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Autore: LadySaiyan    23/08/2011    5 recensioni
One-shote su Vegeta, ambientata dopo la sua battaglia sulla Terra contro Goku e i terrestri. Lungo il viaggio che lo porterà sul Pianeta Freezer, Vegeta riflette su quella che è stata la sua vita e della sua fame di vendetta.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Blood and Tears'
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FERITE PROFONDE


Kakaroth. Gli bastava pensare a quel nome per sentire il proprio orgoglio andare in frantumi.
Kakaroth. Quel sayan di terza classe era riuscito a tenere testa a lui. Lui che era Vegeta, il Principe dei Sayan.
Il suo nome lo portava proprio in onore del suo pianeta, della sua nobile famiglia, in onore dei guerrieri più forti dell'universo. I sayan.
Già, proprio quel popolo di temibili combattenti, che erano quasi interamente scomparsi per uno stupido impatto con un  meteorite.
Almeno secondo la tesi ufficiale, quella che aveva dato Freezer. Il suo tiranno. Quell'odioso capo galattico che amava comandare, che si divertiva a schiavizzare il suo popolo, il popolo che temeva più di tutti. E proprio per quel timore, per il timore di una ribellione da cui non avrebbe avuto scampo, decise di distruggere il pianeta Vegeta.
Aveva avuto solo la "compassione" di salvarne il principe e altri due guerrieri.
Solo per sbaglio Kakaroth si era salvato. Nato con un livello combattivo penoso anche per una terza classe, fu spedito sulla Terra, pianeta di incapaci, per conquistarlo.
Ma qualcosa era andato storto. Da bambino batté la testa dimenticandosi le sue origini e il motivo per cui era stato mandato lì.
Se la sua fosse stata una fortuna o no, questo Vegeta non lo sapeva.
Kakaroth era solo un misero traditore, un rifiuto. Un rifiuto che era riuscito a contrastarsi a lui, a superarlo in potenza, a spedirlo a casa in pessime condizioni.
Vegeta era all'interno della sua navicella, reduce del combattimento che aveva avuto luogo sulla Terra. La prima volta tornava come sconfitto.
Le sue ferite erano profonde e sanguinavano. L'armatura era a pezzi, cieco in un occhio, faceva fatica a respirare. Si meravigliava di essere ancora vivo. 
Tuttavia le ferite più profonde e più dolorose erano quelle del suo orgoglio. La cosa a cui teneva di più. Che ora era fatta a pezzi.
Non riusciva, non voleva accettare quella sconfitta. Si sarebbe vendicato. Lo aveva giurato a se stesso, la prossima volta non avrebbe fallito.
Lo avrebbe distrutto Kakaroth. Traditore. Ecco cos'era. Non era altro che un traditore.
Traditore. Traditore. Traditore. Non faceva altro che ripetere quella parola. Perchè Kakaroth rifiutava a tal punto il suo sangue? Era un sayan. E lo sarebbe rimasto per sempre.
Non poteva fare nulla per cambiarlo. Quante cose erano successe in quell'ultimo anno.
Quante cose erano cambiate. Radish era morto.
Ora Vegeta capiva i sentimenti di odio che aveva provato il suo compagno nel vedere il proprio fratello rifiutare in quel modo le sue origini.
