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Autore: _roxanneme    23/08/2011    6 recensioni
Harry si ricordò il suo breve e intenso scontro con Voldemort, dopo che Neville aveva distrutto anche l’ultimo Horcrux. La definitiva vittoria del bene contro il male. Ma si poteva chiamare vittoria, in fondo, se le perdite erano state devastanti per tutti, tali da ridurlo così, a rimuginare sul divano pensando al passato?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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LA FINE DELL'INIZIO


Disclaimer: 'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.
 

La pioggia batteva forte sulle finestre della Tana, e nella stanza dei gemelli un ragazzo la guardava cadere, sdraiato sul divano e senza riuscire a dormire. Quel ragazzo non era George: lui aveva deciso di vivere nell’appartamento sopra il negozio di scherzi che aveva avviato insieme a Fred, e si dedicava anima e corpo nella gestione dei Tiri Vispi in ricordo dell’amato fratello. Fred era solito dire: “Il nostro negozio rimarrà aperto anche in tempo di guerra, sarà allora che la gente avrà bisogno di divertimento”. E nel dopoguerra c’era altrettanto bisogno di gioia e di speranza, di bambini che strillavano per una Puffola Pigmea e di maghi in fila per provare i Trucchi Magici Babbani.
Il lavoro aiutava George a non pensare ad altro, a distrarsi dal pensiero dei funerali dei giorni precedenti: Fred, Lupin, Tonks, Colin Canon: ormai aveva perso il conto di tutte le persone che non avrebbe più rivisto, sperando ancora di vederle sbucare da dietro uno scaffale di Detonotori Abbindolanti.
Il ragazzo sdraiato sul divano, invece, non poteva fare a meno di pensarci: la cicatrice non gli bruciava più, ma si sentiva la testa spaccata in due esattamente come quando la cicatrice gli permetteva di vedere nella testa di Voldemort, sentendo i suoi attacchi di rabbia e la sua felicità maligna.
In quel mese alla Tana il sue elfo domestico Kreacher gli era stato di grande aiuto: nonostante lo avesse liberato lui lo aveva seguito per preparargli i pasti e essergli di compagnia, dimostrando la fedeltà di cui Ron era scettico e Hemione certa.
Il pomeriggio precedente la signora Weasley era partita con il marito e con Ginny per andare in Albania a trovare Charlie. Bill e Fleur, ormai al primo mese di gravidanza, vivevano insieme a Villa Conchiglia. Percy era tornato nel suo appartamento londinese e Ron, pur vivendo alla Tana, passava le sue giornata ai Tiri Vispi aiutando il fratello. Hermione invece era andata in Australia per rimuovere l’Incantesimo di Memoria dalla mente dei suoi genitori, e Harry aveva ricevuto un suo gufo la sera precedente, nella quale era incredibilmente eccitata, felicissima per l’imminente viaggio nelle capitali europee che avrebbe fatto con i genitori.
Harry in altre circostanze si sarebbe sentito abbandonato, ma lui stesso aveva voglia di pace e tranquillità, e la discreta compagnia di Kreacher gli bastava; ognuno doveva ricominciare la propria vita da dove l’aveva interrotta, superando lutti e inevitabili difficoltà. La sua estate poteva benissimo passare tutta così, fra il divano e la scrivania e il bagno, senza neanche il bisogno di andare in cucina, grazie a Kreacher.
Girando pigramente le pagine di “Storia di Hogwarts”, un regalo di Hermione ad uso soporifero, pensava a quanto gli sarebbe piaciuto rivivere quei momenti passati alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, come sotto l’effetto di una Giratempo.
“Nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è vietato Materializzarsi e Smaterializzarsi entro i confini della scuola stessa, regola il cui rispetto è garantito da una dozzina di incantesimi magici.” Quante volte Hermione lo aveva ripetuto, come un mantra?
Si voltò verso la finestra. Le goccioline picchiettavano sul vetro e vi formavano i contorni di figure note: Ron, Hermione, Ginny, Neville, Luna, Edvige, Lupin, Fred…i Dissennatori! Sobbalzò, ma era tutto uno scherzo della sua immaginazione. La morte di Lupin, però, non era uno scherzo: l’uomo che gli aveva insegnato a sconfiggere i Dissennatori non gli avrebbe più sorriso, non si sarebbe più complimentato con lui per l’abilità dimostrata nell’evocare un Patronus e nel combattere le Arti Oscure. Sarebbe voluto diventare un Auror, ma con quale convinzione? Appena non era riuscito a mettersi in contatto con Sirius era andato nel panico e aveva trascinato mezzo mondo al Ministero per salvarlo, e invece era stato Sirius a venire lì per cercare di salvarlo . Ed era morto combattendo, per salvarlo.
