Camminava distrattamente verso una miriade di luci colorate che accerchiavano il centro del paese, distante pochi chilometri. I suoi occhi guizzavano da un palazzo all'altro, perdendosi nella sontuosità di quelle abitazioni: tendaggi rossi e drappeggi, scivolavano morbidi sulle finestre di vetro, accompagnate qua e là, da piccoli puntini luminosi. Ninoska seguiva André, tacendo.
Il Natale era così bello, a Mosca; lo ricordava ancora.
Era solita trascorrere quelle fredde nottate assieme alla sua famiglia, acciambellata accanto al fuoco, e immaginando il contenuto dei pacchettini colorati sotto l'albero. Le tornava in mente il suono melodioso del piano forte, suonato dal padre a mezzanotte, che inondava le loro orecchie e i passettini di danza che improvvisava sua sorella. Le mancava maledettamente tutto questo, ma da quando la sua famiglia era morta, era stata costretta a vivere in un paesello di nome Henderson, nel nord Carolina, con una vecchia zia.
- Nina! - Sussurrò André, contorcendo a destra e manca la testa. - Ti fidi di me? -
La ragazza si voltò verso di lui, facendo balzare gli occhi glaciali sul viso di André.
Ninoska non capiva cosa intendesse, dovevano cenare insieme quella sera, non erano quelli i programmi? Avrebbero mangiato un tacchino al forno con contorno di patate al lume di candela, si sarebbero a lungo fissati negli occhi e poi chissà, forse André le avrebbe rubato un bacio o due.
Lei annui innocentemente, mentre la mano del ragazzo si intrecciava avidamente alla sua, stringendola in una presa che non lasciava scampo.
Nina si ritrasse, spaventata, ma fu subito strattonata dalla mano, che le ordinava di correre.
- Perché, André? Dove mi porti? Perché corriamo? - Chiedeva affannata. - Ho paura, ti prego, lasciami! -
- Fidati di me! - Continuava a risponderle, con un tono contrariato.
Correvano sulla neve quasi ghiacciata, presi per mano. I fiocchi cominciarono a cadere teneramente su di loro, alcuni si persero tra i capelli castani della bambina, altri tra quelli biondi di André. Altri ancora cadevano stanchi, sul ciglio della strada, riabbracciando i fratelli che giacevano già per terra.
- Dannazione, come possono essere qui? Dannazione, dannazione! -
Continuava a sussurrare André, mentre cercava di farsi spazio tra la neve che si infittiva, e gettando di tanto in tanto, un'occhiata alla luna che quella notte sembrava esplodere.
Era candida e piena. Piena d'amore, forse.
- NO! - Ringhiò poi, bloccandosi di colpo. Afferrò Nina con le sue braccia possenti, nascondendola dietro il suo corpo caldo. - Mi dispiace. - Sussurrò poi, ad occhi bassi.