Se lui, che non aveva nessun legame di parentela con Kakaroth, provava tanto  odio nei suoi confronti, non poteva immaginare che cosa avesse provato il capellone.
Suo fratello. Radish e Kakaroth.
Due fratelli tanto diversi. Così diversi da arrivare al punto di uccidersi. Al punto di morire insieme.
Nappa era morto. Per mano sua però.
Non bisogna avere nessuna pietà per gli incapaci. Questo era uno dei tanti insegnamenti di suo padre.  
L'uomo che lo aveva messo al mondo ma non lo aveva cresciuto lui. Nappa si era preso cura di lui, fin da quando era ancora un cucciolo.
C'era sempre stato il colosso. Sempre. Era iperprotettivo quando era ancora bambino.
"Nessuno osi toccare il Principe Vegeta!" diceva, oppure "Vegeta è il migliore della nostra razza, è lui che comanda".
Questo lo aveva detto anche a Kakaroth, quando Vegeta aveva deciso che avrebbe combattuto lui al posto del gigante. Già dal combattimento contro Nappa, aveva capito quanto fosse potente quella terza classe. Testa Pelata, però, aveva il grosso difetto di farsi accecare dall'ira, e non volendo ritirarsi senza far nulla, preferì attaccare i mocciosi terrestri facendosi mettere al tappeto da Kakaroth. Il traditore lo aveva gettato ai suoi piedi e Nappa aveva allungato la mano in cerca d'aiuto. Cercava aiuto da quel ragazzo che aveva cresciuto lui stesso. Il principe gli diede  la mano. "Grazie amico" aveva sussurrato. Ma Vegeta senza la minima pietà lo aveva lanciato in aria e disintegrato come se fosse stato un suo acerrimo nemico.
"Non bisogna avere nessuna pietà per gli incapaci" aveva ripetuto, davanti allo sguardo aberrato dei terrestri e del traditore.
 Al momento non provò nulla, ma ora, che si ritrovava solo, con nessun alleato, si sentiva un po' perso.
Aveva eliminato un suo compagno di vita, come lo era stato Radish.
Per ben ventitré anni avevano vissuto assieme. Lui e Radish erano cresciuti insieme. 
Quando il pianeta esplose avevano entrambi solamente sette anni. Per questo motivo Nappa li crebbe, sempre sotto il controllo di Freezer.
Perchè li aveva salvati? Vegeta era un mostro assetato dall'istinto di uccidere, fin da bambino.
Nappa era la sua guardia del corpo.
E Radish? Lui era stato scelto, su tanti altri giovani sayan di terza classe, come "giocattolo" del Principe. Si era sempre chiesto il perchè.
Perchè un giocattolo? A che gli serviva un moccioso?  Un marmocchio non poi così diverso dagli altri.
Il motivo per cui Radish venne scelto lo sapeva solo ed unicamente Freezer.
La prima volta che si videro fu ad un duello per le selezioni. Avevano sei anni, e la differenza tra loro era enorme, da cui il bambino più debole ne uscì con la vita appesa ad un filo. Poco tempo dopo era stato scelto ed entrò a far parte della squadra Vegeta. Il guerriero dai lunghi capelli, forse, non lo aveva mai accettato. Come non aveva mai accettato di essere un superstite. Quando l'ex pianeta Plant sparì dalla faccia dell'universo, quello che fu più colpito fu proprio Radish.
Lui aveva sofferto più di tutti loro tre, e molte volte aveva manifestato il suo dolore.

