Autore:
_MulticoloR_/_ilaria_94
Titolo:
Un Amore Segreto
Personaggi
e Paring: Sakura, TenTen, Neji e Tsukikage; Neji/Ten
Genere:
Romantico
Rating:
verde
Avvertimenti: AU, Missing Moments, OOC, One-shot
Introduzione:
Il
cuore della ragazza batteva sempre più forte a causa di
quella situazione che
si era creata, fortunatamente era voltata di spalle al ragazzo,
altrimenti
avrebbe notato il rossore delle sue guancie. […] Continuando
a pensare su cosa
potesse renderlo così distaccato, quando i due raggiunsero
una porta e l’elfo non se
ne accorse nemmeno.
“TenTen?”
la richiamò il ragazzo. Sentendo il suo nome, la ragazza si
fermò di scatto e
si voltò verso di lui, cercando di mantenere un certo
contegno.
“Si?”
chiese. I suoi occhi brillavano e il ragazzo ne rimase incantato.
“Sono
arrivato” le fece notare dolcemente. Forse lei non se ne
accorgeva, ma con lei
quel ragazzo era totalmente diverso. Ritornava ad essere un bambino
spensierato
e si dimenticava a quale famiglia appartenesse. Da parte sua, la
ragazza
sussultò quando si accorse che aveva ragione. Erano arrivati
davanti ad una
porta, la sua stanza. Si sforzò di sorridere ed
annuì.
“Che
sbadata! Ero sovrappensiero” si scusò,
inchinandosi per poi superarlo. Il
ragazzo la bloccò per un polso e fissò i suoi
occhi in quelli color cioccolato
di lei. TenTen sentì il suo cuore fermarsi e svenire per
l’emozione.
“Grazie”
mormorò Neji, un lieve rossore colorò le sue
guance pallide. Ten sgranò gli
occhi, sorpresa e con sommo sforzo gli sorrise sinceramente.
“Prego.
Manderò una cameriera a chiamarvi per il pranzo con il
Re” gli disse,
sciogliendosi lentamente da quella presa. Riprese a camminare, voltando
le
spalle al ragazzo, e sparire nell’oscurità del
corridoio.
Un Amore Segreto
C’era
grande agitazione a palazzo. Le tende arancioni erano scostate del
tutto
permettendo alla luce del sole di entrare in quel palazzo austero e,
illusoriamente, privo di vita. Le ancelle correvano avanti e indietro,
chiacchierando e sparlando di quell’insolita visita. Le
guardie, anche loro in
agitazione, stavano luccicando le armi. Sebbene i Regni avevano
stipulato una
pace, ci tenevano nel far vedere che erano sempre preparati ad ogni
evenienza;
Il Regno della Terra non si sarebbe mai sottomesso a nessuno e di certo
non si
sarebbe fatto trovare impreparato, nemmeno se si trattava di un accordo
fra due
Regni. Mentre le servitrici continuavano, chiacchierando allegramente,
lungo il
tappeto rosso a passo sicuro camminava il capo delle guardie. Osservava
tutti,
lanciava occhiate di avvertimento a chiunque sembrasse non svolgere il
proprio
dovere. L’elfo continuava ad impartire ordini su ordini, non
perché gli dava
fastidio quel chiacchiericcio, ma perché non vedeva
l’ora anche lei che i loro ospiti
arrivassero. Ogni angolo del castello era stato pulito, le armi
affilate, e la
trepidazione si poteva percepire.
Quando
l’elfo era davanti alla grande porta, legno di ciliegio, si
era fermata davanti
ad essa. Dietro quella porta c’era la stanza del loro re:
Onoki. Sospirando con
forza bussò alla porta e dopo poco entrò nella
stanza. Un profumo di legno di
pino la investì. In quella stanza tutto risaltava di un
marrone dal più chiaro
al più scuro. Dagli arredi ai tessuti che li ricoprivano.
C’era un grande
tavolo ovale davanti a lei, su di esso c’era un vaso pieno di
gigli gialli, un
soffice tappeto color beige che ricopriva la maggior parte della
stanza. Un
camino, dentro di esso le fiamme rosse e vive bruciavano i ceppi di
legno,e delle
panche, con cuscini dall’aria invitante che suggerivano di
appoggiarsi a loro
per abbandonarsi al piacere. Un invitò che il capitano delle
guardie ignorò,
passando sotto il grande arco e dirigendosi verso la stanza da letto
del suo
Re. Lo vide, vide un uomo ormai vecchio e stanco nel suo letto. Vicino
a lui c’era
il suo medico. Una driade dai capelli corti e rosa, gli occhi verde
smeraldo.
