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Autore: La Mutaforma    21/08/2011    7 recensioni
Mi sento solo. Sei lontana e il tuo ricordo svanisce e se ne va. Io non voglio. Non voglio che tutto sembri un sogno. Fanfict per il concorso "la one shot dell'estate"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Miles Tails Prower
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una volta ti ho promesso che saresti venuta nel mio mondo. E tu hai acconsentito col tuo bellissimo sorriso luminoso.

Eri speranzosa. Eri così bella.

Adesso mi sembra solo un ricordo lontano, un sogno impossibile. Una fantasia remota. Eppure è strano. Tu ci sei stata. Ti ho tenuto la mano, senza il coraggio di stringertela troppo forte, ti ho guardato negli occhi per poco più di un secondo, per paura che te ne accorgessi.

Eppure ti amavo.

Adesso sei così lontana. È come se avessi dormito a lungo e avessi fatto un sogno bellissimo e contorto. Ora sono sveglio e non riesco ad uscire dal mio sogno, non posso riadattarmi alla realtà. Era troppo bello il mio mondo con te. A volte vorrei chiedere a Sonic se tutto è veramente successo, se tu sei esistita, se non è stato un sogno. Ma non vorrei metterlo in ansia.

Si preoccuperebbe per me. Dopotutto, ho pianto con lui ed è stato lì a sorreggermi, per non lasciarmi con le mie lacrime.

 

Corro sulla spiaggia. Ormai l’estate ha riempito questo posto magico di bagnanti e bambini che urlano e giocano con la sabbia. Eppure a quest’ora c’è una quiete immensa. Se resto in ascolto, sento il mio cuore. Il mio battito ritmico, il fiato corto che mi pulsa nel petto.

Non c’è nessuno. Sono solo.

Ne approfitto per pensare, per riflettere, e mi siedo su uno scoglio sporgente dal mare. La schiuma bianca si increspa sulle pietre e sulla riva. È un bacio, una carezza, qualcosa di speciale e banale allo stesso tempo. Resto in contemplazione delle palme sulla spiaggia dorata, il canneto verdognolo le cui radici lambiscono dolcemente l’acqua, crescendo orgoglioso e impeccabile. Dei pesci nuotano intorno agli scogli.

La presenza dei bagnanti deve averli spaventati. Adesso sono di nuovo soli nel loro mondo. Uno sprazzo di quotidianità in un universo che non sembra il loro.

State tranquilli, ora il mare è tutto vostro.

Avevo pensato di fare un tuffo, mi sarei dovuto togliere solo le scarpe e i guanti. Ci ho ripensato. Questo è il loro mondo, non il mio. Non voglio profanarlo con la mia presenza.

Sguazzate tra le alghe, pesciolini. Quei dorsi bianchi tra le alghe mi fanno uno strano effetto. E’ una mano, una mano carezzevole, immersa in una bellissima chioma verde come le alghe.

 

Spaziando il mio sguardo sull’orizzonte ricordo che la terra è rotonda, quindi l’orizzonte non è dritto. Qui si vede benissimo. È una curva leggiadra, quasi un arcobaleno. Se guardo lontano, i miei occhi si perdono tra il cielo e il mare, di un azzurro condiviso, di cui non posso distinguere la fine dell’uno e l’inizio dell’altro.

Una sottilissima linea bianca.

Ma che sarà? Foschia? O spuma di mare? A quale dei due elementi appartiene?

Ho riflettuto a lungo, senza trovare una spiegazione. Eppure quell’azzurro immenso, due elementi uguali a lati opposti, che si guardano e si sfiorano, senza mescolarsi mai.

 

Un’onda di passaggio di fa sobbalzare. Mi stavo appisolando. Devo ricordarmi di restare più ludico quando penso. Eppure, i pensieri, i ricordi, le domande e le fantasie si mescolano e si uniscono, in un’unica melodia senza note. Il rumore delle onde, lo sbattere delle ali di pochi gabbiani sonnolenti, lo sguazzare di qualche pesce ai piedi dello scoglio. E’ un insieme di suoni quasi ipnotico, rilassante.

Mi ricorda te. E la tua voce. La tua dolcissima voce. Così lontana, così inverosimile.

Così vera.

 

Torno sulla spiaggia. Le scarpe bagnate si riempiono di rena dorata. Per errore il mio sguardo si posa di nuovo su quell’orizzonte dannato, tra quei due elementi senza inizio né fine.

Sono infiniti, esistono da sempre e non smetteranno di esistere. Né ora, né mai. Potrebbe essere mare, potrebbe essere cielo. Potrebbe essere il cielo nel mare o il mare che sale al cielo.

Calcio l’acqua. Qualche spuzzo sale appena in aria, prima di ricadere in uno sgocciolio silenzioso nel proprio mare.

Acqua all’acqua. Cielo al cielo.

 

Siamo vicinissimi e non ci tocchiamo mai. Sei appena sopra di me, ma non ti riesco a vedere. Dove sei Cosmo?

Sento una lieve risata appena sopra la mia testa.

 

Non puoi vedermi, Tails. Non puoi vedere il riflesso nei tuoi occhi!

 

Mi scuoto e mi guardo intorno stranito. Mi basta un attimo, e sorrido. Ora capisco. Noi non siamo come il cielo e il mare. Quelli si sfiorano e si guardano intensamente negli occhi.

Io non ti vedo. Io ti porto negli occhi.

   
 
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