Stavano viaggiando in  una delle astronavi del Potente Freezer ed avevano da poco scoperto la sorte del loro pianeta.
Vegeta non aveva provato nulla, forse in apparenza.
Cercava di convincere se stesso che di quello che era capitato a suo padre e al suo popolo non gliene fregava niente. Provava, mentiva al suo ego.
Camminava lungo un corridoio, uno dei tanti, senza una meta precisa, quando improvvisamente, da una porta, sbucò fuori Radish.
Aveva lo sguardo abbassato, si copriva gli occhi con le mani. Non si era ancora accorto della presenza del principe, così parlò lui.
"Radish, che fai?" gli chiese cupo come sempre.
Il ragazzino dalla lunga capigliatura alzò il viso verso il suo interlocutore con fare spaventato e sorpreso allo stesso tempo.
"Niente Principe" rispose.
Allora lo chiamava ancora Principe,  difatti Vegeta non gli aveva ancora dato il permesso di dargli del tu e chiamarlo per nome, come invece Nappa aveva sempre fatto.
Il giovane sayan di terza classe si voltò per nascondere un dettaglio che il compagno aveva già notato. I suoi occhi erano lucidi ed arrossati e la sua voce era soffocata da un nodo di dolore.  Era evidente: aveva pianto.
"Fermati Terza Classe!" urlò. Il bambino si fermò, sapeva che se ne era accorto.
"Non avrai mica pianto? Ti manca la tua mammina?" chiese Vegeta con tono beffardo e in parte disgustato.
"Un sayan non piange mai! Vergognati!" continuò sfoderando un ceffone nella guancia Radish, facendolo cadere a terra.
Il colpito si rialzò a invece di scappare come un codardo gli si avvicinò con fare infuriato. "Non mi interessa un bel niente di quello che pensi tu! Io ho perso tutto a quello a cui ci tenevo, non sono problemi miei se tu non avevi nessuno con cui condividere qualcosa!!! Sei solo un pazzo!" osò urlargli in faccia.
Vegeta perse il controllo. Gliela avrebbe fatta pagare. Cara, molto cara. Radish non si tirò indietro. Prese quello che gli aspettava, dopo la sua risposta, irrispettosa nei confronti del principe. Per l'ennesima volta lo ridusse in fin di vita. Ma anche quella volta il guerriero dai lunghi capelli si salvò dalla sua furia omicida, cavandosela sempre con qualche giorno in vasca di rianimazione.


