Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Bella_Cissy_BlackSisters    21/08/2011    3 recensioni
"Spesso basta un semplice regalo per far riafforare vecchi ricordi del passato. Un passato dimenticato, un passato che si è voluto dimenticare ma che continua imperterrito a farti visita quando meno te lo aspetti."
Buona lettura!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Tonks, Nimphadora Tonks, Ted Tonks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Memorie dal passato.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dedico questa one-shot alle mie sorelle: Bella e Dromy perché su di loro posso sempre contare.

Ho scritto questa fanfiction per un concorso natalizio indetto dalle amministratrici di un forum.
Il concorso è aperto sino a fine gennaio e non è necessario iscriversi. Consiglio a tutti di farci un salto e di mettere alla prova le vostre menti creative, delle belle fanfictions son sempre ben accette! :)
Vi lascio l'indirizzo, spero di incontrarvi lì:
 

http://crucio.forumcommunity.net/?t=42600798 

ATTENZIONE: Storia corretta e modificata rispetto alla prima pubblicazione! La grande persona che ha betato la storia è  _Fra
Grazie davvero tanto! (ringraziamenti estesi a fondo pagina)




Ciao! Sono Cissy Black delle sorelle Black con una one-shot che spero gradirete.
Non voglio anticipare troppo, vi dico solo che i personaggi sono principalmente i componenti della famiglia Tonks anche se vengono accennati (alcuni più che accennati) molti componenti della famiglia Black. Ambientata nel Natale del 1983 quando Dora ha dieci anni, son passati due anni dalla caduta del Signore Oscuro, dalla carcerazione di Sirius e quattro dalla morte morte di Regulus, e ovviamente tre dalla nascita di Harry. Ho cercato di rispettare le età che ha assegnato la Rowling basandomi sull'abero genealogico dei Black e sulla cronologia di tutti gli avvenimenti. Spero di non aver fatto grossi errori, se sì segnalatemelo e apporterò le opportune modifiche.
Buona lettura!

                           Cissy Black.


 

Casa Tonks, dicembre 1983.

 

Mancavano pochi giorni a Natale, la neve aveva imbiancato il piccolo giardino di Casa Tonks e una bambina dai capelli azzurri correva felice tra le aiuole. 
Erano quasi le cinque e Andromeda Tonks stava seduta tranquillamente nel salottino di casa con una tazza di té caldo in mano; di tanto in tanto osservava sua figlia dalla finestra per assicurarsi che stesse bene, operazione che doveva compiere più volte conoscendo la sbadataggine della bambina, che inciampava di continuo in chissà quale ostacolo invisibile. Nonostante ciò, Nymphadora, dopo ogni caduta, si rialzava sempre sorridendo e continuava a correre, soprattutto per evitare i rimproveri della madre.
Andromeda era una madre apprensiva, e la sua apprensione era accentuata dal modo di fare e di essere di sua figlia. Dora era il ritratto del padre: sbadata, goffa, impacciata ma sempre con un sorriso spontaneo che le illuminava il viso.
La madre aveva imparato ad accettare i suoi difetti, difetti che del resto avevano contribuito tempo prima a fare innamorare la giovane Andromeda Black di un Ted Tonks tanto diverso da lei come solo il giorno dalla notte poteva esserlo.
La donna sorrise all'ennesima caduta della figlia. Dalla sua espressione aveva già intuito che non si fosse fatta male, ma non poteva mai tirare un sospiro di sollievo finché non lo constatava lei stessa.
Era fatta così, la paura di perderla era sempre immensa.
Andromeda non osava immaginare quando Dora sarebbe partita per Hogwarts. Vedeva già la casa sommersa di lettere degli insegnati sui pasticci che sua figlia avrebbe certamente combinato.
Sei esagerata, Dromeda” le diceva sempre suo marito. “Deve pur farsi le ossa, fra un anno andrà ad Hogwarts”. Parla proprio lui” pensò Andromeda. “quando quest'estate il bambino dei vicini le ha buttato il gelato per terra era una furia” Rise, ricordando quanto in realtà Ted fosse persino più protettivo di lei.
Andromeda ritornò a sedersi sul divanetto del soggiorno per ricordarsi subito dopo che aveva promesso a suo marito di prendere le luminarie dalla soffitta.
- Nymphadora! -
- Sì, mamma? – rispose esitante la piccola, temendo un rimprovero.