Appena la driade la vide sorrise, un sorriso stanco e triste. Ormai il
tempo
per quel vecchio stava per scadere. L’elfo sospirò
e fece un altro passo in
avanti. Quando l’uomo si accorse che c’era
un’altra persona nella stanza, con
fatica sorrise.
“Oh,
TenTen cara… Sei tu? Cosa ci fai lì?”
domandò, nella sua voce si poteva ben
percepire la fatica e la sofferenza che provava anche nel parlare. Ten
sorrise
tristemente. Quell’uomo aveva salvato la vita non solo a lei
ma anche alla sua
amica, al suo medico. Da piccole a causa della guerra erano rimaste
orfane di
genitori e avevano rischiato loro stesse di morire, ma Onoki le aveva
salvate.
Avevano deciso due strade diverse per proteggere le persone a cui
volevano
bene. Sakura, il nome della driade, aveva deciso di intraprendere la
via del
medico, rifiutandosi di puntare un’arma contro qualcun altro.
Salvava le persone
guarendole. TenTen invece aveva scelto un’altra via, quella
del capo delle
guardie. Era grata ad Onoki, era un Re giusto e comprensivo e lei aveva
scelto
di proteggerlo. Al contrario della driade lei maneggiava anche fin
troppo bene.
“Allora,
piccola Ten, i nostri ospiti sono arrivati?”
domandò nuovamente l’uomo, riattivando
la sua attenzione. L’elfo lo guardò negli occhi,
occhi color castano. La barba
bianca era scompigliata come i suoi capelli. La ragazza continuava a
guardarlo,
stringendo i pugni convulsamente, quella guerra lo stava uccidendo.
“Mi
dispiace, ma ancora non sono arrivati- un’immagine si
sovrappose su quella dell’uomo
ed era un ragazzo dagli occhi perlacei- tutto il palazzo è
in fibrillazione. Si
stanno dando da fare” rispose la ragazza. Arrossì,
si vergognava di se stessa
non doveva pensare a lui in quel momento. Sakura doveva aver notato il
suo rossore
ma non disse nulla. Si limitò ad alzarsi e a dirigersi verso
il comodino, su
cui era poggiata una brocca piena d’acqua calda, da cui
tirò fuori una pezza di
stoffa e la poggiò sulla fronte dell’uomo.
“Si
sente meglio? Se vuole siamo sempre in tempo a…”
cercò di dire Sakura, ma Onoki
alzò una mano e la bloccò. Scosse la testa e
testardamente si rimise seduto. Sakura
si affrettò ad aiutarlo, il Re si guardò un
po’ attorno e sembrava spaesato.
Ten portò le mani davanti, verso di lui e pronta a correre
in suo soccorso.
“E’
ora di accogliere i nostri ospiti” disse e proprio in quel
momento il nitrito
dei cavalli raggiunse la finestra aperta della stanza del Re. Le due
ragazze
rimasero in silenzio, stupite dell’udito del vecchio. Anche
nelle sue condizioni
attuali era difficile poter ingannarlo. Sakura lo aiutò a
rialzarsi dal letto e
lo accompagnò fino alla porta d’uscita. Dopo di
ché l’uomo proseguì da solo,
dimostrando che anche alla sua età niente poteva scalfirlo.
I domestici e le
guardie si inchinavano al suo passaggio e si facevano da parte per non
intralciarlo. Correvano in ogni direzione per finire gli ultimi
preparativi.
Dietro di lui c’erano Ten e Sakura che seguivano ogni suo
gesto.
“Ora
potrai rivederlo” bisbigliò Sakura. La guardai non
capendo a cosa si riferisse
ma appena mi sorrise complice non potei far altro che arrossire e
capire a cosa
alludesse. Misi il broncio offesa e voltai la testa. La risata di
Sakura si
librò fra quelle mura rigide e sterili. Continuarono a
camminare, pochi passi
indietro il vecchio, in silenzio mentre si avvicinavano sempre di
più al
portone del castello. Il cuore del giovane elfo prese a martellare
sempre più
forte nel suo petto, rischiando di uscirne fuori e farla svenire per
l’emozione.
Come
dimenticarsi di quei occhi, anche se freddi e distaccati, color perla?
L’avevano
attirata fin dal primo momento in cui li aveva visti e da allora non
faceva
altro che sognarli. Si vergognava nel provare simili sentimenti per una
creatura di un altro Regno e per di più ancora suo nemico.
