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Autore: Calcifer92    23/08/2011    2 recensioni
Questa, è la storia di un allenatore di Pokémon, e del suo viaggio intorno al mondo alla ricerca del proprio destino: un viaggio, al fianco dei suoi amici Pokémon. La solita solfa, direte voi... che noia. Beh... niente di tutto ciò, è una lettura veloce.
Genere: Avventura, Poesia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Salve a tutti ^_^
Beh, questo è il mio primo post su questo sito, e mi sento un po' sperduto a dirla tutta, fra tutta questa gente che non conosco XD
Perché sono qui? Non lo so, m'è passato per la testa di venire a postare qui. Come ho trovato il sito? Beeeeh, diciamo che mi è stato linkato una volta da una certa Mary che ha scritto una fan fiction su Inuyasha (o forse sarebbe più corretto dire "che sta scrivendo"). Comunque sia, è d'uopo spiegarvi il motivo per il quale ho scritto questa roba che andrete per leggere. Il fatto è che su un certo forum ho organizzato una gara di disegni e poesie, ragion per cui mi sono dilettato nella sottile arte della letteratura in modo da partecipare anche io. Cosa c'entra una mezza fanfiction da quattro soldi con una poesia? Il punto è che non avevo ispirazione, cosa che invece l'anno scorso mi era venuta, e per non fare la solita rima baciata o alternata, ecco che mi chiedo se scrivere una fan fiction dalla quale prendere spunto per una poesia, sia una buona idea. Eccomi qui. Quindi dato che questa fanfiction è originata da questa storia, è, come avrete ben capito, una one-shot (che oggi stesso ho scoperto che significa XD).

