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Autore: LivingTheDream    21/08/2011    5 recensioni
"«Ti piacciono le caramelle?»"
Un incontro che nessuno ricorda non vuol dire che non ci sia stato.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stranamente, quel giorno, c'era il sole. La nebbia si andava diradando e qualche londinese meno indaffarato si fermava qualche minuto a godere di quel raro calore.

Una folla indefinita di persone camminava, urtandosi, riempiendo l'aria di sussurri e grida, affrettandosi a fare chissà cosa.

Lì in mezzo c'era un ragazzo. Seduto sulle scale della chiesa, all'ombra, non correva, non urlava, ma si limitava a guardarsi intorno.

«Ehi, piccolo Sherlock! Mi è avanzata una copia del Times. La vuoi?»

«Grazie, signor Milton, volentieri.»

«Tutto, per un tipetto sveglio come te.» esclamò sorridendo. Detto questo gli porse un ammasso di carta stampata – così maltrattato non poteva venderlo, ma per Sherlock andava benissimo. Allungò una mano per scompigliargli leggermente i capelli, ma il piccolo si ritrasse subito.

Il signor Milton era uno strillone ormai da una vita. Conosceva bene quel ragazzo, e, anche se aveva undici anni, continuava a chiamarlo “bambino”.

Sherlock iniziò a sfogliare il giornale appena ottenuto, scorrendo i titoli e scavando tra le righe delle notizie.

Omicidi, furti, sparizioni. Era sicuro che, se solo avesse potuto disporre di più libertà, li avrebbe tutti in un batter d'occhio.

Ad un tratto, cadde, a pochi passi dai suoi piedi, un sacchetto chiaro; sullo scalino si sparsero una dozzina di caramelle colorate della miglior marca.

Avevano un'aria ottima, ma nonostante tutto le raccolse e si guardò intorno alla ricerca del loro proprietario.

«Quelle sono mie!» un ragazzo poco più grande di lui gli si avvicinò. «Vedi? Ho la cordicella che lo prova. Lì manca.»

Sherlock glielo porse velocemente, ansioso di tornare alla lettura del giornale.

Ma il ragazzo rimaneva lì. Era più basso, biondo, e gli occhi chiari erano pieni di allegria e spensieratezza – molto diversi dai suoi, grigi e freddi.

«Ti piacciono le caramelle?» chiese candidamente lo sconosciuto.

«Non saprei dire, sono anni che non ne mangio una.» nemmeno il tempo di finire la frase che il sacchetto gli sventolò davanti al naso.

«Allora prendile!» Sherlock, perplesso, rimase a fissare prima l'offerta e poi l'offerente.

«Non posso. Sono tue.» la sua logica tendeva alla giustizia. Prenderle non era giusto.

«Se le vuoi te le regalo volentieri.»

Rimasero qualche secondo in silenzio.

«Allora facciamo così: io prendo le caramelle, ma tu accetti questa.» gli mise nella mano libera una catena per orologio seminuova, ma molto bella, che aveva trovato nei pressi del teatro. «La tua è rotta.»

Lo sconosciuto, con gli occhi che brillavano, accolse il dono per poi rimanere accanto a quel ragazzo dagli occhi scuri senza parlare.

Dopo un po' tentò una domanda.

«Come ti chia-»

«John?» una voce femminile lo interruppe. «John, dove sei finito? John!»

Il ragazzino biondo sospirò. «È mia madre. Devo andare.»

«Sei stato molto generoso, e gentile.»

«E tu molto attento. La catena era seminascosta.»

«Sì, lo so.»

«Ci rivedremo?» chiese titubante; quel misterioso ragazzo lo incuriosiva.

Sherlock si strinse nelle spalle. «Forse.»

Mentre l'altro si allontanava, prese una caramella.

Non ne aveva mai assaggiate di così buone.

 

«Watson, è sua questa?» Holmes teneva con due dita una catena arrugginita, a cui era appeso un vecchio orologio, fermo ma in buono stato.

Il dottore saltò in piedi dalla poltrona. «Per l'amor di Dio, Holmes, sì, ma faccia attenzione!» la prese tra le mani.

«L'orologio era di suo padre, vero?»

«Già!» rispose «Ma per stavolta può risparmiarmi tutto il ragionamento.»

Holmes sprofondò in poltrona, e Watson fece lo stesso.

«Ma la catena?» chiese Holmes. «È evidentemente più vecchia dell'orologio stesso, e in più mi è vagamente familiare.»

«Familiare?» l'altro scosse la testa. «No, non credo. È un vecchio regalo.»

«Gradito, a quanto pare. Le brillano gli occhi!»

«Già!» ripeté, per poi perdersi nei ricordi, contemplando il ritrovamento.

«Holmes...» chiamò, dopo alcuni minuti.

«Hm?»

«Vuole una caramella?»

La stranezza della domanda lasciò Sherlock perplesso, ma l'esito della risposta sorprese entrambi.

«Perché no? Dopotutto, sono anni che non ne mangio una.»

 

 

 

Nda: So che Watson non è londinese, ma consideratelo in vacanza, ecco.

Dedico questa storia alle grandi Miss Adler e minnow, che l'hanno letta in anteprima, recitata dalla grande voce della prima, sdraiate su una spiaggia sotto il caldo sole di Catania.

A presto, ad entrambe.

Grazie dell'attenzione, Dream

P.s. Ringrazio anche Ciciuku, mia cugina, che ha con pazienza dettato alla sottoscritta, e che ora rotola nel letto qui affianco.

   
 
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