei aveva frainteso, ma la mano piccola della ragazza non si spostava dalle sue labbra. E lui non ebbe la forza di toglierla.
Hermione abbassò gli occhi, per nascondergli le lacrime che sentiva premere: per la prima volta nella sua vita, avrebbe preferito essere stupida, per non capire le parole che si nascondevano dentro ai suoi silenzi; avrebbe voluto essere codarda, per non dover dire qualche frase di circostanza o di conforto per entrambi; avrebbe voluto essere più matura, per poter capire quando valeva la pena di tentare e quando no.

“Dobbiamo andare: la lezione sarà già cominciata.” disse e si avviò nel corridoio illuminato che l’avrebbe condotta all’aula di Trasfigurazione.

Draco le camminava affianco.

Silenzioso, colpevole, bugiardo verso se stesso e lei.

Quei pochi attimi sarebbero stati le ultime gocce di vita della loro storia d’amore.

Quella che più aveva destato scalpore, quella su cui molti avevano scommesso, quella che li aveva portati ad allontanarsi per un po’ dai propri amici, restando chiusi nel loro guscio.

 

Due mesi dopo.

 

Hermione era seduta nel banco davanti a lui, intenta a prendere appunti.

Non era cambiata molto: non era diventata depressa, né aveva gli occhi rossi, segni di un pianto eccessivo.

Era la solita so-tutto-io, la caposcuola sempre ligia alle regole,  la migliore amica di Harry Potter e dei fratelli Weasley.

La sua schiena si muoveva al ritmo di un respiro regolare e pacato.

 

E’ stato meglio così.

 

Draco Malfoy si diresse nei sotterranei, pronto per stendersi sul letto e dormire.

Quando aprì la porta della sua camera singola da prefetto, notò una presenza femminile stesa tra le tende del baldacchino.

Si avvicinò e la osservò con sguardo critico, poi ghignò e si stese su di lei.

 

Hermione era lì, avvolta solo dal lenzuolo, con i capelli in disordine sul cuscino e sorrideva.

La felicità di quel momento era impressa nei suoi occhi, nel suo sorriso, mentre lui era rimasto serio, senza lasciar trasparire alcuna emozione.

Allora, lei si era avvicinata e gli aveva baciato la punta del naso.

Gli aveva sussurrato qualcosa di dolce all’orecchio, qualcosa che lui non aveva capito, ma che aveva a che fare con la parola “amore.”

Lo aveva guardato di nuovo negli occhi, fiduciosa, con la voglia di sentirsi dire le stesse parole.

Ma Draco aveva alzato un sopracciglio e l’aveva guardata con aria di sufficienza.

Non che la disprezzasse ancora…

Voleva cambiare, voleva essere migliore, ma non ci riusciva.

Ogni suo tentativo finiva per far male a lui e a lei, che non lo accettava per quello che non era.

“Voglio vedere come sei davvero, non quello che credi di essere.” gli diceva, ma lui non capiva che differenza poteva esserci tra Draco-Serpeverde-Malfoy e Draco-com’è-davvero-Malfoy. Per lui si trattava della stessa persona.

Vide gli occhi di Hermione rabbuiarsi e il sorriso sparire dalle sue labbra.

La guardò mentre raccoglieva i suoi abiti dal pavimento e li indossava velocemente, coprendosi con quella cascata di capelli indomiti.

Hermione si allontanò e lui provò ad afferrarla per un polso, ma lei gli sfuggì.

 

 

Si tirò su velocemente e si ritrovò a tenersi la testa con le mani, per cercare di fermare quel vorticare di immagini.

Aveva il respiro pesante e uno strano sapore amaro in fondo alla gola.

Sentiva il suo cuore battere sempre più piano, fino a quando il battito non tornò regolare.

Poi, come se lo avesse richiesto alla sua mente, le immagini di quel sogno tornarono davanti a lui: gli occhi lucidi di lei, il sorriso che diventava una linea dritta di tristezza e delusione, le sue mani grandi che si chiudevano attorno al vuoto.

Scosse la testa, voltandosi da una parte del letto.

Quello spazio era occupato da una ragazza dai capelli biondi, lunghi fino a metà schiena. La sua pelle era leggermente colorata, le sue spalle troppo muscolose.

Non sapeva chi fosse quella ragazza, ma sapeva che frequentava il quarto anno ed era una cercatrice di Corvonero o Tassorosso.

Chiuse gli occhi, impedendo al conato di schifo che provava verso se stesso di uscire.

 

Dimenticare la Mezzosangue: era questo che voleva.

Ma anche quello era stato un tentativo fallito: era andato a puttane, come tutti gli altri. Come anche lui faceva da qualche settimana.

Si alzò dal letto, pronto a togliersi di dosso i postumi di quel sogno e la vide: la spilla che lui stesso aveva creato per il Torneo Tremaghi era poggiata sul lavabo.

La spilla che gli ricordava il giorno in cui aveva scoperto di essere innamorato di lei.

Il giorno in cui si era trovato geloso ogni volta che lei abbracciava Harry Potter.

Il giorno in cui promise a se stesso che l’avrebbe avuta.

E, a contrastare quei ricordi felici, osservò il suo viso allo specchio, per ricordare il giorno in cui l’aveva persa nella realtà.

E nemmeno nei sogni riusciva a raggiungerla…

 

 

Questa storia ha partecipato al contest "Vi sfidiamo a farci piangere" di Blackhole95 e NothEvans

 

Giudizio della GIUDICIA:

6° CLASSIFICATA:
EXENTIA_DREAM! Valutata da Black.