- Salgo in soffitta, preferirei che rimanessi in casa quando non ti posso controllare. E mi raccomando, non toccare niente! - Sapeva già che avrebbe toccato di tutto e di più, sperava solo che i danni non sarebbero stati troppo gravi.
Male che vada potrebbe rompere quel pacchiano servizio da té che ci ha regalato la prozia di Ted” pensò mentre saliva le scale che portavano alla soffitta.
- Vivere con quei due mi fa male, in ogni senso. - si disse Andromeda, alzando gli occhi al cielo per il dolore e chiedendosi come mai non l'avesse visto dato che si trovava proprio sulla sua traiettoria. Si inchinò per raccogliere alcune cose che erano uscite dal grosso baule: una vecchia bambola, un manuale di pozioni e un album di foto, tutte cose che facevano parte della sua vita prima del matrimonio con Ted. Era il suo vecchio baule che utilizzava quando andava ancora a scuola, dove poi vi aveva riposto tutti gli oggetti che aveva portato via da Casa Black il giorno delle fuga.
- Ah, ecco perché mi sono fatta male, siete voi. - disse sorridendo malinconica, consapevole che quel voi non fosse solamente riferito agli oggetti per terra. Sfogliò le pagine dell'album: le foto ritraevano lei e la sua famiglia, una famiglia di cui non faceva più parte.
- Riuscite ancora a farmi male. - disse con rabbia, anche se questa si attenuò quasi subito.
E dire che un tempo li amava… Forse li amava ancora nel suo profondo, anche se avrebbe dovuto detestarli. Poteva  accettare che la disprezzassero per la sua scelta ma non che odiassero suo marito e sua figlia, le persone più importanti della sua vita.
Solo per il loro sangue. Un tempo ci aveva creduto anche lei, anche se ricordava ancora le parole di Sirius “Tu non sei mai stata come loro” Lei amava la sua famiglia, ma non era mai riuscita a provare quello stesso disprezzo che loro provavano verso i Babbani. Alle volte dentro di sé si sentiva una vigliacca per non aver mai assunto una vera posizione, come il cugino; l'unica volta che l'aveva fatto era stato per amore, per sé stessa. Probabilmente se non avesse incontrato Ted sarebbe ancora stata lì, con la sua vecchia famiglia, sposata con un purosangue che forse in futuro avrebbe anche imparato ad amare. Moglie di un Mangiamorte, o lei stessa una Mangiamorte.

