Fanfic su artisti musicali > Malice Mizer
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Autore: Distress_And_Coma    23/08/2011    3 recensioni
E se un giorno Mana trovasse una bambina piangente in un cesto di vimini? Che ne sarà di questa bambina?? Leggete e commentate. In questa ff ci sarà un Mana diverso dalla persona fredda e distaccata che tutti conosciamo, sarà...umano.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gackt e Mana si continuavano diligentemente ad occupare di Joy.
Dopo aver scoperto che reagiva alla musica, decisero di suonare due ore al giorno tutti i giorni per abituarla, giusto quelle due ore in cui lei non dormiva, magari mentre Mana le dava da mangiare, o dopo aver fatto il ruttino.
E se Gackt si stancava, il che, per volere di tutti i Kami, accadeva spesso, c'erano quella farfalla, quel conte vampiro (perchè, sia chiaro, di conte vampiro ce n'era solo e solo uno, ed era di proprietà dei Malice Mizer) e quel Pierrot.
Solo due volte capitò che, per puro caso, la bimba, che era stesa sul fasciatoio, pisciò in faccia al Pierrot che le stava cambiando il pannolino, scatenando le risate incontrollate di tutti.
Per il resto Joy divenne una splendida creatura, era La Figlia del Sole e della Luna.
Quando aveva sei anni, come da legge in Giappone e nel resto del mondo tranne che in Italia, i Malice Mizer iniziarono ad impartirle lezioni tra le mura domestiche.  
 Tra i tre e i sei anni, come da legge, non studiava ancora, l'unica cosa che in quei tre anni imparò erano i Katakana, gli Hiragana e i piccoli Furigana.
Dai sei anni riceveva lezioni di giapponese, matematica (solo le quattro operazioni con il metodo di Kanon), musica (contrappunto e armonia per comporre, ed esecuzione di brani classici. Adorava il Canone di Pachelbel e "An die Freude"), storia dell' arte e immagine, economia domestica ed educazione civica.

"Noi ti adoriamo, piccola Joy." disse Mana, rapito dalla perfezione del Canone eseguito da quelle piccole mani.
"Grazie, Mamma." fu la sua pronta risposta.
"Ma di nulla. Sei una creatura meravigliosa." disse Mana con un sorriso.
"Ho finito di suonare, Mamma. Vorrei andare a cavalcare con Papà e tutti gli altri. Posso, Mamma?" chiese speranzosa.
Mana si premurò di richiamare Koji e Kami, ma Gackt e Yuki erano usciti.
Quindi li chiamò sul cellulare.
"Joy vorrebbe cavalcare, potreste tornare per favore?"
E Gackt rispose di si, tempo cinque minuti, ed era tornato. Nello zaino suo, come in quello di Yuki, c'erano erbe officinali.
Eh, si...Mana non si fidava molto delle farmacie.
Cioè, se ne fidava, ma se c'erano situazioni tipo una piccola ferita, un'escoriazione, o una scottatura o una slogatura o dell'ansia, allora i Malice Mizer si curavano con le erbe officinali.
Gackt mostrò a Joy i vari tipi di erba officinale, e le sistemò ad essiccare sul tavolo.
Poi tutti quanti scesero nelle scuderie di quella villa, per fare uscire i cavalli. Per salire Joy si fece aiutare da Yuki, che le fece montare un cavallo bianco con una imbraccatura d'oro e gioielli d'argento incastonati nella sella.
Il cavallo di Gackt era nero, con una imbraccatura d'oro e rubini rossi, quello di Mana bianco con imbraccature blu, l'esemplare di Yuki era marrone con imbraccature dorate, quello di Kami le aveva rosa e quello di Koji rosse.
Cavalcarono a lungo, solo per la gioia della piccola Joy, fino a che giunsero ad una radura con un lago.

Era tutto lontano dalla città, così splendente di sole e incontaminato dal potere dell'uomo, Joy amava quel posto.

