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Autore: Diana Abigail    23/08/2011    3 recensioni
Durante un pic nic in una collinetta inglese, Ron contempla la sua bambina, Rose, esprimendo tutto il suo amore e tutte le sue speranze per il futuro della piccola.
Hermione, incantata dalle parole di Ron, troverà il coraggio di dirgli quello che da sempre ha cercato di fargli capire.
Hermione è nulla senza Ron
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Un Amore di pic nic

Diversamente dalle altre domeniche, quel giorno Ron e Hermione avevano deciso di fare un picnic su una collina non lontana dalla loro casa. A lei sarebbe piaciuto fare un salto in Scozia per qualche giorno, ma il loro lavoro non lo avrebbe mai permesso. Perciò ripiegarono in una collinetta inglese, la cui vista sulla brughiera era capace di mozzare il fiato.
Videro una cascina babbana in lontananza e un gregge di pecore brucanti che catturò l'attenzione del ragazzo per un po'.
Hermione era già stata lì con Ron, Harry e Ginny un paio di volte, ma siccome non avevano mai fatto un picnic, Hermione decise che era il posto migliore, dal momento che era impossibile che qualche babbano vedesse Ron, incapace di non fare magie.
Ron prese in braccio la piccola Rose, mentre Hermione stendeva la tovaglia sull'erba soffice.
«Ron, mettila qui » disse la ragazza, sorridendo al marito.
Ron appoggiò la piccola sulla tovaglia, e lei iniziò subito a gattonare. Intanto Ron, aiutò Hermione a preparare la tavola con i panini, le pappette e le bibite che avevano portato da casa. Quando si sedettero, Hermione era talmente emozionata che non riusciva a stare seduta e ferma. Rideva; era stranamente felice e rilassata: voleva far provare a Ron cose che facevano i babbani.
«Herm, mi passi il cucchiaino per Rose? » chiese Ron, lasciando da parte il pranzo.
«Ron, mangia tranquillo, gliela do io la pappa » gli disse, cercando il cucchiaino nel cestino.
Ron prese in braccio la piccola e la adagiò sulle sue gambe.
«Per una volta che posso godermela un po', voglio fare le cose per bene » disse, baciando il nasino della bambina.
Hermione sorrise, aveva gli occhi lucidi, ma fece finta di niente. Gli porse il cucchiaino e aprì la pappetta.
«Tu avrai sicuramente la testa della tua mamma, perciò dovrai diventare una dottoressa o una professoressa, ma non dovrai essere esageratamente severa, come la McGranitt. Oppure potresti diventare auror come il tuo papà, anche se preferirei che evitassi di mettere a repentaglio la tua vita, quando potresti diventare quello che vuoi» iniziò a dire Ron, mentre imboccava la piccola.
Hermione ascoltò divertita i discorsi di Ron. Passò dal decidere del futuro di sua figlia a spiegarle il Quidditch nei minimi particolari. Ron amava il libro 'Quidditch attraverso i secoli', l'unico vero libro che avesse letto come si deve.
«I Cannoni di Chudley sono i migliori, ricordatelo. D'accordo, non vincono da tempo, però sono ottimi giocatori. La mamma non si impiccia di queste cose da maschi, ma tua zia Ginny era una giocatrice provetta e ora è addirittura una giornalista sportiva. D'accordo, deciderai tu che fare, però sappi che renderesti davvero felice il tuo papà, se diventassi la migliore cacciatrice di Grifondoro degli ultimi tempi » continuò Ron, imperterrito.
La bambina guardava rapita il suo papà quando parlava. Da quando era nata, Rose era sempre stata attratta da Ron, quasi fosse legata a lui con una calamita. Ogni sera, Ron prendeva Rose e se la portava sul divano. La faceva sdraiare sulla sua pancia e iniziava a raccontarle le favole di Beda il Bardo, quelle che si ricordava meglio, ma la piccola preferiva tirargli i capelli o vomitargli addosso, ridendo subito dopo. Ron, però, non si arrabbiava mai con la piccola, nemmeno dopo un'intera giornata di lavoro, ma si alzava, si puliva e chiedeva preoccupato ad Hermione se, per caso, la piccola non stesse male.
Anche se le cose non erano rose e fiori come si sarebbe aspettata, Hermione riusciva a gestire abbastanza bene tutti i suoi impegni e Ron cercava di aiutarla il più possibile, tanto che Hermione non era capace di esprimergli la gratitudine che provava nei suoi confronti.
«Non credi che dovrebbe essere lei a scegliere che cosa fare, in futuro? Magari vorrà diventare un'erbologa o una babbanologa. Sarebbe comunque un lavoro degno di un'ottima mente. Oppure potrebbe entrare nella Nazionale di Quidditch » disse Hermione, spalmando della crema di melanzana sul pane.
«Tu non lo sopporteresti, se diventasse una sportiva » disse Ron, spostando la sua attenzione su sua moglie.
