Fanfic su attori > Ben Barnes
Ricorda la storia  |      
Autore: Alekiamo    20/08/2011    3 recensioni
In cucina,sulla tavola,c’è una strepitosa torta di compleanno.
Torta?
Compleanno?
I due neuroni che avevo fino a pochi secondi fa si sono sciolti come neve al sole in una giornata d’agosto.
Sono così basito che non riesco a balbettare niente,se non un “Perché la torta di compleanno?”.
La sua faccia diventa improvvisamente triste.
“Lo so che mi avevi detto che non volevi nulla per il tuo compleanno,ma non ho resistito. Ti spiace tanto?”
Non le rispondo. L’abbraccio solamente.
Me n’ero dimenticato completamente.
[Angela/Ben]
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  -20 Agosto 2011.


E’ mattina. Una bella mattina.  Sono le undici circa. Mi stiracchio e scendo dal letto. So già che oggi non dovrò andare su nessun set,fotografico o chicchessia. Stamattina non ho voglia di fare nulla,non so perché. Ogni tanto mi capitano questi momenti di assoluta nullafacenza.
“Stamattina il programma posso sceglierlo io?” mi chiede Angela,con uno strano sorriso che le aleggia sulle labbra.
Sono un po’ titubante. Avevo voglia di poltrire sul divano tutta la giornata,ma non posso certo offenderla dicendo con non ho voglia di fare nulla. Così,seppur a malincuore,annuisco.
So già che sarà un programma iper-attivo. La conosco molto bene,la mia ragazza.
E,ancor prima che lo fa faccia,so già che batterà le mani con stampato in viso un sorrisone a sessantaquattro denti e mi darà un bacio,prima di trotterellare in cucina canticchiando qualche motivo a me sconosciuto.
Mi alzo e mi preparo.
Che giorno è oggi? Mah,quando sono in vacanza non penso più a niente,nemmeno alle date. Ma non faccio in tempo a prendere il calendario in mano,che la voce di Angela mi richiama dal basso.
Scendo le scale in fretta,stupendomi della sua velocità a preparare qualcosa. Ma,esattamente,cosa?,mi chiedo.
La trovo davanti alla porta,che scalpita per uscire. Mi becco anche una partaccia per aver fatto tardi. E dire che non avevo mai fatto così presto in vita mia.
“Dove andiamo? E perché non abbiamo fatto colazione?” mi azzardo a chiedere. Mi rivolge un’occhiataccia che so significa che non devo fare domande. Noto con interesse che ha in mano una specie di cestino,ma subito lo nasconde ai miei occhi.
Mi porta in macchina e si trasforma in navigatore,indicandomi la direzione da prendere. Stiamo uscendo dalla città,addentrandoci in una zona che non conosco. Qui è tutto verde rigoglioso,gli alberi sono tanto fitti da impedirci di guardarci attraverso. Mi piace molto questa nuova zona,mi induce pace e serenità.
Ad un certo punto Angela indica uno spiazzo in cui fermare la macchina e assieme scendiamo. Mi prende per mano e mi porta in uno spiazzo baciato dal sole,in cui noto un piccolo laghetto nascosto agli occhi di molti. Nemmeno io me n’ero accorto a prima vista.
“Come conosci questo posto?” chiedo,sperando che mi risponda. Stavolta le mie preghiere vengono esaudite.
“Una volta mi ci ha portato William.” Risponde.
“E per fare cosa?” chiedo sospettoso. So che è il suo migliore amico,ma non posso fare a meno di pensare a qualcosa di male. E’ più forte di me,so che sono assolutamente stupido.
Lei mi guarda e ride. La mia faccia deve essere comica davvero. Non risponde e poggia sull’erba il cestino,da cui tira fuori abilmente una coperta,che stende sotto un grande albero,all’ombra.
Si siede sopra a gambe incrociate e batte la mano accanto a sé, un muto invito a farmi stendere lì.
“Oggi faremo una colazione all’aperto. Ti piace l’idea?” chiede,sempre lo strano sorriso a imprimerle quasi un’aria sadica. Sembra un diavolo travestito da angelo,con quei corti boccoli biondo dorato e gli occhi marroni con qualche adorabile pagliuzza verde. Sono molto belli i suoi occhi,spesso cambiano colore.