Ancora adesso però, Vegeta si chiedeva perchè non lo avesse ucciso. Con quella risposta avrebbe potuto ridurlo in un corpo inerme, immerso nel sangue, invece non lo aveva fatto. Si era fermato prima. Sapeva come salvare il proprio avversario, appendendolo con un filo alla vita. Perchè non aveva ucciso Radish? Tanto era inutile, continuava a ripetersi. Forse in lui vedeva la parte di se stesso che voleva nascondere. Tra loro non era mai nata una vera amicizia, solo rispetto, a causa del loro legame razziale. Ma non potevano definirsi  amici. Comunque i due sayan, così diversi e così simili per certe cose, col tempo avevano imparato a rispettarsi. Anche Nappa, col passare degli anni, che inizialmente si divertiva a beffeggiare il compagno più debole, si era, in qualche modo, "affezionato".  Con loro Vegeta aveva trascorso tutta la sua vita, con loro aveva scoperto la cosa più tragica. Aveva scoperto quel che era stato veramente del suo pianeta.

Quando conquistarono Shikk in soli tre giorni, i tre sayan si aspettavano di ricevere una ricompensa molto grossa, ma ricevettero solo una grande delusione. Freezer si era limitato a liquidarli con un "Bene, ora miei cari signori avrei altro da fare. Potete andarvene".
Forse lui se lo aspettava ma i suoi compagni no. Bastò quella frase del Tiranno per far partire la scintilla.
Nappa si alzò e minacciosamente si avvicinò a Freezer e ai suoi scagnozzi, Zarbon e Dodoria. Era completamente infuriato.
Tipico, ormai lo conosceva. Dovette chiamarlo per fermare il colosso. Il grosso sayan non riusciva a capire il comportamento di Vegeta, finché fra la rabbia decise di dire quello che da tempo sentiva girare per al base.
"E' stato Freezer a distruggere il nostro pianeta, e ad uccidere tuo padre...Nostro Re!" esclamò tutto d'un fiato. A Vegeta però non importava.
Desiderava solo diventare il padrone dell'universo e sconfiggere Freezer quando ne fosse stato capace. Le sue parole furono un duro colpo per entrambi i suoi compagni. Infatti lo fissavano con gli occhi spalancati e la bocca contratta.
Quello fu solo il primo colpo. Zarbon scoprì che i sayan erano a conoscenza della verità, perciò decise di parlarne con loro.
"Eravate sempre più pericolosi ed arroganti...Freezer si era stancato di voi...Già temeva una ribellione..." spiegò l'alieno dalla pelle verdastra guardandoli con uno sguardo alquanto beffeggiatore. "Compresi i sovrani...Tuoi genitori Vegeta..." continuò per istigarlo, ma Vegeta seppe trattener la calma.
Quindi Zarbon vedendo che con il Principe non concludeva nulla, decise di puntare su Radish.
"Ma le terze classi non erano da meno" continuò "pure le donne erano cocciute. Sai Radish...un giorno tua madre venne da me infuriata come non so cosa, e ha cominciato a dirmi su parole perchè Freezer aveva deciso di comprarti. Io l'ho pestata...Gli ho dato una bella lezione".
Il viso di Radish si contrasse "Non era affatto male...nemmeno a letto...in effetti era da tempo che non mi facevo una sayan".
Vegeta non poté fare a meno che guardare il compagno dai lunghi capelli: il viso gli si era trasformato in una maschera di ferocia che stava per scoppiare.
"Maledetto bastardo!!!" urlò il capellone  inferocito, lanciandosi verso il braccio destro di Freezer, che nel frattempo lo osservava con aria compiaciuta: era riuscito nel'intento di far arrabbiare uno dei scimmioni. Era la prima volta che Vegeta vedeva il compagno tanto furioso. Di solito, infatti, era un tipo riflessivo, che non si faceva tanti problemi. Piuttosto silenzioso, era il totale contrario di Nappa, che invece era sempre con la bocca aperta a parlare, e che gli bastava la minima scintilla per fargli perdere la ragione.
Radish si avventò verso Zarbon con un pugno in piena faccia. L'alieno verdastro fece di nuovo il suo sorriso malefico, ricambiando il colpo del sayan con un pugno dritto nello stomaco. Il ragazzo venne balzato indietro, ma non contento si rialzò. Questa volta  Nappa fu lesto nel fermare il compagno.
"Lasciami pelatone!" continuava a gridare Radish, ancora accecato dall'ira, mentre il colosso lo teneva fermo bloccandolo con le braccia.
"Vattene infame!" urlò improvvisamente il Principe. "Certo che me ne vado, non perderò parte del mio tempo prezioso con voi scimmioni..." replicò Zarbon, sparendo poi nel corridoio.
Il capellone continuava a dimenarsi fra le braccia del gigante sayan, continuando a gridare tutta la sua rabbia.
Si muoveva sempre più lentamente, fino a lasciarsi scivolare nel pavimento. Vegeta vide subito due piccoli ruscelli scendere lungo le guancie di Radish.
Il ragazzo si mise le mani in testa, iniziando a piangere silenziosamente sotto gli sguardi sorpresi dei compagni.
"Quel bastardo ha violentato mia madre...mia madre..." sussurrava con un fil di voce abbassando lo sguardo a terra.
Vegeta mantenne la sua solita espressione, anche se in fondo un po' di malessere e imbarazzo ce l'aveva pure lui. Nappa era evidentemente dispiaciuto per il ragazzo che continuava a singhiozzare con le mani in testa.
"Gliela farò pagare..." non finiva di dire. "Non puoi fare nulla contro di lui...lo sai benissimo..." replicò il gigante.
"Ha ragione. Nemmeno io potrei competere con Zarbon, tu proprio non ti devi azzardare ad avvicinarti. Sei stato fortunato...avrebbe potuto ucciderti, e non limitarsi ad un pugno" intervenne Vegeta. Radish non rispose. Lo sapeva fin troppo bene. D'un tratto di alzò e asciugandosi il viso si staccò dal gruppo sparendo dalla parte opposta da quella dove era andato Zarbon.