No, io non mi sarei mai schierata dalla parte di Voldemort. Ma tu, Sirius? Perché alla fine sei tornato indietro? Tu, che sin dalla più tenera età ti sei mostrato astioso nei confronti della nostra famiglia? Nessuno ti ha costretto eppure ora sei rinchiuso ad Azkaban, con l'accusa di essere un Mangiamorte e un assassino” si chiese se bastasse la prima parola, ma aveva bisogno di sperare che assassino e Mangiamorte non si equivalessero. Doveva. Non riusciva a credere che Sirius fosse passato così facilmente al lato oscuro tradendo tutti i suoi amici e uccidendo quei babbani. Avrebbe tanto voluto parlargli, farsi spiegare, ma non poteva: era stato spedito ad Azkaban senza processo due anni prima, e le era stato impedito dal Ministero di scrivergli.
Non aveva neanche tentato di chiedere a qualcuno della famiglia. Nessuno di loro avrebbe sprecato una sola parola in sua difesa, per non parlare del fatto che probabilmente non l'avrebbero neanche degnata di attenzione.
"Anni sprecati a dire che desiderare di diventare Mangiamorte sarebbe stata un'ottima ambizione per poi non protestare nemmeno di fronte alla sua condanna. Di sicuro non volevano problemi con il Ministero." o magari perché Sirius non lo aveva fatto per loro. Forse l'aveva fatto per potere e gloria, o forse non lo aveva mai fatto ed era stato punito ingiustamente.
I dubbi sulla colpevolezza di Sirius non potevano esserci, purtroppo, anche per Bellatrix o Regulus, per quanto volesse. Sapeva che loro lo erano, sapeva già ancor prima di andarsene che lo sarebbero diventati. Ma Regulus era morto, probabilmente ucciso dai suoi stessi compagni, e Bellatrix era stata rinchiusa ad Azkaban. Una detenzione meritata, considerando che lei stessa aveva ammesso la sua colpevolezza senza però pentirsi di ciò che aveva fatto.
Narcissa invece non era diventata una Mangiamorte: Druella e Cygnus forse avevano voluto preservare la loro ultimogenita, visto a cosa stava portando la guerra tra Lord Voldemort e il Mondo Magico. Suo marito, Lucius Malfoy, era stato scagionato, si era pentito, aveva detto di essere stato stregato. 
Andromeda non sapeva se fosse vero, ma sta di fatto che Narcissa non l'aveva comunque contattata in seguito.
Non era cambiato niente, o forse era solo tutto peggiorato. Sperava almeno che lei, suo marito e suo figlio stessero bene.
L'unico con cui era rimasta in contatto della sua vecchia famiglia era zio Alphard, cancellato dall'albero genealogico dei Black per aver lasciato in eredità una cospicua somma di denaro al nipote Sirius. Era grazie a lui che aveva saputo della morte di Regulus, di suo zio e poi dei suoi genitori. Funerali cui aveva assistito da lontano chiedendosi se fosse giusto che li piangesse.
Lo era. Anche se la odiavano, o peggio, anche se provavano indifferenza nei suoi confronti.
Era rimasta solo zia Walburga, sola. Andromeda, tentata più volte di andare a trovarla, non lo aveva in realtà mai fatto; del resto la zia era l'incaricata della cancellazione dei nomi dall'albero genealogico. Sicuramente non le avrebbe fatto piacere vederla.
- Per voi non esisto. – disse, senza riuscire a mascherare il suo dolore.
Sospirò e ripose l'album nel baule, richiudendolo.
- Mamma, che fai? - chiese una piccola Nymphadora dai capelli fucsia, dopo aver seguito con interesse le ultime mosse di sua madre.
- Niente... Tornavo solo indietro nel tempo. - Sua figlia la guardò stupita senza capire, e la sua buffa espressione fece sorridere la madre.
- Allora… Non hai combinato niente vero? -
- Ehm... Mamma, ricordi il servizio da té di zia Mary? -
- Scommetto che si trova in pezzi sul pavimento del salotto. -
- Ehm... - 
- Andiamo, lo riparerò prima che torni tuo padre. -

 

 

 

 

 

 

 

