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Autore: Bellamy79    21/08/2011    4 recensioni
Piccola fic sulla mia coppia preferita.
Drastoria ruless.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Hogwarts era distrutta.
Vedevo corpi per terra.
Vedevo morte.
C’era Lavanda Brown, la squinternata dell’ultimo anno di Grifondoro, vicino alla torre di astronomia.
Aveva del sangue su tutto il corpo.
I suoi occhi erano spenti.
La sua pelle era verde.
«Astoria.» mi voltai.
Mia sorella piangeva e impugnava la bacchetta come se fosse una spada.
«Vai nei sotterranei, Daphne.» dissi asciutta, accarezzandole la testa.
Lei mi guardò impaurita, si girò e corse via.
Devo trovarlo.
Voltai l’angolo. C’era una tipa con i capelli grigi, distesa a terra. Guardai il suo volto.
“Troppo giovane” mi dissi. “Troppo giovane per avere i capelli grigi.”
Vidi poi il professor Lupin. Si accasciò su di lei. Incominciò a piangere.
Lei era sua moglie.
Dove sei.
Scesi le scale e scansai un lampo rosso.
 Impugnai la bacchetta e urlai con quanto più fiato in gola verso l’uomo che mi aveva scagliato la maledizione.
Corsi per il corridoio buio.
Vidi i Weasley. Piangevano.
Mi si formò un groppo in gola.
Ma di lui non c’era traccia.
Ho paura.
La Parkinson si accasciò a terra. Le corsi incontro.
«Scap-pa.» sussurrò quando presi la sua testa tra le mani.
Un lampo verde mi colpì dritta al petto.
Chiusi gli occhi aspettando il dolore.
Non arrivò.
«NON LEI, DOLHOV.» urlò.
Mi girai, lo vidi.
Freddo.
I miei occhi si erano appannati dalle lacrime.
Non mi guardò.
Si chinò sulla Parkinson e le accarezzò piano la guancia.
«Ce la fai a camminare?» le sussurrò, avvicinando il viso al suo.
La Parkinson annuì.
Lacrime.
«Portala nei sotterranei.» mi disse, con occhi grigi inespressivi.
Lo guardai, come se aspettassi di sentire altro.
Non disse niente.
Alzai Pansy e misi un suo braccio intorno al mio collo, per sorreggerla.
Lo sapevo.
«Astoria!» mi prese il polso.
Mi girai e si fiondò sulle mie labbra.
Era un bacio che racchiudeva tristezza, paura, e... lacrime?
«Non farti uccidere, okay?» poggiò la sua fronte sulla mia.
«Lo prometto.» girai la testa e corsi.
Penso che valeva la pena di vivere, ancora un po’.
  
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