Lasciarono tutti e sei i cavalli a riposare all'ombra e si avviarono fino al luogo in cui i Malice Mizer raccoglievano le erbe.
La bambina era curiosa e voleva conoscerle.
E loro, gliele fecero conoscere.
Fino a che a sera, stanchi, tornarono a casa.
Eppure Mana appariva preoccupato.
"Ma cos'hai, amore? Ti vedo preoccupato." disse Gackt.
"Hm...Si. Puoi...Puoi venire di la un secondo?" e Mana indicò il corridoio.
Joy non capiva, era seduta tra le braccia di Koji, ma si era inquietata molto.
"Koji è per caso successo qualcosa? Ho mancato di rispetto alla Mamma?" chiese innocentemente.
"No, piccola. Che io sappia non è affatto colpa tua." rispose Koji, calmandola almeno temporaneamente.
Mana chiuse la porta della sala da pranzo, cosicchè Joy non potesse vedere.
Poi si buttò piangente tra le braccia di Gackt, il quale si era spaventato molto.
"Ma Mana, cosa c'è? Cosa hai?"
"Ecco, Ga-Gackt, amo-amore...Joy n-non...Non è nostra figlia, lo sai. Ma sai, mi sono chiesto come l'avrebbe presa se l'avesse saputo. E' così buona e calma, ho paura di ferirla se glielo dico..."
"Hm...lo so. Ma farla aspettare, soprattutto davanti a quella che può essere una verità dolorosa, non è bello. Potrebbe seriamente restarne danneggiata per tutto il resto della vita."
"Ma-Ma i-io n-non v-voglio che...che alla mia piccola succeda del male...Oh...Oh Gackt amo-amore, aiutami, per-favore..."
"Se vuoi toglierti ogni dubbio, Mana, devi farlo. L'unico modo per sapere come la prenderà è dirglielo. So che può essere molto brutto, ma è l'unico modo."
"Ed è anche giusto nei suoi confronti. Lo so, ma ora non riesco a dirglielo. Forse ci riuscirò domani, ma ti prego stammi vicino."
"Ma certo, Mana. Amore mio io ti sarò sempre vicino, soprattutto ora. Lei si fida molto di noi, e quindi può reagire prendendo la situazione a male o a bene.
Nella seconda possibilità non ci sarebbero problemi, ma nella prima possibilità...Beh, potenzialmente potrebbe essere un disastro."
"Ecco, vedi!! Ti ci metti anche tu adesso!! Beh, però in fondo, hai ragione.
Ora andiamo a letto, non-non me la sento di salutarla questa notte, anche se è ingiusto." concluse Mana.

Mana si lasciò aiutare ad alzarsi, si erano seduti, lui e Gackt, sul divanetto persiano bianco. E Mana quella notte, dormì un sonno molto inquieto.
Pensava e ripensava a come avrebbe potuto dirglielo, e così decise insieme a Gackt che domani l'avrebbero portata allo studio di registrazione per mostrarle quale lavoro facevano "Mamma e Papà".

Infine Joy venne messa a letto da Kami, ma si ritrovò a pensare se mai in quegli anni avesse fatto qualcosa che avesse fatto male, offeso o ferito Mana oppure Kami o uno degli altri Malice Mizer.

Ci pensò
e ci pensò
e ci pensò,
e non arrivò a niente.

E così si addormentò.


Dormiva inquieta, finchè quella mattina, verso le quattro, si svegliò con un urlo.
"Aaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhrrrrrrrrrggggggggg!!!!!!!!!!!!!" era aggiacciante, terribile.
Appena si accorse di essere nel letto, saltò giù, e si recò nella camera di Kami.
E Kami si era svegliato in seguito proprio all'urlo di Joy. Se la trovò davanti, pallida, con occhi grandi così.
Era terrorizzata, quando Kami la strinse, lei sussultò.
Nel frattempo Mana e Gackt, spaventati, così come Yuki e Koji, giunsero nella camera di Kami.
"Zi-Zi-ziio-K-Kami...V-v-voi s-state bene?? Ho sognato che morivateeeee!!! E' stato terribileeeee!!!"
"Certo Joy, certo piccola, che sto bene....Shht-Shht...Su, è stato solo un terribile incubo...Calmati ora..." disse Kami.
"Ok...ok...ok. Or-ra c-ci provo..."
Joy si premurò di spiegare che la sera prima, quando aveva sentito Mana piangere, si inquietò molto, sebbene Koji avesse cercato di calmarla.
Sebbene Mana la consolasse in ogni modo, che lei col pianto di Mana non c'entrava nulla, però, lei non si calmava.
E così dopo ore ed ore di tentativi, sebbene Kami cercasse di calmarla in ogni modo, non si calmò.
Riuscì a calmarsi solo quando sentì che tutti loro la stringevano, la coccolavano, le dicevano che Kami era vivo e stava bene.
E Kami le mostrò che respirava.
Quindi, solo allora, lei si calmò.
Finalmente.
Così potè tornare a dormire, tra le braccia di Kami, dello zio Kami...
Quando il giorno dopo si svegliò, era tra le braccia di Kami, la stava cullando.
"Hmm...Buon giorno Zio. Giorno Mamma e Papà." disse stiracchiandosi.
"Buon giorno, amore." dissero Mana e Gackt in coro, con voce tenera.
"Mami posso vedere come fate il vostro lavoro? Mi piace tanto...E sembra che voi non facciate fatica..."
"Ma certo che puoi, amore mio. Ti volevamo portare con noi..."
E così andarono tutti in macchina, che in realtà era una Limousine.
Appena si sedette in macchina, chiese una cosa che li lasciò spiazzati: "Ma scusate, gli strumenti non li caricate?? Caricate me e non gli strumenti??"
Porca, era sveglia, e se era sveglia!!
Yuki rispose: "Sai nipotina, abbiamo tante copie dei nostri strumenti, il basso che ho in casa non è l'unico che ho. E questo vale per tutti noi. Abbiamo gli altri strumenti già nella sala di registrazione. E' dall'altro lato della città."
Dieci minuti dopo, scesero. E Joy restò stupita davanti alla sala di registrazione. Era grande, c'era una sala di controllo con il computer più grande che avesse mai visto.
E poi, c'era quella vetrata, era enorme, per lei che era bassina, in vetro, cristallo e carbonio, le spiegò Kami, in risposta ad una domanda silenziosa.
Dall'altro lato della vetrata, c'era una grande stanza, coperta di quello che sembrava...Velluto? Si, era più o meno sicura che fosse velluto blu.
Mana accese quel computer enorme, e Gackt la posizionò su una sedia, dicendole di stare tranquilla e seduta lì, fino a che non sarebbero usciti dalla "stanza di cristallo".
E loro iniziarono una canzone.
Lei la conosceva, quella canzone.
Era Madrigal. Un Madirgale, che non era un inno alla Madre, ma un canto per un piccolo coro, da tre a sei voci.
L'aveva già sentita suonata al pianoforte, da suo padre.
Alla fine della canzone, la bambina applaudì molto forte, con una faccia sbalordita molto in positivo.
Quando i Malice Mizer uscirono dalla stanza blu, rimasero sulla porta, e le fecero cenno di avvicinarsi.
Mana se la sollevò in braccio, oltre alla sua dolce Jeune Fille. La fece toccare alla bambina, che era felicissima.
Poi, addirittura, la fece entrare nella stanza blu oltre il vetro.
Ebbe il privilegio di stare seduta in mezzo a Mana e Gackt e ai suoi zietti, mentre registravano un nuovo singolo.
Una nuova versione di "Ma Chèrie".
Solo dopo cinque minuti, che a lei parvero una eternità intera, uscirono tutti quanti dalla stanza oltre il cristallo, come Joy soprannominò la sala di registrazione.