Casa Tonks, Natale 1983


La mattina di Natale la famiglia Tonks, come tutte le famiglie del mondo, si scambiava i regali davanti a un allegro fuoco. Andromeda Tonks aveva già scartato i suoi.
- Ted, ma tu credi veramente che questo aggeggio... funzioni?-
- Certo cara! Si chiama arriccia-capelli, lo usano le attrici Babbane sai? -
- Oh, grazie. -
Andromeda era sempre scettica nei confronti degli aggeggi Babbani, ma non avrebbe mai reso infelice suo marito rifiutando quel regalo; si promise, però, che se l'avesse mai usato avrebbe avuto la bacchetta sottomano. Era più forte di lei: dei Babbani non si fidava.
In un angolo Nymphadora giocava con la sua nuova bambola, regalatagli dallo zio Alphard.
- Credo sia ora che ci prepariamo. Tua madre ci starà aspettando, Ted. -
- Aspetta mamma, io non ti ho ancora dato il mio regalo! -
Solitamente i regali di Dora consistevano in piccole creazioni fatte da lei. Ted sorrise alla moglie.
- Ha voluto tutto fare da sola. Siamo andati in un negozio a Diagon Alley e ha usato tutti i suoi risparmi. -
- Non era necessario, Ted. Perché non glielo hai impedito? -
Ted alzò le spalle senza replicare.
- Ecco, mamma. - Nymphadora, che qualche attimo prima era corsa in camera sua, ora porgeva alla madre un pacchetto rettangolare.
- Grazie tesoro. -
La donna cominciò a scartare il pacchetto, pronta ad abbracciare sua figlia qualsiasi cosa fosse nascosta da quella carta natalizia.
Ma rimase sorpresa.
Rimase talmente sorpresa che Ted, incuriosito dall'espressione della moglie, rivolse lo sguardo sul regalo della figlia e subito i suoi occhi si spalancarono.
Dora era chiaramente contenta dell'effetto venutosi a creare, ma non vedendo alcuna reazione da parte della madre e avendo notato preoccupazione persdino nel volto del padre si chiese se avesse sbagliato qualcosa.
- Che c'è mamma? Non ti piace per caso? - chiese lei con una punta di delusione.
Andromeda stringeva tra le mani una foto incorniciata.
Una foto.
Quella foto.
La foto di cinque cugini.
A destra stava una Bellatrix già tredicenne, i lunghi capelli neri e lucenti, la solita espressione sprezzante ma molto diversa da certe foto che sarebbero state scattate anni più tardi. Serena, con ancora una parvenza di innocenza in quell'arroganza che la contraddistingueva. Al centro c'era un’undicenne Andromeda, i morbidi capelli bruni che le incorniciavano il viso ancora tondo e dai tratti infantili. Sorrideva nel suo vestitino verde lucente. Le piaceva tanto quell'abito. Chissà che fine avrà fatto, si ritrovò a pensare. Vedeva sé stessa cercare di calmare un vivacissimo Sirius di tre anni, intento a fare dispetti a Bellatrix che per ripicca gli aveva strappato di mano un peluche a forma di drago. A sinistra si trovava Cissy, con lunghi capelli biondi, che badava a Regulus, ancora troppo piccolo per comprendere che fosse Natale.
Andromeda ricordava bene quel Natale.
Natale 1963.
Lei e Bellatrix erano tornate a casa per trascorrere le feste con la famiglia. Appena Narcissa le aveva viste era corsa loro incontro e persino Bella non era scappata dai suoi abbracci, per quanto fosse restia a quei gesti di affetto. 
Era stato uno dei Natali migliori per Dromeda, fresca dei primi mesi di Hogwarts e smistata a Serpeverde come tutta la sua famiglia.
Erano fieri di lei.
Ricordava anche che la lotta tra Sirius e Bellatrix aveva coinvolto ben presto gli altri cugini: Cissy era ruzzolata da una parte, facendo accorrere subito in suo aiuto Andromeda; Regulus era miracolosamente sfuggito all'albero di Natale a cui Sirius si era aggrappato mentre scappava dalla furia di Bella. Quei due avevano passato due ore nelle rispettive camere in punizione; solo grazie all'intervento di zio Alphard, che riteneva ingiusta una punizione a Natale, erano potuti ritornare a festeggiare con il resto della famiglia.
- Andromeda... -
- Tu lo sapevi? -
- Io... -
