- Un
piano, un insegnante e un bacio.
- Ok.
Lo so… avevo detto che avrei postato una
volta a settimana, ma ho
appena finito il capitolo è volevo che voi
lo leggeste… ho anche pensato di
lasciarvi uno spoiler e sentire che ne pensavate… poi mi
sono detta che era una bastardata
ed allora ho evitato. In
questo capitolo ci sarà tanta Alice pazza. Forse ancora
più pazza di quanto
siete abituata a vederla di solito.
- Adesso
devo ringraziarvi. Voglio ringraziarvi perché già
255 visite per il
primo capitolo mi hanno lasciata così: O.O
- Nel
senso… 255. Sono tantissime. Sono veramente… Non
so parlare. :/
- Poi
ringrazio chi mi ha aggiunto nelle seguite
–spero che questo capitolo vi piaccia-, chi mi ha
aggiunto nelle ricordate –grazie davvero, pazza4ever - e
chi nelle preferite. Se le
seguite e le ricordate mi hanno lasciato
senza parole –lo so, non si direbbe ; )- le quattro preferite
mi hanno
totalmente spiazzato. Davvero. 4. Io sono.. Dio. Grazie, grazie mille.
Sarò che
io sono molto selettiva, sarà che non mi ritengo esattamente
brava a scrivere
–se volete saperlo l’anno scorso ho preso 6, 6 ad
italiano e solo perché non so
scrivere-, sarà che… ma sono rimasta veramente
bene, anzi benissimo.
- E poi
ringrazio: fabyp, vampirellawolf e Ary94 che
hanno recensito, grazie mille a tutte e tre. Mi serviva il parere di
qualcuno
che non fosse di parte. Grazie davvero. : )
- Il resto
lo scrivo in fondo perché ho ancora qualcosa da dire e se lo
dico
ora vi rovino la lettura. : )
- Mary.
-
- Secondo Capitolo
– Tra amore,
torte e un nuovo matrimonio ogni giorno.
- “Mi spieghi dov’ero io mentre accadeva tutto ciò?”
- Alice. Alice Brandon. Ecco chi doveva ringraziare Bella se Edward Cullen le aveva chiesto un appuntamento. Perché se Alice non l’avesse invitata alla sua casa al mare a Port Angeles, non si sarebbe mai registrata in casa sua e quindi Edward Cullen non la sarebbe mai venuta a prendere.
- Visto papà: sarò anche flippata, ma almeno mi sono rimediata un appuntamento con il mio insegnante di pianoforte. Ma questo non glielo avrebbe mai detto –a Charlie-, perché come minimo avrebbe prima ucciso Edward Cullen, magari dopo averlo castrato e poi l’avrebbe messa in punizione fino alla fine dei tempi.
- “Bella? Capisco che Edward Cullen ti ha chiesto un appuntamento, però potresti anche dare un po’ di attenzioni alla tua migliore amica, eh!” Povera Alice. Nessuno la capiva. Lei aveva quasi una fobia. Lei odiava non sapere le cose.
- “Sì, sì. Scusa Alice hai ragione tu. Come sempre.” Mai dare torto ad Alice Brandon, ti saresti ritrovata o ritrovato –le sue torture non guardavano in faccia nessuno- a doverle farle da facchino-barra-manichino per ogni capo che avrebbe voluto farti provare ed ovviamente comprare.
- “Bella. Non mi hai ancora spiegato bene come è andata, però.” Aveva messo su un dolcissimo broncio molto alla Gatto con gli Stivali. Ma Bella aveva imparato a resisterle –ormai gli unici che non le resistevano più erano suo fratello, Emmett e Jasper, il suo ragazzo. Beh veramente anche Charlie, ma questo non dovrei dirvelo: lui è sempre il rispettabile Capo della Polizia: solo grazie al broncio di Alice, Charlie si era convinto a lasciare la figlia dall’amica.-
- “Ma Alice, veramente io te l’ho raccontato già trecentosessantacinquemilioni di volte… Non…” Ma non era riuscita a finire la frase che subito Alice aveva iniziato a minacciarla:
- “Oh, sai Bella, hanno aperto un bellissimo negozio qui vicino. Vende solo Dolce & Gabbana e Calvin Klein. Volevo andarlo a vedere il prima possibile.” So che per voi, forse, non è possibile considerarla una minaccia ma per Bella… oh per Bella, quella era la minaccia più minacciosa che avesse mai sentito, beh fra le prime dieci, tutte ovviamente da parte di Alice.
