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Autore: chaska    21/08/2011    2 recensioni
Forse mi dispiacque un po’ dire quello che pensavo, ma non avrei mai sopportato di avere un corpo del genere.
Glielo dissi, che mi andava bene essere normale, che sarei stato perfetto comunque. Che una bocca sarebbe bastata.
Forse però non gli dissi perché non la volevo, non gli dissi che avevo paura di me stesso. Che allora avrei avuto paura di cosa l’altra mia bocca mi avrebbe detto. Non volevo litigare per tutta la vita. Sarebbe stato deprimente.
Sarebbe stato triste.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rating capitolo: Verde
Personaggi: Ivan Braginski (Russia) – Gilbert Beilschmidt (Prussia)
Osservazioni personali:  Allora, questa è la prima volta che scrivo su Russia e Prussia *A* quindi abbiate pietà ù_u

Adesso precisiamo due cose tecniche, eh. La one è interamente basata su un video di Durarara!, a sua volta basato sulla canzone “Order Made” dei Redwimps. Quindi, qui trovate la canzone e qui il video. Ovviamente consiglio di ascoltare la canzone mentre leggete, ma dovete vedere assolutamente il video, sia che conosciate il fandom che no :3 Ovviamente guardatelo prima o dopo la storia a vostra discrezione, dato che se vedete il video prima…beh, vi spoilerate tutto xD Ma va beh. Buona lettura! :)

 

 

 

{Order Made

 

La prima cosa che vidi fu il bianco.

Era strano, era completamente tutto bianco. Non avevo mai visto qualcosa del genere, non che ricordassi altro comunque.

La seconda cosa che vidi fu il suo sorriso.

Beh, proprio vedere no, lo sentii sulla pelle piuttosto, pungente quanto uno spillo. Anche se, alla fin fine, io pelle non ne avevo, così come il resto del mio corpo.

La terza cosa di cui mi accorsi fu la sua voce.

Non capii nemmeno una delle parole che disse, di ciò che usciva da quelle labbra di ombra ne carpii solamente il suono. Era strano, come era strano quel luogo, come era strano lui e come ero strano io. Forse era tutto un po’ strano per esistere veramente.

La prima cosa che disse di cui fui cosciente fu il suo ghigno. L’aveva accompagnato con un verso strano per un’ombra della sua stazza, come quello che potrebbe fare un bambino impaziente. Era dannatamente str- no, era dannatamente inquietante.

  «Posso mostrarti il passato oppure il futuro, quale preferisci?»

Rimasi impassibile alle sue parole.

Cosa stava dicendo?

  «Quale preferisci? »

Alla fine decisi di prenderlo sul serio, e ci ragionai veramente sopra.

Probabilmente gli dissi di darmi il mio passato, o forse glielo ordinai magari. E allora pensai che era tutto come giocare ai dadi. Se si sapeva prima ancora di lanciarli cosa sarebbe uscito, che divertimento c’era? Certo, si vincerebbe ogni volta, ma non è un comportamento da me.

È da perdenti.

Ricordo che il ghigno sul suo voltò non fece una piega. Incrociò semplicemente le mani e dopo qualche secondo riprese a parlare.

  «Ti darò braccia, gambe, bocche, orecchie, occhi, cuori, petti, narici. Ti darò due di ciascuno, non è bello?»

Il suo ghigno si trasformò in un sorriso che solo i bambini potevano fare. Era entusiasta di quella proposta, e avrei giurato che i suoi occhi stavano brillando mentre scrutava l’ombra che doveva comporre il mio viso, che era altamente perplesso, precisiamo.

  «Non è bello? »

Forse mi dispiacque un po’ dire quello che pensavo, ma non avrei mai sopportato di avere un corpo del genere.

Glielo dissi, che mi andava bene essere normale, che sarei stato perfetto comunque. Che una bocca sarebbe bastata.

Forse però non gli dissi perché non la volevo, non gli dissi che avevo paura di me stesso. Che allora avrei avuto paura di cosa l’altra mia bocca mi avrebbe detto. Non volevo litigare per tutta la vita. Sarebbe stato deprimente.

Sarebbe stato triste.

Alla mia richiesta, alla precisione di quei fatti così evidenti, quella strana persona ci rimase male. Il suo sorriso scomparve e i suoi occhi smisero di brillare per l’eccitazione, sembrava deluso.

Forse stavo per dire qualcosa, perché i bambini non si devono trattare così, anche se lui tecnicamente non lo era, quando scosse le spalle.

  «I cuori sono i più importanti.»

Mi indicò il petto con un dito, come a sottolineare qualcosa di davvero importante.

  «Quindi ne metterò uno in ogni parte del tuo petto e non morirai mai. »

Quelle ultime parole le disse in un sussurro. Era davvero importante.

