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Autore: cazzarola    21/08/2011    3 recensioni
Poi lei mi ha accarezzato i capelli, mi ha sorriso, ha detto che mi capiva.
Non ero l’unico pazzo.
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Non è uno stupido scherzo come credevo io.
Lei è insolita.
Insolita ai miei occhi.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INSOLITA








 

_ Jim
 

Sono i primi giorni di giugno.
Sto male.
Metto nelle valigie una paio di vestiti a caso.
Sento il bisogno di andare.
Prendo il primo treno che porta alla spiaggia.
Ogni anno, quando il sole si alza più in alto nel cielo, quando gli uccelli decidono di tornare e quando riesco ad accumulare quei pochi soldi che mi consentono di partire, vado sempre vicino alla spiaggia, su quella panchina.
Quel posto che pesa, ma non fisicamente, perché è un sentimento che va dritto nel petto, una valanga di ricordi, di emozioni.
Tutto ha avuto inizio circa due anni fa, in questo mare così apparentemente tranquillo, tra le onde e la schiuma bianca, te ne sei voluta andare.
Da allora ogni estate sono sempre venuto a cercarti, ma non ti ho mai trovata, forse perché il mare ha deciso di tenerti tutta per sé, ma tu mi manchi..
 
Il ricordo è vivo in me, come fossero passate solo poche ore.
A volte sento ancora il profumo dei tuoi capelli biondi, vedo il tuo sorriso nelle facce dei passanti e la tua anima, che hai lasciato in questo mare profondo, al tramonto riesco a intravederla.
Forse pensi che sia pazzo.
È impossibile vedere le anime, ma ti giuro, che vedo la tua davanti al sole rosso che mi saluta.
Succede ogni sera.
Hai sempre i vestiti del giorno dell’incidente, quella camicetta rosa a fiori e i pantaloni corti.
Ogni giorno ti vedo solo per quei cinque minuti, pochi secondi, attimi lunghi come ore o brevi come la vita, ma sono quelli che mi bastano per farmi cambiare la giornata, farmi credere che stai bene e che come al solito te la sai cavare, anche se qui non ci sei più, ricordati che vivrai sempre in me.
 
Quest’anno pensavo di essere cresciuto, ma come sempre mi sono sbagliato.
Quel posto, quell’odore di alghe e quelle maledette onde mi attirano, ogni estate mi ritrovo a guardare il mare da quella panchina.
Forse perché in sé porta troppi ricordi, troppi flash del passato e lacrime che faticano a scendere.
Sentimenti nascosti, poesie scritte e gettate, brezza tra i capelli.
Non riesco a stare lontano da questa spiaggia, forse perché so che ci sei tu, c’è il mare e l’aria che mi fa bruciare la pelle.
 
Quando all’interno del tuo corpo c’è qualcosa che ti spinge, che ti traina così tanto da non riuscire nemmeno a respirare, tanto da non farcela più, parto e vado alla spiaggia.
Istintivamente, senza tanto pensarci.
So che quella è l’unica soluzione.
Andarmene, venire da te. 
 
Non voglio definirmi uno sfortunato, ma negli ultimi anni ne ho passate davvero troppe.
La tua morte, i miei genitori che ce l’hanno avuta con me per mesi interi e che ancora non mi hanno perdonato, anche se non è stata colpa mia.
Ho avuto una relazione presa molto alla leggera, perché lei non è quella che cercavo, ma forse l’ho solo usata per riprendere in mano la mia vita, per darmi coraggio, per credere che non sia tutto da buttare via, che non sia tutto morto.
 
E poi c’è quel taccuino rosso dove solo lì riesco a dire quello che penso.
Dove ci sono fogli strappati, schizzi d’inchiostro, sbavature e calchi che tremano.
Non ne ho mai parlato con nessuno, forse non lo dovrei fare con te, ma è sempre preferibile farlo con una persona, anche se non è in grado di capirti e nemmeno di ascoltarti, che sprecare tutte quelle ore a scrivere senza ricevere nemmeno uno sguardo di conforto..
 
 
_ Rebecca
 
Non so come mai.
Forse non me lo sono nemmeno mai chiesta.
Ho solamente messo la borsa per terra e mi sono seduta.
È una panchina che si affaccia sul mare, il panorama è bellissimo soprattutto adesso che il sole sta tramontando.
Il viaggio che mi ha portata fin qui è stato davvero lungo, non ci ho fatto caso a chi c’era al mio fianco, mi sono solamente seduta.
Dopo poco mi sono girata e lo sguardo di quel misterioso ragazzo sembra ipnotizzato, incantato dai splendidi colori del tramonto.
Ad un certo punto lui si gira, mi guarda negli occhi e inizia a raccontarmi la sua storia.
Senza avergli detto niente.
Senza parlare.
Senza spiegazioni mi si è spezzato il cuore.
 
Il suo racconto, le sue parole e la sua voce mi facevano sentire in colpa.
Mi facevano sentire male.
È veramente brutto sapere come le persone soffrono e che non hanno nessuno con cui parlare.
Mi ha detto quello che è successo in questi ultimi due anni e devo dire che i suoi dettagli mi hanno fatta pensare a quanto la vita è breve e che bisogna davvero viverla.
Mi ha detto che Lei è morta.
Si, sua sorella che a soli quindici tremendi e fragili anni è morta.
Forse in quello che mi ha detto sono riuscita a trovare una nota di coraggio, di orgoglio e timidezza, ma nello stesso tempo anche scoraggio e orrore.
Di una persona che ha visto e vissuto in prima persona l’accaduto e che ancora oggi si sente travolgere, è tremendamente doloroso.
 
 
_ Jim
 
Sono gli ultimi giorni di agosto.
Sto meglio.
Rimetto tutto nelle valige, tranne la ragazza che ho conosciuto quel caldo giorno di luglio sulla nostra panchina.
Si, la panchina dove ci sedevamo insieme e mi raccontavi i progetti per il tuo futuro che è andato a sciogliersi.
Ma lei è fantastica, so che avresti voluto conoscerla e sono sicuro che te ne saresti innamorata anche tu.
Si chiama Rebecca.
Non so come mai, ma quando mi ha guardato, il suo viso era identico a quello tuo, Marta.
Come due gocce d’acqua.
Leggere e in perfetto equilibrio.
 
E allora vedendo il tuo viso, ho iniziato a parlare.
Le ho detto come mi sentivo e come mi sento ancora oggi, anche se sono passati due anni, non riesco a dimenticarti.
E lei silenziosamente ha annuito.
Mi ha ascoltato.
Come le onde del mare che si infrangono sugli scogli, delle lacrime sono scese dal suo viso, che candido, ha accolto le mie pene.
 
Poi lei mi ha accarezzato i capelli, mi ha sorriso, ha detto che mi capiva.
Non ero l’unico pazzo.
Lei riesce veramente a vedere le anime.
Non è uno stupido scherzo come credevo io.
Lei è insolita.
Insolita ai miei occhi.







ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti!
Eccomi qui, con questa storia scritta in fretta e furia, si, perché io faccio parte degli scrittori che, una volta finito non sono mai fieri di quello che hanno creato, ma sono fatta così, mi spiace.
Questa vota però è stato diverso, non mi sono messa a pensare tanto e ho pubblicato, spero solo che a questo punto la storia vi piaccia.
Conto su di voi.
A presto!

   
 
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