L'unica differenza dallo scritto di J.K. Rowling è che Severus Piton è sopravvissuto.


Era appoggiato a una delle poche colonne ancora intatte del cortile.
Hermione lo vide da lontano.
Il suo profilo nero si intravedeva appena e il mantello svolazzava sospinto da una leggera brezza.
La ragazza si avvicinò silenziosa.
Lui non si mosse. Continuò a fissare il panorama grigio.
Il cielo aveva perso tutti i colori come il resto a Hogwarts, ma era luminoso come la speranza di un futuro migliore che pervadeva tutto dalla morte di Voldemort.
Tranne Severus.
Aveva chiuso per troppo tempo il suo cuore che ora non riusciva a essere felice.
- E ora? - ruppe il silenzio Hermione.
Non si aspettava davvero una risposta.
- Ho paura. -
La rigida maschera dell'uomo si incrinò leggermente.
Cosa poteva temere lei?
Era giovane, intelligente e aveva appena salvato il mondo.
La osservò storto. - Non metterti a piangere, Granger. -
Sapeva che non l'avrebbe fatto, ma doveva mantenere il suo cipiglio bastardo.
- Professore, come ha fatto a vivere in tutti questi anni? - chiese volgendosi verso di lui.
Severus continuò a guardarla.
- Ho paura. Voldemort è stato sconfitto, ma non è finita. E' solo un momento di tregua. C'è ancora tutto da fare. Riusciremo mai a vivere in pace? -
I suoi occhi marroni erano vivi, pieni di emozioni.
Faceva male.
Trasudavano speranza e disperazione.
Voleva vivere.
Aveva lottato e continuava a combattere per un domani migliore.
Era tutto ciò che lui non era più da tempo.
- Non hai nulla da temere. Torna a vivere. - interruppe quel contatto infuocato.
- Non è così facile, lo sa. -
Perchè doveva continuare a tirarlo in ballo?
- Ma io ci proverò. - continuò, fissando il professore. - Sono sempre andata avanti e non mollerò adesso. -
Un vento un po' più forte scompigliò i capelli di Hermione.
- Lei è un grande uomo. Dopo tutte le sofferenze che ha patito credo possa concedersi di tornare a sorridere. -
Severus si voltò con una scintilla nuova negli occhi scuri.
Finalmente non vedeva la ragazzina So-Tutto-Io, ma l'ormai donna coraggiosa e saggia che c'era sempre stata dietro quella mano alzata.
Era irritante ammetterlo, ma aveva ragione.
Lei era cresciuta e non aveva perso la sua determinazione.
Lui non c'aveva mai davvero provato. Era rimasto il ragazzino solo e senza coraggio. Troppo immerso nel suo dolore e nelle sue colpe per reagire.
- Non sono affari tuoi. - replicò lui.
Era sempre Severus Piton, non poteva cedere dopo anni per poche parole di una Grifondoro saccente.
- Potrebbe almeno fingere di essere gentile. - sorrise lei. - Le ho dato un consiglio col cuore. Per non parlare dei sei anni di ingiustizie subite. -
- Ovviamente, sei una Grifondoro. -
E da quella giornata estiva di 23 anni prima, l'ultima che aveva passato con Lily da amico,  abbozzò quello che poteva essere un sorriso.
- L'odiosa secchiona So-Tutto-Io Grifondoro amica di Potter ha fatto sorridere l'arcigno Serpeverde professore di pozioni. La considera una 'vendetta' per tutti i punti tolti. - e se ne andò.
L'ex Mangiamorte sbuffò.
Impertinente.
Quando Hermione fu ad alcuni metri di distanza, Severus pensò a ciò che gli aveva detto.
- ARCIGNO, GRANGER?!-
La risata cristallina della ragazza suonò bellissima e rinfrescante nell'aria del mattino.