. Memories of a doll .
Autore: Feissu
Pairing: AoixRuki (e vari gazeman in giro
xD)
Note: E' nata un po' di fretta in realtà, ho grandi progetti per questa storia
anche se solitamente preferisco scrivere One-shot. Ma mi sento un sacco
positiva verso questa storia.
Ha una trama un po' strana, un misto tra il
malinconico, mistero e penso anche leggermente spinta... Però in realtà si
vedrà tutto con lo svolgersi delle situazioni u.u
Comunque~ Spero che ci siano tanti commenti
(visto che se no mi deprimo e mi passa l'ispirazione .__. )Perciò, se vi
piace... commentate, ok? *w*
Ovviamente anche se non vi piace siete liberissimi di criticare~
E ora~ Buona lettura!
__________
"L'unico difetto della perfezione: la
perfezione stessa."
ll
dolce sognare tra queste sottili braccia, fragili come se fossero fatte di
carta pesta ma dal calore così ardente che parevano raggi di sole, pareva
illusorio. L'inverno al suo fianco sembrava diventare una seconda estate dai
colori opachi e dai suoni ovattati in lontananza, mentre il paesaggio si
tingeva di bianco ed immortale attorno a noi gli uccellini ancora cantavano
l'alba.
Il
suo profumo, dolce come le pesche appena colte dai campi dell'Hokkaido che
tanto adoravo rimaneva incollato ai miei vestiti così tanto da poterlo sentire
anche in sua assenza,giusto per causarmi ancora più dolore.
Una
creatura umana nata con le sembianze di una bambola tanto delicata che persino
l'imperatore in persona, nonché il padre di questo miracolo, aveve stentato a
lungo prima di mostrarlo al mondo.
E
non parlo di una qualsiasi fanciulla dalla pelle resa di porcellana dal trucco
che le copriva ogni difetto, vestita solo di balze color pastello, bensì di un
ragazzo dalla pelle diafana e dalle fattezze quasi mistiche. E i suoi vestiti..
per dio, erano tutt'altro che allegri, mai ho visto il suo corpo adornato di
un'altro colore che non fosse scuro come la pece o i suoi capelli agghindati da
oggetti che solo le gioiose bamboline di buona famiglia indossavano.
Lui era diverso, la sua aura lo era.
Ma
una cosa più di tutte attirò la mia attenzione, i suoi enormi occhi di ghiaccio, così grandi da
potercisi riflettere ad intera figura dentro di essi se solo lo si voleva, in
grado di sciogliermi come neve al sole con la loro glaciale dolciezza; mai
avevo visto un volto così segnato dalla profonda solitudine che gli riempiva il
cuore e l'anima, così benchè non lo conoscessi affatto mi ripromisi che mai più
si sarebbe sentito solo in vita sua. Ma nonostante tutto lo trovavo bellissimo,
forse perchè fui l'unico ad accettare sin da subito quella sua imperfetta
perfezione e ad andare ben oltre quello strato di assoluta bellezza e vedere
tutte le sue sofferenze e pene.
Ma
ancora non sapevo. Ancora non ero al corrente di quello che in realtà mi sarei
trovato davanti una volta oltrepassata la porta di quel lugubre palazzo ornato
d'oro e bugie tenute accurtamente nascoste da uno stratega alquanto astuto da
tenere tra quei sottilissimi fili menzonieri il suo popolo, quasi fossero
burattini incatenati in un gioco al quale ignari continuavano a giocare.
Ricordo
ancora il giorno, o notte, in cui lo vidi per la prima volta di persona; I
capelli chiari come la neve gli cadevano liberi sulle spalle, danzando
armoniosi attorno a quel viso così perfetto da sembrare surreale. Il suo
sguardo era serio e arcigno, non una
vena di allegria e spensieratezza dentro di essi, mostravano molti più anni di
quelli che effettivamente erano.
Appoggiato
vicino ad una colonna, lontano da quelle centinaia di persone rimaste senza
parole non appena la sua gracile figura aveva fatto il suo trionfale ingresso
nel salone dei ricevimenti, osservavo ogni suo movimento.