Aveva sconfitto Voldemort, ma non ce l’avrebbe mai fatta se Hermione e Ron non avessero distrutto la coppa di Tassorosso con le zanne di basilisco, e se Neville non avesse ucciso Nagini con la spada di Grifondoro. E per sorvegliare i passaggi segreti anche Fred era morto. E chi non era morto, lo aveva rischiato, e tutto solo per coprirlo, per salvarlo da Voldemort il tempo che gli serviva.
La verità era che gli altri lo aiutavano sempre, da solo non sarebbe sopravvissuto neanche fino all’inizio del quarto anno. Era come aveva detto Piton, una volta: “coraggioso solo per merito di amici più brillanti di lui”. Aveva ragione.
Cercò di concentrare almeno metà della sua mente sul libro: in quella nuova edizione aggiornata veniva accennata l’esistenza della Camera dei Segreti. Corse con il pensiero al secondo anno nella scuola: il diario di Tom Riddle, Ginny che veniva posseduta da Voldemort, Hermine pietrificata…gli appariva tutto così lontano, ora. In quell’occasione nessuno era morto, ma a cosa era servito che Colin Canon fosse sopravvissuto allo sguardo del Basilisco, salvato dalla sua adorata fotocamera, se poi era dovuto morire durante la Battaglia di Hogwarts? Che cosa cambiava, a vivere qualche anno in più?
“Basta che Colin non incontri Ginny, altrimenti mettono su un fan-club di Harry Potter!”. Ron ci scherzava, ma a lui dava fastidio l’adorazione di Colin nei suoi confronti, lui non era diverso dagli altri, o almeno cercava di non esserlo. Spesso però veniva coinvolto in cose più grandi di lui: il Torneo Tremaghi, ad esempio. Quello era stato l’anno del suo primo, vero litigio con Ron. Senza pensarci, gli salì alle labbra un sorriso: Fred e George con una Pozione Invecchiante avevano provato a superare la Linea dell’Età, e…che belle barbe gli erano spuntate!
“Altri hanno provato a superare la Linea dell’Età senza averne il diritto, ma devo dire che le loro barbe non sono neanche lontanamente belle come le vostre!”. Silente…lui riusciva a scherzare sopra su tutto, e nello stesso tempo a restare sempre serio. Aveva avuto una “fase turbolente” durante l’adolescenza, ma poi il resto della sua vita è stata una continua lotta contro il male e contro Voldemort. Perché dire “male” e dire “Voldemort” è la stessa cosa. Ma alcuni non se ne erano resi conto, e Silente era stato accusato di pazzia da tutto il Ministero, ma non una volta aveva rimangiato le sue parole.
“Ricordatevi cosa è successo ad un ragazzo per aver incrociato la strada di Voldemort. Ricordatevi di Cedric Diggory”. In fondo, Cedric era sempre stato leale nei suoi confronti, e Harry non lo aveva mai veramente detestato, ma solo invidiato. Bello, alto, fra tutte le ragazze aveva dovuto scegliere proprio Cho Chang, la ragazza per la quale ha avuto la sua prima cotta.
Anche dopo la sua morte, Harry continuava a competere con lui per i pensieri di Cho, e ne era geloso, come Cho era gelosa di Harry. Ancora adesso, si chiedeva come avessero fatto, lei e anche Ron, a credere che lui, Harry, potesse essersi innamorato di Hermione, una sorella per lui. Lui e Cho si erano allontanati, come anche Ron durante la caccia agli Horcrux, ma se il legame con l’amico ne era uscito rafforzato, la sua storia con Cho si era definitivamente conclusa. Del resto, mancavano le basi per costruire qualcosa di solido.
Come in un sogno, gli passarono davanti una serie di immagini della seconda, e in verità unica ragazza della sua vita. Ginny bambina che urlava: “Ho visto Harry Potter”, che si imbarazzava quando erano nella stessa stanza, che per l’imbarazzo infilava il gomito nel piattino del burro. Ginny ragazza vestita d’azzurro al Ballo del Ceppo, che riscuoteva fin troppo successo tra i ragazzi, che stuzzicava Ron, che giocava a Quiddich. E Ginny quasi adulta, che lo baciava per la prima volta, che rispettava le sue decisioni, che lo lasciava libero, sapendo di essere sempre con lui.
Chissà cosa stava facendo, ora, in Albania. Charlie e Bill erano i Weasley che meno conosceva, ma erano stati sempre gentili con lui, Bill addirittura ospitandolo a Villa Conchiglia dopo la fuga dalla casa dei Malfoy, e la morte di Dobby.
Si ricordò il suo breve e intenso scontro con Voldemort, dopo che Neville aveva distrutto anche l’ultimo Horcrux. La definitiva vittoria del bene contro il male. Ma si poteva chiamare vittoria, in fondo, se le perdite erano state devastanti per tutti, tali da ridurlo così, a rimuginare sul divano pensando al passato?