Grammatica e lessico: 9, 65/10
Ho dovuto rileggerla molto attentamente per trovare gli errori poiché grammaticalmente parlando sei molto brava. Si vede che hai una conoscenza piuttosto avanzata della grammatica. Ti devo rimproverare solo due cose:
Questa frase “Aveva sentito il magone nello stomaco mentre andava via, ma non tornò indietro”, è scorretto, passi da un tempo all’altro. Avresti dovuto scrivere: “Aveva sentito il magone nello stomaco mentre andava via, ma non era tornato indietro”.
(-0,20)
La seconda cosa è alla fine, un piccolo errore di punteggiatura.
“Dimenticare la Mezzosangue, era questo che voleva”, io ci avrei messo i due punti, quello che scrivi è il suo obiettivo. (-0,15)
Per il resto, molto bene.

Stile e lessico: 9/10
Bello lo stile, limpido. Scorre quando leggi e attacca bene tutte le frasi senza lasciare punti troppo staccati o sconnessi fra loro.
Mi piace molto soprattutto perché scrivi chiaro, ma senza essere schematica.
Non hai uno stile di quelli curatissimi, che mettono la parola chiave in quel determinato punto perfettamente, ma sei molto semplice. Ed è un complimento. Mi piacciono le persone che scrivono con quella semplicità e delicatezza unica, mi sembra di sentire l’acqua che scorre quando leggo questo tipo di storie.
Detto così sembro pazza. XD
Comunque molto bene, non hai il voto pieno perché hai comunque da migliorare.

Caratterizzazione: 9.5/10
Molto bello, conosci perfettamente i personaggi e si vede.
Mi è piaciuta molto questa frase, ad esempio:
“Hermione era seduta nel banco davanti a lui, intenta a prendere appunti.
Non era cambiata molto: non era diventata depressa, né aveva gli occhi rossi, segni di un pianto eccessivo.
Era la solita so-tutto-io, la caposcuola sempre ligia alle regole, la migliore amica di Harry Potter e dei fratelli Weasley.
La sua schiena si muoveva al ritmo di un respiro regolare e pacato.”
Perché è proprio ciò che farebbe Hermione, andrebbe avanti, contro tutti e tutto, non si farebbe abbattere da niente, mai. Ha una grande forza nonostante tutto e io l’ammiro.
Draco è stato caratterizzato bene, Draco è un personaggio con poco coraggio, poca voglia di buttarsi e tanto orgoglio. Tu hai saputo renderlo alla perfezione. C’è solo una cosa che non mi piace, non mi piace che la chiami Mezzosangue.
E’ un cliché rinomato nelle FF e non credo che Draco farebbe così. Se pur involontariamente la chiamerebbe Granger o Hermione, ma non più Mezzosangue.
Per questo ti ho tolto mezzo punto. Comunque sei stata brava, non è facile far rendere una Dramione.

Originalità:8/10
Be’, di Dramione che vanno a farsi friggere ce ne sono, come ce ne sono che finiscono in un matrimonio. Diciamo che preferisco quelle che finiscono male perché sono più coerenti con i personaggi decritti dalla Rowling, troppo diversi per stare insieme.
Il tema di lei e lui che non possono stare insieme è molto trattato sia in HP che nelle semplici storie originali quindi non posso che darti un buon punteggio siccome non me l’hai fatta finire in bellezza perché non potrà mai succede con questi personaggi, non nego che potrebbero amarsi, ma stare insieme non penso. Lui è un purosangue razzista, lei è una Mezzosangue senza pregiudizi. Sono diversi, troppo. Non prenderlo come un errore, è solo che essere originali nelle Dramione non è per niente facile, dovresti saperlo e se non lo fossi stata per niente avresti un punteggio più basso, ma devo dire che ti mantieni alta nonostante il pairing difficile sia da scrivere che da muovere. Brava, comunque.

Gradimento personale: 9/10
E’ rarissimo (quasi impossibile) che io apprezzi una Dramione. Quando io e Noth ci siamo divise le storie e ho letto che dovevo valutare una Dramione ho storto il naso.
Una persona che giudica una storia deve essere piuttosto coerente nonostante il pairing/personaggio non le piaccia perché se no non è adatta a criticare. E sono felice di essere stata coerente nei giudizi precedenti senza farmi influenzare dal mio giudizio personale. Devo però farti i complimenti perché, se pur con riluttanza, ho apprezzato questa Dramione. Sei stata brava a caratterizzare i personaggi e non hai fatto un Draco principe e una troia Hermione, come molti ormai la focalizzano nelle FF.
Non hai il voto pieno perché il pairing non mi piace e non riuscirò mai a farmelo piacere per quanto mi impegni, ma ti assicuro che è raro che io dia un voto simile a questa coppia, quindi complimenti.

Attinenza al prompt: 5/5
E’ perfetto.

Voto totale: 50,15/55.

 

 

Angolo Autrice:

Devo ringraziare infinitamente le due persone che mi hanno dato la possibilità di scrivere questa cosetta, di cui sono particolarmente fiera.

E’ stata una prova per me scrivere questa shot e mi sono affezionata a queste righe come non mai.

C’è un po’, anzi, tanto di me in questa storiella e sono contenta del risultato che ha raggiunto.

Negli avvertimenti non ho inserito "Draco/Hermione" perchè in questa shot non si ritrovano propriamente come una coppia.

Ci sono le appropiate correzioni qui!!

La GIUDICIA si è espressa riguardo alla mia pazzia, ora vorrei che lo faceste voi.

 

La vostra Exentia_dream

   
 
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