E non so perché si ostini a dire che sono solo marroni.
“Molto. Che hai preparato?” apro un’anta del cesti netto con un dito,che lei subito scaccia via con un ceffone. Con una solennità degna di un matrimonio regale,fa uscire un bricco di latte,uno di caffè,uno d’acqua, pasta al forno,carbonara (il mio piatto preferito italiano.), gnocchi al forno, carne, salsicce, patatine,insalata e della frutta.
Mi guardo intorno. C’è qualcuno che deve venire a mangiare con noi,ed io non lo so? E per fortuna che era solo una colazione.
Ma soprattutto,come ha fatto tutto quel ben di Dio ad entrare in quella cosa minuscola?
Angela,ma le donne in generale,mi stupiscono sempre ogni volta di più. E’ incredibile
“Ehm,mangiamo tutta questa roba solo noi due?”
Ride divertita. Devo aver fatto una domanda davvero spassosa,solo che io non ne sono consapevole.
“Ma certo,stupido. – è il suo insulto più carino,questo.- Che credevi?”
“A me sembra più un pranzo,che una colazione.” Ribatto.
“E’ già l’una,non te ne sei accorto?” chiede facendomi un buffetto sulla guancia. Noto che ha ragione. Il tempo è sul serio volato in maniera silenziosa.
“Allora,cosa vuoi?” mi domanda,indicando con un gesto tutto quello che c’è sulla coperta. Ci guardiamo un attimo e poi scoppiamo a ridere. Sappiamo entrambi che la risposta è una e una sola: la carbonara.
Mangiamo con gusto,tirandoci pezzi di pane e altro cibo,lottando contro formiche e foglie che cadono dalla quercia sotto cui ci siamo seduti e lanciando qualcosa agli animaletti che popolano questo pezzo di paradiso, come volpi,coniglietti,persino un daino.
Alla sua vista,Angela ha dichiarato molto candidamente che ne voleva uno a casa.
“Facciamo un giro in barca per il lago?” Mi prende per mano e mi porta vicino alla riva.
“E dove la prendiamo la barca?”
Mi indica un punto fra i rovi,da cui spunta la poppa di qualche barchetta e dei remi.
Toh, e per fortuna che aveva detto che nessuno sapeva che saremmo venuti qui! Sospetto sempre più fortemente che quel gran deficiente di William ci abbia messo lo zampino.
Quando torno a casa giuro che gli raso tutti quei capelli che si è fatto oscenamente crescere.
“Oh,una barca che,casualmente eh, è vicino a noi e che,sempre casualmente è provvista di tutto quello che ci vuole per una casuale gitarella. Che casualità!” commento sarcasticamente.
“Oh,non rompere e vieni a remare.” Angela mi spinge verso la barca,ma io punto i piedi. E’ inutile,quando vuole qualcosa nemmeno Hulk la distrae.
“Ma perché devo remare io?!” protesto. Lei si ferma e si mette una mano sulla testa,inscenando alla perfezione una scena da copione.
“Perché io sono una povera ragazza debole e indifesa,no?”
Povera ragazza debole e indifesa,certo. E certi lividi che ho sulle braccia chi me li ha fatti,il fantasma Formaggino?! Chi è che picchia questo poveretto qui? Nessuno?
“La prossima volta chiedo al regista di farti fare un provino,non sia mai che diventi un’attrice famosa. Le carte ce l’hai.”
L’aiuto a salire e poi spingo la barca sull’acqua,saltandoci al volo dentro.
“Nah,  un attore in famiglia basta e avanza,non credi?” risponde,arricciando le labbra. Scuoto la testa e non posso evitare di ridere. Me la farà sempre,non c’è niente da fare!
Lavoro con le braccia,portandoci al centro esatto del lago,poi butto i remi sul fondo della barca.
“Perché ti sei fermato? Era così bello.”
Lo so. L’ho osservata tutto il tempo,notando che si guardava attorno con occhi grandi,rapita dalla bellezza della natura che ci circondava. E’ vero,devo ammetterlo, è un capolavoro. Anche lei è bellissima,mentre assumeva l’aspetto di una bimba che scopriva cose nuove.
