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Autore: LaStoriaSecondoDracoMalfoy    20/08/2011    7 recensioni
Mi chiamo Draco Malfoy.
Sono un Purosangue Serpeverde.
Mangiamorte come mio padre, disprezzo babbani e mezzosangue
e qualsiasi altroindividuo non puro.
Servitore del signore oscuro.
Ma qualcuno vi ha mai detto come sono andate le cose?
Come sono andate realmente?
Vi è stato detto come sono diventato Mangiamorte?
Beh, se volete scoprirlo vi basta leggere.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Lo Strano Ragazzino del Negozio

 

Il mio nome è Draco, Malfoy Draco e oggi con i miei genitori andrò a Diagon Alley per gli acquisti scolastici di Hogwarts.

Ho da poco ricevuto la lettera, non ne dubitavo assolutamente, ma sono veramente contento de eccitato di andare alla scuola di magia di cui mi ha tanto parlato mio padre.

Finalmente avrò una bacchetta magica per fare incredibili incantesimi con i quali stupirò mio padre. 

 

 Draco, finisci la pozione e andiamo. Non possiamo ritardare e ho un'appuntamento di lavoro nel pomeriggio che non posso assolutamente perdere.  dice con voce ferma mio padre entrando nella stanza dove mi insegna pozioni.

 Subito Padre, ho quasi concluso.  dico spegnendo il fuoco sul quale bolle l'essenza di Dittamo.

 Gli elfi la metteranno nelle fiale quando avranno finito di pulire, ora andiamo. Tua madre ci aspetta per materializzarci. 

 

Lascio le fialette sul tavolo e seguo mio padre nel salone e mi avvicino a mia madre.

 Dobby ha qui il suo mantello, padron Draco.  dice il mio sudicio elfo passandomi il mantello. 

Lo prendo senza ringraziare, mio padre mi ha detto che gli elfi devono essere trattati come schiavi e non vanno mai ringraziati perchè sono esseri inferiori e tonti.

Ma gli occhi di Dobby non sono come quelli degli altri. Si, i suoi occhi sono intelligenti. 

 

 Andiamo Draco.  la voce di mio padre mi riscuote dai miei pensieri. 

Mia madre mi porge il braccio e appena lo afferro ci materializziamo. 

 

Non è la mia prima smaterializzazione, ma il senso di nausea mi coglie all'improvviso appena tocco terra. 

Cerco di reprimere l'espressione sofferente, non vorrei che mio padre mi vedesse, dandomi del mollaccione. Respiro profondamente e camminando mi accosto a mia madre con la schiena dritta e testa alta, come mi hanno insegnato fin da bambino. 

Usciamo dal vicolo nel quale ci siamo materializzati per entrare nella via principale dei negozi di Diagon Alley.

La strada è gremita di gente indaffarata negli acquisti, ma trovano sempre del tempo per quardarci. 

 

Al nostro passaggio interrompono le loro attività per scrutarci e distogliere velocemente lo sguardo per non incrociare gli occhi glaciali di mio padre.

La famiglia Malfoy è di nobili origini. Tutti ci conoscono e temono o ammirano la nostra potenza. 

Siamo una famiglia di maghi purosangue senza alcuna misera traccia di "lurido sangue babbano", come dice sempre mio padre.

Lui sa molte cose.

 

Mi racconta sempre di Hogwarts e mi raccomanda di non parlare o eventualmente insultare i mezzosangue o nati babbani che ci sarebbero stati. Dice che sono persone impure, non degne di essere magiche. 

 

Dopo aver camminato per un po, mia madre indica un negozio chiamato "Madama McClean: Abiti per tutte le occasioni" dove spesso va a farsi fare alcuni vestiti. 

Il negozio è pieno di abiti e stoffe di ogni genere e colore. 

Un'anziana signora, vestita color malva, si avvicina frettolosamente dopo aver sentito la porta aprirsi.

 

 Sigor Malfoy! Che grande piacere rivederla! Anche lei Signora! E il Signorino..?  dice con una nota interrogativa nella voce indicandomi con un dito ossuto. Madama, lui è mio figlio Draco. Quest'anno andrà ad Hogwarts e ha bisogno di una divisa e tutto il necessario. Lei ovviamente sa cosa fare. Io e mia moglie ci allontaniamo per alcune commissioni, saremo di ritorno in 20 minuti circa. poi guardandomi aggiunge Mi raccomando Draco. 

 Si, Padre. rispondo con fermezza Non c'è da preoccuparsi.

E dopo aver salutato la signora escono dal negozio e li vedo sparire tra la folla visibile dalla vetrina del negozio. 

 

 Bene caro, seguimi  dice incamminandosi verso una stanza sul retro del negozio.

Mi fa salire su uno sgabbello d'avanti ad uno specchio  e mi infila una lunga tunica nera. 

Si abbassa leggermente per prendere le varie misure con gli spilli.