Con
gli occhi fissi nell'abisso della sala percorse l'intera gradinata con una
lentezza probabilmente dettata dalla circostanza, ancheggiando appena; molto
spesso avevo sentito parlare di questa creatura fatata destinata a diventare il
nostro futuro imperatore, ma mai avevo creduto a quelle parole buttate con una
totale leggerezza durante le passeggiate serali in paese delle persone dalla
parlantina troppo facile; ma dovetti ricredermi in benché meno di un secondo.
Era
la sua prima apparizione ufficiale davanti al popolo, mai nessun popolano era
riuscito ad intravedere la sua schiena , nemmeno io che abitavo nel suo stesso
giardino, se giardino possiamo chiamare l'immensa distesa verde che circondava
la residenza privata dell'imperatore.
Nonostante
mio padre lavorasse per la famiglia reale, a noi figli era proibito
oltrepassare l'immensa schiera di alberi che sfilava quasi minacciosa
all'esatto centro del parco, così sin da bambino ho iniziato ad immaginarmi
come potesse essere questo famoso "bambino di porcellana" che tutti
conoscevano solo per sentito dire e mai sono riuscito a ricostruire la sua
immagine.
Per
quel motivo ero così stregato da questa leggenda che passai quasi l'intera
serata in disparte ad osservare la sua figura che si muoveva quasi in lutto tra
le centinaia di persone che non vedevano l'ora di curiosare e vedere da vicino
questo ragazzo dall'aria spenta.
Non una parola udì uscire dalla tua bocca.
Non un sorriso decorò il tuo volto.
Era
come se tutti i suoi muscoli si fossero pietrificati per non rovinare quella
statua angelica che aveva preso il posto di quel suo corpo che già sentivo
bramato da metà delle persone, sia di sesso maschile che femminile, del
palazzo.
Sentì
una lunga scossa di disgusto percorrermi il corpo, come potevano quelle mele
rese marcie dal tempo bramare una così giovane cesta? Scossi la testa, cercando
di cacciare via quell'orribile immagine che mi si era stampata nella mente.
[E' proprio quando l'angelo si rivela all'uomo
che il male reclama attenzione]
Immerso nei miei mille pensieri, sentii a
stento mio padre raggiungere il mio
fianco, porgendomi un calice di dolce vino rosato.
"Quel povero ragazzo, è così a disagio!" mormorò, scuotendo la
testa lentamente, sorseggiando la sua bevanda.
"Ma se è immobile, come fai a dirlo?" Chiesi leggermente
dubbioso, lasciando cadere nuovamente lo sguardo sul suo volto immobile
ritrovando esattamente la stessa espressione che aveva pochi istanti prima. Mio
padre ormai conosceva quel volto a memoria, lo aveva visto quasi nascere, ma
non capivo esattamente quali dettagli lo avessero portato a questa conclusione.
In realtà, la domanda che mi porgevo prima di tutte era come mio padre, uomo di
media famiglia che lavorava per l'imperatore come contabile, potesse ricevere
così tanto fiducia da colui che non dava fiducia nemmeno alla moglie stessa a
momenti.
"Beh, si vede che non sai osservare bene figliolo...Suvvia,
guardalo!" Disse, poggiando il suo calice di cristallo sul vassoio di un
valletto che passava al suo fianco prima di allontanarsi mormorando parole che
al mio udire erano senza senso per poi disperdersi nella mischia.
Forse era vero, all'epoca non avevo mai usato gli occhi per andare oltre
a questa effimera apparenza perciò ero solito giudicare un fiore senza nemmeno
sentirne l'odore, o criticare un dipinto in base alla quantità di colore e non
fermarmi qualche minuto in più cercando di capirne la storia; così in quell'istante decisi che avrei preso atto
della piccola critica che mio padre mi aveva dato per guardarlo meglio,
probabilmente visto con occhi esterni potevo benissimo essere scambiato per un
rapitore o ancora peggio, uno stupratore.