“Ehi guarda che sono bello,famoso ,simpatico,spiritoso,carismatico,forte,dolce,romantico e persino modesto,ma mi stanco anche io,eh!”
Alza un sopracciglio,facendomi il verso.
Ma è la verità! O no?
“Come no,Romeo.” Mi prende in giro. Poi d’improvviso spalanca gli occhi,sorpresa da qualcosa. “Ehi,guarda là che c’è” con uno scatto si alza e si sporge,ma la barca dondola e pericolosamente d’inclina d’un lato. Salvo Angela da un tuffo certo per un pelo di criceto,lasciandomi andare ad un sospiro di sollievo.
“No,sul serio,guarda lì.”
Mi volto per vedere cosa mi indica.
SPLASH!
Angela è caduta in acqua come un sacco di patate mature.
Ma le patate possono essere acerbe?
 Riemerge con i capelli biondi appiccicati al viso,scuotendo la testa come un cane.
“ Ma sei un emerito cretino! Dammi una mano,che qui sono sempre io quella che porta avanti la famiglia.”
Stavolta tocca a me farle il verso.
Le allungo la mano,ma non faccio in tempo a prendere la sua che subito mi ritrovo preda del freddo.
Mi ha tirato in acqua con lei!
Ci guardiamo e cerchiamo di affogarci a vicenda. Questo è amore.
Nuotiamo fino a riva,dove ci lasciamo cadere esausti tra l’erba alta.
“E la barca?” chiedo con il fiatone. Oramai il tempo passa,eh,Benjamin, e tu non vai in palestra dal Paleolitico!,mi riprendo mentalmente.
“Se la va a recuperare Will,che non mi rompa le scatole.” Risponde,anche lei a fatica.
Ho capito,va’, prendo appuntamento per tutti e due.
“LO SAPEVO!” urlo trionfante al cielo.
“COSA?” chiede spaventata,alzandosi di scatto.
“Che centrava in qualche modo William,ovvio.” Rispondo.
Ehehe,dì pure addio ai tuoi capelli,biondino dei miei stivali.
Angela mi tira un pugno nello stomaco,che mi mozza il respiro in gola. Ops,devo averla spaventata sul serio.
“Che altro c’è da fare in questo posto?” chiedo ad alta voce.
“Una cosa ci sarebbe..” inizia titubante. Quando fa così significa che cerca di non insultarmi od offendermi. Cosa che non le riesce quasi mai,tra l’altro.
“Dai,spara.” La esorto,muovendo la mano.
“Qui vicino c’è una rimessa,con dei cavalli dentro. – assumo una faccia terrorizzata. Non sono mai piaciuto troppo ai cavalli.- E dentro c’è un bellissimo stallone bianco. Ci facciamo un giro?” mi chiede,sporgendo il labbruccio.
Eh no,questa è una pratica vietata in almeno venti stati,tredici paesi e non legale in almeno cinquanta.
GLI OCCHI DA CUCCIOLA NO.
Niente da fare. Cedo come un emerito deficiente davanti a quella lacrimuccia che sta per scendere dagli occhioni enormi che mi rivolge. Che, ci scommetto tutto quello che volete, è fintissima.
“Sempre sicura di non voler fare l’attrice? No,perché avrei un interessantissimo contatto tra i registi famosi..” non posso fare a meno di prenderla in giro.
Insieme ci avviamo in questa catapecchia al limitare della radura,dove troviamo at attenderci davvero uno stallone. Ed io che speravo fosse uno scherzo.
Mi avvicino con cautela,ma appena compio un passo,subito il cavallo nitrisce. E’ una mia impressione o ci vedo un bagliore maligno in fondo a quegli occhioni marroni? Ci scrutiamo con diffidenza,fino a quando non riprovo a muovermi. Stavolta accetta passivo.
“Oh,è proprio buono,si vede.” Dice Angela alle mie spalle.
Quanto un ginocchio rotto,aggiungerei io.
