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Autore: MissysP    22/08/2011    1 recensioni
Il cuore della ragazza batteva sempre più forte a causa di quella situazione che si era creata, fortunatamente era voltata di spalle al ragazzo, altrimenti avrebbe notato il rossore delle sue guancie. […]
“TenTen?” la richiamò il ragazzo. Sentendo il suo nome, la ragazza si fermò di scatto e si voltò verso di lui, cercando di mantenere un certo contegno.
“Si?” chiese. I suoi occhi brillavano e il ragazzo ne rimase incantato.
“Sono arrivato” le fece notare dolcemente. Forse lei non se ne accorgeva, ma con lei quel ragazzo era totalmente diverso. Ritornava ad essere un bambino spensierato e si dimenticava a quale famiglia appartenesse. Da parte sua, la ragazza sussultò quando si accorse che aveva ragione. Erano arrivati davanti ad una porta, la sua stanza. Si sforzò di sorridere ed annuì.
“Che sbadata! Ero sovrappensiero” si scusò, inchinandosi per poi superarlo. Il ragazzo la bloccò per un polso e fissò i suoi occhi in quelli color cioccolato di lei. TenTen sentì il suo cuore fermarsi e svenire per l’emozione.
“Grazie” mormorò Neji.
E' una piccola One-Shot legata al "La Guerra degli Elementi"
[Storia partecipante al Storie Edite Contest indetto da Mokochan]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Sakura Haruno, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Autore: _MulticoloR_/_ilaria_94

Titolo: Un Amore Segreto

Personaggi e Paring: Sakura, TenTen, Neji e Tsukikage; Neji/Ten

Genere: Romantico

Rating: verde

Avvertimenti: AU, Missing Moments, OOC, One-shot

Introduzione: Il cuore della ragazza batteva sempre più forte a causa di quella situazione che si era creata, fortunatamente era voltata di spalle al ragazzo, altrimenti avrebbe notato il rossore delle sue guancie. […] Continuando a pensare su cosa potesse renderlo così distaccato, quando i due raggiunsero una porta e l’elfo non se ne accorse nemmeno.

“TenTen?” la richiamò il ragazzo. Sentendo il suo nome, la ragazza si fermò di scatto e si voltò verso di lui, cercando di mantenere un certo contegno.

“Si?” chiese. I suoi occhi brillavano e il ragazzo ne rimase incantato.

“Sono arrivato” le fece notare dolcemente. Forse lei non se ne accorgeva, ma con lei quel ragazzo era totalmente diverso. Ritornava ad essere un bambino spensierato e si dimenticava a quale famiglia appartenesse. Da parte sua, la ragazza sussultò quando si accorse che aveva ragione. Erano arrivati davanti ad una porta, la sua stanza. Si sforzò di sorridere ed annuì.

“Che sbadata! Ero sovrappensiero” si scusò, inchinandosi per poi superarlo. Il ragazzo la bloccò per un polso e fissò i suoi occhi in quelli color cioccolato di lei. TenTen sentì il suo cuore fermarsi e svenire per l’emozione.

“Grazie” mormorò Neji, un lieve rossore colorò le sue guance pallide. Ten sgranò gli occhi, sorpresa e con sommo sforzo gli sorrise sinceramente.

“Prego. Manderò una cameriera a chiamarvi per il pranzo con il Re” gli disse, sciogliendosi lentamente da quella presa. Riprese a camminare, voltando le spalle al ragazzo, e sparire nell’oscurità del corridoio.


Un Amore Segreto


C’era grande agitazione a palazzo. Le tende arancioni erano scostate del tutto permettendo alla luce del sole di entrare in quel palazzo austero e, illusoriamente, privo di vita. Le ancelle correvano avanti e indietro, chiacchierando e sparlando di quell’insolita visita. Le guardie, anche loro in agitazione, stavano luccicando le armi. Sebbene i Regni avevano stipulato una pace, ci tenevano nel far vedere che erano sempre preparati ad ogni evenienza; Il Regno della Terra non si sarebbe mai sottomesso a nessuno e di certo non si sarebbe fatto trovare impreparato, nemmeno se si trattava di un accordo fra due Regni. Mentre le servitrici continuavano, chiacchierando allegramente, lungo il tappeto rosso a passo sicuro camminava il capo delle guardie. Osservava tutti, lanciava occhiate di avvertimento a chiunque sembrasse non svolgere il proprio dovere. L’elfo continuava ad impartire ordini su ordini, non perché gli dava fastidio quel chiacchiericcio, ma perché non vedeva l’ora anche lei che i loro ospiti arrivassero. Ogni angolo del castello era stato pulito, le armi affilate, e la trepidazione si poteva percepire.