Sebbene erano in
tempi di pace, il sospetto e la paura era ben palpabile
nell’aria. Quando la
carrozza si fermò proprio davanti a loro, Ten si fece
impaziente. La porticina
della carrozza si aprì e l’elfo trattenne il
fiato; uno stivale uscì dall’abitacolo
seguito presto dall’altro. LA figura del giovane ambasciatore
del Regno dell’Acqua
si mostrò in pieno, elegante e austero. A TenTen tremarono
le gambe, come ogni
volta che lo vedeva. Ancora non aveva capito il motivo per cui gli
succedeva
quel tremore, ma Sakura diceva che non voleva ammetterlo a se stessa e
forse
aveva ragione. Scosse la testa, non ci doveva proprio pensare. La
risata della
driade attirò la sua attenzione e la vide che stava
nascondendo le sue risa con
la mano, cercando di non farsi vedere né da lei,
né dall’uomo.
“Neji
Hyuuga, ma che piacere riceverti al mio castello. Spero che il viaggio
sia
stato di tuo gradimento” esordì il Re. Il ragazzo
lo guardò, con la sua solita
indifferenza, tuttavia non gli mancò di rispetto. Si
inchinò e si sforzò di
sorridere.
“Certamente,
mio Re. Il viaggio è stato piacevolissimo, tuttavia credevo
che ci sarebbe stata
la signorina TenTen a farmi da scorta. Se non erro è sempre
stata lei a
svolgere tale compito” disse il ragazzo. Il cuore di lei si
fermò per un
istante. Che cosa significava quella frase? Le sue guance non poterono
che
infiammarsi e il suo sguardo si abbassò. Sakura le diede una
gomitata per
incoraggiarla, ma Ten non si mosse.
“Mi
dispiace… Ma… sono stata trattenuta dai miei
doveri di capo delle guardie”
trovò il coraggio di farfugliare. Il ragazzo
annuì, portando la sua attenzione
all’uomo davanti a lui, che gli fece cenno di seguirlo. Il
ragazzo non esitò
per un secondo, seguito a ruota dalle sue guardie del copro ed infine
da
TenTen, Sakura e il gruppetto di guardie che lo avevano scortato al
castello.
“Ma
che ti è preso? Era chiara la sua delusione nel non aver
passato il tempo del
viaggio insieme a te!” la rimproverò
l’amica al suo fianco. L’elfo non disse
nulla, per il semplice fatto che non sapeva che cosa rispondere. Anche
a lei
era dispiaciuto non poter trascorrere del tempo insieme a lui ma la
condizione
del suo Re le aveva impedito di abbandonare il castello. Davanti a loro
Onoki
sembrava aver instaurato una conversazione con il principe del Regno
dell’Acqua.
“Spero
che il soggiorno nel mio castello sarà di vostro
gradimento” disse il vecchio.
“Come
sempre, mio Sire. La mia permanenza in questo luogo sarà
sicuramente
interessante” risposte il ragazzo.
“Peccato
che si tratti solamente di un giorno, domani ripartirete
subito” fece notare l’uomo.
“Proprio
un vero peccato” un’altra risposta. Sembrava una
sfida verbale, nessuno dei due
voleva ammettere la sua inferiorità e per di più
pretendevano l’ultima parola.
Le guardie e le due ragazze che li seguivano rimasero in silenzio, non
sapendo
bene come comportarsi.
“Ah,
ma che sciocco. Di sicuro sarete stanco, TenTen sarà ben
lieta di accompagnarvi
nelle vostre stanze, non è vero cara?”
domandò l’uomo rivolgendosi all’elfo. Si
sentì piccola e voleva sprofondare nel pavimento sotto di
loro.
“C-certamente,
mio Re” risposte. Il principe Neji, stranamente, non rispose
ma si limitò ad
annuire. L’elfo accelerò il passo e il ragazzo la
seguì. I due camminarono in silenzio
lungo i corridoio e l’eco dei loro passi riempiva quelle
quattro pareti. Il
cuore della ragazza batteva sempre più forte a causa di
quella situazione che
si era creata, fortunatamente era voltata di spalle al ragazzo,
altrimenti
avrebbe notato il rossore delle sue guancie. Le mani le sudavano e si
sentiva
in imbarazzo. Con la coda dell’occhio cercava di memorizzare
ogni più piccolo particolare,
senza farsi notare. Il suo sguardo era sempre freddo e distaccato, ma
al
contrario di intimidirla, l’attirava. Perché era
sempre così distaccato? Sapeva
che gli Hyuuga impartivano un’educazione dura e fredda, ma
aveva sentito
qualche voce sul fatto che non tutti fossero così, come la
principessa Hinata.