Con un po’ di goffaggine monto sul cavallo,che ho scoperto chiamarsi Spirit,come il cartone (e qui non ci sono dubbi che sia stata la sorella di William da piccola a nominarlo così),ma non faccio in tempo a sentire come si sta comodi che mi ritrovo con il sedere a terra dall’altra parte del pavimento.
Ehi,quei nitriti sembrano delle risate!
Mi rimbocco le maniche e risalgo a forza,stavolta riuscendoci con fierezza. Tendo la mano ad Angela,che con un gran balzo,salta su,senza nemmeno un aiuto da parte mia. Sospiro. Sarà sempre così, lei sembra indifesa ma è dura come una roccia.
“Andiamo,bello!” esorto Spirit.
Non si muove. Glielo ridico,dandogli un po’ di spinta,ma non si muove nemmeno di un centimetro. Già sto per ridiscendere e mandarlo a quel paese,che Angela,con voce calma e dolce, gli chiede “Spirit,per favore,andiamo.”
Ma guarda a questo qui,se glielo chiede lei obbedisce,se lo faccio io no! E’ discriminazione pura questa!
Trottiamo avanti e indietro per la radura,in silenzio,troppo presi dalla melodia di uccelli, dal rumore dell’acqua,persino dell’ululato del vento. E’ davvero il paradiso qui.
Ad un certo punto,Angela mi batte un pugno sulla schiena per attirare la mia attenzione.
Con un cenno della testa le chiedo cosa succede. Sembra quasi che abbiamo paura di contaminare ciò che ci circonda anche solo aprendo bocca.
“Ci siamo persi.” Mima con le labbra. Liquido il tutto con una smorfia.
“So benissimo dove siamo.” Le mimo a mia volta. Lei alza le spalle,poco convinta, ed io,preso dal dubbio,mi guardo attorno.
Qui ci sono alberi a non finire,ma sono sicuro che siamo venuti da sinistra. Sicuro. Sicurissimo.
Vado in quella direzione,ma,dopo dieci minuti di trotterellare, non  vedo nient’altro che lo stesso panorama. Allora,significa che siamo venuti da destra! Sì,certo,per la legge degli opposti,se a sinistra c’è bosco,a destra c’è la radura…
Certo,ed io sono un alieno.
“Spirit,per favore,torniamo a casa.” Dice Angela,ad alta voce,spaventando due lepri che passeggiavano accanto a noi.
Le faccio segno che è fuori di testa a chiedere aiuto ad un cavallo,che oltretutto non capisce nulla di noi uomini,è cattivo,maligno,presuntuoso,maligno,cattivo,stupido,maligno,cattivo. Ho già detto maligno e cattivo?
“Grazie,Spirit.” Mi distrae dalle mie considerazioni la voce di Angela. Siamo nella radura e c’è un sole acceccante. Questo dannato cavallo ci ha riportato al punto di partenza. Mi chiedo io,se lo sapeva fin dall’inizio,perché non c’è l’ha detto prima?
Aggiungerei anche sadico tra gli aggettivi della lista.
“Dai,che ora anche Ben ti ringrazia.”
EH?
“No,io non ringrazio proprio nessuno,soprattutto questo qui!” dico,mentre scendo. Il cavallo,offesissimo, s’impenna e io cado come una pera con il sedere a terra.
Ma te guarda questo qui..
“Digli grazie Ben. DIGLIELO.” Ordina Angi. Nemmeno si preoccupata se ho fame,le interressa solo il cavallo. Non c’è nessuno che mi ama al mondo (ç_ç).
Mi porta davanti al muso di Spirit,e mi ripete che devo ringraziarlo di averci portato sani e salvi alla radura.
Non dico niente,e mi arrivo un pugno nel fianco e un calcio nello stinco destro.
“Grazie.” Mormoro,massaggiandomi le parti lese. Angela annuisce soddisfatta e giuro che ho visto un sorriso sadico sul muso di Spirit.
Mai più voglio vedere cavalli in vita mia.
“E ora che facciamo? Non c’è il dolce nella cesta di Mary Poppins? Mi è venuta improvvisamente fame.” Dichiaro a voce alta. La vedo cercare di prendere una decisione.
Alla fine della sua battaglia interna,si gira verso di me.
“Sai che ore sono? Il mio orologio si è fermato a causa dell’acqua.” Chiede.