Evidentemente Radish era molto legato ai suoi familiari.
Vegeta invece non aveva mai costruito un rapporto vero e proprio con i suoi genitori.
Suo padre, il Re, il Re Vegeta, non si era mai preoccupato per suo figlio, anche se ne era molto orgoglioso.
Quando era nato, ebbe subito la speranza che quel principino, tanto potente già dalla nascita potesse essere il Leggendario Guerriero Super Sayan.
Desiderava infatti, che il figlio, prendendo il suo posto, avesse potuto divenire il padrone della galassia e non farsi più sottomettere da Freezer e famiglia.
Era stato il suo unico, grande desiderio. Già, quel figlio, che purtroppo aveva dovuto vendere allo stesso Freezer.
Vegeta era la sua speranza. Sperava almeno che in un futuro potesse davvero sconfiggere quel dannato capo, che non faceva altro che trattare i sayan come schiavi.
Schiavi di cui dopo si è sbarazzato. Vegeta aveva sempre rispettato e ammirato suo padre, bramava di potere diventare un Re grande quanto lui.
Fingeva che non gliene fregasse nulla di quello che  era stato di Re Vegeta, in fondo lo amava.
Lo amava e allo stesso tempo lo odiava per quello che aveva fatto.
Aveva ucciso sua madre. Rosicheena, la Regina dei sayan.
Sua madre era la donna più bella che avesse mai visto e di sicuro era anche la più forte fra tutte le donne sayan. Era severa, ma gli voleva molto bene. Faceva di tutto perchè lui avesse sempre tutto il meglio. Era anche molto protettiva, e temeva per suo figlio. Questo la aveva condannata a morte. Difatti si era opposta al marito dalla  scelta del re di consegnare Il Principino nelle mani di Freezer. Si era opposta con tutte le sue forze. Lei e Veldock avevano iniziato un violento litigio proprio a causa di questo. Un litigio finito in omicidio. L'uccisione della regina, davanti agli occhi di Vegeta.

Veldock si era trasformato in una furia. Dopo una violenza inaudita sulla moglie, se ne stava sopra di lei.
Guardava le sue mani, i guanti, dal colore candido della neve, erano diventati rossi, impregnati del sangue della sua compagna. Lui stesso era sconvolto di quello che era avvenuto in quella maledetta camera da letto. Ma non voleva pentirsene, era contro i suoi fondamenti sayan. Vegeta stava lì, dietro a quella porta, con gli occhi spalancati, senza la forza di distogliere lo sguardo da quell'orribile scena. Rosicheena giaceva nel suo stesso sangue, una pozza di sangue. I suoi occhi, un tempo di bellezza leggendaria, erano vuoti, senza vita. La sua splendida e forte madre era morta. Uccisa dal suo stesso marito. Nemmeno lei, la più forte di tutte le guerriere sayan, era riuscita a salvarsi dalla furia omicida del re. Era morta per suo figlio. Era morta per proteggerlo. Era morta per non consegnarlo a colui che lo voleva usare, solo per la sua strabiliante forza. Veldock si alzò e non si accorse della presenza del figlio. Uscì dalla stanza lasciando il corpo della donna sul pavimento. Quando il padre se ne andò, Vegeta ebbe la forza di avvicinarsi alla donna che lo aveva messo al mondo. Le  s'inginocchiò accanto, senza badare al sangue che penetrava nei suoi pantaloni. Osservava quei occhi così vuoti, così bui, e per la prima volta lasciò che il dolore ebbe il sopravvento. Lasciò cadere le lacrime lungo il volto, si lasciò abbandonare dalla disperazione. Era ancora un bambino in fondo. Teneva la mano di Rosicheena fra le sue. Poi le chiuse le palpebre. Sembrava che dormisse. Purtroppo però così non era. Continuò a piangere avvinghiandosi al petto di sua madre, quella sayan che lo amava più di tutti.
  
    
Ma Radish e Nappa, come sua madre e suo padre, ormai facevano parte del passato. Ora Vegeta aveva solo il desiderio di vendetta nei confronti di Kakaroth, il Traditore. La prossima volta lo avrebbe distrutto, insieme al suo dannato pianeta Terra. Ma prima doveva raggiungere Namecc, raccogliere le sette sfere per poi evocare il drago e chiedergli l'immortalità. Dopo essersi curato ovviamente.
Vegeta, ridotto malissimo, continuava, all'interno della sua navicella, ad odiare, a maledire quel Kakaroth tanto odiato. Non sapeva che cosa gli aspettava, quante avventure e quante sorprese.
Intanto però le sue ferite, profonde, continuavano a sanguinare.


Nota dell'autrice: Ciao a tutti. Spero che questa one-shot, la prima che pubblico in questo sito vi sia piaciuta. Tengo a precisare che la parte in cui Re Vegeta ha ucciso la moglie non è una mia idea, bensì mi sono attenuta alle voci che circolano per il web.
Grazie per aver letto^^

   
 
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