E finalmente Mana parlò: "Hm...Amore, vieni qui."
E così Gackt si avvicinò e gli strinse la mano.
E poi parlò, di nuovo: "Ascoltami bene piccola, c'è una cosa che devo dirti. Io ti...Ti ho trovata piangente sotto al Goshinboku quando eri ancora molto piccola, avevi appena un mese. Così ho deciso di prendermi io personalmente cura di te. Eri così piccola e indifesa...Perdonami, per favore perdonami..."

Stava piangendo, ancora stava piangendo.
E Joy capiva. Capiva ogni parola, per quanto fosse una debole bambina di sei anni, che non riusciva più a pensare a niente.
Aveva una tale confusione in testa.

E Mana la guardava. La guardava con occhi enormi, perchè voleva sapere come l'aveva presa, piccola come era.
I suoi lunghi capelli neri e liscissimi oscillavano, come mossi dal vento, solo che di vento, lì, non ce n'era neanche un po'.

"Hm. Non mi importa se voi siete i miei veri genitori o no, anzi, non mi importa neanche di cercare i miei veri genitori.
Perchè se hanno abbandonato una bimba di appena un mese, voleva dire che non avevano i soldi o l'amore necessario per prendersi cura di me.
Invece, io, in voi, Mana, e in voi Malice Mizer, ho trovato un amore sconfinato.
Possiamo restare uniti per sempre?" chiese lei.
Mana rispose: "Tu sai che la felicità di una persona non si compra con i soldi, così come la vita. Se ti avessi abbandonata sotto quell'albero, dopo la pioggia, me ne sarei pentito per sempre...Certo che puoi, piccola Joy, certo.
Certo.
Per sempre."

E così i Malice Mizer, con la loro figlia, giunsero verso nuovi, sconfinati giorni...

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Riguardo il "nel resto del mondo tranne che in Italia" vorrei precisare questo: in tutto il mondo, i bambini prima di entrare alle scuole primarie, devono essere in grado di fare cose come allacciarsi le scarpe, correre ad una certa velocità.
Per minimo un anno, massimo tre, allo scopo di sapere se il bambino è più lento, se è dislessico, si frequenta l'asilo. Il compito della maestra è insegnare al bambino come tenere i bicchieri a tavola, come mangiare e come stare seduti composti, analizzare la sua vista ("metti la pallina verde nella scatola verde e quella rossa nella scatola rossa") ed informare i genitori se qualcosa nel bambino è anomalo.
In tutto il mondo l'età in cui si entra alla scuola primaria è fissata a sei anni, che devono essere già compiuti.
Così se il bambino nasce tra settembre e dicembre, entrerà a scuola un anno dopo, quando avrà compiuto sei anni, e non prima come accade in Italia. Io sono nata in dicembre, ma sono entrata alla scuola primaria a settembre, a cinque anni e nove mesi. Avevo un sacco di problemi di coordinazione, velocità, ero più lenta, quindi mi veniva dato della stupida, e non parliamo della matematica.
Perchè in Italia non esiste questa legge sull'età?
Se qualcuno mi sa rispondere, gliene sarò grata.

Riguardo la nuva versione di Ma chèrie, non esiste, l'ho solo messa nel contesto perchè mi sembrava adatta.
  
  
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