Alzo il braccio e do un’occhiata.
“SONO GIA’ LE CINQUE?”
“Se non lo sai tu..”
“No,va bene,non mi è venuta bene. La rifaccio di nuovo. SONO GIA’ LE CINQUE! Domani devo prendere l’aereo prestissimo. Non possiamo fare tardi stasera.”
Odio andare via di casa,lontano dalla mia famiglia per molto tempo. Non sono nemmeno tornato da due settimane,che già devo ripartire. A volte non sopporto proprio il mio lavoro.
“Allora andiamo a casa.” Decide.
Ci alziamo assieme,e ,mano nella mano, recuperiamo tutto,sparecchiando sotto quella che è diventata la nostra quercia. So già che torneremo presto qui,prima che parta qualche altra volta.
Torniamo a casa in allegria,mentre per la macchina risuonano le nostre canzoni preferite,che cantiamo a squarciagola. Ammetto che c’è anche la mia nella playlist.
Una volta William mi ha detto,dopo averla ascoltata,che adesso capiva perché a Londra negli anni passati pioveva così tanto. E anche che l’amore,oltre ad essere cieco,è anche sordo.
Tsè,tutta invidia,la sua.
Quando torniamo a casa,Angela entra di corsa,lasciandomi con tutta la roba tra le braccia fuori la porta.
Un mulo da soma ha più diritti di me,certe volte.
“Entra pure!” mi chiama da dentro la cucina.
Ringrazio mentalmente Angela per avermi dato il permesso di entrare in casa mia,e varco al soglia,lasciando cadere tutto ciò che avevo tra le mani due attimi fa.
In cucina,sulla tavola,c’è una strepitosa torta di compleanno.
Torta?
Compleanno?
I due neuroni che avevo fino a pochi secondi fa si sono sciolti come neve al sole in una giornata d’agosto.
Sono così basito che non riesco a balbettare niente,se non un “Perché la torta di compleanno?”.
La sua faccia diventa improvvisamente triste.
“Lo so che mi avevi detto che non volevi nulla per il tuo compleanno,ma non ho resistito. Ti spiace tanto?”
Non le rispondo. L’abbraccio solamente.
Me n’ero dimenticato completamente.
Oggi è il mio compleanno. Faccio trent’anni. Il tempo è già passato così velocemente. Faccio un rapido bilancio della mia vita,è ciò che ne viene fuori è solamente positivo. Ho una famiglia stupenda,una ragazza che mi ama e amo tantissimo, un lavoro che mi appaga e amici che,pur essendo dei deficiente completi come un certo biondo,riempiono la mia vita di risate.
La mia vita è davvero completa. Non ho bisogno di nient’altro.
Per  questo mesi fa non avevo chiesto nulla per oggi,se non una giornata normale. E poi mi era passato di mente tutto.
E non posso non notare che Angela ha esaudito alla lettera il mio desiderio,facendomi passare una giornata piena di risate e di amore. Il massimo che potevo sperare.
“E’ davvero una bellissima cosa ciò che hai fatto. Grazie,amore.” Le do un bacio,e lei mi porta con dolcezza fino alla torta.
“Esprimi un desiderio. Dai,su!” mi esorta.
Chiudo gli occhi,prendo un respiro e poi soffio sulle candeline,spegnendole tutte d’un colpo.
“Non dire cosa hai desiderato,che altrimenti non si avvera!” mi ammonisce.
Sorrido.
Un giorno o l’altro,molto lontano,le dirò che non ho espresso nessun desiderio.
Non c’era  nient’altro nella mia vita da cambiare. E’ perfetta così.
 
 
*myspace*
No,niente,sono riuscita miracolosamente a postare proprio il giorno del suo compleanno. E’ un po’ un regalo per Angela e in fondo anche per il nostro Benjamin :33 In fondo (ma molto!) ci sono affezionata,anche se con moltissimi insulti.
Beh,fatemi sapere che ne pensate.
Alla prossima :3
I love you,
Alessia <3
Ps;fuck yeah,dopo tre settimane,eccomi di nuovo qui su FF!

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Ben Barnes / Vai alla pagina dell'autore: Alekiamo