 

Rimango immobile e composto, come quando vengono i sarti a casa per confezionarmi i vestiti e poco dopo sento la porta dell'ingresso aprirsi.

 

 Alice cara? Potresti finire tu qui?  dice lasciando il posto ad un'altra signora e va ad accogliere il nuovo cliente. 

 

Poco più tardi torna Madama McClean, seguita da un ragazzino magrolino con strani occhiali tondi e capelli neri spettinati.

Lo fa salire su uno sgabbello accanto al mio e inizia a fare lo stesso lavoro che ha fatto a me.

 

 Ciao.  gli dico anche tu andrai ad Hogwarts?

 Si.  risponde con evidente loquacità. 

 Mio padre è nel negozio qui accanto, mi sta comperando i libri, e mia madre sta guardando le bacchette magiche, un po più avanti. Dopo li trascinerò via per andare a vedere le scope da corsa. Non capisco proprio perché noi del primo anno non possiamo averne di personali. Penso che costringerò mio padre a comperarmene una e la porterò dentro di straforo, in un modo o nell'altro.  non è affatto giusto. Specialmente per me che so già volare. 

E tu ce l'hai, un manico di scopa tuo?  gli chiedo

 No.  risponde

 Sai giocare a Quidditch? 

 No.  risponde nuovamente, questa volta un po confuso

 Io sì. Papà dice che sarebbe un delitto se non mi scegliessero per far parte della squadra del mio dormitorio, e devo dire che sono proprio d'accordo. Tu sai già in quale dormitorio andrai a stare? 

 No. 

 

Sarebbe finito sicuramente a Tassorosso.

Li ci finiscono i perdenti e quelli un pò strani.

L'ha detto papà. 

 

 Be', nessuno lo sa veramente finché non si trova sul posto non è vero? Ma io so che starò a Serpeverde: tutta la nostra famiglia è stata lì. Pensa, ritrovarsi a Tassorosso! Io credo che me ne andrei, e tu? 

 Mmmm...  dice solamente.

Certo che questo è proprio strano.

 

Stavo per risponderli quando vedo dalla vetrina un uomo enorme con una folta barba guardare verso di noi con due gelati in mano che mi distrae dal "discorso".

 Ehi! Guarda quello!  gli dico indicandolo (anche se, secondo quanto dice mio padre, è maleducazione indicare)

 Quello è Hagrid. Lavora a Hogwarts  dice tutto contento, evidentemente perchè finalmente qualcosa la sa.

 Oh l'ho sentito nominare. una specie di inserviente, vero? 

 Il guardiacaccia!  ribatte

 Sì, proprio così, ho sentito dire che è una specie di selvaggio...Vive in una capanna nel comprensorio della scuola. Ogni tanto si ubriaca, cerca di fare delle magie e finisce con l'appiccare il fuoco al suo letto  lo informo, almeno sa da chi è accompagnato.

Mi ha detto tutto papà. Lui conosce tutti.

 

 Secondo me è geniale  commenta in tono gelido.

 Davvero? Ma perché sei con lui? Dove sono i tuoi genitori? 

 Sono morti.  tagliò corto

 

 Oh, scusa. Ma erano come noi? 

 

Perchè se erano babbani con lui non posso assolutamente parlare.

Con un mezzosangue! O peggio, un Nato Babbano! 

Papà sarebbe scontento di questo.

 

 Erano una strega e un mago, se è questo che intendi.  dice. Oh, è un purosangue allora.

 Io non penso che dovrebbero permettere agli "altri" di frequentare, non trovi? Loro non sono come noi, non sono capaci di fare quello che facciamo noi. Pensa che alcuni, quando hanno ricevuto la lettera, non avevano mai neanche sentito parlare di Hogwarts. Secondo me, dovrebbero limitare la frequenza alle più antiche famiglie di stregoni. A proposito, tu come ti chiami di cognome? 

 

Ma prima che avesse il tempo di rispondere, Madama Mcclan finisce il lavoro sul ragazzino e dice < Ecco fatto, mio caro > E il ragazzo salta giù dallo sgabello girandosi verso di me.

 Bene, penso che ci rivedremo a Hogwarts.  dice infine andandosene.

 

Quel ragazzo è proprio strano! 

Con quei vestiti larghi poi! Sembra uno straccione come quei Weasley di cui sparla sempre mio padre.

Sento la porta aprirsi nuovamente e la voce di mio padre domandare se avessi finito.

L'anziana signora mi toglie la tunica che ci manderà al Manor quando sarà terminata, la paghiamo senza problemi e usciamo dal negozio.

 

Meglio non raccontargli di quello strano ragazzino del negozio.

Potrebbero chiedersi perchè gli ho rivolto la parola - Penso andando nel negozio di scope seguito a ruota dai miei genitori. 

Chissà chi era però... 

 

 

  
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