Invece il ragazzo davanti a lei sembrava fatto di pietra eppure era
sicura che
in fondo era come tutti gli altri. Continuando a pensare su cosa
potesse
renderlo così distaccato, quando i due raggiunsero una porta
e l’elfo non se ne
accorse nemmeno.
“TenTen?”
la richiamò il ragazzo. Sentendo il suo nome, la ragazza si
fermò di scatto e
si voltò verso di lui, cercando di mantenere un certo
contegno.
“Si?”
chiese. I suoi occhi brillavano e il ragazzo ne rimase incantato.
“Sono
arrivato” le fece notare dolcemente. Forse lei non se ne
accorgeva, ma con lei
quel ragazzo era totalmente diverso. Ritornava ad essere un bambino
spensierato
e si dimenticava a quale famiglia appartenesse. Da parte sua, la
ragazza
sussultò quando si accorse che aveva ragione. Erano arrivati
davanti ad una
porta, la sua stanza. Si sforzò di sorridere ed
annuì.
“Che
sbadata! Ero sovrappensiero” si scusò,
inchinandosi per poi superarlo. Il
ragazzo la bloccò per un polso e fissò i suoi
occhi in quelli color cioccolato
di lei. TenTen sentì il suo cuore fermarsi e svenire per
l’emozione.
“Grazie”
mormorò Neji, un lieve rossore colorò le sue
guance pallide. Ten sgranò gli
occhi, sorpresa e con sommo sforzo gli sorrise sinceramente.
“Prego.
Manderò una cameriera a chiamarvi per il pranzo con il
Re” gli disse,
sciogliendosi lentamente da quella presa. Riprese a camminare, voltando
le
spalle al ragazzo, e sparire nell’oscurità del
corridoio.
Dopo
il pranzo si era svolta la riunione fra il Re e il principe Neji, a cui
nessuno
era permesso di interferire. Non c’era nessuno dentro la
stanza e tutti erano
in preda al nervosismo. Riunioni di quel genere potevano durare anche
giorni
senza raggiungere un accordo comune. Tuttavia Ten sperava che tutto si
svolgesse con tranquillità, non avrebbe mai voluto che
qualcosa andasse storto
ed essere costretta a combattere contro di lui. Dei passi attirarono la
sua
attenzione e si voltò il corridoio. Vide una Sakura
sorridente andarle
incontro.
“Sakura”
la salutò. L’altra allargò ancora di
più il suo sorriso, ma non prometteva
nulla di buono.
“Come
mai quel sorrisino?” le chiese, cauta alla sua risposta. Era
curiosa di sapere
il perché era così felice, ma di solito QUEL
sorriso non era molto confortante.
Significava che aveva saputo qualcosa di grosso e che avresti fatto
bene ad
assecondare la sua richiesta altrimenti era peggio per te.
“Un
uccellino mi ha spifferato un segreto molto interessante”
esordì, guardandola
con sguardo malizioso. A quel punto l’elfo si
spaventò ancora di più e non poté
che deglutire.
“Che
tipo di segreto?” domandò incerta.
“Vedi,
la servitù è in ogni angolo del castello e non
è difficile venire a sapere di
scene molto insolite a palazzo” incominciò a
spiegare. Ten incominciò a capire
a cosa si riferisse e non era affatto un bene. Sapeva che non
l’avrebbe mai
ricattata ma l’avrebbe perseguitata fino allo sfinimento.
Però, l’elfo si
ritrovò a sperare che si riferisse a qualcos’altro.
“E
così a che punto siamo con il nostro caro principe
Neji?” le domandò con un
tono malizioso. I suoi occhi color smeraldo si assottigliarono e
brillarono di
una luce provocante. L’elfo si sentì sprofondare,
non si era minimamente preoccupata
di controllare se non ci fosse qualcuno in giro a guardarli. Capiva,
inoltre,
il comportamento irritato di Lee, un soldato sotto il suo diretto
comando. A
palazzo ne parlavano tutti, visto che non era da tutti i giorni
spettegolare
sul capo delle guardie.
“E-ecco…
Nulla” farfugliò, indietreggiando. Sakura al
contrario avanzò verso di lei in
modo da non lasciarle via di scampo.
“Avanti
Ten, siamo amiche fin da piccole e noi ci diciamo sempre tutto. Quindi
non
vorrai negarmi che stamattina non è successo proprio
nulla” le disse. L’elfo si
guardò attorno, spaesata e in difficoltà. Non
c’era nessuno ad assistere alla
loro conversazione e Ten non sapeva come togliersi da
quell’impiccio. Non l’avrebbe
lasciata mai in pace, fino a quando non avrebbe saputo la
verità. Sospirò e si
arrese.