Quando l’elfo era davanti alla grande porta, legno di ciliegio, si era fermata davanti ad essa. Dietro quella porta c’era la stanza del loro re: Onoki. Sospirando con forza bussò alla porta e dopo poco entrò nella stanza. Un profumo di legno di pino la investì. In quella stanza tutto risaltava di un marrone dal più chiaro al più scuro. Dagli arredi ai tessuti che li ricoprivano. C’era un grande tavolo ovale davanti a lei, su di esso c’era un vaso pieno di gigli gialli, un soffice tappeto color beige che ricopriva la maggior parte della stanza. Un camino, dentro di esso le fiamme rosse e vive bruciavano i ceppi di legno,e delle panche, con cuscini dall’aria invitante che suggerivano di appoggiarsi a loro per abbandonarsi al piacere. Un invitò che il capitano delle guardie ignorò, passando sotto il grande arco e dirigendosi verso la stanza da letto del suo Re. Lo vide, vide un uomo ormai vecchio e stanco nel suo letto. Vicino a lui c’era il suo medico. Una driade dai capelli corti e rosa, gli occhi verde smeraldo. Appena la driade la vide sorrise, un sorriso stanco e triste. Ormai il tempo per quel vecchio stava per scadere. L’elfo sospirò e fece un altro passo in avanti. Quando l’uomo si accorse che c’era un’altra persona nella stanza, con fatica sorrise.

“Oh, TenTen cara… Sei tu? Cosa ci fai lì?” domandò, nella sua voce si poteva ben percepire la fatica e la sofferenza che provava anche nel parlare. Ten sorrise tristemente. Quell’uomo aveva salvato la vita non solo a lei ma anche alla sua amica, al suo medico. Da piccole a causa della guerra erano rimaste orfane di genitori e avevano rischiato loro stesse di morire, ma Onoki le aveva salvate. Avevano deciso due strade diverse per proteggere le persone a cui volevano bene. Sakura, il nome della driade, aveva deciso di intraprendere la via del medico, rifiutandosi di puntare un’arma contro qualcun altro. Salvava le persone guarendole. TenTen invece aveva scelto un’altra via, quella del capo delle guardie. Era grata ad Onoki, era un Re giusto e comprensivo e lei aveva scelto di proteggerlo. Al contrario della driade lei maneggiava anche fin troppo bene.

“Allora, piccola Ten, i nostri ospiti sono arrivati?” domandò nuovamente l’uomo, riattivando la sua attenzione. L’elfo lo guardò negli occhi, occhi color castano. La barba bianca era scompigliata come i suoi capelli. La ragazza continuava a guardarlo, stringendo i pugni convulsamente, quella guerra lo stava uccidendo.

“Mi dispiace, ma ancora non sono arrivati- un’immagine si sovrappose su quella dell’uomo ed era un ragazzo dagli occhi perlacei- tutto il palazzo è in fibrillazione. Si stanno dando da fare” rispose la ragazza. Arrossì, si vergognava di se stessa non doveva pensare a lui in quel momento. Sakura doveva aver notato il suo rossore ma non disse nulla. Si limitò ad alzarsi e a dirigersi verso il comodino, su cui era poggiata una brocca piena d’acqua calda, da cui tirò fuori una pezza di stoffa e la poggiò sulla fronte dell’uomo.

“Si sente meglio? Se vuole siamo sempre in tempo a…” cercò di dire Sakura, ma Onoki alzò una mano e la bloccò. Scosse la testa e testardamente si rimise seduto. Sakura si affrettò ad aiutarlo, il Re si guardò un po’ attorno e sembrava spaesato. Ten portò le mani davanti, verso di lui e pronta a correre in suo soccorso.

“E’ ora di accogliere i nostri ospiti” disse e proprio in quel momento il nitrito dei cavalli raggiunse la finestra aperta della stanza del Re. Le due ragazze rimasero in silenzio, stupite dell’udito del vecchio. Anche nelle sue condizioni attuali era difficile poter ingannarlo. Sakura lo aiutò a rialzarsi dal letto e lo accompagnò fino alla porta d’uscita. Dopo di ché l’uomo proseguì da solo, dimostrando che anche alla sua età niente poteva scalfirlo. I domestici e le guardie si inchinavano al suo passaggio e si facevano da parte per non intralciarlo. Correvano in ogni direzione per finire gli ultimi preparativi. Dietro di lui c’erano Ten e Sakura che seguivano ogni suo gesto.

