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Autore: Ashleigh    25/04/2006    4 recensioni
"...non era vero, perchè era il tuo piccolo, grande segreto. Perchè ci si innamora di un Paese come questo."
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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San Patrizio

San Patrizio

 

~*~

All’Irlanda, che è un posto molto  speciale

~*~

 

 

Quando eri una tredicenne sognavi l’Irlanda.

I suoi prati verdi, il suo clima tempestoso, le tradizioni, la storia di quel paese.

Leggevi tutti i libri che ti capitavano sotto mano, ascoltavi tutte le canzoni, in inglese, o in gaelico-anche se ancora non capivi il primo, né tantomeno il secondo.

Studiavi minuziosamente le pagine sui libri di testo di Geografia o di Storia, che ti illustravano con fotografie quasi artistiche quel Paese.

Eppure, non dicevi nulla a nessuno. Perché era un sogno così intimo che non volevi rivelare a nessuno.

E sognavi il giorno di San Patrizio.

 

A quattordici anni sembrava esserti passata, perché ‘avevi altre cose su cui pensare’.

Ma non era vero, perché era il tuo piccolo, grande segreto. Perché ci si innamora di un Paese come questo, e forse, a quattordici anni, già pensavi all’Irlanda come a qualcosa di più della semplice meta per le vacanze.

Amavi ancora l’Irlanda.

E pensavi a come sarebbe stato il giorno di San Patrizio.

 

A diciassette anni, non ti importava più nulla di quello che pensavano gli altri.

Hai ricominciato a leggere i libri, ascoltare la musica, studiare le fotografie, e sognare quel Paese, l’Irlanda, che hai sempre amato, fin da giovanissima.

Non era finita la tua passione…ilcielodirlandaunoceanodimuschioedilanagliuddueilgaelicolepecorelecolline…

E ogni giorno che passava ti sentivi sempre più vicina al giorno di San Patrizio.

 

A diciannove anni hai iniziato l’Università, lontano da casa, e quei 17 Marzo li hai iniziati a festeggiare, assieme agli altri innamorati dell’Irlanda, e ai pochi irlandesi che frequentavano la tua università, insieme a chi non badava alla pioggia, o al cattivo tempo. Le tue magiche considerazioni sparirono-non che tu ne avessi molte prima, perché sei sempre stata una ragazzina molto seria.

Hai incontrato chi c’era stato già in Irlanda. Chi c’era vissuto.

Chi aveva già festeggiato San Patrizio.

 

E a ventitrè anni sei arrivata in Irlanda, per continuare a studiare.

E hai scoperto che San Patrizio dura dieci giorni, che la Guinness non è così buona, che fate e folletti gli irlandesi delle città li hanno affogati nelle stout, che i dubliners se ne fregano del gaelico, in fondo -lo lasciano ai rednecks del Connemara-, che nessuno emigra più, e che nel centro di Dublino incontri più cinesi che irlandesi, che le BMW circolano in abbondanza, che i landlord sono una brutta bestia, che l’inglese degli irlandesi non si capisce nemmeno molto bene, anche se hai studiato inglese per tredici anni, che l’Irlanda del Nord è una piccola Bosnia in salsa pseudo-celtica, che l’Irlanda ha più legami con l’Inghilterra di quanti ne voglia ammettere.

 

Ma, comunque stiano le cose, questa è la tua Irlanda.

 

E il primo San Patrizio, in quella marea di persone vestite di verde, con quello stupido cappello verde in testa, è quello più dolce, e non puoi smettere di ridere. E non sai perché lo fai.

 

Perdi il contatto con la realtà, e puoi fare di tutto, con quell’aria frizzante e festiva, anche se il cielo è grigio: ubriacarti in un pub, ammicare ai ragazzi e magari scappare con uno di loro, e andare a Naas, o a Drogheda, o solamente a Swords, o, perché no, a Cork, e non ti può importar di meno, non ti interessa poi molto, ‘cause you’re having the fucking time of your life.

 

E continui a ridere, perché è St. Paddy’s Day, e sei qui, in Irlanda.

 

  
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