“Non
è successo nulla di che, ieri. Semplicemente non mi sono
accorta che eravamo
arrivata davanti alla sua stanza e
lui mi ha fermato e poi mi ha solamente ringraziato”
confessò. Non era molto compromettente
ma lei provava un sentimento per quel ragazzo. Sakura diceva che era
una cotta
passeggera, visto che a palazzo non c’erano molti ragazzi
carini, ma per lei
non era solamente una cotta. Era sicura di… amarlo? Anche se
non lo conosceva
molto bene, come avrebbe voluto, non faceva altro che pensare a lui.
“Spero
che tu adesso sia contenta. Come ti ho detto non è successo
nulla” le disse. Sakura
si limitò a guardarla.
“Bé,
ti ha rivolto la parola, no? E’ un passo in avanti”
le fece notare la driade.
TenTen avrebbe voluto risponderle che non erano affari suoi, ma proprio
in quel
momento la porta della Sala Grande si aprirono. Neji e il Re ne
uscirono, uno
con l’espressione indifferente e l’altro con
l’espressione soddisfatta. Avevano
raggiunto finalmente un accordo.
“Bene,
Re Onoki, sono felice di aver raggiunto un accordo con lei. La Regina
Mei si
scusa per non aver potuto partecipare in prima persona
all’incontro ma altri
affari l’hanno trattenuta a palazzo. Sarà felice
di sapere di aver un alleato
come lei dalla sua parte” concluse il ragazzo per poi
inchinarsi. Il vecchio
annuì e si inchinò a sua volta.
“Il
piacere è stato mio. Vi farò subito preparare una
carrozza per il ritorno di
domani mattina” rispose l’uomo. A Ten
sentì mancarsi la terra sotto i piedi e
si aggrappò al braccio della driade al suo fianco. Sakura la
guardò di
sottecchi e poggiò una mano sul suo braccio. Aveva sperato
che si fermasse di
più, ma a quanto pare non era destino che loro due potessero
passare del tempo
insieme.
La
carrozza fu subito pronta a scortarlo fino al confine, le guardie del
Regno
dell’Acqua erano pronti al viaggio di ritorno, sollevati di
non restare una attimo
di più in quel posto. Onoki non era presente, in quanto si
era ritirato nelle
sue stanze a riposare, e c’erano Sakura e TenTen a salutare
il ragazzo.
“Mi
dispiace, principe Neji che non sia rimasto ancora un po’ a
palazzo” disse Sakura
inchinandosi davanti a lui. Il ragazzo rispose con un inchino, ma
continuava a
guardare l’elfo al suo fianco.
“Sappiamo
entrambi molto bene che una pace fra i Regni è molto
importante e gli affari di
governo vengono prima del piacere, signorina Sakura. Non siete
d’accordo con me
TenTen?” domandò il ragazzo, posizionandosi di
fronte a lei. Era più alto e la
sovrastava, guardandola dall’alto.
“C-certamente”
rispose, evitando di guardarlo negli occhi. Fece un inchino veloce, al
quale
Neji rispose col baciarle il palmo della mano, seguito da un suo
inchino. Ten ne
rimase sorpresa e rimase a bocca aperta. Non sapeva cosa dire.
Lo
guardò salire sulla carrozza e allontanarsi su di essa. Le
due ragazze restarono
lì a guardarlo sparire all’orizzonte in completo
silenzio. Quando la carrozza
fu sparita dalla loro vista Sakura prese la mano dell’amica e
la strinse forte.
“Forse c’è una speranza per voi due” disse per confortarla, sorridendole. TenTen non disse nulla, semplicemente continuò a guardare l’orizzonte immaginandosi ancora una volta il volto di quel ragazzo che le aveva rubato il cuore.
Note dell’Autrice:
Questa piccola One-Shot è collegata ad una mia Longfic che è ancora in corso. Ho voluto dedicare un capitolo in più a TenTen e Neji, visto che non ho mai scritto su di loro. In effetti non mi concentro mai su altri personaggi come loro e quindi ho voluto scriverla. Che posso dire? Spero che non sia uscita una mostruosità in quanto la storia è stata scritta, anche, durante le mie "vacanze" in compagnia dei miei cugini pestiferi. In più mi sono accorta molto che neji in questo capitolo sia un po' troppo OOC ma non mi dispiace l'idea che il vero Neji non possa comportarsi così nei confronti di TenTen ^^
Spero che possa piacere a
tutti e sono curiosa di leggere qualche
vostro commento.