- “Ok, ok. Ho capito. Ho capito. Allora dopo che gli ho dato il suo bacio… ero così imbarazzata. Lui non fa altro che farmi sentire in imbarazzo. Dio. Davvero. Non sapevo che fare. Ero non rossa, di più. Alice… mi ha chiesto un appuntamentooooooooooooo.” Stava saltellando per la camera dell’amica tutta felice e tutta rossa solo al pensiero di cosa era successo il giorno prima.
- “Capisci Alice? Mi ha chiesto un appuntamento! Edward Cullen. Il mio insegnante di pianoforte. Aspetta, ma è legale?” Ecco in quel momento le erano venute alla mente tutte le paranoie da figlia del Capo della Polizia.
- “Bella macchisenefrega. Scusa la legalità ti ha mai fermato dall’immaginarlo un appuntamento? No assolutamente no!”
- E qui va aperta una parentesi sul lato caratteriale di Alice. Lei era un avvocato. Cioè. No. Non lo era visto che non si era ancora diplomata, figurarsi laureata. Ma aveva nel carattere la vena dell’avvocato. O avvocata. Perché “è giusto che le donne abbiano il nome appropriato per ogni cosa senza copiarlo dagli uomini. Siamo donne emancipate, noi!”. Beh, questa è Alice Brandon.
- “Bene quindi adesso non pensare a tuo padre che castra Edward –perché so che lo stai pensando- e inizia l’opera.”
- Le ultime parole famose. Bella emise un gemito frustrato essendo perfettamente cosciente di cosa stesse andando incontro.
- Erano solo le dieci e le ragazze avevano appena finito di vestirsi. Una –Alice- era completamente eccitata all’idea di dover preparare l’amica per l’appuntamento con la A maiuscola, forse più di quando si stava preparando per il suo primo appuntamento con Jasper.
- L’altra –Bella, ma non credo ci sia bisogno di dirlo- era ancora stordita: i capelli da pettinare, lo spazzolino da poco infilato in bocca e poi:
- “Bella, sai che t.v.b., ma hai delle occhiaie da far schifo.” È bella l’amicizia eh?
- Ah. Dimenticavo: altra parentesi sulla strambezza di Alice Brandon. In quel periodo aveva deciso che parlare in essemmessesco –per dirla con le sue parole- fosse figo. Quindi appena poteva infilava qualche parola, non facendosi –nella metà dei casi- capire da chi l’ascoltava. Ormai Bella l’aveva imparato –il gergo di Alice- e le rispondeva come se parlasse normalmente.
- “Oh. Ma grazie Alice. Anch’io ti voglio bene. Spero finisca presto questa tua fotta di parlare in essemmessesco.”
- “Ah. Ah. Bella è in. Come fai a non capirlo? L’ho sempre detto: te, di moda, nn ci cpsc nnt.”
- Ok. Ok. Questa volta mi
rifiuto
anche di provare a capirla.
- “Alice… eh?” va bene volerle bene, va bene considerarla una sorella, ma quello non era capibile neanche da Bella.
- “Non ci capisci niente… non era ovvio?”
- “No, Alice, non lo era.” Quanto ti voglio bene Alice.
- Bella ed Alice erano amiche dall’asilo. Erano di quel tipo di amiche che nascono insieme e muoiono insieme. Di quelle amiche che avrebbero fatto di tutto per l’altra, che non si sarebbero mai mentite, se non per fare una sorpresa.