“Riporterai il mio corpo ai miei genitori, vero?”. Cedric, il ragazzo che per sbaglio si è trovato sulla strada di Voldemort.
“Ma…bè…riflettici. Se tu volessi una…una casa diversa…” Sirius Black, l’incrocio perfetto tra un papà e un fratello.
“Severus…ti prego”. Silente e il suo accordo segreto con Piton, quella supplica di cui Harry ha capito il significato molto tempo dopo. “Harry…Potter”. Dobby, l’elfo libero. E non bisogna aggiungere altro, perché la libertà non si può spiegare.
“Hai fatto una battuta, Perce”. Fred, morto ridendo, e che non vorrebbe vederli soffrire così.
“Hai visto? Lei lo vuole lo stesso, anche se è stato morso da un Lupo Mannaro”. Tonks, che lottava per la giustizia…e per la felicità, sua e di Remus.
“E’ nato! E’ un maschietto!”. Remus Lupin, sempre convinto di essere diverso, ma che amava Tonks e il figlio appena nato, Ted, molto più di sé stesso.
“Sei quell’Harry Potter?”. Colin Canon e la sua ammirazione per lui, esagerata quanto inspiegabile, se non dalla cicatrice sulla fronte. “Guar…da…mi”. Severus Piton, il cui ultimo desiderio è stato vedere per un’ultima volta gli occhi di Lily, la donna per la quale ha combattuto ed è morto.
“Vigilanza costante!”. Ecco cosa continuerebbe a dire Malocchio Moody, uno degli Auror più coraggiosi che abbia mai incontrato.

“Harry...Harry, ascoltami per favore!”. Guardò Ginny, il suo volto perfetto…Era davvero bella, ma ancor più della pelle diafana che contrastava con i capelli ramati, e della bocca rossa, del suo aspetto amava gli occhi scuri e decisi, che lo guardavano fisso come per penetrare la sua mente. “Senti, io sono distrutta, perché non potrò più aiutare Colin con i compiti, perché non potrò più chiedere a Tonks di mostrarmi il suo naso da grugno di maiale, perché sarei stata felice di conoscere Dobby…perché Fred non c’è più…ma non è colpa tua, tu sei l’eroe, non il colpevole, lo vuoi capire o no?”.
Harry la guardò, così intensamente da farla quasi desistere dal suo intento. Quasi.
“Non puoi pensare che sia colpa tua se le persone per le quali eri il simbolo di libertà si sono opposte a Lui…a Voldemort”. Era la prima volta che pronunciava il suo nome senza balbettare, ferma, decisa. “Sarebbe stata la fine…l’inizio della fine. E tu ci hai salvati…sul serio, Harry!”.
Lo guardò intensamente, e quando lui, assimilate le sue parole, finalmente si girò, gli diede un rapido bacio a fior di labbra e sussurrò: “Grazie a te, questa non è l’inizio della fine, ma la fine dell’inizio”. Poi Ginny si alzò e raggiunse la porta.


Prima di partire lo aveva salutato così, e una volta solo Harry aveva potuto riflettere sulle parole di Ginny, e cullato da quei pensieri che portavano fissi a quel volto che tanto amava, fece cadere il libro di Storia di Hogwarts per terra, e chiuse gli occhi pensando al domani. Avrebbe parlato con Ron, avrebbero potuto telefonare a Hermione, la ragazza aveva lasciato il suo numero di cellulare…e poi si sarebbe dato da fare per un viaggio. Il suo viaggio: sarebbe andato a Godric’s Hollow. E al dopo ci doveva ancora pensare, ma avrebbe saputo che farsene di quei giorni d’estate!

In fondo, quella era soltanto la fine dell’inizio…

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NdA: Questa è la mia prima storia pubblicata su EFP e l'avevo scritta per partecipare al Contest d' Estate, ma poi per problemi l'ho pubblicata solo ora. Avendola scritta per quel Contest è una one-shot ed è ambientata in estate (l'estate dopo la Seconda Guerra Magica del mondo di Harry Potter). Ho deciso di usare Harry come protagonista per il fatto che è il personaggio che ha visto più di tutti gli orrori delle azioni di Voldemort, e per una storia introspettiva mi sembrava il più adatto in questo contesto. Devo anche dire che questa storia non mi soddisfa appieno, anche perchè è abbastanza "tipo-monologo", ma ormai l'ho scritta e prima di pubblicarne altre ho voluto pubblicare questa! Spero che qualcuno abbia la voglia di lasciare una recensione, anche breve; è bello sapere che ne pensano gli altri di quello che hai scritto! Detto questo, vi saluto e a risentirci (spero!) con una raccolta che pubblicherò presto (computer permettendo...) su Severus e Lily Evans!
By
Sara

  
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