“Ora potrai rivederlo” bisbigliò Sakura. La guardai non capendo a cosa si riferisse ma appena mi sorrise complice non potei far altro che arrossire e capire a cosa alludesse. Misi il broncio offesa e voltai la testa. La risata di Sakura si librò fra quelle mura rigide e sterili. Continuarono a camminare, pochi passi indietro il vecchio, in silenzio mentre si avvicinavano sempre di più al portone del castello. Il cuore del giovane elfo prese a martellare sempre più forte nel suo petto, rischiando di uscirne fuori e farla svenire per l’emozione.

Come dimenticarsi di quei occhi, anche se freddi e distaccati, color perla? L’avevano attirata fin dal primo momento in cui li aveva visti e da allora non faceva altro che sognarli. Si vergognava nel provare simili sentimenti per una creatura di un altro Regno e per di più ancora suo nemico. Sebbene erano in tempi di pace, il sospetto e la paura era ben palpabile nell’aria. Quando la carrozza si fermò proprio davanti a loro, Ten si fece impaziente. La porticina della carrozza si aprì e l’elfo trattenne il fiato; uno stivale uscì dall’abitacolo seguito presto dall’altro. LA figura del giovane ambasciatore del Regno dell’Acqua si mostrò in pieno, elegante e austero. A TenTen tremarono le gambe, come ogni volta che lo vedeva. Ancora non aveva capito il motivo per cui gli succedeva quel tremore, ma Sakura diceva che non voleva ammetterlo a se stessa e forse aveva ragione. Scosse la testa, non ci doveva proprio pensare. La risata della driade attirò la sua attenzione e la vide che stava nascondendo le sue risa con la mano, cercando di non farsi vedere né da lei, né dall’uomo.

“Neji Hyuuga, ma che piacere riceverti al mio castello. Spero che il viaggio sia stato di tuo gradimento” esordì il Re. Il ragazzo lo guardò, con la sua solita indifferenza, tuttavia non gli mancò di rispetto. Si inchinò e si sforzò di sorridere.

“Certamente, mio Re. Il viaggio è stato piacevolissimo, tuttavia credevo che ci sarebbe stata la signorina TenTen a farmi da scorta. Se non erro è sempre stata lei a svolgere tale compito” disse il ragazzo. Il cuore di lei si fermò per un istante. Che cosa significava quella frase? Le sue guance non poterono che infiammarsi e il suo sguardo si abbassò. Sakura le diede una gomitata per incoraggiarla, ma Ten non si mosse.

“Mi dispiace… Ma… sono stata trattenuta dai miei doveri di capo delle guardie” trovò il coraggio di farfugliare. Il ragazzo annuì, portando la sua attenzione all’uomo davanti a lui, che gli fece cenno di seguirlo. Il ragazzo non esitò per un secondo, seguito a ruota dalle sue guardie del copro ed infine da TenTen, Sakura e il gruppetto di guardie che lo avevano scortato al castello.

“Ma che ti è preso? Era chiara la sua delusione nel non aver passato il tempo del viaggio insieme a te!” la rimproverò l’amica al suo fianco. L’elfo non disse nulla, per il semplice fatto che non sapeva che cosa rispondere. Anche a lei era dispiaciuto non poter trascorrere del tempo insieme a lui ma la condizione del suo Re le aveva impedito di abbandonare il castello. Davanti a loro Onoki sembrava aver instaurato una conversazione con il principe del Regno dell’Acqua.

“Spero che il soggiorno nel mio castello sarà di vostro gradimento” disse il vecchio.

“Come sempre, mio Sire. La mia permanenza in questo luogo sarà sicuramente interessante” risposte il ragazzo.

“Peccato che si tratti solamente di un giorno, domani ripartirete subito” fece notare l’uomo.

“Proprio un vero peccato” un’altra risposta. Sembrava una sfida verbale, nessuno dei due voleva ammettere la sua inferiorità e per di più pretendevano l’ultima parola. Le guardie e le due ragazze che li seguivano rimasero in silenzio, non sapendo bene come comportarsi.

“Ah, ma che sciocco. Di sicuro sarete stanco, TenTen sarà ben lieta di accompagnarvi nelle vostre stanze, non è vero cara?” domandò l’uomo rivolgendosi all’elfo. Si sentì piccola e voleva sprofondare nel pavimento sotto di loro.