- Bella ed Alice si consideravano separate in culla. E così si comportavano: si contavano più facilmente le ore che non erano insieme che il contrario; pensavano alla stessa maniera: quello che pensava una arrivava all’altra e viceversa; si aiutavano in qualsiasi occasione e soprattutto si volevano un bene così grande che era incalcolabile.
- Non tutti hanno la
fortuna di
avere un’amica come Alice, o Bella.
- “Bene. Sai che prima non scherzavo: voglio andare davvero a vedere quel nuovo negozio qui vicino.”
- Quel nuovo negozio qui vicino si era, quasi subito, trasformato in centro pieno di bei negozi e poi, ancora, in centro commerciale. Ad un certo punto Alice –già piena di buste, bustine e bustarelle- aveva tentato di far diventare quel centro commerciale in Seattle, ma Bella non glielo aveva permesso.
- “No, via Alice siamo piene e credo di aver prosciugato il conto di Charlie di almeno due stipendi.”
- “Va bene Bella. Oh. Guarda c’è Jasper.” E da qui la narrazione si interrompe perché gli aggettivi che Alice rivolse quel giorno –come tutti gli altri- al suo ragazzo sono seriamente irripetibili.
- “Jasper? Jasper?” Quel poveretto, che non si accorse del folletto che lo chiamava, ebbe un brutto quarto d’ora, beh forse più di un quarto.
- “Alice, amore mio.” L’amore che legava quei due rendeva la gente invidiosa. C’era chi era invidioso di Jasper che aveva al fianco quella gnocca stratosferica, scatenando la gelosia del ragazzo; c’era chi era invidioso di Alice che stava con quel figo della Madonna, cercando la propria distruzione, visto che Alice era molto meno pacifica del suo fidanzato e saltava al collo di qualsiasi ragazza –era capitato anche con qualche ragazzo- che lanciasse uno sguardo di troppo a Jasper.
- La loro prima volta poi…
- Quel giorno a scuola
–precisamente all’ora di spagnolo- Alice aveva
scritto a Bella un messaggio su
carta. Dopo averla osservata scribacchiare con la sua scrittura svolazzante
qualcosa, aveva poggiato lo sguardo sul
foglio dove c’era scritto:
- “Jasper
mi ha chiesto di
sposarlo.”
- A quelle parole Bella
avrebbe
tanto voluto sputare quello che aveva in bocca –per fare
semplicemente un po’
di scena-, l’unico problema: non aveva –in bocca-
niente da sputare.
- Aveva allora ripreso il
foglietto e ci aveva scritto con tutta l’agitazione che aveva
in corpo:
- “Alice, so
che sei pazza. Ma non
sapevo che avessi contagiato anche Jasper… mi spieghi cosa
stai dicendo?”
- Bella non riusciva a
capacitarsi
della pazzia dell’amica: era successo che avesse qualche idea un po’ più
folle delle altre, ma non aveva mai detto
qualcosa di così folle.
- L’amica aveva
guardato alla
lavagna, aveva copiato su di un quaderno quello che c’era
scritto, si era
accertata di nuovo che il professore fosse intento a scrivere il verbo andare alla lavagna e, solo a quel punto, aveva
ripreso il foglio e ci aveva scritto:
- “No, cioè veramente non è andata esattamente così. Ieri, gli ho chiesto di farlo, ti ricordi te ne avevo parlato, e lui mi ha risposto: “ma io voglio farlo da sposato.” . Tu non puoi sapere come mi sono sentita. Mi sentivo respinta, mi sentivo brutta. Così ho iniziato a piangere. Eravamo nel giardino di casa Hale –con Rosalie che poteva benissimo vederci- ed io piangevo mentre Jasper tentava di calmarmi. Ero così triste. Pensavo volesse lasciarmi. Ad un certo punto si è chinato, ha preso un filo d’erba…”
- A
quel punto dovette girare il foglio, poi
ridiede uno sguardo distratto al professore e continuò:
- “…Ci ha fatto un nodo, creando un anello e si è inginocchiato davanti a me. Io ero tipo: O.O
- Ero emozionatissima. Sapevo cosa voleva fare, beh speravo volesse fare quello che pensavo.