***


Questa, è la storia di un allenatore di Pokémon, e del suo viaggio intorno al mondo alla ricerca del proprio destino. Non sappiamo quale sia il nome dell’allenatore o quali siano i suoi Pokémon, quello che interessa sapere a noi, è il motivo che l’ha spinto ad intraprendere questa meravigliosa avventura. Cosa? Dite che è un po’ strano? Beh, da un certo punto di vista non avete tutti i torti, tuttavia capirete ben presto come mai, sapere i loro nomi, non è affatto necessario. Il resto lo lascio alla vostra libera immaginazione. Ritornando al nostro allenatore, quel giorno aveva appena compiuto l’età giusta per intraprendere il suo viaggio, e così, di lì a poco, avrebbe potuto scegliere il suo primo compagno d’avventura. Non sto di certo qui a dirvi quanto aspettò quel momento e quanto il desiderio di avere il suo primo Pokémon, giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo (troppo ripetitivo per i vostri gusti?), andava via via crescendo, tanto che la notte prima del giorno del destino, la trascorse in bianco. Inutile stare lì a cercare di dormire, non ci sarebbe riuscito, e così, decise di recarsi di punto in bianco, nel bel mezzo della notte (dovevano essere circa le due), al laboratorio di ricerca in cui avrebbe potuto scegliere il suo Pokémon. Fortuna che non fu scambiato per un ladro, o per chissà quale losco individuo! Di certo una persona che resta in piedi per tutta la notte fissando la maniglia di una porta sperando che si sarebbe aperta prima del tempo non può non sembrare sospetta. O almeno questo è quello che ci si aspetta dall’opinione comune. Tuttavia, il sole si decise a sorgere all’orizzonte, irradiando così il viso del nostro eroe appena fu abbastanza visibile da schiarire il cielo. Egli era ancora lì e sedutosi come un indiano, stanco di stare in piedi, continuava faceva la guardia a quella maniglia: sapeva che di lì a poco si sarebbe aperta. «Giovanotto, ma che ci fai lì per terra? » Esclamò un uomo in camice bianco dopo essere uscito da quella porta davanti alla quale l’allenatore aveva vegliato. La aprì come di consuetudine, fece due passi, un «Che bella giornata!», si stiracchiò, si accese una sigaretta e solo dopo… «Giovanotto, ma che ci fai lì per terra? » …e solo dopo notò il giovane, che, stremato dalla veglia, si stava facendo un pisolino. Il suo sogno non differiva di molto da quello degli altri colleghi allenatori. Lui dopotutto voleva diventare il migliore: tutti lo volevano, chi non lo vorrebbe? Più volte però, si era chiesto se era questo il suo destino, o meglio, se era questo ciò che voleva davvero. In realtà aveva anche pensato di fare dell’altro, tipo diventare un capopalestra, allenare dei Pokémon lottatori ed iscriverli a dei tornei di wrestling, aprire un’impresa edile, pescare il magikarp giallo più grosso del mondo, e tante altre cose. Ma era indeciso… e nell’indecisione… perché non fare un po’ di tutto in modo da scoprire qual è la propria strada? «Giovanotto, ma che ci fai lì per terra? » Di certo, se lui stava dormendo, non poteva sentirlo. Intanto si poteva dire che lui il suo viaggio l’aveva già cominciato, la sua scelta l’aveva già fatta, e aveva già ottenuto diversi successi. Numerosi i posti che aveva visitato insieme ai suoi amici Pokémon e altrettante le persone che aveva conosciuto e, che per un po’, l’avevano accompagnato. Lande tristi e desolate, rigogliosi boschi in riva al fiume, caverne infestate da spettri, vulcani in cui ci si scioglie al solo avvicinarsi, megaliti ghiacciati, fondali marini, castelli incantati nascosti dalle nuvole, universi paralleli, viaggi nel tempo, ed in ogni nuovo posto, un nuovo amico, un nuovo Pokémon, una nuova avventura. «Giovanotto, allora, ti sembra questo il posto in cui dormire?» Il sole che gli irradiava il volto, le parole di quel professore, il fruscio del vento fra le foglie, e il canto melodioso di qualche straordinaria creatura. Egli capì di essere tornato alla realtà, ma questo non gli dispiaceva per niente, poiché sapeva che il sogno che aveva appena fatto stava lì per realizzarsi. Il professore gli disse che era ancora troppo presto per entrare e fargli scegliere il suo primo Pokémon, tuttavia, dopo aver saputo da lui che aveva trascorso lì tutta la notte, decise di accontentarlo. Quale sarebbe stata la sua scelta? Beh, lui questo lo sapeva già. Sapeva che in una di quelle pokéball che aveva lì davanti agli occhi c’era il suo primo Pokémon, il suo primo amico Pokémon, il suo primo compagno di viaggio, con il quale avrebbe condiviso numerosi momenti felici, altrettanti momenti tristi, vittorie, sconfitte, gloria e ignominia, e assieme al quale avrebbe stretto forti legami. Dopotutto, per diventare il migliore, per raggiungere questa difficile meta, per intraprendere la via dell’eroe, è questo ciò che spetta al nostro giovane e intraprendente allenatore.

Qual è il nostro destino?
Quali sono i nostri sogni?
Quale invece la meta
che desideriamo raggiungere?

E' per rispondere a tutto ciò
che intraprendiamo il nostro viaggio
che scegliamo i nostri compagni
che ci poniamo uno scopo qualunque.

Che ci soddisfi o meno, poco conta
se lo raggiungeremo, poco conta
e poco conta anche il tempo
che ci vuole.

Una foresta incantata
un arcobaleno, una cascata,
evoluzione
Felicità.

Una landa desolata,
villaggi abbandonati, un teschio.
Macabro. Il pianto della
disperazione. Tristezza.

Un castello infestato...
delle voci spaventose...
delle grida!
Stridule. Paura.

Incontri vinti, incontri persi
il freddo dei ghiacciai
il terrore degli spettri
legami.

E' questo che conta.
E' questo, il mondo dei
Pokémon.


TO BE CONTINUED...
 

Beh, che dire... XD
spero che la storia non vi abbia annoiato
e che vi sia piaciuta.
Ok, in realtà è scritta un po' (troppo) di fretta,
e avrei voluto inserire chissà quali altri virtuosismi d'annunziani... XDXD
ma dopotutto, la fretta ha fatto in modo che la storia
abbia assunto il carattere spontaneo che ha
lo stesso vale per la poesia che la chiude.


Ah, dimenticavo la cosa più importante!!!
 

Non mi sono ancora presentato XDXD
(MALEDUCATOOOOOO!)
Calcifer, 19 anni, single. Molto piacere ^_^

  
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