«Se la rendesse felice, vorrei che lo facesse. Oh, Ron, io sono sempre stata fiera di te, quando eri portiere di Grinfondoro. Facevi qualcosa che ti piaceva ed eri bravo, non c'era nulla di male, anche se trovavo più importante lo studio, dello sport. L'ho sempre ritenuto importante per me, ma capisco che ognuno abbia priorità diverse » continuò lei, addentando il suo panino.
Ron cambiò espressione e le sorrise. Era un sorriso dolce, che le ricordava perché si erano sposati, ma la piccola si sentì messa da parte e strillò.
«Ti fai sentire, eh? Tieni. Guarda, abbiamo quasi finito di fare la pappa. Ma come sei brava tu. Sei proprio la bimba più brava del mondo » prese a dire lui, imboccando la piccola.
«Ho visto Ginny, ieri. Mi ha detto che Albus ha già incominciato ad alzarsi in piedi. Incredibile » disse Hermione, prendendo dell'idromele e riempiendosi un bicchiere.
«E allora? Albus Severus potrà pure incominciare a camminare prima, ma Rose diventerà qualcuno, ne sono sicuro » disse Ron, sorridendo alla bambina.
Hermione si rammaricò per il continuo mettersi in competizione di Ron. Era quel suo sentirsi un completo fallito che lo faceva sentire così. Glielo aveva confidato una sera, dopo che lei gli aveva chiesto cosa c'era che non andasse.
«Ron, non credo che mettere i bambini in competizione sia una grande idea. Smettila, su. Albus è comunque tuo nipote, ricordatelo » disse Hermione, con una nota di rimprovero nella voce.
Ron annuì e la piccola finì di mangiare. Ron l'appoggiò sulla sua spalla e iniziò a battere piano piano sulla schiena della bambina, cercando di farle fare il ruttino. Herm preparò i panini anche per Ron e glieli porse, chiedendogli più volte se non volesse darla a lei la bimba.
«Ci pensi Herm? È nostra. Voglio dire, l'abbiamo fatta noi. Tu ed io. Non sono mai stato in grado di fare nulla e invece guarda cosa sono riuscito a combinare. Senza di te non sarei capace di fare niente di buono » disse Ron, cercando di far addormentare la piccola.
Hermione si alzò in piedi e andò a sedersi vicino a suo marito e alla sua bambina. Cercando di non disturbare la piccola, abbracciò Ron e appoggiò il mento sulla sua spalla.
«Non essere sciocco, Ron. Non è grazie a me se sei stato capace di fare quello che hai fatto fino ad oggi » gli disse, baciandogli una guancia.
«Oh, sì, invece. Miseriaccia, Herm, se non fosse stato per te, Harry ed io saremmo morti cercando la pietra filosofale! Anzi, molto probabilmente non avremmo neanche mai scoperto cosa nascondeva il cane. E io non avrei mai imparato l'incantesimo di levitazione » disse lui, appoggiando la testa contro la spalla della ragazza.
La bimba si addormentò ascoltando i suoi genitori parlare. Ron le accarezzò una guancia e la piccola sospirò.
«Agitare e colpire » disse Hermione, sorridendo.
Ron incantò la culla della bimba, affinché dondolasse dolcemente, e la sistemò tra le copertine di cotone. Rimase qualche minuto a fissarla mentre dormiva, incapace di non sorridere.
«Trovo sia praticamente impossibile amare tanto una cosa così... così piccola. Scusami tanto, Herm, ma non ho mai amato tanto neanche te. Cioè... Morirei per lei subito. No, okay, morirei subito anche per te, però tu non sei mia. Nel senso che non ti ho fatta io, mentre lei è un po' parte anche di me. Ma anche tu sei parte di me, anche se non proprio in modo... Naturale? » concluse lui, arrendendosi.
Non era sicuro di aver spiegato bene il concetto, ma vide che Hermione rideva, perciò non doveva essersi offesa per le sue parole.
«Oh, Ron, non puoi mettere a confronto l'amore che provi per me e quello che provi per lei. È tu figlia e lo sarà per sempre. È normale che il tuo amore sia incondizionato. Quello che c'è tra di noi è diverso, è qualcosa che bisogna curare, che non è per forza spontaneo. Però quello che hai detto... è bellissimo » concluse lei, sussurrando le ultime due parole.
Ron si avvicinò alla moglie e si sedette accanto a lei. Si fissarono senza dirsi niente, non servivano altre parole.
«Però se tu mi lasciassi, probabilmente morirei » disse Ron, guardandola tristemente.
Hermione lo abbracciò e lui la fece sdraiare su di sé.
«A chi lo dici, testa di troll. Non sopporterei vedere una bionda ossigenata accanto a te » disse lei, sorridendo.
«Perché proprio una bionda ossigenata? » chiese lui, guardandola torvo.
«Oh, direi che hai dei precedenti con le bionde. E poi solo una gallina ti sopporterebbe » disse lei, pizzicandogli una guancia.
«Ahia! Tu hai dei precedenti con i bulgari. Mi stai dicendo che se ci lasciassimo te ne andresti in Bulgaria? » chiese lui, facendo confusione.