- Cmq mi ha preso la mano e mi ha detto: “Alice Brandon vuoi concedermi l’immenso onore di diventare mia moglie?”
- Poi”
- E si era dovuta per
forza
fermare perché il professore l’aveva ripresa:
- “Signorina
Brandon mi vuole dire
cosa sta scrivendo?”
- Bella sapeva che
l’amica non
faceva niente a caso: quella volta -molto furbescamente- aveva scritto
gli
appunti del professore per evitare di essere sgamata:
- “Gli appunti
prof?”
- Il professore si era
avvicinato
per controllare, aveva visto il quaderno della Signorina
Brandon perfettamente in pari e se ne era
andato
amareggiato.
- A quel punto Bella le
aveva
mimato un “continuiamo dopo” che aveva chiuso la
conversazione.
- Quel dopo
c’era stato. Durante
l’ora di mensa.
- Mentre Bella si stava
divertendo
a distruggere una mela, Alice le aveva raccontato dei piani tutta
eccitata
perché: “questo pomeriggio mi sposo!”.
- Era seduta su Jasper
che, con un
sorriso ebete in volto, guardava la
sua fidanzata –a tutti gli effetti- mentre esponeva ogni
dettaglio di quel
matrimonio.
- “Allora
sarà una cerimonia per
pochi intimi: io e Jasper –per ovvi motivi- poi tu
–che sei la mia testimone-
ed il testimone di Jasper –che non mi vuole dire chi
è.”
- “Alice io davvero grazie. È bello sapere che sarò presente alle tue prime nozze.” Si sta comportando come se fossero vere, però glielo lascio fare: è felice e a me va bene così. Ed, evidentemente, va bene così anche a Jasper.
- Bella li guardava ed
–anche se
si sentiva in colpa- era gelosa del loro amore. Erano così
affiatati, così
innamorati. Si cercavano senza volerlo.
- “Comunque
saremo in camera di Jasper,
così appena voi –tu ed il testimone di Jazz- ve ne
andrete, noi saremo liberi
di farequellocheciva.”
- A quel punto fu
impossibile per
Bella non ridere: Alice era troppo esilarante. Anche Jazz
rilasciò un risolino
felice che lo fece trucidare
dall’occhiata più assassina che Alice avesse mai
tirato a qualcuno.
- “Alice non
c’è bisogno di dirlo
con tanta segretezza, non siamo mica due spie in azione,
perché tu non sei una
spia del Presidente vero Alice?”
- In quel momento si
erano
guardati così dolcemente che Bella aveva dovuto distogliere
lo sguardo. Era un
momento così intimo. Chiunque li avesse guardati avrebbe
distolto lo sguardo.
Tutti tranne Emmett. Il fratello di Alice era molto protettivo nei suoi confronti: si sarebbe alzato
dal suo tavolo,
avrebbe tirato un pugno assestato a Jasper e avrebbe portato via Alice.
E
questo per uno sguardo. Menomale che aveva undici anni più di Jasper, e non andava al liceo da un po’.
- Non vorrei fare la rompipalle ma…
- “Mhmh..”
Bella si era dovuta
schiarire la gola più volte per far ‘si che si
separassero.
- “Bene. Allora
ovviamente prima
del matrimonio –quindi subito dopo scuola- ci sarà
l’addio al nubilato. Saremo
te ed io a casa mia a prepararciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii” Aveva
iniziato ad
applaudire come una bambina, sempre più eccitata
all’idea di sposarsi, all’idea
di cosa ci sarebbe stato dopo.
- Dopo due ore di
preparazione
nella quale Alice aveva preteso di “distruggere ogni radice
di pelo superfluo
ovunque si trovi.” in quel momento Bella aveva avuto paura
dell’amica, paura
che si era trasformata in terrore quando aveva sentito la fine della
frase: “e
questo verrà fatto anche sul tuo
corpo.”