  «Non è bello? »

Guardai ancora il suo dito premuto contro il mio petto. Era davvero importante..?

  «Non è bello? »

Distolsi lo sguardo dal suo dito ed ignorai il suo sguardo complice. Portai la mano destra sulla testa per grattarmela, e vi trovai capelli e pelle invece di un’ombra fumosa.

  «Mi spiace, ma non ne ho bisogno di così tanti. È troppo avere anche un cuore intero, non ho bisogno nemmeno della parte destra. »

Ricordo della sua espressione delusa, di nuovo. Ma la perfezione non richiede così tante cose, ne bastano di meno, mi ripetevo.

Pensai che la solitudine era una brutta cosa, una di quelle che tutti evitano. Pensai che se avessi avuto solo una parte del mio cuore avrei cercato l’altra metà per non rimanere solo.

E fino a quando non l’avrei trovata mi mancherà sempre qualcosa.

Non volevo rimanere solo, di nuovo.

  «A proposito, c’è un’ultima cosa. »

Quella frase interruppe i miei pensieri, qualsiasi cosa stessi pensando.

  «Vuoi che aggiunga le lacrime? Anche senza, non avrai problemi, ma alcune persone non le vogliono perché sono fastidiose. »

Lacrime?

  «Cosa farai? »

Non le conoscevo.

  «Cosa farai? »

Ma non potevo farmi mancare nulla, arrivato a quel punto.

Glielo dissi, che le volevo. Sospettavo che fossero importanti quelle piccole lacrime che mi mostrava fra le mani. Sembravano innocue, ma credevo fossero davvero importanti.

Sembravano un segnale, come se mi avrebbero fatto capire cosa è importante.

  «Oh, per quanto riguarda il sapore delle tue lacrime, puoi scegliere il sapore che preferisci. »

Avvicinò la mano al mio viso e mi toccò.

Era la cosa più fredda che abbia mai visto.

Solo il suo ghigno gli si avvicinava.

  «Ma questo fallo scegliere a me. »

Quello stesso ghigno che mi mostrò in quel momento.

Alla fine tolse la sua mano, e qualcosa accadde.

  «È stato messo tutto come richiesto? »

Sembrava che mi stessero bombardando. La testa mi scoppiava, le lacrime scendevano fuori controllo, c’erano risate sorrisi paura felicità disperazione sangue occhi viola le grida di mio fratello il luccichio di mille armi il suo ghigno assordante e la mia voce che non voleva smettere di gridare con tutte le sue forze.

  «Allora pulisci quelle lacrime amare e fammi vedere il tuo viso e portalo con orgoglio!»

La mia voce smise di urlare senza controllo, le mani si allontanarono dalla testa e mille ricordi di tempi troppo antichi liberarono la mia memoria.

Era come un bombardamento, in quell’esatto momento in cui tutto finisce e sembra essere ritornata la solita tranquillità. Era esattamente così.

Sinceramente non so perché lo feci, forse per felicità, o semplicemente perché me lo ordinò lui, eppure con le lacrime che non volevano ancora saperne di smettere di scendere cominciai a ridere.

Credo di non aver mai riso così in vita mia, con la gola che mi faceva male ma con il cuore che non voleva smettere.

Alla fine mi fermai, di nuovo come ad un suo ordine.

  «Davvero, grazie tante. »

Un altro sorriso comparve sul suo volto, eppure non era come gli altri. Non era un ghigno pieno di malizia e non ricordava i capricci di un bambino.

Era semplicemente un sorriso.

  «Mi dispiace di averti dato tanti problemi. »

Mi voltò le spalle e cominciò a camminare.

Devo ammetterlo, rimasi davvero confuso. Perché c’era qualcosa, un sentimento – o un ricordo?- che non voleva abbandonarmi.

  «Posso chiederti un’ultima cosa? »

Dissi con la gola che faceva male ad ogni sillaba e i piedi che si muovevano fuori dal mio controllo per raggiungerlo.

  «Ci siamo già incontrati prima? »

 

  «Da, Gilbert. »

 

 

 

 

 

 

Post-it

Allora… beh, ho visto il video e letto la traduzione di questa magnifica canzone, e, come dire, mi sono venuti in mente loro due immediatamente xD Ho cercato di modificarla in parte per adeguarla al pensiero di Gilbert, ma non so se sono riuscita a mantenerlo IC ù_u

In questa fic praticamente Gilbert è appena morto, e, boh, è nel momento di transizione da vita a morte, che fantasia xD 

Peeer il resto niente, se vorrete recensire vi amerò a vita come insegnatomi da Francis *sparge rose random*

Ok, adesso ho detto abbastanza xD

Stay tuned people! chaska~

   
 
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