Breath of Life
Il prato non era cambiato in nulla. Sembrava non
conservare affatto il ricordo di ciò che era accaduto lì appena poche ore prima,
ma un osservatore attento avrebbe subito potuto notare la screziatura scarlatta
che avevano assunto molti fiori e il profumo appena più intenso che si
sprigionava da una certa zona.
Le corolle rabbrividirono, sfiorate
dalla brezza tiepida e lui fece qualche passo in avanti, fino a ritrovarsi
immerso fino alle caviglie in quel mare profumato. Si levò una nuova raffica di
poco più forte, che gli fece ondeggiare alcune ciocche argentee e fece
volteggiare i petali caduti dagli alberi lì attorno. Fece ancora qualche passo e
chiuse gli occhi.
Il punto era quello.
Un vento più deciso gli accarezzò le
guance nivee, indugiando sulle labbra e sugli zigomi.
Le lunghe ciglia chiare fremettero, ma
gli occhi rimasero chiusi.
Stava cercando di individuare la sua voce, al di
sopra del coro dissonante di foglie e steli, quella voce rigida e severa,
ora flebile quanto un sussurro.
Doveva parlarle di nuovo, spiegarle che ancora una
volta era venuto lì per lei, per quanto potesse risultare difficile
crederlo, che
l’aveva lasciata andare perché non poteva fare nulla per salvarla, perché
neanche Tenseiga... La fronte eburnea si corrugò appena.
Non era da lui.
Nella sua lunga vita di demone aveva
sempre guardato alla morte con
indifferenza, rispetto, ammirazione, a volte. A volte aveva goduto nel
procurarla ai nemici, più spesso se l’era lasciata
scivolare alle spalle senza prestarle troppa attenzione. Aveva il potere di
fermarla, ma ben raramente l’aveva usato.
C’era stata una sola occasione in cui
avrebbe voluto salvare qualcuno e non aveva potuto farlo. L’unica volta che aveva visto la morte come un destino
amaro ed ineluttabile, un fermo indesiderato.
In quell’unico momento aveva compreso
cosa fosse davvero.
L’identità celata sotto il suo fascino. Qualcosa che
andava al di là dei suoi poteri. Sottilmente al di là
delle sue certezze.
Incomprensibile, enigmatica,
inafferrabile.
Come lei.
Respirò più a fondo e i pensieri si agitarono
distrattamente in superficie alla sua mente. Uno strano sorriso
beffardo si schiuse tra le sue labbra.
Ricordava
perfettamente ogni suo piccolo particolare, ogni dettaglio della sua
imperfezione; e, inspiegabilmente, con piacere. Tutte minuzie che riaffioravano
grazie a quel sussurro che anche se non si faceva sentire, era sempre lì,
accanto a lui.
Ed ora era sul punto di fare una cosa che
non aveva mai fatto prima. E che non avrebbe mai pensato di poter fare, un
giorno.
Era lì per chiederle scusa, anche se non sapeva
come.
Scusa: una parola quasi troppo forte anche per lui,
una parola incomprensibile.
Nel breve tempo in cui erano stati
insieme gli aveva insegnato cose di cui lui non si era nemmeno reso conto: ad
aspettarla, perché sarebbe tornata nei momenti più imprevedibili, nonostante le
lunghe assenze. A percepire la sua presenza nell’aria anche attraverso distanze
grandissime. Ed ora era lì per dirle che, abituato com’era al tempo infinito
della sua vita, non si era accorto di quanto fosse passata alla svelta quella
folata di vento.
“Perdonami”
La sensazione di impotenza di fronte a
lei era stata sopraffacente. Non sarebbe mai più stato lo stesso, ora. Stando
così, immobile ad occhi chiusi con quella luce dorata sul volto, il suo cuore di
demone gli fece percepire che qualcosa era cambiato dentro di lui.
Come un unica nota vibrante e armoniosa
il vento sussurrò qualcosa al suo orecchio, strappandolo dai suoi pensieri, una
parola fatta d’aria che lo colpì quasi fisicamente.
“Grazie...”
Riaprì gli occhi e davanti a lui c’era
solo il prato illuminato dai raggi di sole che filtravano fra le foglie,
colpendo qualche fiore in particolare, rendendo ancora più evidente la sfumatura
rossa attorno alla corolla. Era lo stesso colore dei suoi
occhi.
Come sempre, dedicata alla mia fonte di ispirazione, che speriamo non la legga mai.
Grazie a Gaia, e grazie diciemila volte
grazie a Stefy! ^ ^ Sei stata
insostituibile.
Ed ecco a voi, signori, la versione
riveduta e corretta... vi piace? Fatemi sapere!
Intanto ringrazio di cuore tutti coloro
che hanno commentato sin qui.