Hermione scoppiò a ridere, ma Ron non perse l'espressione torva.
«Non stavo proprio pensando a me, però effettivamente il tuo ragionamento fila » concluse lei, assumendo un atteggiamento professionale.
«Davvero? » chiese Ron, fintamente stupito.
«Direi di sì » concluse lei, appoggiando la testa sul petto del marito.
«Fantastico » disse lui, accarezzandole i capelli.
Rimasero in silezio per un po'. Hermione respirava lentamente, cercando di far combaciare il suo respiro con quello di Ron, ma non ci riuscì. Lui, invece, guardava le nuvole e ascoltava il lieve russare della bimba, che era proprio accanto a loro.
Era felice, ma soprattutto calmo. Non sentiva quella calma da quando era bambino. Era quella sensazione che ti diceva che tutto andava bene e che niente sarebbe andato storto, d'ora in poi.
Hermione, invece, era irrequieta. Dopo il simpatico scambio di battute avuto con Ron, un peso sullo stomaco le impediva di stare tranquilla.
«Ron? » chiese, senza muoversi.
«Sì? » chiese lui, alzando la testa da terra.
«Non... Non dirlo mai più, ti prego » disse lei, nascondendo il viso contro il suo petto.
Ron si chiese cosa avesse detto di male, dal momento che erano più di dieci minuti che non apriva bocca. Rimuginò sulle parole di Hermione per qualche secondo, ma non ne venne a capo.
«Cosa ho detto di male? » chiese, tirandosi su, sui gomiti.
«Non... Non mettere mai più in dubbio che tra noi possa finire. La verità, è che sono io quella persa senza di te e non il contrario. L'ho capito durante l'ultimo anno, ad Hogwarts, ma sono stata troppo orgogliosa e troppo stupida per ammetterlo. Ron, sono sempre stata saccente, coraggiosa e spavalda perché sapevo che qualsiasi cosa fosse successa o che mi avessero detto, ci saresti stato tu. Con Malfoy, con Harry, perfino con Piton, non ti sei mai fatto problemi a farti avanti per difendermi. Hai addirittura vomitato lumache, per me » disse lei, sorridendogli. Ron si mise a sedere ed Hermione era di fronte a lui, sulle sue gambe.
«Non essere sciocca, Hermione. Tu sei stata la strega più brillante della tua età! » disse Ron, riferendosi alla nomina che aveva ricevuto Hermione, durante gli anni a Hogwarts.
Hermione abbracciò Ron e lo strinse quanto più forte poté.
«Hermione è nulla senza Ron» disse lei, chiudendo gli occhi. Ron rimase pietrificato. Hermione non era mai stata così. In genere era lui quello romantico, quello che le diceva come si sentisse. Lei era più restia a confessargli i suoi sentimenti. Certo, era stata lei a dirgli che lo amava, la prima volta, ma lo aveva fatto dopo che Ron si era messo a nudo sui suoi sentimenti. Poche volte lei aveva fatto lo stesso.
«E Ron è nulla senza Hermione. Te lo posso assicurare, amore » disse lui, allontanandola da sé. La guardò in volto e sorrise: nonostante fossero marito e moglie, nonostante fossero insieme da sempre, nonostante avessero una figlia insieme, Hermione sembrava l'undicenne dai dentoni sporgenti che aveva conosciuto molti anni prima. Era indifesa e a Ron parve particolarmente bella.
Rose emise un lamento, ed entrambi si voltarono nella sua direzione. La bimba, però, smise subito. Probabilmente stava sognando qualcosa.
«Neanche Rose è qualcosa senza Hermione e Ron » disse lui, facendola ridere.
Ron prese il volto di sua moglie e la baciò. Lei pianse, ma non si ritrasse. Dopo anni, era finalmente riuscita a dirgli quello che sentiva davvero. Finalmente anche lui sapeva come si sentiva, per una volta non era stata una comunicazione univoca.
C'erano voluti tre anni di fidanzamento, cinque di matrimonio e una figlia, ma finalmente ci era riuscita.
«Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata » le sussurrò Ron, abbracciandola.
«Sappi che questo non ti dispenserà dal lavare i piatti, stasera » disse Hermione, sorridendo contro il suo petto.
«Te l'ho già detto che ti amo? » chiese lui, divertito.
«Quando mi hai chiesto di sposarti. Ma non vale più, devi lavare i piatti, ti tocca » continuò lei, sghignazzando.
«Oh, d'accordo. Ma sappi che li lavo per lei, non per te » disse, riferendosi alla piccola.
«Ti amo, Ron » concluse lei.
«D'accordo, li laverò anche per te » disse, prima di baciarla.

Allora, che ne pensate? Ultimamente sono molto ispirata dal fandom di Harry Potter, tanto che ho già preparato un'altra one-shot su Ron ed Hermione che pubblicherò a breve.
Ad ogni modo, mi piacerebbe sapere se vi è piaciuta. Credo sia un po' esagerata, in effetti, però ho pensato che non sarebbe stato impossibile che lei si esponesse tanto. In fondo sono marito e moglie, no?

A presto :)


   
 
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