Mentre l'odore degli incensi mi riempiva i polmoni, sorseggiando
un'altro goccio della mia bevanda feci scivolare nuovamente lo sguardo su di
lui, avvicinandomi ancora di qualche passo mi ritrovai,con mia somma felicità,
a qualche mentre dal suo corpo.
Il lungo kimono nero racchiudeva il suo corpo immobile come un baco, non
un pezzo di pelle traspariva da quegli innumerevoli strati di seta, mentre al
collo penzolava una lunga collana di cristalli, anch'essi neri. Ma quello che
più mi colì fu la sua aura, con il viso leggermente abbassato, fissava
tristemente il pavimento. In un istante capì che quello che sembrava essere
distacco in realtà era soltanto un vago senso di inadeguatezza. Poi le notai,
ce ne misi di tempo, quelle sue piccole manine nascoste dalla seta del suo
indumento; si muovevano gracilmente, torturando le povere decorazioni d'orate
che ornavano il bordo della manica.
Avevi paura, Takanori?
A cosa stavi pensando in quel momento?
Possibile che la magia che lo circondava mi avesse già stregato in così
poco tempo?
Mi ritrovai a chiedere a me stesso cosa mai avesse potuto provare una
piccola anima tenuta segregata nella sua stessa dimora, passando intere
giornate a pochi chilometri dal mondo senza poterlo mai toccare per davvero.
Come poteva sembrare la vita quotidiana agli occhi di un ragazzino
dall'animo innocente come il suo? In un certo senso non biasimavo l'imperatore
per aver desiderato di proteggerlo dagli occhi di chi non riusciva a capire che
la bellezza di una persona non stava nel viso perfetto ma nella purezza
dell'animo e dall'innocenza che lo governava.
Ma d'altro canto come poteva essere così egoista dall'estraniarlo
completamente dal mondo per poi lanciarcelo dentro all'improvviso? Buttandolo
esattamente al centro di quella che era la feccia della città senza un minimo di
protezione?
Senza accorgermente mi ritrovai a stringere i pugni così forte da farmi
male, probabilmente il mio sguardo si era incupito ma non potevo farci nulla,
non sono mai riuscito a nascondere i miei sentimenti. Quando alzai lo sguardo
mi sentii gelare il sangue che mi scorreva nelle vene, i suoi occhi vitrei
puntati sulla mia figura immobile, mi scrutavano senza lasciar traspirare
nessuna emozione: positiva o negativa
che fosse. Mi sentii a disagio ma allo stesso tempo potevo sperare in qualche
tua reazione, che comunque non accadde, riabbassò la testa facendo finta di
nulla; in un certo senso mi sentii quasi colpevole di averlo studiato e osservato per tutto quel tempo, ma
i miei occhi avevano una vita propria, nonostante cercassi di distogliere lo
sguardo non riuscivo a non fissarlo, così raccolsi tutto il coraggio che avevo
in corpo e mi avvicinai.
< Maestà > Mormorai, inchinandomi davanti alla figura imponente
dell'imperatore e a quella ben più esile del figlio.
< E' un piacere incontrarla > Mormorai, con il corpo ancora
chinato davanti a lui.
< Yuu, sei Yuu vero? Aspettavo con ansia che venissi a salutarci!
> Rispose di rimando.
Quello che in realtà trovai qundo alzai lo sguardo non era esattamente
ciò che mi aspettavo; mi sentii quasi paralizzato dall'ansia.
Possibile che con la mia sola presenza
l'imperatore avesse percepito i miei sentimenti?
Per un solo istante, rapido come se fosse stato frutto della mia
immaginazione, vidi il suo viso fissarmi con un odio che mai avevo visto prima.
[To be continued...]
_____
Note finali:
Capitolo un po' cortino, ma volevo sapere il vostro parere ^^ Piace?
Al prossimo capitolo se volete sapere come va a finire questo primo
incontro~
Bye~
Fei