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Autore: OTHravens7    22/08/2011    2 recensioni
Finale alternativo.
La vera scelta di Ruthie, la scelta del cuore. Quella che tutti si aspettavano, anche se forse non ci speravano più.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Ruthie Camden
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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finale altrenativo

 

1 – Scelte e partenze

 

Dopo aver lasciato Martin solo in auto e col cuore spezzato, Ruthie riflette sulla sua scelta. Aveva scelto T-Bone. Aveva lasciato andare Martin. Martin, il ragazzo del quale era stata innamorata negli ultimi quattro anni. Perchè lo ha fatto? Orgoglio? Forse. Cattiveria? No, non è da lei. Ruthie amava, anzi ama Martin, è così fin dalla prima volta in cui si sono visti. Ma perchè allora non ha scelto lui? L'unica cosa certa è che è stato un errore, lei stessa ne è consapevole.

 

:Nel periodo trascorso a casa Camden da Martin, il rapporto tra i due non è stato dei migliori inizialmente: liti banali, equivoci, gelosie; poi tutto è cambiato. Ruthie ha trovato il coraggio di affrontare la verità. Il ragazzo delle porta accanto, quello che dormiva in camera di suo fratello Matt, era il primo ragazzo ad esserle entrato nel cuore. Nessuno prima di lui era riuscito a scavare così in profondità nella sua anima.

 

:Martin è rimasto in auto. Ammutolito, vuoto dentro, incredulo. Aveva conosciuto Ruthie quattro anni prima: se all’inizio, magari condizionato dall’essere stato preso in affidamento dai Camden, la reputava come una sorella, adesso le cose sono diverse. Da due anni viveva col padre, tornato dall’Iraq; da due anni cercava la persona giusta da tenere accanto per il resto della vita. Aveva conosciuto ragazze bellissime, brave e belle persone, ma mancava sempre qualcosa. Non erano Ruthie!

 

Rientrata a casa, Ruthie trova T-Bone e il resto della famiglia nel bel mezzo dei preparativi per la partenza. D’ora in avanti avrebbero girato l’America su un camper. Silenziosamente sale le scale ed entra in camera, cercando di evitare sguardi ed incontri infelici. Tutti quello che aveva desiderato, per il quale aveva pianto, per il quale era stata male, era lì, dentro un’auto; lei doveva solo dire si, ma non lo aveva fatto. Le delusioni degli anni precedenti, il periodo trascorso in Scozia l’avevano rafforzata. Riuscì a non piangere, ma questo cambiava poco le cose: non esiste nessuna forza capace di spegnere un sentimento puro, che batteva nel suo cuore.

 

Qualcuno bussa alla porta, è T-Bone.

 

T-Bone: Ehi, allora sei qui! Credevo, o meglio temevo, che fossi scappata con Martin…

 

Ruthie: C’è poco da fare sarcasmo. Io ho fatto la mia scelta. Ce l’ho anche marchiata poco sopra il mio sedere a caratteri cubitali.

 

T-Bone: Come è andata? Forse vi siete visti per l’ultima volta. Avrai anche scelto me, ma qualcosa ancora la provi per lui.

 

Ruthie: Se volevi essere d’aiuto, non ci sei riuscito.

 

T-Bone: Ma io…

 

Ruthie: Basta. Fine della conversazione. Scendiamo giù a cenare per l’ultima volta in questa casa.

 

La cena non finiva mai. Tutti parlavano, entusiasti dell’imminente partenza, ma Ruthie era presente solo fisicamente. Non avvertiva alcuna felicità. Lo stomaco si attorcigliava. Così si alzava e si avviava verso la sua camera, quando sua madre la ferma.

 

Anne: Tesoro, sei strana stasera. Immagino di sapere di cosa si tratti. Ne possiamo parlare?

 

Ruthie: Bhe, credo che tu stia immaginando male. Se fino a ieri lasciare la nostra casa, il posto in cui sono cresciuta, mi sembrava eccitante, adesso non ne sono più così convinta. Dovrei pensare a diplomarmi ed andare al college, invece mi trovo a fare le valigie e andare a zonzo per tutti gli Stati Uniti.

 

Colpita e affondata, Anne non se la sentì di replicare. Sapeva benissimo che Ruthie stava mentendo. Moderatamente preoccupata, si diresse in sala da pranzo per terminare la cena.

 

L’indomani il camper era fuori il giardino. Tutti erano in fermento. Eric e Anne inaugurarono la loro nuova casa su quattro ruote con dello spumante. Lucy e Kevin salirono a bordo con la piccola Savannah. E il resto della carovana, costituita dagli ospiti di casa Camden si aggregò. Lì in mezzo, immersa nei suoi pensieri, c’era Ruthie. Seduta in fondo al camper, sperava che i vicini passassero a salutare; più che i vicini, sperava che il vicino passasse a salutare. Sempre meno convinta che un tatuaggio non bastasse a giustificare la sua scelta, sperava che Martin si presentasse a salutare.

 

Nascosto dietro le persiane, Martin guardava la scena. In mattinata era stato dai Camden a salutare, prestando particolare cura a non incontrare Ruthie. I ruoli si erano invertiti: lui aveva perso la testa, lei non poteva stare con lui. Il camper iniziò a muoversi. Stava accadendo, lei se ne stava andando. Il finale non era quello nel quale lui sperava. Non doveva finire così. Qualche mese di fidanzamento con T-Bone non poteva cancellare quattro anni di inconsapevoli sentimenti reciproci. Il camper sparì dalla vista ed il senso di vuoto dentro Martin mutò, quel vuoto divenne quasi un peso, un rimorso.

 

Sul camper T-Bone notò il rumoroso silenzio di Ruthie. Si andò a sedere vicino a lei, l’abbracciò e lei scoppiò in lacrime.

 

Ruthie: Non mi sembra vero. Non mi sembra possibile. Non voglio lasciare Gleanoak.

 

Incapace di dire qualsiasi cosa, T-Bone annuì. Sperando che la sua fidanzata stesse dicendo la verità.

 

Dopo un paio di ore di viaggio, fecero sosta in un’area di servizio. Ruthie si appartò, entrando nel bar per bere un succo e comprare uno snack. Mentre guardava gli scaffali una mano si posò sulla sua spalla.

 

Ruthie: T-Bone, sto bene. Non c’è bisogno che mi segui anche al bar. Mi è passato tutto.

 

Nel momento in cui si girò, non vide il ragazzo magrolino alto più o meno quanto lei. Vide due occhioni azzurri emozionati all’idea di vederla. Martin era lì, davanti a lei, con una mano sulla sua spalla. Alla sua vista il suo cuore iniziò a battere più forte, ma non era l’unico…

  
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