“C-certamente, mio Re” risposte. Il principe Neji, stranamente, non rispose ma si limitò ad annuire. L’elfo accelerò il passo e il ragazzo la seguì. I due camminarono in silenzio lungo i corridoio e l’eco dei loro passi riempiva quelle quattro pareti. Il cuore della ragazza batteva sempre più forte a causa di quella situazione che si era creata, fortunatamente era voltata di spalle al ragazzo, altrimenti avrebbe notato il rossore delle sue guancie. Le mani le sudavano e si sentiva in imbarazzo. Con la coda dell’occhio cercava di memorizzare ogni più piccolo particolare, senza farsi notare. Il suo sguardo era sempre freddo e distaccato, ma al contrario di intimidirla, l’attirava. Perché era sempre così distaccato? Sapeva che gli Hyuuga impartivano un’educazione dura e fredda, ma aveva sentito qualche voce sul fatto che non tutti fossero così, come la principessa Hinata. Invece il ragazzo davanti a lei sembrava fatto di pietra eppure era sicura che in fondo era come tutti gli altri. Continuando a pensare su cosa potesse renderlo così distaccato, quando i due raggiunsero una porta e l’elfo non se ne accorse nemmeno.

“TenTen?” la richiamò il ragazzo. Sentendo il suo nome, la ragazza si fermò di scatto e si voltò verso di lui, cercando di mantenere un certo contegno.

“Si?” chiese. I suoi occhi brillavano e il ragazzo ne rimase incantato.

“Sono arrivato” le fece notare dolcemente. Forse lei non se ne accorgeva, ma con lei quel ragazzo era totalmente diverso. Ritornava ad essere un bambino spensierato e si dimenticava a quale famiglia appartenesse. Da parte sua, la ragazza sussultò quando si accorse che aveva ragione. Erano arrivati davanti ad una porta, la sua stanza. Si sforzò di sorridere ed annuì.

“Che sbadata! Ero sovrappensiero” si scusò, inchinandosi per poi superarlo. Il ragazzo la bloccò per un polso e fissò i suoi occhi in quelli color cioccolato di lei. TenTen sentì il suo cuore fermarsi e svenire per l’emozione.

“Grazie” mormorò Neji, un lieve rossore colorò le sue guance pallide. Ten sgranò gli occhi, sorpresa e con sommo sforzo gli sorrise sinceramente.

“Prego. Manderò una cameriera a chiamarvi per il pranzo con il Re” gli disse, sciogliendosi lentamente da quella presa. Riprese a camminare, voltando le spalle al ragazzo, e sparire nell’oscurità del corridoio.

 

Dopo il pranzo si era svolta la riunione fra il Re e il principe Neji, a cui nessuno era permesso di interferire. Non c’era nessuno dentro la stanza e tutti erano in preda al nervosismo. Riunioni di quel genere potevano durare anche giorni senza raggiungere un accordo comune. Tuttavia Ten sperava che tutto si svolgesse con tranquillità, non avrebbe mai voluto che qualcosa andasse storto ed essere costretta a combattere contro di lui. Dei passi attirarono la sua attenzione e si voltò il corridoio. Vide una Sakura sorridente andarle incontro.

“Sakura” la salutò. L’altra allargò ancora di più il suo sorriso, ma non prometteva nulla di buono.

“Come mai quel sorrisino?” le chiese, cauta alla sua risposta. Era curiosa di sapere il perché era così felice, ma di solito QUEL sorriso non era molto confortante. Significava che aveva saputo qualcosa di grosso e che avresti fatto bene ad assecondare la sua richiesta altrimenti era peggio per te.

“Un uccellino mi ha spifferato un segreto molto interessante” esordì, guardandola con sguardo malizioso. A quel punto l’elfo si spaventò ancora di più e non poté che deglutire.

“Che tipo di segreto?” domandò incerta.

“Vedi, la servitù è in ogni angolo del castello e non è difficile venire a sapere di scene molto insolite a palazzo” incominciò a spiegare. Ten incominciò a capire a cosa si riferisse e non era affatto un bene. Sapeva che non l’avrebbe mai ricattata ma l’avrebbe perseguitata fino allo sfinimento. Però, l’elfo si ritrovò a sperare che si riferisse a qualcos’altro.

“E così a che punto siamo con il nostro caro principe Neji?” le domandò con un tono malizioso. I suoi occhi color smeraldo si assottigliarono e brillarono di una luce provocante. L’elfo si sentì sprofondare, non si era minimamente preoccupata di controllare se non ci fosse qualcuno in giro a guardarli. Capiva, inoltre, il comportamento irritato di Lee, un soldato sotto il suo diretto comando. A palazzo ne parlavano tutti, visto che non era da tutti i giorni spettegolare sul capo delle guardie.

“E-ecco… Nulla” farfugliò, indietreggiando. Sakura al contrario avanzò verso di lei in modo da non lasciarle via di scampo.

