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Autore: AkaneAsaMidori    23/08/2011    4 recensioni
- Sarai la mia principessa per sempre, vero Annabelle?
- Per sempre, Jeremy-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Anna/Jeremy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Vai sempre dritto, non fermarti, non parlare con gli estranei e torna a casa in fretta, intesi?-
- Okay mamma-
Il piccolo bimbetto bruno sbuffò con aria leggermente scocciata e si diresse verso la porta pronto ad uscire. Era la prima volta che la mamma lo lasciava andare a scuola da solo, e questo significava che ormai era diventato grande.
Sorridendo si infilò il cappottino blu comprato appositamente per l'occasione e, aggiustata la cartella sulle spalle, saltellò allegramente nel vialetto che dava sulla strada principale di Mystic Falls.
Mentre camminava  o meglio, mentre trotterellava sul marciapiede, non faceva altro che pensare a come tutti i suoi compagni sarebbero stati invidiosi vedendolo arrivare a lezione da solo.
Ne era entusiasta. 
Di certo avrebbe guadagnato popolarità e tutti i bambini avrebbero fatto a gara per scambiare le figurine con lui.
..."Vai sempre dritto, non fermarti..."
Le parole dellla mamma risuonarono nella sue orecche più forti e chiare che mai quando passò davanti alla vetrina di Mrs Kibbles, il più grande e fornito negozio di dolci dell'intera città.
Il profumo di cioccolata calda mischiato a caramello e ad una dolce aroma di cannella era semplicemente irresistibile per un bambino di appena sette anni. 
Per non parlare dei lecca-lecca dai mille colori vivaci che riempivano la vetrina assieme a deliziose ciambelline ricoperte di glassa rosa, azzurra e verde e a fiori fatti interamente di marshmallow.
La pancia del piccolo emise un brontolio e i suoi occhioni marroni fino a quel momento sgranati e sognanti si rattristarono.
La mamma non gli aveva dato soldi e per di più, come spuntino aveva una misera e acida mela verde.
Solo e sconsolato si andò a sedere su una panchina lì vicino senza staccare gli occhi da tutte quelle delizie.
-Ti sei perso piccolino?-
Una voce femminile lo riportò alla realtà facendolo sobbalzare.
Era una ragazza, una di quelle che vedeva sempre nei film da femmina di Elena.
Una sconosciuta.
..."Non parlare con gli estranei..."
Di nuovo la voce della mamma fece capolinea nella sua testa.
Scosse leggermente il capo in risposta alla domanda della strana ragazza che lo stava fissando.
-Come mai sei solo?-
Insisteva, ma non sembrava pericolosa. Anzi, la sua voce era dolce e tranquilla e in qualche modo gli ricordava tanto sua madre.
- Io..sto andando a scuola-
Balbettò leggermente con il suo solito tono infantile.
- da solo-
Aggiunse con voce più sicura e quasi orgogliosa prima che lei potesse ribattere.
- Oh, quindi sei grande-
Sorrise dolcemente andandosi a sedere vicino al piccolo scolaro dalla cartella gigante e colorata.
All'improvviso un enorme sorrisone si fece strada sul volto del bambino.
 Nessuno glielo aveva mai detto.
Tutti lo chiamavano "piccolo", "tesoro", "nano", "mostriciattolo" o "rompiscatole", ma nessuno lo aveva chiamato così fino ad ora.
- Si, anche se la mamma dice che non è vero.- Disse il bimbetto arricciando per un attimo le labbra. - Anche tu lo sei?-
La ragazza accennò una risata e annuì. - Si, molto grande.- 
- Ma non sei vecchia, vero?-
Le ditina del bambino smisero finalmente di torturare lo zaino e si posarono sul bordo della grande panchina in legno verde.
Continuando a ridere la ragazza scompigliò i capelli, già arruffati al bimbo. - No, non credo di essere vecchia e poi, sai che non si chiede l'età ad una signora?-
- Ma le signore sono vecchie, tu hai detto che non lo sei perciò posso, no?-
Il piccolo iniziò a dondolare le gambe ancora troppo corte per toccare terra dalla panchina mentre i suoi occhi da cucciolo scrutavano con attenzione quella che per lui era una nuova creatura.
Non aveva mai visto capelli così lunghi. Tutte le sue compagne li legavano in trecce, code e codini vari per evitare di prendere i pidocchi. E in più loro erano antipatiche.
Lei era diversa. 
Era bianca come il latte che beveva la mattina e i suoi occhi erano come due mandorle ricoperte di cioccolato amaro. 
Continuava e sorridere e grazie a questo aveva notato i suoi denti perfetti che gli ricordavano tanti cubetti di zucchero.
- Sei strana-
Disse tutto d'un tratto il bambino.
- Strana in che senso?- chiese lei.
 -Perchè sei così bianca e fredda? Sei per caso fatta di zucchero? Ti posso assaggiare?-
La ragazza scoppiò in una fragorosa risata che in poco tempo contagiò anche il bambino.
- No, ma sono sicura di essere diversa da ogni persona che conosci-
Osservandola meglio il bimbo notò una strana somiglianza con un'immagine che aveva visto tante volte nei quaderni segreti di sua sorella Elena e subito i suoi occhi si illuminarono.
- Io so cosa sei! -
I due si scambiarono un'occhiata sorpresa.
- Tu sei una principessa!-
Questa volta si trovarono a sorridersi a vicenda. 
Un sorriso sincero e raro da trovare sul volto di qualcuno.
- Diciamo di si, una specie.-
Dopo qualche secondo di silenzio la voce squillante del bimbo risuonò nell'aria gelida del mattino.
- Vuoi essere la mia principessa?-
Ne sarei onorata-  Rispose lei inclinando leggermente il capo per guardare meglio il faccino del suo piccolo principe.
- Allora...mi accompagni a scuola?-
Chiese ingenuamente il bambino prendendole la mano e alzandosi dalla panchina.
- Certo -
La ragazza strinse la manina calda che ora si trovava nella sua ,fredda e pallida e insieme si incamminarono verso la scuola.
- Un'altra cosa-  disse il bambino. - Come ti chiami?-
- Annabelle. -
- Sarai la mia principessa per sempre, vero Annabelle?
- Per sempre, Jeremy -
Arrivare a scuola da solo avrebbe scatenato l'invidia di tutti i suoi compagni, ma arrivare con una principessa sarebbe stato molto meglio. E poi, non con una principessa qualcunque. 
Con la SUA principessa.
  
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