- In quel momento una
risata diabolica era nata dalla
gola di Alice. No, questo
non è vero, il vostro narratore si diverte ad ingigantire i
fatti.
- Comunque dopo quelle
due ore si
erano ritrovate a casa Hale, in camera di Jasper mentre Alice
sparpagliava
petali di rose di ogni colore presente sulla Terra in giro per la
stanza e nel
frattempo cantava la marcia nuziale.
- Bella aveva, da poco,
iniziato
ad aiutare Alice con i petali –“che sembrano non
finire mai.” quando avevano
sentito delle voci: una era sicuramente di Jasper, e
l’altra…
- Bella non può essere lui. Lo sai. È impossibile che Jasper abbia chiesto a lui di fargli da testimone.
- Anche la sua coscienza
parlava
del matrimonio come se fosse una cosa vera.
- Lo so che è impossibile ma sarebbe bello sper…
- Si era fermata. E
mentre
continuava a pensare che fosse schizofrenica –perché
“non è normale parlare con la propria
coscienza.”- li aveva
visti entrare.
- Cioè, lo
aveva visto entrare: gli occhi di un verde
splendente, i capelli che sembravano così morbidi, le spalle larghe che si intravedevano da
sotto la maglietta e
poi –l’aveva lasciato per ultimo apposta,
perché sapeva che non sarebbe
riuscita a vedere nient’altro, poi- il suo sorriso. Il
sorriso sghembo che
tanto amava.
- Era Edward Cullen, e
lei era
innamorata di lui.
- ***
- Questo
capitolo è uscito così. Non è neanche
completo perché il flash back
andava per le lunghe ed io i
capitoli lunghi non li so gestire. Mi dispiace. Ma
c’è Edward. Per tre frasi
c’è Edward che sarà molto
più presente nel prossimo che sarà ancora un
pezzo di flash back e poi Bella che
aspetta
l’appuntamento. Forse ci sarà anche
l’appuntamento, dipende da quanto lungo mi
viene il resto. Lo so… blocco sul più bello
sempre, ma non lo faccio apposta…
da noia anche a me.
- Bene.
Ringrazio tutti. Siete degli angeli davvero.
- Per il
capitolo penso che lo posterò fra due tre giorni.
Finché sono in
vacanza posso fare quello che mi va. Poi dopo no. Sapete inizio il
liceo e devo
studiare. Quindi credo che posterò una volta alla settimana
come avevo detto.
Se però volete che inizi già da ora a postare
così, ditemelo, non c’è problema.
- Poi
recensite? Sapete mi farebbe tanto piacere sapere quello che pensate,
qualsiasi cosa. *Occhi da Gatto con gli Stivali*
- Ah.
Quasi dimenticavo –modo di dire, tengo particolarmente a
spiegare
questa parte- il
matrimonio di Alice a
Jasper. Allora l’idea non è tutta farina del mio
sacco: i genitori di una mia
amica si sono conosciuti quando una aveva 14 anni e l’altro
17 ed ogni giorno
si sposavano con degl’anellini, su di una panchina, non
servivano loro neanche
i testimoni. Era una cosa
così dolce
che l’ho voluta mettere. Non la trovate dolcissima anche voi?
Quando questa mia
amica me l’ha raccontato io ero così *-*
- Poi, il
prossimo capitolo in realtà sarà la seconda parte
di questo..
quindi “tra amore, dolci e un matrimonio ogni
giorno” ci sarà tutto. Perché in
questo manca il dolce giusto?
- Credo di
aver finito.
- *E
menomale, ste poverine non leggeranno mai la tua nota chilometrica.
Chiedi scusa!* vi ricordavate di The Revenge, vero? ; )
- Quindi,
prima che mi uccida vi chiedo scusa per la nota, che è
veramente chilometrica,
e me ne vado.
- Penso
che dovrò creare la mia pagina autore, voi che dite?
- Mary.