“Avanti Ten, siamo amiche fin da piccole e noi ci diciamo sempre tutto. Quindi non vorrai negarmi che stamattina non è successo proprio nulla” le disse. L’elfo si guardò attorno, spaesata e in difficoltà. Non c’era nessuno ad assistere alla loro conversazione e Ten non sapeva come togliersi da quell’impiccio. Non l’avrebbe lasciata mai in pace, fino a quando non avrebbe saputo la verità. Sospirò e si arrese.

“Non è successo nulla di che, ieri. Semplicemente non mi sono accorta  che eravamo arrivata davanti alla sua stanza e lui mi ha fermato e poi mi ha solamente ringraziato” confessò. Non era molto compromettente ma lei provava un sentimento per quel ragazzo. Sakura diceva che era una cotta passeggera, visto che a palazzo non c’erano molti ragazzi carini, ma per lei non era solamente una cotta. Era sicura di… amarlo? Anche se non lo conosceva molto bene, come avrebbe voluto, non faceva altro che pensare a lui.

“Spero che tu adesso sia contenta. Come ti ho detto non è successo nulla” le disse. Sakura si limitò a guardarla.

“Bé, ti ha rivolto la parola, no? E’ un passo in avanti” le fece notare la driade. TenTen avrebbe voluto risponderle che non erano affari suoi, ma proprio in quel momento la porta della Sala Grande si aprirono. Neji e il Re ne uscirono, uno con l’espressione indifferente e l’altro con l’espressione soddisfatta. Avevano raggiunto finalmente un accordo.

“Bene, Re Onoki, sono felice di aver raggiunto un accordo con lei. La Regina Mei si scusa per non aver potuto partecipare in prima persona all’incontro ma altri affari l’hanno trattenuta a palazzo. Sarà felice di sapere di aver un alleato come lei dalla sua parte” concluse il ragazzo per poi inchinarsi. Il vecchio annuì e si inchinò a sua volta.

“Il piacere è stato mio. Vi farò subito preparare una carrozza per il ritorno di domani mattina” rispose l’uomo. A Ten sentì mancarsi la terra sotto i piedi e si aggrappò al braccio della driade al suo fianco. Sakura la guardò di sottecchi e poggiò una mano sul suo braccio. Aveva sperato che si fermasse di più, ma a quanto pare non era destino che loro due potessero passare del tempo insieme.

 

La carrozza fu subito pronta a scortarlo fino al confine, le guardie del Regno dell’Acqua erano pronti al viaggio di ritorno, sollevati di non restare una attimo di più in quel posto. Onoki non era presente, in quanto si era ritirato nelle sue stanze a riposare, e c’erano Sakura e TenTen a salutare il ragazzo.

“Mi dispiace, principe Neji che non sia rimasto ancora un po’ a palazzo” disse Sakura inchinandosi davanti a lui. Il ragazzo rispose con un inchino, ma continuava a guardare l’elfo al suo fianco.

“Sappiamo entrambi molto bene che una pace fra i Regni è molto importante e gli affari di governo vengono prima del piacere, signorina Sakura. Non siete d’accordo con me TenTen?” domandò il ragazzo, posizionandosi di fronte a lei. Era più alto e la sovrastava, guardandola dall’alto.

“C-certamente” rispose, evitando di guardarlo negli occhi. Fece un inchino veloce, al quale Neji rispose col baciarle il palmo della mano, seguito da un suo inchino. Ten ne rimase sorpresa e rimase a bocca aperta. Non sapeva cosa dire.

Lo guardò salire sulla carrozza e allontanarsi su di essa. Le due ragazze restarono lì a guardarlo sparire all’orizzonte in completo silenzio. Quando la carrozza fu sparita dalla loro vista Sakura prese la mano dell’amica e la strinse forte.

“Forse c’è una speranza per voi due” disse per confortarla, sorridendole. TenTen non disse nulla, semplicemente continuò a guardare l’orizzonte immaginandosi ancora una volta il volto di quel ragazzo che le aveva rubato il cuore.

Note dell’Autrice: 

Questa piccola One-Shot è collegata ad una mia Longfic che è ancora in corso. Ho voluto dedicare un capitolo in più a TenTen e Neji, visto che non ho mai scritto su di loro. In effetti non mi concentro mai su altri personaggi come loro e quindi ho voluto scriverla. Che posso dire?  Spero che non sia uscita una mostruosità in quanto la storia è stata scritta, anche, durante le mie "vacanze" in compagnia dei miei cugini pestiferi. In più mi sono accorta molto che neji in questo capitolo sia un po' troppo OOC ma non mi dispiace l'idea che il vero Neji non possa comportarsi così nei confronti di TenTen ^^

Spero che possa piacere a tutti e sono curiosa  di leggere qualche vostro commento.  

  
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