- Papà non sapeva niente del regalo, mi ha solo aiutato a scegliere la cornice - disse triste Dora, ormai conscia del fatto che la foto non fosse stata per niente gradita.
- Senti Dromeda, lei non sa... So che per te è duro, ma non potresti... ? -
Andromeda guardò intensamente Ted e concluse la frase per lui.
- Far finta che mi piaccia? - Ted rimase in silenzio. Era proprio quello che stava per dire, ma non voleva ferire i sentimenti della figlia che seguiva con le lacrime agli occhi la conversazione tra i i due.
- Dove hai trovato questa foto, Dora? -
- In soffitta, nell'album che l'altro giorno stavi guardando. Credevo... Credevo che ti sarebbe piaciuta, scusa. - la piccola abbassò la testa.
Andromeda rivolse di nuovo lo sguardo alla foto, volgendolo poi verso il camino.
- No! - Ted si era frapposto fra lei e il camino acceso – Non vedi come ci è rimasta male? Che senso ha buttarla? Cerca di spiegarle con calma perché non ti piace, è bene che sappia la verità a questo punto. -
- Scusami? -
- Non credevo potessi arrivare a tanto.-
- Ted, ti dispiacerebbe spostarti?-
Ted si spostò, ma continuò a fissarla preoccupato.
Andromeda arrivò davanti al camino, e per un attimo le fiamme lampeggiarono nei suoi occhi.
- Ted, non capisco davvero perché dovrei far finta che mi piaccia se… Mi piace veramente. – disse, poggiando la foto sopra la mensola del camino.
- È il più bel regalo che abbia mai ricevuto! – aggiunse voltandosi verso la figlia. La sorpresa nelle facce di Ted e di Dora è impagabile, pensò Andromeda. La bambina corse verso la mamma e la abbracciò forte.
- Credevo non ti piacesse. -
- Come mai hai scelto questa foto? - 
- Ho riconosciuto Sirius, e poi mi sembrava la più bella. -
Definirla la più bella era decisamente esagerato. Era l'unica foto in cui non erano composti come ci si aspettava da dei veri Black, ma doveva essere stata la spontaneità di quella situazione ad aver colpito maggiormente Dora.
- Hai ragione, è molto bella. Ora vai a prepararti, fra un po' andiamo dai nonni. -
Nymphadora si staccò dall'abbraccio della madre e ritornò nella sua cameretta.
- Dromeda, stai bene? - gli chiese apprensivo Ted.
- Sì. -
- Sei sicura di voler tenere quella foto in salotto? -
- Sì Ted, ma se a te da fastidio vedere ogni giorno delle persone che disprezzano il tuo sangue e quello di tua figlia toglila pure, ti capisco. -
- Non ho nessuna intenzione di toglierla. Il fatto che non piacessi e non piaccia tutt'ora alla tua famiglia non mi disturba, del resto tu devi sopportare mia zia! -
- Non è proprio la stessa cosa. - disse Andromeda, trattenendo una certa commozione.
Ted alzò le spalle nel suo solito modo buffo.
Mentre uscivano dalla villetta, Andromeda rivolse un ultimo sguardo sereno alla foto. Forse veramente l'ultimo.

*angolo autrice.

Ciao! Spero vi sia piaciuta, devo ringraziare un'autrice di EFP che mi ha ispirato in modo particolare per questa ff e più in particolare per questo genere, oltre ovviamente al famoso covo che ho già citato prima dell'inizio della ff:


L'autrice che mi ha ispirato, una grande fan dei Black (soprattutto Regulus), che scrive storie a dir poco fantastiche e che vi consiglio di leggere, è:
Julia Weasley

Grazie Julia, sei veramente una grande scrittrice! :) <3

E ringrazio tantissimo anche  _Fra per aver betato la mia storia (oltre che per l'avermi aiutato nella scelta del titolo e della presentazione) che, grazie a lei, ha acquisito una maggiore scorrevolezza nella lettura e non mi stancherò mai di ripetere quanto sia riconoscente (o meglio in debito!)! Spero di leggere presto le sue fanfictions perché questa ragazza ha un dono per la scrittura e la sua precisione grammaticale e ortografica renderà sicuramente ambite le sue storie. Grazie ancora Fra V <3

 


Proseguendo...

Sono ben accette qualsiasi tipo di recensioni (non offensive) sempre che abbiate voglia di farne:). Alla prossima XD Cissy.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Bella_Cissy_BlackSisters